Assovini
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 28.08.1997, G.U. 226 del 27.09.1997
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vin Santo del Chianti D.O.C. - Sottozona Colli Fiorentini
La denominazione di origine controllata “Vin Santo del Chianti” e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Vin Santo del Chianti
- Vin Santo del Chianti Occhio di Pernice
- Vin Santo del Chianti Occhio di Pernice Riserva
- Sottozone del Vin Santo del Chianti DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Fiorentini
- Sottozona Colli Fiorentini (Vino Bianco Vin Santo)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 70% Vitigni Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo paglierino al dorato, all’ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore armonico, vellutato, secco o con più pronunciata rotondità per i tipi abboccato, amabile, dolce.
- Sottozona Colli Fiorentini Occhio di Pernice (Vino Rosato Vin Santo)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 17% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Vin Santo dal colore variabile da rosa più o meno intenso a ambrato carico, odore caldo, intenso e sapore amabile o dolce, morbido, vellutato e rotondo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Fiorentini
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti si estende sulle colline dell'Appennino Toscano, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti è localizzata in:
- provincia di Arezzo e comprende il territorio dei comuni di Arezzo, Bucine, Capolona, Castelfranco di Sopra, Castiglion Fibocchi, Cavriglia, Civitella in Val di Chiana, Foiano della Chiana, Laterina, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Montevarchi, Pergine Valdarno, Pian di Sco, Subbiano, Terranuova Bracciolini.
- provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Dicomano, Empoli, Fiesole, Figline Valdarno, Firenze, Gambassi Terme, Impruneta, Incisa Valdarno, Lastra a Signa, Londa, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull'Arno, Rufina, San Casciano in Val di Pesa, Scandicci, Signa, Tavarnelle Val di Pesa, Vinci.
- provincia di Pisa e comprende il territorio dei comuni di Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Fauglia, Laiatico, Lari, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, San Miniato, Santa Luce, Terricciola.
- provincia di Pistoia e comprende il territorio dei comuni di Lamporecchio, Larciano, Monsummano Terme, Montale, Pistoia, Quarrata, Serravalle Pistoiese.
- provincia di Prato e comprende il territorio dei comuni di Carmignano, Montemurlo e Poggio a Caiano.
- provincia di Siena e comprende il territorio dei comuni di Asciano, Casole d'Elsa, Castelnuovo Berardenga, Cetona, Chianciano, Chiusi, Colle Val d'Elsa, Montalcino, Montepulciano, Monteriggioni, Monteroni Val d'Arbia, Murlo, Pienza, Poggibonsi, Radicondoli, Rapolano Terme, San Casciano dei Bagni, San Gimignano, Sarteano, Siena, Sinalunga, Sovicille, Torrita di Siena, Trequanda.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti Sottozona Colli Fiorentini è localizzata in:
- provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Certaldo, Fiesole, Figline Val d'Arno, Impruneta, Incisa, Lastra, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano Sull'Arno, San Casciano Val di Pesa, Scandicci, Signa e Tavarnelle Val di Pesa.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Fiorentini
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Vin Santo del Chianti prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Vin Santo del Chianti non dovrà essere superiore al 35%.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 27%.
- L’immissione al consumo della denominazione di origine controllata “Vin Santo del Chianti” non può avvenire prima del 1° novembre del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve.
- L’immissione al consumo del «Vin Santo del Chianti» riserva non può avvenire prima del 1° novembre del quarto anno successivo a quello di produzione delle uve.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Vin Santo del Chianti è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Fiorentini
Con l’utilizzo della DOC Vin Santo del Chianti i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Fiorentini
Dolcini tipici toscani come biscottini di Prato, brigidini, buccellato, castagnaccio e ricciarelli.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Fiorentini
E’ grazie alla combinazione dell’ambiente in cui sono realizzati i vigneti, con i fattori umani, che hanno inciso nelle scelte tecniche di realizzazione del vigneto e della sua quotidiana gestione agronomica, che si riesce ad avere una serie di prodotti, che pur nelle loro articolazioni e specificità, rappresentano dei vini di alta qualità.
Il grande sviluppo della viticoltura, nel territorio della denominazione di origine controllata Vin Santo del Chianti, si è avuto con l’avvento della famiglia dei Medici. Già nella seconda metà del 1400, Lorenzo dei Medici, nel Simposio e nella Canzone di Bacco, illustra un clima popolaresco, dove il vino è l’essenza di un teatro di arguzie e banalità, al limite del grottesco. Fu dunque, il vino per i Medici, già mercanti e banchieri, un bene ed un dono, fu alimento, merce e simbolo.
