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Marmilla IGT

Vino a Indicazione Geografica Tipica - Approvato con D.M. 12.10.1995, G.U. 259 del 6.11.1995 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Marmilla I.G.T.


1. Tipologie e Uve del Vino IGT Marmilla

 

  • Marmilla Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco dal colore variabile dal bianco carta al giallo ambrato, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.

  • Marmilla Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal bianco carta al giallo, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.

  • Marmilla Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso dal colore variabile da rosso rubino tenue a rosso granato, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.

  • Marmilla Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso Novello dal colore variabile da rosso con riflessi violacei a rosso rubino, odore caratteristico e sapore dal secco all’abboccato.

  • Marmilla Rosso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal rosso rubino tenue al rosso rubino, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.

  • Marmilla Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosato dal colore variabile dal rosa pallido al rosa carico, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.

  • Marmilla Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosato Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal rosa pallido al rosa carico, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino IGT Marmilla

L'area geografica vocata alla produzione del Vino IGT Marmilla si estende sul territorio della regione storica della Marmilla e lembi contigui della piana del Campidano, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino IGT Marmilla è localizzata in:

  • provincia di Medio Campidano e comprende il territorio dei comuni di Collinas, Furtei, Pabillonis, Samassi, Sanluri, Sardara, Serrenti, Villamar e Villanovaforru.
  • provincia di Oristano e comprende il territorio dei comuni di Baressa, Gonnoscodina, Gonnostramatza, Masullas, Mogoro, Morgongiori, Pompu, Simala e Siris.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino IGT Marmilla

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino IGT Marmilla prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino IGT Marmilla non dovrà essere superiore al 80% e al 75% per la tipologia di Vino Rosato.

4. Produttori di Vino IGT Marmilla 

Con l’utilizzo della IGT Marmilla i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino IGT Marmilla

Pecorino sardo, zuppa di pesce, primi piatti regionali e pesci grigliati.


6. Storia e Letteratura del Vino IGT Marmilla

La regione della Marmilla è stata abitata fino dai tempi più antichi come testimoniano i numerosi monumenti di età nuragica presenti nella zona. Del periodo cartaginese resta la fortezza di Santu Antine a Genoni, mentre in età romana rivestirono una certa importanza i centri di Biora (attuale Serri) e Valentia (attuale Nuragus). Varie sono le testimonianze della coltivazione della vite da vino in questi importanti sito archeologici.

La vite in Sardegna è sempre stata una coltura ad alta diffusione, nonostante fino a pochi anni fa, sull’origine della cultura della vite si avessero notizie differenti. Le numerose tipologie dei vitigni sardi coltivati in zona testimoniano le diverse culture che si sono susseguite nel tempo in questo territorio. C’è chi sostiene che si sia sviluppata autonomamente, o che sia stata introdotta dai Fenici, dai Cartaginesi e anche nel periodo romano era ben conosciuta. Numerose ricerche sembrano confermare che già durante il periodo nuragico i sardi coltivassero la vite e conoscessero il vino.

Nel corso dei secoli vennero importati vitigni come il Cannonau, che sembra essere uno dei vini più antichi del Mediterraneo e la Vernaccia che deriva dal termine latino “vite vernacula” ossia “originaria del luogo”, di cui esistono riscontri della sua esistenza già nella città di Tharros, il centro punico-romano di cui oggi possiamo ammirare i resti nella penisola del Sinis. Nel periodo giudicale la regione appartenne al Regno di Arborea (curatorie di Marmilla e di Part'e Alenza) e al Giudicato di Cagliari (curatorie di Siurgus).

Nel periodo giudicale la coltura della vite in Sardegna conobbe un nuovo sviluppo, soprattutto nella zona di Oristano, grazie all’opera della giudicessa autrice di una raccolta di leggi (Carta de Logu), la famosa Eleonora d’Arborea, che prevedeva tra le tante leggi il divieto di tenere gli stessi mal coltivati. Negli anni successivi la viticoltura continuò a prosperare.

Nel territorio è attiva la cantina sociale “Il Nuraghe” che produce vini pregiati come il Semidano di Mogoro fondata nel lontano 1956 ad opera di un piccolo gruppo di viticoltori, animato dal profondo rispetto per una produzione artigianale di qualità, la Cantina il Nuraghe sorge a Mogoro, importante centro della Marmilla, di grandi tradizioni agricole e viticole.

