Assovini
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 22.11.1994, G.U. 282 del 02.12.1994
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 12.07.2013
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Monferrato D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Monferrato” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Bianco
- Chiretto (o Ciaret)
- Dolcetto
- Freisa
- Casalese (menzione)
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Monferrato
- Monferrato Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigni Cortese, Favorita, Chardonnay, Sauvignon, Muller Thurgau e altre Uve a bacca bianca non aromatiche prodotte da Vitigni coltivati nella regione Piemonte.
- => 10% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal Colore giallo paglierino, Odore caratteristico, intenso, gradevole e Sapore fresco, secco, talvolta vivace.
- Monferrato Casalese Cortese (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cortese
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal Colore giallo paglierino chiaro talvolta tendente al verdolino, Odore caratteristico, delicato, molto tenue ma persistente e Sapore asciutto, armonico, sapido, gradevolmente amarognolo.
- Monferrato Chiaretto (o Ciaret) (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigni Barbera, Bonarda Nera, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Dolcetto, Freisa, Grignolino, Pinot Nero e Nebbiolo, da soli o congiuntamente
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal Colore rosato o rosso rubino chiaro, Odore vinoso, delicato, gradevole e Sapore asciutto ed armonico.
- Monferrato Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigni Barbera, Nebbiolo, Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Nero.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal Colore rosso, Odore vinoso, gradevole e Sapore fresco, asciutto, talvolta vivace.
- Monferrato Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigni Barbera, Nebbiolo, Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Nero.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Novello dal Colore rosso rubino dalla sfumature violacee, Odore fruttato, persistente e Sapore armonico, fresco.
- Monferrato Dolcetto (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Dolcetto
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal Colore rosso rubino, Odore vinoso, caratteristico, gradevole e Sapore asciutto, gradevolmente amarognolo, di discreto corpo, armonico.
- Monferrato Dolcetto Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Dolcetto
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Novello dal Colore rosso rubino con sfumature violacee, Odore fruttato, persistente e Sapore armonico, fresco.
- Monferrato Freisa (Vino Rosso)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigno Freisa
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal Colore rosso rubino, talvolta tendente al granato, Odore caratteristico, delicato e Sapore asciutto ed amabile, amarognolo, talvolta vivace.
- Monferrato Freisa Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigno Freisa
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Novello dal Colore rosso rubino con sfumature violacee, Odore Caratteristico, delicato e Sapore asciutto ed amabile, amarognolo, talvolta vivace.
- Monferrato Nebbiolo (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Nebbiolo
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal Colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento, Odore fruttato, caratteristico e Sapore secco, armonico e caratteristico.
- Monferrato Nebbiolo Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Nebbiolo
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal Colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento, Odore fruttato, caratteristico e Sapore secco, armonico e caratteristico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Monferrato
Il territorio del Monferrato si divide in 3 zone di produzione vinicole:
- 1) Alto Monferrato, è la zona a sud-est, in provincia di Alessandria, con rilievi piuttosto marcati, torri e castelli, con le città di Ovada e Acqui Terme. E' la terra del Barbera del Monferrato e del Cortese.
- 2) Basso Monferrato (o Casalese), si stende a nord-est, con basse colline degradanti fino al Po', con la città di Casale al confine e i caratteristici borghi di Cellamonte e Vignale Monferrato (dove ha sede l'Enoteca Regionale del Monferrato). E' terra di Barbera e Grignolino.
- 3) Monferrato Astigiano, occupa quasi totalmente la provincia di Asti, a destra e a sinistra del fiume Tanaro, con morbide colline e tanti borghi storici, come Costigliole, Nizza, Canelli, Cortanze, Cocconato e Montiglio. E con la città di Asti che diede i natali ad Alfieri. Oltre a essere la zona della grande Barbera d'Asti, è anche quella dove nel secolo scorso è nato lo spumante italiano, e che oggi offre un grande varietà di vitigni e vini.
