Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 04.11.1996, G.U. 266 del 13.11.1996
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Castelli Romani D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Castelli Romani» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed a i requisiti del disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco Secco, Amabile, Frizzante
- Rosso Secco, Amabile, Frizzante e Novello
- Rosato Secco, Amabile, Frizzante
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Castelli Romani
- Castelli Romani Bianco Secco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore fruttato, intenso e sapore fresco, armonico, secco.
- Castelli Romani Bianco Amabile (Vino Bianco)
- Versioni: Amabile
- => 70% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore fruttato, intenso e sapore fresco, armonico, amabile.
- Castelli Romani Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dal colore paglierino più o meno intenso, odore fruttato, intenso e sapore fresco, armonico, frizzante.
- Castelli Romani Rosso Secco (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo.
- Castelli Romani Rosso Amabile (Vino Rosso)
- Versioni: Amabile
- => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo, amabile.
- Castelli Romani Rosso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Frizzante dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, fruttato per il tipo novello, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo, frizzante.
- Castelli Romani Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Novello dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, fruttato, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo, vivace e fragrante.
- Castelli Romani Rosato Secco (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 100% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese (in uvaggio tra uve a bacca bianca e nera o in lavorazione in rosato delle uve a bacca nera).
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, talvolta con tonalità rubino, odore fruttato, intenso, vinoso, dal sapore fresco, armonico, secco.
- Castelli Romani Rosato Amabile (Vino Rosato)
- Versioni: Amabile
- => 100% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese (in uvaggio tra uve a bacca bianca e nera o in lavorazione in rosato delle uve a bacca nera).
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, talvolta con tonalità rubino, odore fruttato, intenso, vinoso, dal sapore fresco, armonico, amabile.
- Castelli Romani Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 100% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese (in uvaggio tra uve a bacca bianca e nera o in lavorazione in rosato delle uve a bacca nera).
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Frizzante dal colore rosa più o meno intenso, talvolta con tonalità rubino, odore fruttato, intenso, vinoso, dal sapore fresco, armonico, frizzante.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Castelli Romani
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Castelli Romani si estende nella parte meridionale dell’Agro romano, i Colli Albani, la parte nord orientale dell’Agro Pontino e l’alta valle del fiume Sacco, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Castelli Romani è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monteporzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri, Zagarolo, San Cesareo e, in parte, i territori dei comuni di Ardea, Artena, Montecompatri, Pomezia e Roma.
- provincia di Latina e comprende il territorio del comune di Cori e, in parte, il territorio dei comuni di Cisterna di Latina e Aprilia.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Castelli Romani
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Castelli Romani prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Castelli Romani Bianco non dovrà essere superiore al 73% e al 70% per le tipologie Rosso e Rosato; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Nella designazione dei Vini DOC XXX può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
4. Produttori di Vino DOC Castelli Romani
Con l’utilizzo della DOC Castelli Romani i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Castelli Romani
Primi piatti a base di pesce, risotti con verdure, arrosti di carni rosse alla griglia, pollo e coniglio alla cacciatora.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Castelli Romani
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dei “Castelli romani”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Castelli romani”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Castelli romani”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona dei “Castelli romani” è attestata fin dall’epoca romana, in molte opere dei georgici latini. Con la caduta dell'impero romano e le invasioni barbariche, la viticoltura di queste terre, nonostante i danni subiti, sopravvive e non perde la sua continuità con il passato.
Superati i secoli bui, la viticoltura nei Colli albani si diffuse nuovamente, razionalizzandosi, fino a diventare la coltura principale del territorio castellano, grazie anche alla grande richiesta di vino di Roma, sede della corte papale e teatro di un forte aumento della popolazione: tutto ciò è testimoniato dai numerosi documenti, inerenti i terreni vitati, custoditi negli archivi monastici o gli statuti delle città ricadenti nell’area delimitata che dedicano numerosi capitoli alla conduzione delle vigne e alla produzione ed al commercio del vino. Gabelle, proibizioni, bandi ed editti proliferarono intorno al vino, come dimostrano i regesti e i numerosi libri della gabella del vino conservati nell’Archivio di Stato di Roma a partire dal 1422.
In tal modo il potere papale disciplinava la produzione nei vigneti di Roma e dei Castelli Romani: proprio sotto il pontificato di Paolo III il mercato romano fu invaso dai vini dei Castelli, sia perché il vino romanesco non era sufficiente per il consumo della città, sia perché papi e cardinali amavano avere sulle mense vini diversi e di qualità.
La diversificazione tra vino romanesco (quello prodotto entro sette miglia dal Campidoglio) e vino dei Castelli è attestato fino al XIX secolo. Nel 1831 una Notificazione del Tesoriere Generale dello Sato Pontificio, proibisce l’importazione di vino ordinario e di acquavite in fusti in quanto “avendo particolarmente a cuore la utile industria delle vigne e prendendo uno speciale interesse a vantaggio dei Proprietari delle medesime, gran parte de’quali, in ispecie in Roma, e nei vicini Castelli trovansi in possesso di copiose quantità di tuttora invendute di Vini, e di Acquavite”.
Il Mancini che nella monografia Il Lazio viticolo e vinicolo (1888), afferma che nei Castelli Romani “in tutti questi comuni la vigna costituisce la coltivazione predominante, quella sulla quale vivono almeno i due terzi della popolazione”. Il giornalista tedesco Barth, nel suo lavoro Osteria: Guida spirituale alle osterie italiane (1909), scrive dei Castelli Romani “Qui è il campo del Dio coronato dai pampini: i pali delle viti, come le innumerevoli piramidi di fucili di un esercito, e come una apocalittica fortezza, circondano e difendono i luoghi della grazia e l’odor del vino e il sole si spandono poeticamente su tutta questa terra”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori, hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Castelli Romani”.
Il Vino DOC Castelli Romani ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 4 novembre 1996.