Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 26.06.1992, G.U. 160 del 09.07.1992
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Genazzano D.O.C.
La denominazione di origine controllata "Genazzano" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Rosso
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Genazzano
- Genazzano Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco fresco ed equilibrato, con colore giallo paglierino più o meno intenso con riflessi verdognoli, odore intenso con note fruttate, sapore secco vivace, armonico.
- Genazzano Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Ciliegiolo
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso di buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche e tanniche polimerizzate, che conferiscono al vino carattere di pienezza di corpo e assenza di ruvidezza. Il prodotto presenta un colore rosso rubino brillante, vivace, di media intensità, odore intenso con sentori fruttati (bacche e drupe) che evolvono nello speziato e vegetale, sapore secco vivace, fresco, armonico di giusto corpo.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Genazzano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Genazzano si estende sulle pendici dei Monti Simbruini, nell’alta valle del Sacco, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Genazzano è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Genazzano, Olevano Romano, San Vito Romano e Cave.
- provincia di Frosinone e comprende il territorio del comune di Paliano.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Genazzano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Genazzano prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Genazzano Rosso non dovrà essere superiore al 65% e al 70% per la tipologia Bianco; oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Genazzano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Genazzano
Con l’utilizzo della DOC Genazzano i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Genazzano
Antipasti e piatti a base pesce, carni bianche e rosse alla griglia.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Genazzano
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra del “Castro Olibana”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Genazzano”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Genazzano”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona di “Genazzano” è attestata fin dall’epoca romana, in molte opere dei georgici latini. Nel medioevo: i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura. Gli Statuti del Castro Olibana, emanati 15 gennaio 1364, regolavano l’ordinamento della Comunità olevanese su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale.
Diversi Capitoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura. La conoscenza di buone pratiche enologiche è testimoniata anche dal Petrini che Nelle Memorie prenestine sotto forma di annali (1795), riporta parlando di vini “Anno di Cristo 1594 Andrea Bacci poi, ed Alessandro Petroni, che vivevano nell' anno corrente, trattando questo argomento dicono, che quantunque per lo passato si cuocessero nella nostra Città comunemente i vini almeno fino alla despumazione ; un tale uso, che ora è affatto bandito, erasi di già a loro tempo intermesso; e colla insinuazione dei Principi Colonnesi si era introdotto il costume de' vini crudi bianchi, e rossi, quali riuscivano perfettissimi con farli bollire da sé stessi nelle botti, ripurgandoli per mezzo di una fermentazione non completa, ma, come la chiamano i Chimici, soffocata”.
Il Piazza, nell’opera La Gerarchia cardinalizia (1703), scrive per Cave “fa corona il territorio.. fertile e copioso, massimamente di vino, di cui se ne conduce quantità grande in Roma”, per Genazzano “gode.. l’abbondanza dei vini”, per San Vito “fertile di frutti, ma più, di preziosi vini”, per Olevano “l’isquisitezza de’ vini” e per Palliano (Pagliano) “il territorio fertile di grano, vino e frutti”, come il Calindri nel Saggio statistico storico del pontificio stato, (1829) Vol. 1 che riporta “Genazzano .. li cui massimi prodotto sono grano, e vino”.
Nei Ricordi storici e pittorici d'Italia. (1865) Ferdinand Adolf Gregorovius scrive per Genazzano “si succedono di continuo oliveti, boschi folti, malinconici, di castagni, campi di formento, e di granturco, orti coltivati a legumi, e dovunque poi vigneti, che stendono i loro pampini dall'una all'altra pianta di olmi tenuti bassi”, e “vi si scorgevano il moscatello dorato che risplende ai raggi del sole; l'uva nera, quella bianca chiara, che somministra il così detto buon vino; quella azzurra oscura che produce il vino di colore sanguigno cupo”. Descrive anche la tecnica di coltivazione “La quantità di vigneti quivi è propriamente straordinaria. Ne sono ricoperte tutte le amene colline dei dintorni. Si stendono le viti in lunghe file nelle valli, o appoggiate a pali, o sostenute da quelle forti canne che nascono in Italia nei siti umidi, ovvero sospese a piccole piante di olme.
Gli amici di Virgilio sanno che già ai tempi dei Romani solevansi in queste regioni coltivare le viti nei due modi testè accennati. È un vero piacere il leggere in queste campagne le Georgiche, stupendo capo d' opera della poesia latina, non già per le forme della composizione, la quale in generale è mediocre, ma per la purezza, la precisione propriamente inimitabile della lingua. Lessi e rilessi ripetutamente quei canti nelle vigne di Genazzano, ed ho potuto persuadermi che le osservazioni, le regole, i precetti in esso dettati, sono pienamente osservati oggidì tuttora, in guisa che si direbbe descrivano i metodi di coltivazione attualmente in uso nella campagna di Roma.
Riporta anche fatti di cronaca legati alla viticoltura “Il primo anno di produzione dopo la crittogama (oidio) durante il mio soggiorno in Genazzano, furono uccise nei dintorni cinque persone, per il solo motivo di essersi queste permesse di rubare pochi grappoli d' uva”.
Infine per Pagliano scrive “piccola città di un tre mille e settecento abitanti, giace alla distanza di circa sei miglia da Genazzano, sur una collina ombreggiata da boschi e coltivata da vigneti, la quale sorge isolata nella pianura”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende che uniti alla professionalità degli operatori hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Genazzano”.
Il Vino DOC Genazzano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 26 giugno 1992.