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Monferrato si estende sul territorio collinare situato principalmente all'interno delle province di Alessandria e Asti, e si estende verso sud a partire dalla destra idrografica del Po sino a giungere ai piedi dell'Appennino ligure sul confine con la Provincia di Genova e la Provincia di Savona. Il territorio adeguatamente ventilato e luminoso è particolarmente favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Monferrato Bianco, Rosso, Chiaretto (o Ciaret), Dolcetto e Freisa: è localizzata in:
- provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Acqui Terme, Alfiano Natta, Alice Bel Colle, Altavilla Monferrato, Basaluzzo, Bassignana, Belforte Monferrato, Bergamasco, Bistagno, Borgoratto Alessandrino, Bosio, Camagna, Camino, Capriata d'Orba, Carentino, Carpeneto, Carrosio, Cartosio, Casaleggio Boiro, Casale Monferrato, Cassine, Cassinelle, Castelletto d'Erro, Castelletto d'Orba, Castelletto Merli, Castelletto Monferrato, Castelnuovo Bormida, Cavatore, Cellamonte, Cereseto, Cerrina, Coniolo, Conzano, Cremolino, Cuccaro Monferrato, Denice, Francavilla Bisio, Frascaro, Frassinello Monferrato, Fubine, Gabiano, Gamalero, Gavi, Grognardo, Lerma, Lu, Malvicino, Masio, Melazzo, Merana, Mirabello Monferrato, Molare, Mombello Monferrato, Moncestino, Montaldeo, Montaldo Bormida, Montecastello, Montechiaro d'Acqui, Morbello, Mornese, Morsasco, Murisengo, Novi Ligure, Occimiano, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Olivola, Orsara Bormida, Ottiglio Monferrato, Ovada, Ozzano, Pareto, Parodi Ligure, Pasturana, Pecetto di Valenza, Pietra Marazzi, Pomaro Monferrato, Pontestura, Ponti, Ponzano, Ponzone, Prasco, Predosa, Quargnento, Ricaldone, Rivalta Bormida, Rivarone, Roccagrimalda,Rosignano Monferrato, Sala Monferrato, San Cristoforo, San Giorgio Monferrato, San Salvatore Monferrato, Serralunga di Crea, Serravalle Scrivia, Sezzadio, Silvano d'Orba, Solonghello, Spigno Monferrato, Strevi, Tagliolo Monferrato, Tassarolo, Terruggia, Terzo, Treville, Trisobbio, Valenza Po, Vignale Monferrato, Villadeati, Villamiroglio e Visone.
- provincia di Asti e comprende il territorio dei comuni di Agliano, Albugnano, Antignano, Aramengo, Asti, Azzano d'Asti, Baldichieri d'Asti, Belveglio, Berzano San Pietro, Bruno, Bubbio, Buttigliera d'Asti, Calamandrana, Calliano, Calosso, Camerano Casasco, Canelli, Cantarana, Capriglio, Casorzo, Cassinasco, Castagnole Lanze, Castagnole Monferrato, Castel Boglione, Castell'Alfero, Castellero, Castelletto Molina, Castello d'Annone, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castelnuovo Don Bosco, Castel Rocchero, Celle Enomondo, Cerreto d'Asti, Cerro Tanaro, Cessole, Chiusano d'Asti, Cinaglio, Cisterna d'Asti, Coazzolo, Cocconato, Colcavagno, Corsione, Cortandone, Cortanze, Cortazzone, Cortiglione, Cossombrato, Costigliole d'Asti, Cunico, Dusino San Michele, Ferrere, Fontanile, Frinco, Grana, Grazzano Badoglio, Incisa Scapaccino, Isola d'Asti, Loazzolo, Maranzana, Maretto, Moasca, Mombaldone, Mombaruzzo, Mombercelli, Monale, Monastero Bormida, Moncalvo, Moncucco Torinese, Mongardino, Montabone, Montafia, Montaldo Scarampi, Montechiaro d'Asti, Montegrosso d'Asti, Montemagno, Montiglio, Moransengo, Nizza Monferrato, Olmo Gentile, Passerano Marmorito, Penango, Piea, Pino d'Asti, Piova' Massaia, Portacomaro, Quaranti, Refrancore, Revigliasco d'Asti, Roatto, Robella, Rocca d'Arazzo, Roccaverano, Rocchetta Palafea, Rocchetta Tanaro, San Damiano d'Asti, San Giorgio Scarampi, San Martino Alfieri, San Marzano Oliveto, San Paolo Solbrito, Scandeluzza, Scurzolengo, Serole, Sessame, Settime, Soglio, Tigliole, Tonco, Tonengo, Vaglio Serra, Valfenera, Vesime, Viale, Viarigi, Vigliano d'Asti, Villafranca d'Asti, Villa San Secondo e Vinchio.
