Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 02.06.1972, G.U. 207 del 09.08.1972
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Colli Pesaresi D.O.C. Sottozona Roncaglia
La denominazione di origine controllata “Colli Pesaresi” e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Biancame
- Trebbiano
- Rosso
- Rosato (o rosè)
- Sangiovese (anche nella tipologia Riserva e Novello)
- Spumante
- Sottozone del Vino Colli Pesaresi DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
- Sottozona Roncaglia Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 25% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 75% Vitigni Trebbiano toscano (o Albanella), Chardonnay, Sauvignon, Pinot grigio, Pinot bianco, da soli o congiuntamente.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore gradevole, delicatamente profumato e sapore asciutto, sapido, armonico.
- Sottozona Roncaglia Bianco Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 25% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 75% Vitigni Trebbiano toscano (o Albanella), Chardonnay, Sauvignon, Pinot grigio, Pinot bianco, da soli o congiuntamente.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo paglierino, odore gradevole, delicatamente profumato e sapore asciutto, sapido, armonico.
- Sottozona Roncaglia Pinot Nero (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi ramati, odore gradevole, delicatamente profumato, caratteristico e sapore secco, sapido, armonico.
- Sottozona Roncaglia Pinot Nero Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi ramati, odore gradevole, delicatamente profumato, caratteristico e sapore secco, sapido, armonico.
- Sottozona Roncaglia Pinot Nero (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pinot Nero
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso dal colore rosso granato, più o meno carico, con eventuali riflessi violacei, odore gradevole, profumato, caratteristico e sapore secco, armonico, giustamente tannico.
- Sottozona Roncaglia Pinot Nero Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pinot Nero
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso granato, più o meno carico, con eventuali riflessi violacei, odore gradevole, profumato, caratteristico e sapore secco, armonico, giustamente tannico.
- Sottozona Roncaglia Pinot Nero Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec
- => 85% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali tenui riflessi ramati, odore caratteristico, delicato e sapore da extra brut a demi-sec, sapido, fresco, fine e armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli Pesaresi si estende nel territorio del Montefeltro, tra i bacini dei fiumi Metauro e Foglia fino alla superficie del monte S. Bartolo che è la propaggine sul mare della catena montuosa e collinare dell’entroterra della valle del Foglia. Il territorio adeguatamente ventilato e luminoso risulta favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colli Pesaresi è localizzata in:
- provincia di Pesaro-Urbino (relativamente alle tipologie Bianco, Rosso, Rosato, Sangiovese e Sangiovese Novello) e comprende il territorio dei comuni di Barchi, Cartoceto, Colbordolo, Fano, Fossombrone, Fratte Rosa, Gabicce Mare, Gradara, Isola del Piano, Montebaroccio, Mondavio, Mondolfo, Montecalvo in Foglia, Monteciccardo, Montefelcino, Montelabbate, Montemaggiore al Metauro, Monteporzio, Orciano di Pesaro, Pergola, Pesaro, Petriano, Piagge, Saltara, San Costanzo, San Giorgio, San Lorenzo in Campo, Sant’Angelo in Lizzola, Sant’Ippolito, Serrungarina, Tavullia e, in parte, il territorio dei comuni di Tavoleto, Auditore, Sassocorvaro, Urbino, Fermignano e Cagli.
- provincia di Pesaro-Urbino (relativamente alla tipologia DOC Colli Pesaresi Sottozona Roncaglia) e comprende parte del territorio del comune di Pesaro.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli Pesaresi prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colli Pesaresi non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il Vino DOC Colli Pesaresi Rosato deve essere ottenuti con la vinificazione "in rosato" delle uve rosse.
- I Vini DOC Colli Pesaresi Roncaglia bianco, Roncaglia Pinot nero vinificato in bianco, Focara Pinot nero vinificato in bianco, invecchiati per almeno 18 mesi, possono fregiarsi della menzione "Riserva".
- I Vini DOC Colli Pesaresi Sangiovese, Focara, Focara Pinot nero, Roncaglia Pinot nero, Parco Naturale Monte San Bartolo Sangiovese, Parco Naturale Monte San Bartolo Cabernet-sauvignon, invecchiati per almeno 24 mesi, possono essere qualificati “Riserva”.