La Cantina affonda le proprie radici in una terra fertile, particolarmente vocata alla coltivazione della vite, in cui crescono alcuni tra i vitigni locali più pregiati, quali Monica, Nuragus, Malvasia, Moscato, Vermentino e Cannonau: 450 ettari di vigne allevate per il 50% con il tradizionale sistema ad alberello.

ISOLA DEI NURAGHI IGT

Vino a Indicazione Geografica Tipica - Approvato con D.M. 12.10.1995, G.U. 259 del 6.11.1995

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale Prot. Uscita N.0055049 del 31/07/2019 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Isola dei Nuraghi I.G.T.

L’Indicazione Geografica Tipica "Isola dei Nuraghi" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione, nelle seguenti tipologie:

  1. Bianco, nelle categorie “Vino”, “Vino Frizzante”, “Vino Spumante”, “Vino Spumante di Qualità”, “Vino da uve stramature” (anche con la menzione Passito) e “Vino ottenuto da uve appassite” (anche con la menzione Passito)
  2. Rosso, nelle categorie “Vino” (anche con la menzione novello), “Vino Frizzante”, “Vino Spumante”, “Vino Spumante di Qualità”, “Vino da uve stramature” (anche con la menzione Passito” e “Vino ottenuto da uve appassite” (anche con la menzione Passito)
  3. Rosato, nelle categorie “Vino”, “Vino Frizzante”, “Vino Spumante”, “Vino Spumante di Qualità”.

1. Tipologie e Uve del Vino IGT Isola dei Nuraghi

 

  • Isola dei Nuraghi Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco dal colore variabile dal bianco carta al giallo ambrato, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.
  • Abbinamenti: Antipasti di verdure, Piatti a base di pesce, Paste asciutte, Formaggi a pasta molle.

  • Isola dei Nuraghi Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal bianco carta al giallo, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.
  • Abbinamenti: Piatti a base di pesce, Crostacei, Molluschi

  • Isola dei Nuraghi Bianco Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec /Doux
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore variabile dal bianco carta al giallo, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.
  • Abbinamenti: Aperitivi, Piatti a base di pesce, di crostacei, di molluschi,  risotti alle verdure, carni bianche.

  • Isola dei Nuraghi Bianco (da uve stramature) (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco dal colore variabile dal giallo all'ambrato, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.
  • Abbinamenti: Dessert, Dolci secchi, Dolci cremosi, Formaggi erborinati

  • Isola dei Nuraghi Bianco Passito (Vino Bianco Passito)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco Passito dal colore variabile dal giallo all'ambrato, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.
  • Abbinamenti: Pasticceria secca e cremosa, Formaggi caprini ed erborinati

  • Isola dei Nuraghi Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso dal colore variabile da rosso rubino tenue a rosso granato, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.
  • Abbinamenti: Salumi, Paste asciutte al ragù, Piatti a base di carne rossa, Selvaggina 

  • Isola dei Nuraghi Rosso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal rosso rubino tenue al rosso rubino, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.
  • Abbinamenti: Salumi, Minestre in brodo, Lasagne al forno, Bollito, Arrosti vari, Formaggi semiduri

  • Isola dei Nuraghi Rosso Spumante (Vino Rosso Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec /Doux
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosso rubino, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.
  • Abbinamenti: Salumi, Risotti ai formaggi,  Formaggi semiduri

  • Isola dei Nuraghi Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso Novello dal colore variabile da rosso con riflessi violacei a rosso rubino, odore caratteristico e sapore dal secco all’abboccato.
  • Abbinamenti: Salumi, Paste asciutte al ragù, Pollo arrosto, Formaggi a pasta semidura. 

  • Isola dei Nuraghi Rosso (da uve stramature) (Vino Rosso Vendemmia Tardiva)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso Vendemmia Tardiva dal colore variabile dal rosso rubino tenue al rosso granato tendente all’aranciato con l’invecchiamento, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.
  • Abbinamenti: Dessert, Pasticceria secca, Formaggi caprini erborinati

  • Isola dei Nuraghi Rosso Passito (Vino Rosso Passito)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso Passito dal colore variabile dal rosso rubino tenue al rosso granato tendente all’aranciato con l’invecchiamento, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.
  • Abbinamenti: Dessert, Pasticceria secca, Formaggi piccanti ed erborinati.