La Zona di Produzione del Vino DOC Monferrato Casalese è localizzata in:
- provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Alfiano Natta, Altavilla Monferrato, Bosio, Camagna, Camino, Casale Monferrato, Castelletto Merli, Cellamonte, Cereseto, Cerrina, Coniolo, Conzano, Cuccaro, Frassinello Monferrato, Gabiano, Lu Monferrato, Mombello Monferrato, Moncestino, Murisengo, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo,Olivola, Ottiglio Monferrato, Ozzano, Parodi, Pontestura, Ponzano, Rosignano Monferrato, Sala Monferrato, San Cristoforo, San Giorgio Monferrato, San Salvatore, Serralunga di Crea, Solonghello, Terruggia, Treville, Vignale Monferrato, Villadeati e Villamiroglio.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Monferrato
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Monferrato prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Monferrato non dovrà essere superiore al 70%; oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- I Vini Rossi DOC Monferrato con la menzione "Novello" devono essere vinificati secondo la vigente normativa che riguarda i vini Novelli.
- In presenza di determinate condizioni, I Vini DOC Monferrato Dolcetto, Freisa e Cortese, possono essere riclassificati nella denominazione "Monferrato" senza alcuna specificazione aggiuntiva.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Monferrato e Monferrato Casalese è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Monferrato
Con l’utilizzo della DOC Monferrato i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Monferrato
Antipasti di salumi, primi piatti con salse di pesce leggere, anche aromatizzate, carni lessate, carni bianche alla griglia, zuppe di legumi.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Monferrato
Tutto il Piemonte è regione dedicata alla viticoltura, ma il Monferrato lo è in modo ancor più eclatante: i vigneti ricoprono quasi interamente le sommità e le pendici delle colline, alternandosi a piccoli boschi. Il motivo di questa particolare vocazione sta in un eccellente mix di clima e conformazione geologica dei terreni, che ha permesso un'ampia diffusione dei vitigni, la maggior parte dei quali autoctoni, e di una altrettanta conseguente varietà di vini.
Nel Monferrato la vite e il vino non sono solo una delle principali fonti di ricchezza ma anche un'espressione di cultura e di tradizione, frutto di un tenace attaccamento alla terra e di secoli di duro lavoro, necessario per attuare una trasformazione agraria di eccezionali dimensioni.
Bisogna attendere l'Ottocento per assistere a mutamenti significativi. Sotto lo Stato Sabaudo, i nobiliari e gli ecclesiastici persero via via le loro proprietà. Il clima di pace, l'egualitarismo illuminista portato da Napoleone e la crescita demografica fecero crescere nei contadini non solo il bisogno di nuove terre da coltivare, soddisfatto con grandi bonifiche e disboscamenti, ma anche il senso del diritto alla proprietà della terra, per cui lottarono intere generazioni.
La viticoltura, praticata da sempre, divenne ancora più importante: con dura fatica si impiantarono innumerevoli nuovi vigneti, capaci di dare un prodotto redditizio. La tradizionale azienda agricola monferrina, dovendo essenzialmente soddisfare il proprio bisogno interno, si dedicava alla policoltura: prati nel fondovalle più basso, cereali e medicali in rotazione nelle zone un po' più elevate, boschi sui versanti a nord e vigneti su quelli esposti al sole (talora inframmezzati da grano, o ortaggi e patate, o noci e alberi da frutta). Il poco prodotto in eccedenza serviva a pagare in natura un affitto o un debito contratto per acquistare la terra o il bestiame. In questo contesto di autosufficienza si collocavano anche alcune colture specifiche: la canna comune, della quale venivano e vengono tuttora utilizzati i fusti come sostegno e le foglie opportunamente trattate per le legature; il salice per le legature; il gelso per l'allevamento del baco da seta, ora abbandonato; il noce per l'olio; e nell'Alto Monferrato il nocciolo.
Al diffondersi della piccola proprietà contadina corrispose quello delle cascine, isolate o in piccoli gruppi: nuovi insediamenti con i quali i contadini, spostandosi dai villaggi, si avvicinarono il più possibile alla terra da coltivare, e soprattutto avvicinarono alla terra i loro lenti buoi.
Nella seconda metà dell'Ottocento, l'avvento del treno e la realizzazione di nuove strade, unitamente al venir meno delle esigenze di difesa, portarono al progressivo spostamento della popolazione dalle sommità ai fondovalle, nei pressi delle stazioni e delle strade, con la nascita di nuovi borghi e l'ampliamento verso il basso di quelli già esistenti.