- Nella designazione dei Vini DOC Colli Pesaresi può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli Pesaresi è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad esclusione della tipologia di vino Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
Con l’utilizzo della DOC Colli Pesaresi i Produttori Vinicoli Marchigiani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
Piatti a base di carni bianche, piatti ripici a base di maiale, preparazioni al tartufo e al formaggio di fossa.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
L’area pesarese ed il Montefeltro sono un territorio oggetto del processo di romanizzazione dal 295 a.c. con la vittoria sui Galli e la “lex Flaminia” che assegna le terre interessate ai veterani dell’esercito. Seguirà la battaglia contro i Cartaginesi di Asdrubale. Plinio riferisce di “questo terre fertili, presenti le vigne” tanto che ne descrive un centinaio di varietà coltivate e di vini.
La fine dell’Impero romano riporta l’agricoltura nelle Marche ad essere quella di mera sussistenza. Sarà la Chiesa e la sua struttura a riportare vita nei territori tra mare ed Appennino ove Ordini ed Abbazie fanno rinascere l’attività agricola non più limitata alla sussistenza bensì come illuminata conduzione economica del bene e della terra in cui si comprende anche la gestione delle vigne e la preparazione del vino.
Nel periodo medioevale la vite riprende un suo ruolo nell’economia rurale e nella società. Nell’area pesarese si scontrano le vicende militari ed umane delle due Signorie di Urbino e Rimini che, nelle campagne creano ricchezza, insediamenti diffusi, investimenti agricoli, la capillare diffusione della vigna e del contratto mezzadrile.
Seguono due secoli di decadimento e di normalizzazione fino alla seconda metà del ‘700 che mostra uno sviluppo complessivo e nel paesaggio agrario compaiono “l’alberata” e la “piantata” ovvero il passaggio dalla vigna all’arboreto simbolo della coltura promiscua. L’istituto mezzadrile che prevedeva l’insediamento del colono sul fondo, si diffonde il tutto il territorio perché consente il controllo del terreno, delle colture, il possesso di una casa, la policoltura, l’attivazione di un’economia rurale.
Grano e vite sono le prime colture che il mezzadro impianta nel territorio. La vite è diffusa: vitigni bianchi e neri vinificati separati o insieme davano un vino che si “beveva bene”. Da questa plurisecolare storia dell’area pesarese ed urbinate ove l’attività agricola ha sempre manifestato interesse per la viticoltura nasce la richiesta della denominazione d’origine. Certamente viticoltura promiscua nata dal processo evolutivo del contratto mezzadrile e da una società prima dedita a fatti d’armi e poi capace di svilupparsi in impresa agricola, sensibile alle influenze bolognesi per i vitigni coltivati e per le forme di allevamento.
Il Vino DOC Colli Pesaresi ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 2 giugno 1972.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 02.06.1972, G.U. 207 del 09.08.1972
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Colli Pesaresi D.O.C. Sottozona Focara
La denominazione di origine controllata “Colli Pesaresi” e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Biancame
- Trebbiano
- Rosso
- Rosato (o rosè)
- Sangiovese (anche nella tipologia Riserva e Novello)
- Spumante
- Sottozone del Vino Colli Pesaresi DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Focara
- Sottozona Focara Pinot Nero (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi ramati, odore gradevole, profumato, caratteristico e sapore secco, sapido, armonico.
- Sottozona Focara Pinot Nero Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 10% Uve a bacca bianca non aromatiche prodotte da altri Vitigni coltivati nella regione Marche.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi ramati, odore gradevole, profumato, caratteristico e sapore secco, sapido, armonico.
- Sottozona Focara Pinot Nero (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pinot Nero
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso dal colore rosso granato, più o meno carico, con eventuali riflessi violacei, odore delicato, caratteristico e sapore asciutto, armonico, giustamente tannico.
- Sottozona Focara Pinot Nero Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pint Nero
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso granato, più o meno carico, con eventuali riflessi violacei, odore delicato, caratteristico e sapore asciutto, armonico, giustamente tannico.
- Sottozona Focara Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigni Pinot Nero, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, da soli o congiuntamente
- =< 50% Vitigno Sangiovese
- =< 25% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore delicato, caratteristico e sapore asciutto, armonico, giustamente tannico.