Stretto è il legame che lega la dinastia medicea con la scienza enologica o più semplicemente con il vino. Non a caso, rifacendo, nel Cinquecento, il duecentesco Palazzo Vecchio, in onore dei Medici, le colonne furono adornate di pampani, tralci ed uve, che ancora, si possono ammirare nel cortile del palazzo.
Il Vin Santo del Chianti, nelle sue varie tipologie, é uno dei vini ottenuti da uve fortemente appassite più noti. Apprezzato un po’ ovunque, ha alle sue spalle una storia molto lunga. In Toscana il Vin Santo appartiene alla memoria collettiva, ed evoca una civiltà Contadina ormai scomparsa, caratterizzata dalla figura del mezzadro e dalla famiglia colonica.
Il Vin Santo ha origine leggendarie. Le prime citazioni risalgono agli inizi del cristianesimo, forse a voler indicare un tipo di vino particolarmente adatto al rito della messa. Una leggenda senese racconta che nel 1348, anno in cui si diffuse la peste, un frate domenicano, distribuiva vino agli ammalati per portare loro un po’ di sollievo. Da ciò, la convinzione, che si trattasse di un vino miracoloso: e pertanto “santo”. Un’altra interpretazione riconduce la nascita del nome attribuito al Vin Santo al 1439, data del Concilio ecumenico, indetto a Firenze, da Papa Eugenio IV, per riunire la Chiesa d’ Oriente a quella d’Occidente, separatasi a causa del grande scisma.
In un convivio, organizzato dai Medici, in occasione del Concilio, fu servito un vino passito che, al cardinal Bessarione, vescovo di Nicea, fece esclamare: ma questo é “xantos”; per la somiglianza che questo aveva con il vino prodotto nell’isola di Xanto, trasformato dai presenti nell’aggettivo latino: “santus”.
Altri fanno risalire l’etimologia della parola al ciclo produttivo del Vin Santo legato ai periodi delle festività religiose più importanti del calendario liturgico Cristiano. Negli anni a noi più vicini, il Vin Santo del Chianti, ottenne il riconoscimento con approvazione del relativo disciplinare di produzione.
Da sottolineare come la denominazione di origine controllata Vin Santo del Chianti per effetto dei processi produttivi adottati, evidenzi l’interazione dei fattori umani con il prodotto finale. Basti pensare alle varie tipologie di Vin Santo del Chianti ove la tradizione di procedere ad un’accurata cernita delle uve, per poi essere sottoposte ad appassimento, fatto anche su stuoie di canne, dette cannicci, collocate nelle soffitte dei casali e delle fattorie, in locali ventilati, per concentrarne ed esaltarne i contenuti, ottenendone così, un mosto, da far fermentare in appositi contenitori di legno, caratelli.
I caratelli normalmente, nel passato, erano collocati nei sottotetti o nelle soffitte, dove grazie alle forti escursioni termiche stagionali, il prodotto era sottoposto, negli anni, a fermentazioni parziali e ripetute, fino ad ottenere un prodotto con caratteristiche organolettiche e chimiche peculiari. Questo dimostra e conferma come l’utilizzo di uve ottenute in particolari condizioni pedoclimatiche, a cui si abbinano procedimenti particolari di trasformazione, tramandati da generazioni, dia la possibilità di ottenere prodotti specifici nel rispetto delle tradizioni, molto apprezzati dal mercato.
Il Vino DOC Vin Santo del Chianti ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 28 agosto 1997.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 28.08.1997, G.U. 226 del 27.09.1997
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
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--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vin Santo del Chianti D.O.C. - Sottozona Colli Aretini
La denominazione di origine controllata “Vin Santo del Chianti” e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Vin Santo del Chianti
- Vin Santo del Chianti Occhio di Pernice
- Vin Santo del Chianti Occhio di Pernice Riserva
- Sottozone del Vin Santo del Chianti DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Aretini
- Sottozona Colli Aretini (Vino Bianco Vin Santo)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 70% Vitigni Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo paglierino al dorato, all’ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore armonico, vellutato, secco o con più pronunciata rotondità per i tipi abboccato, amabile, dolce.