Alla fine del secolo ebbe inizio il vero e proprio abbandono della collina, causato sia dall'incremento demografico e conseguente scarsità di terra coltivabile, sia dal grave flagello della fillossera che colpì gravemente tutta la viticoltura italiana. Molti monferrini andarono a lavorare nelle industrie cittadine o emigrarono in Australia o Sud America.
Oggi la meccanizzazione di alcune delle operazioni colturali porta ad un'agricoltura più estensiva, con minore uso di manodopera e abbandono delle superfici troppo ripide, difficilmente coltivabili con la scarsità di manodopera attuale. Dalla coltura promiscua si passa alla specializzazione. Nei fondovalle ai prati per il bestiame si stanno sostituendo i pioppeti da cellulosa, e ai cereali tradizionali, come grano e mais, la soia e il girasole. I piccoli appezzamenti, con un lento processo, si stanno accorpando in più grandi e negli impianti viticoli è avvenuta una profonda innovazione con l'uso dei pali in cemento, fili di ferro o acciaio, materiali sintetici per le legature.
La specializzazione viticola ha favorito la ricomposizione fondiaria nelle zone più favorite dalla doc: il vigneto di Asti e del Monferrato appare così fortemente originale per la relativa omogeneità del suo ambiente naturale e socio-economico.
Il Vino DOC Monferrato ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 22 novembre 1994.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 20.09.73, G.U. 26 del 28.01.1974
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Malvasia di Castelnuovo Don Bosco D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Malvasia di Castelnuovo Don Bosco” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
- Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Spumante
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
- Malvasia di Castelnuovo Don Bosco (Vino Rosso)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigni Malvasia di Schierano e Malvasia Nera Lunga, da soli o congiuntamente.
- =< 15% Vitigno Freisa
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso cerasuolo, aroma fragrante dell’uva in origine e sapore dolce, aromatico, caratteristico.
- Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Vigna (Vino Rosso Vigna)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigni Malvasia di Schierano e Malvasia Nera Lunga, da soli o congiuntamente.
- =< 15% Vitigno Freisa
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Vigna dal colore rosso cerasuolo, aroma fragrante dell’uva in origine e sapore dolce, aromatico, caratteristico.
- Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Spumante (Vino Rosato Spumante)
- Versioni: Spumante Doux
- => 85% Vitigni Malvasia di Schierano e Malvasia Nera Lunga, da soli o congiuntamente.
- =< 15% Vitigno Freisa
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Spumante dal colore rosso cerasuolo, aroma fragrante dell’uva in origine e sapore dolce, aromatico, caratteristico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco si estende sulle colline astigiane, situate a nord-est del Monferrato, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco è localizzata in:
- provincia di Asti e comprende il territorio dei comuni di Albugnano, Castelnuovo don Bosco Passerano Marmorito, Pino d’Asti, Berzano S. Pietro e Moncucco Torinese..
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Nella designazione dei Vini DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia di Vino Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
Con l’utilizzo della DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
Torte a base di pandispagna con fragole, lamponi, ribes, pesche e albicocche.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
Il vino prende il nome da uno dei sei comuni della piccola zona di produzione, Castelnuovo Don Bosco. Alla tutela e miglioramento della viticoltura dell’area del castelnuovese e alla sua notorietà portò il suo contributo anche San Giovanni Bosco, figlio di viticoltori, che parrebbe aver anche scritto un testo divulgativo andato perduto:“L'enologo italiano”.
Il Vino DOC Malvasia di Castelnuovo Don Bosco ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 20 settembre 1973.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 21.08.68, G.U. 267 del 19.10.1968
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 18.12.2014 - G.U. 1 del 02.01.2015
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Malvasia di Casorzo d'Asti (o Casorzo) (o Malvasia di Casorzo) D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Malvasia di Casorzo D'Asti (o Casorzo o Malvasia si Casorzo)” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Malvasia di Casorzo d’Asti
- Malvasia di Casorzo d’Asti Spumante
- Malvasia di Casorzo d’Asti Passito
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti
- Malvasia di Casorzo d'Asti (Vino Rosso)
- Versioni: Dolce
- => 90% Vitigno Malvasia di Casorzo
- =< 10% Vitigni Freisa, Grignolino, Barbera e altri Vitigni aromatici coltivati nella regione Piemonte
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore da rosso rubino a cerasuolo (rosato), aroma caratteristico e fragrante e sapore dolce, leggermente aromatico, morbido, caratteristico.