- Sottozona Focara Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigni Pinot Nero, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, da soli o congiuntamente
- =< 50% Vitigno Sangiovese
- =< 25% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore delicato, caratteristico e sapore asciutto, armonico, giustamente tannico.
- Sottozona Focara Pinot Nero Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec
- => 85% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali tenui riflessi ramati, odore caratteristico, delicato e sapore da extra brut a demi-sec, sapido, fresco, fine e armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Focara
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli Pesaresi si estende nel territorio del Montefeltro, tra i bacini dei fiumi Metauro e Foglia fino alla superficie del monte S. Bartolo che è la propaggine sul mare della catena montuosa e collinare dell’entroterra della valle del Foglia. Il territorio adeguatamente ventilato e luminoso risulta favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colli Pesaresi è localizzata in:
- provincia di Pesaro-Urbino (relativamente alle tipologie Bianco, Rosso, Rosato, Sangiovese e Sangiovese Novello) e comprende il territorio dei comuni di Barchi, Cartoceto, Colbordolo, Fano, Fossombrone, Fratte Rosa, Gabicce Mare, Gradara, Isola del Piano, Montebaroccio, Mondavio, Mondolfo, Montecalvo in Foglia, Monteciccardo, Montefelcino, Montelabbate, Montemaggiore al Metauro, Monteporzio, Orciano di Pesaro, Pergola, Pesaro, Petriano, Piagge, Saltara, San Costanzo, San Giorgio, San Lorenzo in Campo, Sant’Angelo in Lizzola, Sant’Ippolito, Serrungarina, Tavullia e, in parte, il territorio dei comuni di Tavoleto, Auditore, Sassocorvaro, Urbino, Fermignano e Cagli.
- provincia di Pesaro-Urbino (relativamente alla tipologia DOC Colli Pesaresi Sottozona Focara) e comprende il territorio dei comuni di Fiorenzuola di Focara.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Focara
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli Pesaresi prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colli Pesaresi non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il Vino DOC Colli Pesaresi Rosato deve essere ottenuti con la vinificazione "in rosato" delle uve rosse.
- I Vini DOC Colli Pesaresi Roncaglia bianco, Roncaglia Pinot nero vinificato in bianco, Focara Pinot nero vinificato in bianco, invecchiati per almeno 18 mesi, possono fregiarsi della menzione "Riserva".
- I Vini DOC Colli Pesaresi Sangiovese, Focara, Focara Pinot nero, Roncaglia Pinot nero, Parco Naturale Monte San Bartolo Sangiovese, Parco Naturale Monte San Bartolo Cabernet-sauvignon, invecchiati per almeno 24 mesi, possono essere qualificati “Riserva”.
- Nella designazione dei Vini DOC Colli Pesaresi può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli Pesaresi è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad esclusione della tipologia di vino Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Focara
Con l’utilizzo della DOC Colli Pesaresi i Produttori Vinicoli Marchigiani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Focara
Piatti a base di carni bianche, piatti ripici a base di maiale, preparazioni al tartufo e al formaggio di fossa.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Focara
L’area pesarese ed il Montefeltro sono un territorio oggetto del processo di romanizzazione dal 295 a.c. con la vittoria sui Galli e la “lex Flaminia” che assegna le terre interessate ai veterani dell’esercito. Seguirà la battaglia contro i Cartaginesi di Asdrubale. Plinio riferisce di “questo terre fertili, presenti le vigne” tanto che ne descrive un centinaio di varietà coltivate e di vini.
La fine dell’Impero romano riporta l’agricoltura nelle Marche ad essere quella di mera sussistenza. Sarà la Chiesa e la sua struttura a riportare vita nei territori tra mare ed Appennino ove Ordini ed Abbazie fanno rinascere l’attività agricola non più limitata alla sussistenza bensì come illuminata conduzione economica del bene e della terra in cui si comprende anche la gestione delle vigne e la preparazione del vino.
Nel periodo medioevale la vite riprende un suo ruolo nell’economia rurale e nella società. Nell’area pesarese si scontrano le vicende militari ed umane delle due Signorie di Urbino e Rimini che, nelle campagne creano ricchezza, insediamenti diffusi, investimenti agricoli, la capillare diffusione della vigna e del contratto mezzadrile.
