- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 29.05.1973, G.U. 214 del 20.08.1973
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Aleatico di Puglia D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Aleatico di Puglia” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Dolce Naturale
- Dolce Naturale Riserva
- Liquoroso Dolce Naturale
- Liquoroso Dolce Naturale Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Aleatico di Puglia
- Aleatico di Puglia Dolce Naturale (Vino Rosso)
- Versioni: Amabile
- => 85% Vitigno Aleatico
- =< 15% Vitigni Negro Amaro, Malvasia Nera e Primitivo, da soli o congiuntamente.
- => 15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso granata più o meno intenso, con riflessi violacei tendenti all’arancione con l’invecchiamento, odore delicato, caratteristico, più intenso ed etereo con l’età, e sapore moderatamente dolce, pieno, vellutato.
- Aleatico di Puglia Dolce Naturale Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Amabile
- => 85% Vitigno Aleatico
- =< 15% Vitigni Negro Amaro, Malvasia Nera e Primitivo, da soli o congiuntamente.
- => 15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso granata più o meno intenso, con riflessi violacei tendenti all’arancione con l’invecchiamento, odore delicato, caratteristico, più intenso ed etereo con l’età, e sapore moderatamente dolce, pieno, vellutato.
- Aleatico di Puglia Liquoroso Dolce Naturale (Vino Rosso Liquoroso)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigno Aleatico
- =< 15% Vitigni Negro Amaro, Malvasia Nera e Primitivo, da soli o congiuntamente.
- => 18,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Liquoroso dal colore rosso granata più o meno intenso con riflessi violacei, tendente all’arancione con l’invecchiamento, profumo delicato, caratteristico, etereo ed intenso con l’invecchiamento e sapore dolce, pieno, caldo, armonico, gradevole.
- Aleatico di Puglia Liquoroso Dolce Naturale Riserva (Vino Rosso Liquoroso Invecchiato)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigno Aleatico
- =< 15% Vitigni Negro Amaro, Malvasia Nera e Primitivo, da soli o congiuntamente.
- => 18,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Liquoroso Invecchiato dal colore rosso granata più o meno intenso con riflessi violacei, tendente all’arancione con l’invecchiamento, profumo delicato, caratteristico, etereo ed intenso con l’invecchiamento e sapore dolce, pieno, caldo, armonico, gradevole.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Aleatico di Puglia
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Aleatico di Puglia si estende su un ampio territorio collinare pugliese, in zone vinicole adeguatamente ventilate, luminose e favorevoli all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Aleatico di Puglia è localizzata nella:
- regione Puglia e comprende il territorio delle province di Bari, Foggia, Brindisi, Lecce e Taranto.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Aleatico di Puglia
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Aleatico di Puglia prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Aleatico di Puglia non dovrà essere superiore al 65%. La preparazione del Vino DOC Aleatico di Puglia è consentita anche nella tipologia "Liquoroso” secondo le vigenti disposizioni di legge.
- Per le uve destinate alla produzione del Vino DOC Aleatico di Puglia è consentito un leggero appassimento sulla pianta o su stuoie.
- Il vino DOC Aleatico di Puglia con la menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 36 mesi.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Aleatico di Puglia è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Aleatico di Puglia
Con l’utilizzo della DOC Aleatico di Puglia i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Aleatico di Puglia
Crostate alla marmellata di frutti rossi, "mendule turrate" (mandorle tostate con zucchero) e pasticceria secca a base di pasta di mandorle.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Aleatico di Puglia
La storia della vite in Puglia ha radici antichissime e si ritiene che questa pianta sia stata sempre presente nel territorio della regione. La vite era probabilmente presente in Puglia prima dei tempi della colonizzazione greca - nel VIII secolo a.C. - tuttavia alcune delle varietà oggi considerate autoctone di questa regione sono state introdotte proprio dai greci, come il Negroamaro e l'Uva di Troia.