  • Isola dei Nuraghi Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosato dal colore variabile dal rosa pallido al rosa carico, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.
  • Abbinamenti: Grigliata di pesce, Paste asciutte, Zuppa alla marinara, Carni bianche, Pizza, Formaggi a pasta molle

  • Isola dei Nuraghi Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosato Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal rosa pallido al rosa carico, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.
  • Abbinamenti: Salumi, Minestre in brodo e asciutte, Mozzarella, Frittate di verdure

  • Isola dei Nuraghi Rosato Spumante (Vino Rosato Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec /Doux
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosato Spumante dalla spuma fine e persistente, colore variabile dal rosa pallido al rosa carico, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.
  • Abbinamenti: Aperitivi, Zuppa di perce, Arrosti di carni bianche.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino IGT Isola dei Nuraghi

L'area geografica vocata alla produzione del Vino IGT Isola dei Nuraghi si estende sull'intero territorio sardo, nelle zone adeguatamente ventilate, luminose e favorevoli all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino IGT Isola dei Nuraghi è localizzata nella:

  • regione Sardegna e comprende l'intero territorio regionale.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino IGT Isola dei Nuraghi

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino IGT Isola dei Nuraghi prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino IGT Isola dei Nuraghi non dovrà essere superiore al 80%, al 60 per la tipologia di vino ottenuto con le uve stramature e al 50% per tipologia di Vino Passito.

4. Produttori di Vino IGT Isola dei Nuraghi

Con l’utilizzo della IGT Isola dei Nuraghi i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino IGT Isola dei Nuraghi

Pecorino sardo, zuppa di pesce, primi piatti regionali e pesci grigliati.


6. Storia e Letteratura del Vino IGT Isola dei Nuraghi

Molteplici campagne di scavi condotte in diversi siti archeologici della Sardegna hanno portato alla luce vinaccioli carbonizzati risalenti al 1.300 a.C. che testimoniano la presenza di una affermata cultura enoica in Sardegna anteriore all’ingresso dei Fenici (IX-VIII secolo a.C), ai quali si faceva derivare l’introduzione delle primi viti domestiche nell’isola.

Sono stati ritrovati vari contenitori “da vino” che caratterizzano il repertorio vascolare estremamente ricco ed originale, con le tipiche brocche askoidi e piccoli “askos” in ferro, bronzo e ceramica di pregevole fattura.

Dell’Età Romana imperiale e tardo antica, sono state rinvenute decine di anfore vinarie da trasporto. A riprova della continuità di coltivazione della vite nella zona per alcuni millenni, è opportuno riportare la voce di un registro delle spese dell’Archivio Vaticano, dei primi anni del ‘600, in cui è menzionato l’acquisto di vino bianco di Telavé del villaggio di Triei.

Nel corso del periodo giudicale (900 – 1400) vennero emanate le prime norme a difesa delle colture agricole, presenti anche nella “Carta de Logu” di Eleonora di Arborea (1392), codice legislativo che rimase in vigore sino al periodo piemontese.

L’uso della vite selvatica da parte dei Sardi ci viene confermato dalla stessa Carta de Logu in cui vi sono disposizioni anche contro il commercio dell’uva selvatica. Venditore ed acquirente potevano avere seri problemi: pena pecuniaria e reclusione “a voluntadi nostra”, cioè del re. Vari toponimi in uso in Sardegna fanno riferimento alla vite, si ritrovano molti sinonimi dialettali di evidente origine latina, come “su laccu” per la vasca di pigiatura e “pastinai sa bingia” nel senso di impiantare un nuovo vigneto.

All’inizio del 1300 in epoca medioevale la Sardegna è sotto il dominio pisano e il Sarrabus e l’Ogliastra vengono individuati dai nuovi dominatori come serbatoi vinicoli. Sulla quantità, qualità e provenienza dei vini nella capitale del regno tra il tre e il quattrocento le notizie non mancano, i flussi di approvvigionamento delineano due correnti: una dalle campagne verso la città; l’altra di vino navigato introdotto in città attraverso il porto. Le campagne circostanti e le ville più o meno vicine, quando la guerra non infuriava, alimentavano Cagliari di mosto e di vino imbottato, il generico bianco e rosso sardesco.