- Sottozona Colli Aretini Occhio di Pernice (Vino Rosato Vin Santo)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 17% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Vin Santo dal colore variabile da rosa più o meno intenso a ambrato carico, odore caldo, intenso e sapore amabile o dolce, morbido, vellutato e rotondo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Aretini
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti si estende sulle colline dell'Appennino Toscano, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti è localizzata in:
- provincia di Arezzo e comprende il territorio dei comuni di Arezzo, Bucine, Capolona, Castelfranco di Sopra, Castiglion Fibocchi, Cavriglia, Civitella in Val di Chiana, Foiano della Chiana, Laterina, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Montevarchi, Pergine Valdarno, Pian di Sco, Subbiano, Terranuova Bracciolini.
- provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Dicomano, Empoli, Fiesole, Figline Valdarno, Firenze, Gambassi Terme, Impruneta, Incisa Valdarno, Lastra a Signa, Londa, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull'Arno, Rufina, San Casciano in Val di Pesa, Scandicci, Signa, Tavarnelle Val di Pesa, Vinci.
- provincia di Pisa e comprende il territorio dei comuni di Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Fauglia, Laiatico, Lari, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, San Miniato, Santa Luce, Terricciola.
- provincia di Pistoia e comprende il territorio dei comuni di Lamporecchio, Larciano, Monsummano Terme, Montale, Pistoia, Quarrata, Serravalle Pistoiese.
- provincia di Prato e comprende il territorio dei comuni di Carmignano, Montemurlo e Poggio a Caiano.
- provincia di Siena e comprende il territorio dei comuni di Asciano, Casole d'Elsa, Castelnuovo Berardenga, Cetona, Chianciano, Chiusi, Colle Val d'Elsa, Montalcino, Montepulciano, Monteriggioni, Monteroni Val d'Arbia, Murlo, Pienza, Poggibonsi, Radicondoli, Rapolano Terme, San Casciano dei Bagni, San Gimignano, Sarteano, Siena, Sinalunga, Sovicille, Torrita di Siena, Trequanda.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti Sottozona Colli Aretini è localizzata in:
- provincia di Arezzo e comprende il territorio dei comuni di Arezzo, Bucine, Capolona, Castelfranco di Sopra, Castiglion Fibocchi, Cavriglia, Civitella in Val di Chiana, Laterina, Loro Ciuffenna, Montevarchi, Pergine Valdarno, Pian di Sco e Subbiano.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Aretini
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Vin Santo del Chianti prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Vin Santo del Chianti non dovrà essere superiore al 35%.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 27%.
- L’immissione al consumo della denominazione di origine controllata “Vin Santo del Chianti” non può avvenire prima del 1° novembre del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve.
- L’immissione al consumo del «Vin Santo del Chianti» riserva non può avvenire prima del 1° novembre del quarto anno successivo a quello di produzione delle uve.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Vin Santo del Chianti è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Aretini
Con l’utilizzo della DOC Vin Santo del Chianti i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Aretini
Dolcini tipici toscani come biscottini di Prato, brigidini, buccellato, castagnaccio e ricciarelli.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Colli Aretini
E’ grazie alla combinazione dell’ambiente in cui sono realizzati i vigneti, con i fattori umani, che hanno inciso nelle scelte tecniche di realizzazione del vigneto e della sua quotidiana gestione agronomica, che si riesce ad avere una serie di prodotti, che pur nelle loro articolazioni e specificità, rappresentano dei vini di alta qualità.
Il grande sviluppo della viticoltura, nel territorio della denominazione di origine controllata Vin Santo del Chianti, si è avuto con l’avvento della famiglia dei Medici. Già nella seconda metà del 1400, Lorenzo dei Medici, nel Simposio e nella Canzone di Bacco, illustra un clima popolaresco, dove il vino è l’essenza di un teatro di arguzie e banalità, al limite del grottesco. Fu dunque, il vino per i Medici, già mercanti e banchieri, un bene ed un dono, fu alimento, merce e simbolo.
Stretto è il legame che lega la dinastia medicea con la scienza enologica o più semplicemente con il vino. Non a caso, rifacendo, nel Cinquecento, il duecentesco Palazzo Vecchio, in onore dei Medici, le colonne furono adornate di pampani, tralci ed uve, che ancora, si possono ammirare nel cortile del palazzo.
Il Vin Santo del Chianti, nelle sue varie tipologie, é uno dei vini ottenuti da uve fortemente appassite più noti. Apprezzato un po’ ovunque, ha alle sue spalle una storia molto lunga. In Toscana il Vin Santo appartiene alla memoria collettiva, ed evoca una civiltà Contadina ormai scomparsa, caratterizzata dalla figura del mezzadro e dalla famiglia colonica.