Seguono due secoli di decadimento e di normalizzazione fino alla seconda metà del ‘700 che mostra uno sviluppo complessivo e nel paesaggio agrario compaiono “l’alberata” e la “piantata” ovvero il passaggio dalla vigna all’arboreto simbolo della coltura promiscua. L’istituto mezzadrile che prevedeva l’insediamento del colono sul fondo, si diffonde il tutto il territorio perché consente il controllo del terreno, delle colture, il possesso di una casa, la policoltura, l’attivazione di un’economia rurale.
Grano e vite sono le prime colture che il mezzadro impianta nel territorio. La vite è diffusa: vitigni bianchi e neri vinificati separati o insieme davano un vino che si “beveva bene”. Da questa plurisecolare storia dell’area pesarese ed urbinate ove l’attività agricola ha sempre manifestato interesse per la viticoltura nasce la richiesta della denominazione d’origine. Certamente viticoltura promiscua nata dal processo evolutivo del contratto mezzadrile e da una società prima dedita a fatti d’armi e poi capace di svilupparsi in impresa agricola, sensibile alle influenze bolognesi per i vitigni coltivati e per le forme di allevamento.
Il Vino DOC Colli Pesaresi ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 2 giugno 1972.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 28.08.1997, G.U. 226 del 27.09.1997
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vin Santo del Chianti D.O.C. - Sottozona Rufina
La denominazione di origine controllata “Vin Santo del Chianti” e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Vin Santo del Chianti
- Vin Santo del Chianti Occhio di Pernice
- Vin Santo del Chianti Occhio di Pernice Riserva
- Sottozone del Vin Santo del Chianti DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Rufina
- Sottozona Rùfina (Vino Bianco Vin Santo)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 70% Vitigni Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo paglierino al dorato, all’ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore armonico, vellutato, secco o con più pronunciata rotondità per i tipi abboccato, amabile, dolce.
- Sottozona Rùfina Occhio di Pernice (Vino Rosato Vin Santo)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 17% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Vin Santo dal colore variabile da rosa più o meno intenso a ambrato carico, odore caldo, intenso e sapore amabile o dolce, morbido, vellutato e rotondo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Rufina
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti si estende sulle colline dell'Appennino Toscano, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti è localizzata in:
- provincia di Arezzo e comprende il territorio dei comuni di Arezzo, Bucine, Capolona, Castelfranco di Sopra, Castiglion Fibocchi, Cavriglia, Civitella in Val di Chiana, Foiano della Chiana, Laterina, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Montevarchi, Pergine Valdarno, Pian di Sco, Subbiano, Terranuova Bracciolini.
- provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Dicomano, Empoli, Fiesole, Figline Valdarno, Firenze, Gambassi Terme, Impruneta, Incisa Valdarno, Lastra a Signa, Londa, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull'Arno, Rufina, San Casciano in Val di Pesa, Scandicci, Signa, Tavarnelle Val di Pesa, Vinci.
- provincia di Pisa e comprende il territorio dei comuni di Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Fauglia, Laiatico, Lari, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, San Miniato, Santa Luce, Terricciola.
- provincia di Pistoia e comprende il territorio dei comuni di Lamporecchio, Larciano, Monsummano Terme, Montale, Pistoia, Quarrata, Serravalle Pistoiese.
- provincia di Prato e comprende il territorio dei comuni di Carmignano, Montemurlo e Poggio a Caiano.
- provincia di Siena e comprende il territorio dei comuni di Asciano, Casole d'Elsa, Castelnuovo Berardenga, Cetona, Chianciano, Chiusi, Colle Val d'Elsa, Montalcino, Montepulciano, Monteriggioni, Monteroni Val d'Arbia, Murlo, Pienza, Poggibonsi, Radicondoli, Rapolano Terme, San Casciano dei Bagni, San Gimignano, Sarteano, Siena, Sinalunga, Sovicille, Torrita di Siena, Trequanda.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti Sottozona Rùfina è localizzata in:
- provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Dicomano, Londa, Pelago, Pontassieve e Rùfina.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Rufina
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Vin Santo del Chianti prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Vin Santo del Chianti non dovrà essere superiore al 35%.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 27%.
- L’immissione al consumo della denominazione di origine controllata “Vin Santo del Chianti” non può avvenire prima del 1° novembre del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve.