- Malvasia di Casorzo d'Asti Spumante (Vino Rosato Spumante)
- Versioni: Spumante Doux
- => 90% Vitigno Malvasia di Casorzo
- =< 10% Vitigni Freisa, Grignolino, Barbera e altri Vitigni aromatici coltivati nella regione Piemonte
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Spumante Rosato dalla spuma fine e persistente, colore rosato piu' o meno intenso, odore aromatico caratteristico e sapore dolce, leggermente aromatico, morbido, caratteristico.
- Malvasia di Casorzo d'Asti Passito (Vino Rosso Passito)
- Versioni: Dolce
- => 90% Vitigno Malvasia di Casorzo
- =< 10% Vitigni Freisa, Grignolino, Barbera e altri Vitigni aromatici coltivati nella regione Piemonte
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Passito dal colore rosso rubino carico, odore intenso, complesso, caratteristico e sapore dolce, vellutato, caratteristico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti si estende sulle colline del Monferrato, in prossimità del 45° parallelo, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti è localizzata in:
- provincia di Asti e comprende il territorio dei comuni di Casorzo, Grana e Grazzano Badoglio.
- provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Vignale Monferrato, Altavilla, Ottiglio e Olivola.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale sulla pianta fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 15°.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia di Vino Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti
Con l’utilizzo della DOC Malvasia di Casorzo d'Asti i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti
Torte a base di frutta fresca e in particolare fragole, lamponi, ribes, pesche e albicocche e torte con formaggi dolci.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti
Il Malvasia di Casorzo ha una storia antica e la presenza in Monferrato, come vino importato, si fa risalire al XIII secolo. Probabilmente dal porto greco di Monenvasaia, grazie a navigatori veneziani abili nei commerci, arrivarono le primi viti di malvaxia che erano dette anche uve greche.
E’ ben nota agli enologi per gli aromi particolari, tutti di elevata finezza. I descrittori percepiti: fruttati e floreali in particolare rosa, pesca, albicocca, ribes e lampone.
Il Vino DOC Malvasia di Casorzo d'Asti ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 21 agosto 1968.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvazione con D.M. 14 .04.1992, G.U. 97 del 27.04.1992
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Loazzolo D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Loazzolo” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Loazzolo
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Loazzolo
- Loazzolo (Vino Bianco Moscato)
- Versioni: Dolce
- = 100% Vitigno Moscato Bianco
- => 15,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Moscato dal colore giallo dorato brillante, odore complesso, intenso, con sentori di muschio e di vaniglia, frutti canditi e sapore dolce, caratteristico con lieve aroma di Moscato.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Loazzolo
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Loazzolo si estende sulla dorsale collinare astigiana, nella parte che separa la valle del fiume Bormida da quella del Belbo, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Loazzolo è localizzata in:
- provincia di Asti e comprende il territorio dei comuni di Loazzolo.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Loazzolo
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Loazzolo prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Loazzolo non dovrà essere superiore al 55%.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Loazzolo devono essere sottoposte a graduale appassimento ed eventuale infavatura da Botrytis nobile sulla pianta stessa o in locali idonei.
- Il vino DOC Loazzolo deve essere sottoposto ad invecchiamento e affinamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 in botti di legno di capacità non superiore a litri 250.
- I Vini DOC Loazzolo possono riportare la menzione "Vendemmia Tardiva" qualora la raccolta delle uve abbia luogo in epoca tardiva e scalare.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Loazzolo è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Loazzolo
Con l’utilizzo della DOC Loazzolo i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Loazzolo
Pasticceria secca, torta di nocciole, semifreddo al torrone.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Loazzolo
La produzione di vini cosiddetti passiti è tradizionale in Valle Bormida ma era per lo più destinata al consumo familiare, a eccezione dei paesi di Strevi e di Loazzolo dove veniva prodotto, sia pure in piccole quantità, anche per la vendita e per le funzioni religiose.
Viene infatti citata e descritta l’antica tradizione di questa zona del sud Piemonte di produrre vini da uve appassite provenienti da vecchie vigne di Moscato nell’opera del 1908 ‘I Migliori Vini d’Italia’ di Arnaldo Strucchi.
Il Vino DOC Loazzolo ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 14 aprile 1992.