Basta spingersi poco a nord di Roma perché le tradizioni rurali e la natura s'incontrino. Siamo nel cuore della Tuscia Viterbese, e della Riserva Naturale del Lago di Vico, un laboratorio naturalistico a cielo aperto della Tuscia, tuttora protetta da un benefico isolamento. Il Lago di Vico, che la leggenda vuole legato ad una prova di forza di Ercole, in realtà è uno sprofondamento del vulcano Vicano. Uno specchio d'acqua limpido dove nuota la lontra e prosperano branchi di coregoni, persici reali, trote, lucci ed anguille. E' circondato da ripidi pendii e da una impenetrabile bosco detto Selva Cimina. Molti sono i sentieri che si dipartono tra i boschi o nei noccioleti, essendo questa una delle più rinomate aree del paese dedite a tale coltura. Marroni e funghi sono presenti in quantità.
La Tuscia è ricca di borghi e centri storici minori che si riconducono alle vestigia dell'antica civiltà etrusca. Alcuni di questi borghi, come Gradoli, Marta, Montefiascone, Valentano, circondano il più grande dei laghi italiani di origine vulcanica, il lago di Bolsena. Un lago profondo , mistico, carico di leggende, le cui acque lambiscono una fitta e ridente vegetazione, e da cui si dipartono sentieri per passeggiate panoramiche. Ronciglione, poi, abbarbicato su uno sperone tufaceo, è un luogo storico particolarmente amato dai romani e non solo: suggerita è la visita del Duomo dalle architetture barocche e i resti del Castello Della Rovere. Per non parlare di Civita "la città che muore", il piccolissimo borgo percorribile rigorosamente a piedi. Qui la cucina la cucina è assai sincera.