- L’immissione al consumo del «Vin Santo del Chianti» riserva non può avvenire prima del 1° novembre del quarto anno successivo a quello di produzione delle uve.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Vin Santo del Chianti è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Rufina
Con l’utilizzo della DOC Vin Santo del Chianti i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Rufina
Dolcini tipici toscani come biscottini di Prato, brigidini, buccellato, castagnaccio e ricciarelli.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Rufina
E’ grazie alla combinazione dell’ambiente in cui sono realizzati i vigneti, con i fattori umani, che hanno inciso nelle scelte tecniche di realizzazione del vigneto e della sua quotidiana gestione agronomica, che si riesce ad avere una serie di prodotti, che pur nelle loro articolazioni e specificità, rappresentano dei vini di alta qualità.
Il grande sviluppo della viticoltura, nel territorio della denominazione di origine controllata Vin Santo del Chianti, si è avuto con l’avvento della famiglia dei Medici. Già nella seconda metà del 1400, Lorenzo dei Medici, nel Simposio e nella Canzone di Bacco, illustra un clima popolaresco, dove il vino è l’essenza di un teatro di arguzie e banalità, al limite del grottesco. Fu dunque, il vino per i Medici, già mercanti e banchieri, un bene ed un dono, fu alimento, merce e simbolo.
Stretto è il legame che lega la dinastia medicea con la scienza enologica o più semplicemente con il vino. Non a caso, rifacendo, nel Cinquecento, il duecentesco Palazzo Vecchio, in onore dei Medici, le colonne furono adornate di pampani, tralci ed uve, che ancora, si possono ammirare nel cortile del palazzo.
Il Vin Santo del Chianti, nelle sue varie tipologie, é uno dei vini ottenuti da uve fortemente appassite più noti. Apprezzato un po’ ovunque, ha alle sue spalle una storia molto lunga. In Toscana il Vin Santo appartiene alla memoria collettiva, ed evoca una civiltà Contadina ormai scomparsa, caratterizzata dalla figura del mezzadro e dalla famiglia colonica.
Il Vin Santo ha origine leggendarie. Le prime citazioni risalgono agli inizi del cristianesimo, forse a voler indicare un tipo di vino particolarmente adatto al rito della messa. Una leggenda senese racconta che nel 1348, anno in cui si diffuse la peste, un frate domenicano, distribuiva vino agli ammalati per portare loro un po’ di sollievo. Da ciò, la convinzione, che si trattasse di un vino miracoloso: e pertanto “santo”. Un’altra interpretazione riconduce la nascita del nome attribuito al Vin Santo al 1439, data del Concilio ecumenico, indetto a Firenze, da Papa Eugenio IV, per riunire la Chiesa d’ Oriente a quella d’Occidente, separatasi a causa del grande scisma.
In un convivio, organizzato dai Medici, in occasione del Concilio, fu servito un vino passito che, al cardinal Bessarione, vescovo di Nicea, fece esclamare: ma questo é “xantos”; per la somiglianza che questo aveva con il vino prodotto nell’isola di Xanto, trasformato dai presenti nell’aggettivo latino: “santus”.
Altri fanno risalire l’etimologia della parola al ciclo produttivo del Vin Santo legato ai periodi delle festività religiose più importanti del calendario liturgico Cristiano. Negli anni a noi più vicini, il Vin Santo del Chianti, ottenne il riconoscimento con approvazione del relativo disciplinare di produzione.
Da sottolineare come la denominazione di origine controllata Vin Santo del Chianti per effetto dei processi produttivi adottati, evidenzi l’interazione dei fattori umani con il prodotto finale. Basti pensare alle varie tipologie di Vin Santo del Chianti ove la tradizione di procedere ad un’accurata cernita delle uve, per poi essere sottoposte ad appassimento, fatto anche su stuoie di canne, dette cannicci, collocate nelle soffitte dei casali e delle fattorie, in locali ventilati, per concentrarne ed esaltarne i contenuti, ottenendone così, un mosto, da far fermentare in appositi contenitori di legno, caratelli.