Il Vin Santo ha origine leggendarie. Le prime citazioni risalgono agli inizi del cristianesimo, forse a voler indicare un tipo di vino particolarmente adatto al rito della messa. Una leggenda senese racconta che nel 1348, anno in cui si diffuse la peste, un frate domenicano, distribuiva vino agli ammalati per portare loro un po’ di sollievo. Da ciò, la convinzione, che si trattasse di un vino miracoloso: e pertanto “santo”. Un’altra interpretazione riconduce la nascita del nome attribuito al Vin Santo al 1439, data del Concilio ecumenico, indetto a Firenze, da Papa Eugenio IV, per riunire la Chiesa d’ Oriente a quella d’Occidente, separatasi a causa del grande scisma.
In un convivio, organizzato dai Medici, in occasione del Concilio, fu servito un vino passito che, al cardinal Bessarione, vescovo di Nicea, fece esclamare: ma questo é “xantos”; per la somiglianza che questo aveva con il vino prodotto nell’isola di Xanto, trasformato dai presenti nell’aggettivo latino: “santus”.
Altri fanno risalire l’etimologia della parola al ciclo produttivo del Vin Santo legato ai periodi delle festività religiose più importanti del calendario liturgico Cristiano. Negli anni a noi più vicini, il Vin Santo del Chianti, ottenne il riconoscimento con approvazione del relativo disciplinare di produzione.
Da sottolineare come la denominazione di origine controllata Vin Santo del Chianti per effetto dei processi produttivi adottati, evidenzi l’interazione dei fattori umani con il prodotto finale. Basti pensare alle varie tipologie di Vin Santo del Chianti ove la tradizione di procedere ad un’accurata cernita delle uve, per poi essere sottoposte ad appassimento, fatto anche su stuoie di canne, dette cannicci, collocate nelle soffitte dei casali e delle fattorie, in locali ventilati, per concentrarne ed esaltarne i contenuti, ottenendone così, un mosto, da far fermentare in appositi contenitori di legno, caratelli.
I caratelli normalmente, nel passato, erano collocati nei sottotetti o nelle soffitte, dove grazie alle forti escursioni termiche stagionali, il prodotto era sottoposto, negli anni, a fermentazioni parziali e ripetute, fino ad ottenere un prodotto con caratteristiche organolettiche e chimiche peculiari. Questo dimostra e conferma come l’utilizzo di uve ottenute in particolari condizioni pedoclimatiche, a cui si abbinano procedimenti particolari di trasformazione, tramandati da generazioni, dia la possibilità di ottenere prodotti specifici nel rispetto delle tradizioni, molto apprezzati dal mercato.
Il Vino DOC Vin Santo del Chianti ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 28 agosto 1997.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 17.07.2009, G.U. 173 del 28.07.2009
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale N.0050357 del 12/07/2019
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco D.O.C.G. Sottozona Superiore di Cartizze
La denominazione d'origine controllata e garantita "Conegliano Valdobbiadene - Prosecco", o "Conegliano - Prosecco" o "Valdobbiadene - Prosecco", e alla relativa Sottozona, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Conegliano Valdobbiadene Prosecco (Categoria Vino)
- Conegliano Valdobbiadene Prosecco frizzante (Categoria Vino Frizzante)
- Conegliano Valdobbiadene Prosecco Spumante Superiore (Categoria Vino Spumante, Vino Spumante di Qualità e Vino Spumante di Qualità del tipo aromatico), tale tipologia può essere accompagnata dalle seguenti menzioni: “Sui lieviti”; “Rive”
- Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG »
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco - Sottozona Superiore di Cartizze
- Sottozona Superiore di Cartizze (Vino Bianco Spumante Superiore)
- Versioni: Spumante Pas-Dosè /Brut-nature /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec
- => 85% Vitigno Glera
- =< 15% Vitigni Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante Superiore dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso, brillante, odore gradevole e caratteristico di fruttato e sapore fresco, armonico, gradevolmente fruttato, caratteristico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco - Sottozona Superiore di Cartizze
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco si estende sulle colline situate a nord del Veneto, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco è localizzata in:
- provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze è localizzata in:
- provincia di Treviso e comprende il territorio del comune di Valdobbiadene, frazione di S. Pietro di Barbozza.
