Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 06.08.1970, G.U. 280 del 05.11.1970
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Colli Albani D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Colli Albani” è riservata al vino bianco che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Colli Albani
- Colli Albani Novello
- Colli Albani Spumante
- Colli Albani Superiore
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli Albani
- Colli Albani (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Amabile /Dolce
- => 60% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- >< 25-50% Vitigni Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo e Trebbiano di Soave, da soli o congiuntamente;
- >< 5-45% Malvasia del Lazio (o Puntinata);
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco fresco ed equilibrato con colore dal giallo paglierino al paglierino scarico, con note floreali, sapore secco o piacevolmente amabile o dolce.
- Colli Albani Novello (Vino Bianco Novello)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- >< 25-50% Vitigni Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo e Trebbiano di Soave, da soli o congiuntamente;
- >< 5-45% Malvasia del Lazio (o Puntinata);
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Novello fresco e vivace, con colore dal giallo paglierino al paglierino scarico, odore intenso con note floreali e fruttate, equilibrato.
- Colli Albani Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Amabile /Dolce
- => 60% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- >< 25-50% Vitigni Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo e Trebbiano di Soave, da soli o congiuntamente;
- >< 5-45% Malvasia del Lazio (o Puntinata);
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore fresco ed equilibrato, strutturato, con colore dal giallo paglierino al paglierino scarico, odore intenso con note floreali, sapore secco o piacevolmente amabile o dolce.
- Colli Albani Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut /Extra dry /Dry /Demi-sec
- => 60% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- >< 25-50% Vitigni Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo e Trebbiano di Soave, da soli o congiuntamente;
- >< 5-45% Malvasia del Lazio (o Puntinata);
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Spumante Bianco fresco ed equilibrato, con colore dal giallo paglierino al paglierino scarico, con perlage vivace e persistente odore intenso con note floreali, sapore secco o amabile.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli Albani
L'area geografica vocata alla produzione del Vino Colli Albani si estende lungo le pendici del versante occidentale dei Colli albani. in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colli Albani è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Ariccia, Albano e, in parte, il territorio dei comuni di Pomezia, Ardea, Castelgandolfo e Lanuvio..
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli Albani
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli Albani prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colli Albani non dovrà essere superiore al 70%; oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli Albani è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Colli Albani
Con l’utilizzo della DOC Colli Albani i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli Albani
Antipasti di mare, lumache di terra al cartoccio, piatti di pesce azzurro.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli Albani
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra “Albana”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Colli Albani”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Colli Albani”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Colli Albani” è attestata fin dall’epoca romana, in molti opere dei georgici latini. Nel medioevo i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.
Gli Statuta Vniversitatis Castri Gandvlphi, emanati nel 1588 e gli Statuti dell'antica e nobil Terra dell' Ariccia del 1610, regolavano l’ordinamento delle Comunità su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale. Diversi Capitoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura.
Sante Lacerio, bottigliere di Papa Paolo III (1534-1549), in una lettera sulla qualità dei vini in circolazione cita il “vino di Albano”, migliore quello rosso durante l’inverno, solo se l’estate e stato al fresco: pare che il Papa apprezzasse molto questo vino, soprattutto se consumato giovane. Cita anche quello “della Riccia” (Ariccia) buono, ma non al livello di quello di Albano e giudica ottimo anche quello di Castel Gandolfo, da consumarsi durante la stagione estiva.
Il Lucidi, nell’opera citata, riporta la notizia di un inventario del monastero di San Ciriaco in cui si fa menzione “della vigna de Miranda filia Marotie corrispondente all’istrumento dell’anno 980”, della vigna Joanne Bono Piscatore corrispondente all’istrumento dell’anno 1081” e l’esistenza di uno “istrumento di ricognizione in dominium di una vigna fatta nel 1307”.