Qualche secolo più tardi, il Bacci, nel 1596, scrive dell’abitudine dei sardi a produrre vino dalla vite selvatica. Lo storico Angius, nel XVIII secolo, narra che il “salto di Nurri potrebbe a taluno parere una regione, dove la vite fosse indigena; così essa è sparsa per tutto e con tanta prosperità vegeta porgendo in suo tempo questa spurra, …, grappoli di acini variocolorati e deliziosi. Essa trovasi in tutte le parti arrampicata alle altre piante, e principalmente sulle amenissime sponde de’ rivi.”

Nel 1746 un’ampia relazione storico geografica redatta dall’Intendente Generale del Regno, Francesco Giuseppe de la Perrière conte di Viry dava una particolareggiata descrizione della Sardegna rurale riproponendo l’immagine di una viticoltura capillarmente diffusa in diverse zone dell’isola.

Un capitolo a parte meritano gli studi di biologia molecolare che hanno permesso di stabilire i rapporti genetici di parentela tra la vite domestica (Vitis vinifera L. ssp. sativa) e la sua progenitrice vite selvatica (Vitis vinifera L. ssp. sylvestris), diffusa ancora oggi lungo i corsi d’acqua.

Tratti genetici condivisi (alleli microsatelliti) tra la vite selvatica ed alcune cultivar locali (il Muristellu molto diffuso nel Nuorese) suggeriscono un legame di parentela tra le due sottospecie e supportano l’ipotesi di un centro secondario di domesticazione in Sardegna. Episodi di domesticazione di vite selvatica da parte di viticultori sono stati individuati dal CRAS (il Centro Regionale Agrario Sperimentale della Regione Sardegna) ora confluito in AGRIS Sardegna (l’Agenzia per la ricerca in agricoltura della Sardegna). La particolare qualità dei vini della Sardegna è conosciuta da tempo notevole.

Colli del Limbara IGT

Vino a Indicazione Geografica Tipica - Approvato con D.M. 12.10.1995, G.U. 259 del 6.11.1995 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Colli del Limbara I.G.T.


1. Tipologie e Uve del Vino IGT Colli del Limbara

 

  • Colli del Limbara Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco dal colore variabile dal bianco carta al giallo ambrato, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.

  • Colli del Limbara Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal bianco carta al giallo, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.

  • Colli del Limbara Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso dal colore variabile da rosso rubino tenue a rosso granato, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.

  • Colli del Limbara Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso Novello dal colore variabile da rosso con riflessi violacei a rosso rubino, odore caratteristico e sapore dal secco all’abboccato.

  • Colli del Limbara Rosso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal rosso rubino tenue al rosso rubino, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.

  • Colli del Limbara Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosato dal colore variabile dal rosa pallido al rosa carico, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.

  • Colli del Limbara Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosato Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal rosa al cerasuolo, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino IGT Colli del Limbara

L'area geografica vocata alla produzione del Vino IGT Colli del Limbara è situata all’estremità nord orientale della Sardegna, che coincide in larga parte con la regione granitica della Gallura, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino IGT Colli del Limbara è localizzata in:

  • provincia di Olbia-Tempio e comprende il territorio dei comuni di Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Berchidda, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Monti, Olbia, Oschiri, Padru, Palau, Sant'Antonio di Gallura, Santa Teresa di Gallura, Telti, Tempio Pausania, Trinità d'Agultu, Budoni e San Teodoro.
  • provincia di Sassari e comprende il territorio del comune di Viddalba.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino IGT Colli del Limbara

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino IGT Colli del Limbara prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino IGT Colli del Limbara non dovrà essere superiore al 80% e al 75% per la tipologia di Vino Rosato.

4. Produttori di Vino IGT Colli del Limbara

Con l’utilizzo della IGT Colli del Limbara i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino IGT Colli del Limbara

Pecorino sardo, zuppa di pesce, primi piatti regionali e pesci grigliati.


6. Storia e Letteratura del Vino IGT Colli del Limbara

La coltivazione della vite e i processi di addomesticamento e trasformazione della “Vitis vinifera silvestris", hanno fatto parte della vita dei territori Galluresi dalla prima Età del Ferro fino ai giorni nostri. Le testimonianze si possono constatare per tutti i diversi periodi storici che hanno caratterizzato le aree ricadenti all’interno dell’IGP Colli del Limbara. Presso il Nuraghe “Li Prisciona”, in agro di Arzachena, sono stati ritrovati vari contenitori “da vino” che si sono modificati e evoluti in forme tipiche: “brocche askoidi” e piccoli “askos” in ceramica di squisita fattura.

