Strada dei Vini della Murgia Carsica

Strada dei Vini della Murgia Carsica

C/o Cantine Botromagno


Il paesaggio è percorso in superficie da depressioni circolari, burroni e fratture improvvise. In profondità si snodano innumerevoli grotte e caverne scavate da fiumi sotterranei che si aprono la via verso il mare. Gli elementi più tipici del paesaggio sono le profonde e tortuose voragini delle gravine, spettacolari fenditure dalle pareti ripide, profonde anche qualche centinaio di metri. Il nome deriva da “grava”, termine del remoto lessico mediterraneo che indicava la spiaggia, o il greto del fiume, ma le dimensioni monumentali le fanno apparire talvolta come dei veri e propri canyon.

Le acque penetrano nel sottosuolo, scavano gallerie sotterranee, provocano frane, crolli di volte e di pareti, originando grandi caverne. Le grotte di Castellana sono le più estese cavità sotterranee di origine carsica in Italia. La loro formazione è legata all’antica esistenza di un corso d’acqua sotterraneo che si è aperto un varco attraverso la massa calcarea. Oggi è scomparso, ma segni evidenti della sua presenza permangono nelle ampie caverne, dalle cui volte scende una miriade di stalattiti che spesso si saldano alle stalagmiti in lucenti colonne. Come tutte le cavità del territorio, erano già utilizzate nel Medioevo come discarica delle sanse e delle vinacce di scarto. Esplorate da giovani del luogo già nel ‘700, furono rese accessibili dopo il 1938. Dal fondo dell’ampia voragine a cielo aperto della Grave, profonda 60 metri, si apre una serie di cavità alte fino a 40 metri, che si allungano per tre chilometri e terminano nella Caverna Bianca dalle finissime e trasparenti concrezioni di alabastro.


IL PERCORSO

La Strada dei Vini Doc della Murgia Carsica si sviluppa in quell'area di produzione posta a Nord Ovest e a Sud Est della Puglia centrale che si articola nella Provincia di Bari e comprende i territori dei comuni di Spinazzola, Poggiorsini, Gravina in Puglia, Altamura, Gioia del Colle, Cassano Murge, Acquaviva delle Fonti, Santeramo, Sannicandro, Casamassima, Grumo Apulla, Noci, Putignano, Castellana Grotte, Sammichele, Conversano, Rutigliano, Adelfia, Turi. L'ambito del territorio è delimitato dai disciplinari di produzione dei vini a denominazione di origine controllata "Gravina" "Gioia del Colle". Il territorio comprende geograficamente parte della Murgia Nordoccidentale e quasi tutta la Murgia Sud-Orientale insieme alla fossa bradanica che guarda il costone murgiano Nordoccidentale dell'asse Spinazzola- Poggiorsini-Gravina.

La denominazione Gioia del Colle comprende nove tipologie di vini: Bianco, Rosso, Rosso Riserva, Rosato, Primitivo, Aleatico Dolce Naturale. Nell'Aleatico la percentuale di uve omonime non deve essere inferiore all'85%, con possibilità di aggiunte di negroamaro, malvasia nera, primitivo. Il Gioia del Colle Rosso è probabilmente la tipologia di vino che meglio esprime caratteri di tipicità locale, e che si accosta molto bene ai sapidi piatti a base di carne della tradizione territoriale. Molto adatto a una cucina terragna, di carni ma anche di formaggi piccanti, è il Primitivo di Gioia, un vino di colore rosso rubino piuttosto cupo, dai profumi varietali, caldo per tenore alcolico e ampio al palato. Il Gioia del Colle Bianco è un vino fresco, da consumare giovane, con piatti a base di pesce, mentre l'Aleatico, dal bel colore rosso granato, è un vino da fine pasto, dal gusto vellutato e caldo, moderatamente dolce. Gravina Doc.

Osservando i terreni di aree archeologiche come, ad esempio, gli scavi di Botromagno, di poco fuori il centro storico della città, è possibile capire qualcosa in più sui fattori che influiscono, dal punto di vista pedologico, sulle caratteristiche di un vino come il Gravina. La composizione stratificata, infatti, evidenzia un primo strato vegetale sotto il quale sono ben evidenti quello argilloso e poi tufaceo. I vigneti iniziano a vedersi in prossimità degli scavi, per un'estensione che oggi è circa di 400 ettari (da 2700 che se ne contavano nel 1977), per un vino che ha una netta impronta territoriale. Il Gravina Bianco è ottenuto sostanzialmente da uve Greco e bianco di Alessano in percentuale compresa tra il 35 e il 60%, e da malvasia per una quota tra il 45 e il 60%, con possibilità di aggiunte di modeste percentuali di bombino bianco, trebbiano, verdeca. I comuni interessati alla produzione della denominazione sono quelli di Gravina, Poggiorsini, Altamura, Spinazzola.

In questi territori il settore agricolo si impone soprattutto per le colture cerealicole e viticole, mentre alcuni centri urbani sono emergenti sotto il profilo socioeconomico, soprattutto per le capacità imprenditoriali assunte nei settori dei servizi terziari e nelle piccole e medie imprese, fra questi Altamura, Gravina, Santeramo, Noci, Putignano, Castellana. Forti nelle produzioni delle uve da tavola i comuni di Conversano, Rutigliano, per le uve da vino Spinazzola, Poggiorsini, Gravina, Gioia del Colle, Santeramo in Colle, Acquaviva delle Fonti, Cassano delle Murge, Adelfia. Produzioni che accomunano tutti i territori comunali interessati dalla Strada sono quelle casearie, in particolare le produzioni di mozzarelle, i formaggi freschi, di cacioricotta e di caciocavalli.

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