Dalla Grecia fu introdotto anche il sistema di coltivazione della vite ad “alberello”, il metodo più diffuso in Puglia. Con l'arrivo del dominio degli antichi romani - in seguito alla vittoria contro Pirro nel 275 a.C. - la produzione e il commercio di vino furono particolarmente vivaci e i vini della Puglia cominciarono ad essere presenti - e apprezzati - nella tavole di Roma.
Nella sua monumentale opera Naturalis Historia, Plinio il Vecchio, nell'elencare le varietà di uve greche, ricorda che in Puglia erano presenti le Malvasie Nere di Brindisi e Lecce, il Negroamaro e l'Uva di Troia. Plinio il Vecchio, Orazio e Tibullo hanno lasciato ampie testimonianze nei loro scritti sulle tecniche di coltivazione della vite e della produzione di vino in Puglia ai tempi degli antichi Romani, decantando - in particolare - il colore, il profumo e il sapore dei vini pugliesi.
Plinio il Vecchio definì Manduria - la terra della Puglia più rappresentativa per il Primitivo - come viticulosae, cioè “piena di vigne”. Manduria non fu l'unica zona a guadagnarsi l'appellativo di viticulosae: anche Mesagne, Aletium (Alezio) e Sava furono definite in questo modo da altri autori. Altri autori illustri di quei tempi - come Marziale, Ateneo e Marrone - elogiarono nei loro scritti le qualità dei vini pugliesi.
Con la costruzione del porto di Brindisi - nel 244 a.C. - il commercio del vino pugliese conosce un periodo piuttosto fiorente e a Taranto, con lo scopo di facilitare la spedizione e l'imbarco, si conservano enormi quantità di vino in apposite cantine scavate nella roccia lungo la costa.
Già a quei tempi, quindi, la Puglia diviene un importante “deposito” di vino, una terra che farà del vino, e dell'olio, due prodotti fortemente legati alla propria tradizione e cultura.
Il vino di qualità lascerà un segno indelebile nella cultura della Puglia: da merum, che in latino significa “vino puro” o “vino genuino”, deriva infatti il termine mjere, che in dialetto pugliese significa “vino”.
Dopo la caduta dell'impero romano, la viticoltura e la produzione di vino in Puglia subiscono un periodo di crisi e sarà solo per opera dei monasteri e dei monaci che le due attività saranno conservate e continueranno a caratterizzare la Puglia.
Nel Medioevo, in Puglia si registrano ancora enormi produzioni di vino: non a caso Dante Alighieri, nei suoi versi, descrive la Puglia come «terra sitibonda ove il sole si fa vino».
L'importanza dello sviluppo della viticoltura e della produzione del vino fu ben compresa anche da Federico II che - nonostante fosse astemio - fece piantare migliaia di viti nella zona di Castel del Monte, importando le piante dalla vicina Campania.
Il vino assume un ruolo strategico per l'economia della Puglia tanto che, nel 1362, Giovanna I d'Angiò firma una legge che vietava nel territorio l'introduzione di vino prodotto al di fuori della regione.
Sarà solamente durante il Rinascimento che i vini della Puglia cominceranno a conoscere i consensi delle altre zone d'Italia e di alcune zone della Francia, i vini pugliesi fanno il loro ingresso nelle tavole delle corti nobili.
Andrea Bacci, uno degli autori di vino più conosciuti di quel periodo, ricorda nella sua opera De naturali vinorum historia che nelle zone di Lecce, Brindisi e Bari si producono vini di “ottima qualità”, mentre dei rossi di Foggia e del Gargano dirà che sono vini di “media forza ma sinceri nella sostanza sicché durano fino al terzo anno e anche di più”.
Nei periodi successivi - nel 1700 e nel 1800 - la Puglia si farà sempre notare per le enormi quantità di vino prodotte, mai per la qualità, tanto che le eccedenze cominciano ad essere un serio problema, pur tuttavia costituendo un cospicuo profitto.
Riassumendo, la millenaria storia vitivinicola della regione, dalla Magna Grecia, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Aleatico di Puglia”, ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.
Il Vino DOC Aleatico di Puglia ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 29 maggio 1973.