- La Zona di Produzione delle uve che possono essere impiegate nella "pratica tradizionale dell'aggiunta con vini ottenuti dalla vinificazione di uve Pinot bianco, Pinot nero, Pinot grigio e Chardonnay" è localizzata in:
- provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Cappella Maggiore, Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Farra di Soligo, Follina, Fregona, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, Revine Lago, San Fior, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Sarmede, Segusino, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor, Vittorio Veneto, Asolo, Caerano S. Marco, Castelcucco, Cavaso del Tomba, Cornuda, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Monfumo, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno, S. Zenone degli Ezzelini, Volpago del Montello, Borso del Grappa e Crespano del Grappa.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco - Sottozona Superiore di Cartizze
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
- I vini DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco elaborati nella versione Spumante possono essere messi in commercio in tutte le tipologie ammesse dalla normativa vigente, con esclusione dei tipi "extra-brut" e "dolce".
- I vini DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco elaborati nella versione Frizzante devono essere messi in commercio nelle tipologie da “Secco” ad “Amabile”.
- Nella elaborazione del Vino Spumante DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco è consentita la "pratica tradizionale dell'aggiunta con vini ottenuti dalla vinificazione di uve Pinot bianco, Pinot nero, Pinot grigio e Chardonnay", da sole o congiuntamente.
- Nella designazione del Vino Spumante DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco è consentito riportare il termine "Millesimato", purché il prodotto sia ottenuto con almeno l’85% del vino dell’annata di riferimento, che va indicata in etichetta.
4. Produttori di Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco - Sottozona Superiore di Cartizze
Con l’utilizzo della DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco
Aperitivi con stuzzichini saporiti.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco
L’area collinare del Conegliano Valdobbiadene Prosecco vanta un’antichissima tradizione legata alla coltura della vite, le cui prime testimonianze scritte risalgono alle lapidi dei coloni romani. Già alla fine del VI secolo, il vescovo di Poitier, Venanzio Fortunato, nato a Valdobbiadene, ricordava le sue colline come “la terra in cui eternamente fiorisce la vite sotto la montagna dalla nuda sommità ove il verde ombroso protegge e ristora”.
Successivamente la vocazione alla produzione di vini bianchi nella zona di Conegliano Valdobbiadene è testimoniata da numerosissimi documenti, a partire dagli “Statuti Coneglianesi” del 1282, a quelli relativi alla dominazione della Repubblica Veneziana, alle testimonianze per l’apprezzamento del “vino bianco delle colline di Conegliano Valdobbiadene” dei regnanti inglesi, asburgici e polacchi dei secoli successivi.
La prima citazione scritta della coltivazione del Prosecco nelle colline di Conegliano Valdobbiadene, è opera del nobile coneglianese Francesco Maria Malvolti, che nell’VIII numero del Giornale d’Italia del 1772, parla della coltivazione della vite in quest’area. Da questo periodo le citazioni e la fama del Prosecco crebbero in tutto il comprensorio del Conegliano Valdobbiadene, tanto che, verso la metà dell’800, iniziò ad essere coltivato in purezza. Importanti in questo senso sono le citazioni di due studiosi; il Conte Balbi Valier, selezionatore del biotipo chiamato Prosecco Balbi “con acini tondi e dal sapore e gusto fine, tendente all’aromatico”, ancor oggi apprezzato e largamente coltivato in tutto il comprensorio e quello dello storico Semenzi che, cita in un suo scritto “…squisitissimi vini bianchi sono la verdisa, la Prosecco e la bianchetta”, vitigni che ancora oggi compongono l’uvaggio del Conegliano Valdobbiadene.
La tradizione vitivinicola di questo territorio e la cultura scientifica, trovano concreta applicazione con la nascita nel 1876 a Conegliano della prima Scuola di Viticoltura ed Enologia d’Italia, dalla quale si è sviluppata, nel 1923, la prima Stazione Sperimentale di Viticoltura ed Enologia, ancor oggi sede di riferimento per la ricerca e sperimentazione viticola per il Ministero dell’Agricoltura Italiana.
Nel 1962 i produttori, al fine di tutelare il territorio e il vino, si riuniscono in Consorzio di tutela per definire il disciplinare di produzione, che consente di ottenere, nel 1969 dal Ministero dell’Agricoltura, il riconoscimento a Denominazione di Origine Controllata del “Prosecco dei Colli di Conegliano Valdobbiadene”.
Nel 1966, nasce la prima Strada del vino Italiana, a conferma della tradizione produttiva e della rinomanza e bellezza di questo territorio. Il particolare valore del Conegliano Valdobbiadene viene riconosciuto dalla Regione Veneto, nel 2003, con l’istituzione del primo distretto spumantistico italiano, certificando anche sotto il profilo economico la rilevanza nazionale della denominazione.