I caratelli normalmente, nel passato, erano collocati nei sottotetti o nelle soffitte, dove grazie alle forti escursioni termiche stagionali, il prodotto era sottoposto, negli anni, a fermentazioni parziali e ripetute, fino ad ottenere un prodotto con caratteristiche organolettiche e chimiche peculiari. Questo dimostra e conferma come l’utilizzo di uve ottenute in particolari condizioni pedoclimatiche, a cui si abbinano procedimenti particolari di trasformazione, tramandati da generazioni, dia la possibilità di ottenere prodotti specifici nel rispetto delle tradizioni, molto apprezzati dal mercato.
Il Vino DOC Vin Santo del Chianti ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 28 agosto 1997.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 28.08.1997, G.U. 226 del 27.09.1997
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vin Santo del Chianti D.O.C. - Sottozona Montespertoli
La denominazione di origine controllata “Vin Santo del Chianti” e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Vin Santo del Chianti
- Vin Santo del Chianti Occhio di Pernice
- Vin Santo del Chianti Occhio di Pernice Riserva
- Sottozone del Vin Santo del Chianti DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Montespertoli
- Sottozona Montespertoli (Vino Bianco Vin Santo)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 70% Vitigni Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo paglierino al dorato, all’ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore armonico, vellutato, secco o con più pronunciata rotondità per i tipi abboccato, amabile, dolce.
- Sottozona Montespertoli Occhio di Pernice (Vino Rosato Vin Santo)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 17% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Vin Santo dal colore variabile da rosa più o meno intenso a ambrato carico, odore caldo, intenso e sapore amabile o dolce, morbido, vellutato e rotondo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Montespertoli
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti si estende sulle colline dell'Appennino Toscano, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti è localizzata in:
- provincia di Arezzo e comprende il territorio dei comuni di Arezzo, Bucine, Capolona, Castelfranco di Sopra, Castiglion Fibocchi, Cavriglia, Civitella in Val di Chiana, Foiano della Chiana, Laterina, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Montevarchi, Pergine Valdarno, Pian di Sco, Subbiano, Terranuova Bracciolini.
- provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Dicomano, Empoli, Fiesole, Figline Valdarno, Firenze, Gambassi Terme, Impruneta, Incisa Valdarno, Lastra a Signa, Londa, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull'Arno, Rufina, San Casciano in Val di Pesa, Scandicci, Signa, Tavarnelle Val di Pesa, Vinci.
- provincia di Pisa e comprende il territorio dei comuni di Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Fauglia, Laiatico, Lari, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, San Miniato, Santa Luce, Terricciola.
- provincia di Pistoia e comprende il territorio dei comuni di Lamporecchio, Larciano, Monsummano Terme, Montale, Pistoia, Quarrata, Serravalle Pistoiese.
- provincia di Prato e comprende il territorio dei comuni di Carmignano, Montemurlo e Poggio a Caiano.
- provincia di Siena e comprende il territorio dei comuni di Asciano, Casole d'Elsa, Castelnuovo Berardenga, Cetona, Chianciano, Chiusi, Colle Val d'Elsa, Montalcino, Montepulciano, Monteriggioni, Monteroni Val d'Arbia, Murlo, Pienza, Poggibonsi, Radicondoli, Rapolano Terme, San Casciano dei Bagni, San Gimignano, Sarteano, Siena, Sinalunga, Sovicille, Torrita di Siena, Trequanda.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti Sottozona Montespertoli è localizzata in:
- provincia di Firenze e comprende il territorio del comune di Montespertoli.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Montespertoli
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Vin Santo del Chianti prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Vin Santo del Chianti non dovrà essere superiore al 35%.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Vin Santo del Chianti devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 27%.
- L’immissione al consumo della denominazione di origine controllata “Vin Santo del Chianti” non può avvenire prima del 1° novembre del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve.
- L’immissione al consumo del «Vin Santo del Chianti» riserva non può avvenire prima del 1° novembre del quarto anno successivo a quello di produzione delle uve.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Vin Santo del Chianti è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Montespertoli
Con l’utilizzo della DOC Vin Santo del Chianti i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Montespertoli
Dolcini tipici toscani come biscottini di Prato, brigidini, buccellato, castagnaccio e ricciarelli.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Vin Santo del Chianti - Sottozona Montespertoli
E’ grazie alla combinazione dell’ambiente in cui sono realizzati i vigneti, con i fattori umani, che hanno inciso nelle scelte tecniche di realizzazione del vigneto e della sua quotidiana gestione agronomica, che si riesce ad avere una serie di prodotti, che pur nelle loro articolazioni e specificità, rappresentano dei vini di alta qualità.