Sempre nella stessa opera riferendo in merito all’enfiteusi che stava prendendo piede riporta “Il primo di tutti fu il capitolo dell' Ariccia , il quale nell'anno 1606 alli 12. gennaro per gli atti di Ludovico de' Pozzi notaro dell'Ariccia diede in enfiteusi perpetua a Giovanni Brandani, Michele Porcaro e Fulvio Sorentini trentadue rubbia di terreno a Villafranca, o Pascolare de' Preti coll' obbligo dell'annuo canone di scudi dieci per rubbio, e di piantarlo a vigna.” Sempre il Lucidi, parlando di vino, riporta che il vino prodotto nella parte più alta di Ariccia “che sul fine del secolo passato, e sul principio del presente il suo vino stava in molto pregio presso i Romani .. e che sul principio di questo secolo si proibiva la vendita di questo vino sino a tanto, che si fosse provveduta la cantina del palazzo pontificio”; e ancora “Io mi ricordo aver bevuto nel tinello de'Gesuiti in Albano il vino delibano di s. Maria di quattordici anni. Il gesuita, che avea cura delle vigne.. regalava questo vino a' cardinali e principi, che andavano a villeggiare in Albano , da'quali era molto stimato”.
Nei corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principe del territorio, fino all’attualità, come testimonia il Lucidi che, nelle Memorie storiche dell'antichissimo municipio ora terra dell'Ariccia, e delle sue colonie Genzano, e Nemi (1796), riporta anche la qualità del vino prodotto in varie località ricadenti nell’area delimitata e ancora oggi coltivate a vite: “Villafranca dà un vino delicato, defecaro, e per lo più dolce, e in abbondanza”, “é inutile riferire la bontà del vino di Ginestreto; essendo il suo nome celebre in tutte le osterie di Roma”, e parlando della tenuta di Tor Cancelliera del Principe Chigi “il vino ivi raccolto è così buono, che non cede a veruno de' migliori vini di Genzano, e dì Monte Giove.”
Altra località ancora oggi fortemente interessata dalla viticoltura è riportata da Ferdinand Adolf Gregorovius in Ricordi storici e pittorici d'Italia (1865) “La strada corre per cinque ore in direzione del mare, rasentando i monti Albani. Femmo sosta a Fontana di Papa. La è questa un'osteria che sorge solitaria in mezzo alle vigne, e la quale ha tolto il suo nome da una fontana fattavi costruire da Papa Innocenzo XII”.
La bontà dei vini è documentata da Theodor van Meyden nel Trattato della natura del vino, e del ber caldo, e freddo (1608) nel quale descrive le uve coltivate e afferma “E benché tutte quest’uve siano comuni al territorio di Roma, e’l suo distretto, sono però più perfette, e migliori in un luogo, chi in un altro, onde li Vini di Albano, … di Castel Gandolfo, &c. sono eccellentissimi”; il Piazza in La Gerarchia cardinalizia (1703) riporta per Albano “la campagna.. feconda di frutti saporitissimi, e di vini in gran copia, i più preziosi”; il Fabi in Corografia d'Italia: ossia gran dizionario storico- 8 geografico-statistico (1852), riporta sempre per Albano “Il suo territorio è fertile, soprattutto in viti, che danno vini eccellenti”.
Il commercio del vino è documentato dal Zuccagni-Orlandini che in Corografia fisica, storica e statistica dell' Italia (1843) Vol, 10, riporta “I colli d'Albano sono deliziosi, e coronati di vigne che danno un vino assai accreditato in commercio” e ancora “Albano.. che nei suoi squisiti vini trova alimento al suo attivo traffico”. Lo storico Parkman, nel 1844, parlando della città di Albano scrive “quasi tutte le case espongono sopra la porta una frasca verde, hanno lo stipite della porta dipinto di verde, oppure recano un’insegna con la scritta Spaccio di vino...”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori, hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Colli Albani”.
Il Vino DOC Colli Albani ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 6 agosto 1970.