Nel 2009, grazie al continuo miglioramento della qualità e alla notorietà che ha raggiunto in 40 anni di successi nazionali ed internazionali, la Denominazione Conegliano Valdobbiadene, è stata riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, ponendo questo territorio al vertice qualitativo della Denominazione Prosecco. Nel 2010, i Ministeri dell’Agricoltura e dei Beni Culturali, inseriscono il Conegliano Valdobbiadene Prosecco nella lista Prioritaria delle candidature italiane per il riconoscimento come Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Il Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 17 luglio 2009.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 21.08.1968, G.U. 269 del 22.10.1968
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 24.10.2019
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Soave D.O.C. Sottozona Classico
La denominazione di origine controllata «Soave» e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Soave anche in versione Spumante
- Soave Classico
- Sottozone del Vino Soave DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Soave - Sottozona Classico
- Sottozona Classico (Vino Bianco Classico)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Garganega
- =< 30% Vitigni Trebbiano di Soave e Chardonnay. (In tale ambito del 30% possono altresì concorrere, fino ad un massimo del 5%, le uve provenienti dai vitigni a bacca bianca, non aromatici, coltivati nella provincia di Verona.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico dal colore giallo paglierino tendente a volte al verdognolo, odore caratteristico con profumo intenso e delicato, dal sapore asciutto, di medio corpo e armonico, leggermente amarognolo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Soave - Sottozona Classico
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Soave si estende sulle colline situate in prossimità dei Monti Lessini, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Soave è localizzata in:
- provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Soave, Monteforte d'Alpone, San Martino Buon Albergo, Mezzane di Sotto, Roncà, Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione, San Bonifacio, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Caldiero, Illasi e Lavagno.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Soave Classico è localizzata in:
- provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Soave e Monteforte d'Alpone.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Soave - Sottozona Classico
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Soave prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Soave non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC, ma potrà essere riclassificata in Vino IGT prodotto nel territorio. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Soave Classico e Soave Colli Scaligeri devono essere sottoposti ad invecchiamento per circa 3 mesi e, comunque, immessi sul mercato non prima del 1° febbraio dell'anno successivo alla vendemmia.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Soave Classico e Soave Colli Scaligeri è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Soave - Sottozona Classico
Con l’utilizzo della DOC Soave i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Soave - Sottozona Classico
Risotti di verdure, carni bianche e carni rosse alla griglia.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Soave - Sottozona Classico
Il territorio di Soave era già in epoca romana un distretto campagnolo vitivinicolo circoscritto, noto per la sua buona posizione e per l’intensità delle coltivazioni. Dalle uve si ottenevano anche peculiari vini “acinatici”, risultato di un tradizionale metodo di appassimento delle uve, come citato al tempo del re goto Teodorico in alcune epistole (A.D. 503), che raccomandava ai produttori veronesi di ricercare per la mensa reale questi vini “soavissimi e corposi”, e di non dimenticare quello ottenuto dalle uve bianche che “riluce come lattea bevanda, di chiara purità… di gioviale candidezza e di soavità incredibile”.
Nel 680 d.C. testimonianze indicano l’uso della pergola veronese, forma tradizionale di allevamento della vite in questa zona, utilizzata ancora oggi. Un’importante testimonianza della cultura vitivinicola di questi luoghi nel Medioevo appare su una lapide muraria del Palazzo di Giustizia di Soave, datata 1375.
La crescita della produzione e della rinomanza dei vini Soave ha portato nel 1924 ad un primo provvedimento di tutela per la difesa di vini tipici, seguito dalla nascita del Consorzio per la difesa del Vino Tipico Soave. Studi approfonditi finalizzati a delineare le caratteristiche specifiche dei vini e a delimitare la zona di produzione, furono il presupposto per richiedere ed ottenere dal Ministero italiano, nell’ottobre del 1931, il riconoscimento della prima zona delimitata per la produzione del “Vino Tipico Soave”.
L’atto ufficiale di riconoscimento è il Regio Decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.289 del 16/12/1931, sulla base del quale nel 1968 è stata delimitata la zona storica della Denominazione Soave Classico DOC. Attualmente il comprensorio del Soave esprime un considerevole numero di eccellenze enologiche che vengono ogni anno premiate dalle principali guide internazioni del settore. Notevoli e costanti i riconoscimenti ottenuti anche nei principali concorsi enologici in tutto il mondo.
Il Vino DOC Soave ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 21 agosto 1968.