Il grande sviluppo della viticoltura, nel territorio della denominazione di origine controllata Vin Santo del Chianti, si è avuto con l’avvento della famiglia dei Medici. Già nella seconda metà del 1400, Lorenzo dei Medici, nel Simposio e nella Canzone di Bacco, illustra un clima popolaresco, dove il vino è l’essenza di un teatro di arguzie e banalità, al limite del grottesco. Fu dunque, il vino per i Medici, già mercanti e banchieri, un bene ed un dono, fu alimento, merce e simbolo.
Stretto è il legame che lega la dinastia medicea con la scienza enologica o più semplicemente con il vino. Non a caso, rifacendo, nel Cinquecento, il duecentesco Palazzo Vecchio, in onore dei Medici, le colonne furono adornate di pampani, tralci ed uve, che ancora, si possono ammirare nel cortile del palazzo.
Il Vin Santo del Chianti, nelle sue varie tipologie, é uno dei vini ottenuti da uve fortemente appassite più noti. Apprezzato un po’ ovunque, ha alle sue spalle una storia molto lunga. In Toscana il Vin Santo appartiene alla memoria collettiva, ed evoca una civiltà Contadina ormai scomparsa, caratterizzata dalla figura del mezzadro e dalla famiglia colonica.
Il Vin Santo ha origine leggendarie. Le prime citazioni risalgono agli inizi del cristianesimo, forse a voler indicare un tipo di vino particolarmente adatto al rito della messa. Una leggenda senese racconta che nel 1348, anno in cui si diffuse la peste, un frate domenicano, distribuiva vino agli ammalati per portare loro un po’ di sollievo. Da ciò, la convinzione, che si trattasse di un vino miracoloso: e pertanto “santo”. Un’altra interpretazione riconduce la nascita del nome attribuito al Vin Santo al 1439, data del Concilio ecumenico, indetto a Firenze, da Papa Eugenio IV, per riunire la Chiesa d’ Oriente a quella d’Occidente, separatasi a causa del grande scisma.
In un convivio, organizzato dai Medici, in occasione del Concilio, fu servito un vino passito che, al cardinal Bessarione, vescovo di Nicea, fece esclamare: ma questo é “xantos”; per la somiglianza che questo aveva con il vino prodotto nell’isola di Xanto, trasformato dai presenti nell’aggettivo latino: “santus”.
Altri fanno risalire l’etimologia della parola al ciclo produttivo del Vin Santo legato ai periodi delle festività religiose più importanti del calendario liturgico Cristiano. Negli anni a noi più vicini, il Vin Santo del Chianti, ottenne il riconoscimento con approvazione del relativo disciplinare di produzione.
Da sottolineare come la denominazione di origine controllata Vin Santo del Chianti per effetto dei processi produttivi adottati, evidenzi l’interazione dei fattori umani con il prodotto finale. Basti pensare alle varie tipologie di Vin Santo del Chianti ove la tradizione di procedere ad un’accurata cernita delle uve, per poi essere sottoposte ad appassimento, fatto anche su stuoie di canne, dette cannicci, collocate nelle soffitte dei casali e delle fattorie, in locali ventilati, per concentrarne ed esaltarne i contenuti, ottenendone così, un mosto, da far fermentare in appositi contenitori di legno, caratelli.
I caratelli normalmente, nel passato, erano collocati nei sottotetti o nelle soffitte, dove grazie alle forti escursioni termiche stagionali, il prodotto era sottoposto, negli anni, a fermentazioni parziali e ripetute, fino ad ottenere un prodotto con caratteristiche organolettiche e chimiche peculiari. Questo dimostra e conferma come l’utilizzo di uve ottenute in particolari condizioni pedoclimatiche, a cui si abbinano procedimenti particolari di trasformazione, tramandati da generazioni, dia la possibilità di ottenere prodotti specifici nel rispetto delle tradizioni, molto apprezzati dal mercato.
Il Vino DOC Vin Santo del Chianti ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 28 agosto 1997.