Altri reperti risalenti al periodo punico e successivamente romano, sono stati rinvenuti a Olbia sia nella necropoli che presso la fattoria romana di S’Imbalconadu, recentemente riportata alla luce, dove è presente un ambiente per la trasformazione dell’uva e sono ben documentate le attrezzature per la vinificazione.

Nel periodo romano vengono introdotte nuove varietà di vite, in particolare il Moscato ed il Nasco attraverso i porti di Karalis, Tharros e Olbia.

La viticoltura si diffonde in tutta la Sardegna, come dimostrano vari toponimi, che interessano anche alcuni territori dell’IGP, in particolare Vineolae (Vignola), e si ritrovano molti sinonimi dialettali di evidente origine latina, come “su laccu” per la vasca di pigiatura e “pastinai sa bingia” nel senso di impiantare un nuovo vigneto.

Al periodo di dominazione romana segue quello bizantino. Successivamente la Sardegna viene suddivisa in quattro giudicati , uno dei quali fu quello Gallurese. Fu questo un periodo caratterizzato dalla nascita di monasteri circondati da coltivazioni e vigne. Nel corso del periodo giudicale (900 – 1400) vennero emanate le prime norme a difesa delle colture agricole e la “Carta de Logu” di Eleonora di Arborea (1392), codice legislativo che rimase in vigore sino al periodo piemontese.

Con la dominazione spagnola vengono introdotti diversi vitigni tuttora coltivati ed importanti nell’economia viticola attuale quali il Cannonau (in Gallura Cannonatu), i Bovali ed il Girò. Alla fine del 700 arriva attraverso la Corsica il Vermentino.

Altri studiosi citano il territorio Gallurese nei diversi loro lavori, il Manca dell’Arca descrive la viticoltura gallurese nel suo testo “Agricoltura della Sardegna – 1780” evidenziando le differenze qualitative tra le produzioni interne collinari e quelle litoranee, mentre il Casalis nel 1833, sempre parlando della Gallura descrive superficie vitate e produzioni evidenziando le quantità tali da giustificare il commercio verso le aree esterne: ”Fiorente era il commercio dei vini: i lusinchi viaggiano a vendere i loro vini, e ne vendono pure i nuchesi e calangianesi”. Evidenzia inoltre, trattando dei singoli paesi, la qualità eccezionale di alcune zone.

Barbagia IGT

Vino a Indicazione Geografica Tipica - Approvato con D.M. 12.10.1995, G.U. 259 del 6.11.1995 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Barbagia I.G.T.


1. Tipologie e Uve del Vino IGT Barbagia

 

  • Barbagia Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco dal colore variabile dal bianco carta al giallo ambrato, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.

  • Barbagia Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal bianco carta al giallo, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.

  • Barbagia Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso dal colore variabile da rosso rubino tenue a rosso granato, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.

  • Barbagia Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso Novello dal colore variabile da rosso con riflessi violacei a rosso rubino, odore caratteristico e sapore dal secco all’abboccato.

  • Barbagia Rosso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosso Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal rosso rubino tenue al rosso rubino, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.

  • Barbagia Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosato dal colore variabile dal rosa pallido al rosa carico, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce.

  • Barbagia Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosato Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore variabile dal rosa pallido al rosa carico, odore caratteristico e sapore dal secco al dolce, frizzante.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino IGT Barbagia

L'area geografica vocata alla produzione del Vino IGT Barbagia si estende dal massiccio del Gennargentu alla Gallura, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino IGT Barbagia è localizzata in:

  • provincia di Nuoro e comprende il territorio dei comuni di Fonni, Gavoi, Lodine, Mamoiada, Nuoro, Oliena, Ollolai, Olzai, Oniferi, Orani, Orgosolo, Orotelli, Orune, Ottana e Sarule.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino IGT Barbagia

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino IGT Barbagia prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino IGT Barbagia non dovrà essere superiore al 80% e al 75% per la tipologia di Vino Rosato.

4. Produttori di Vino IGT Barbagia

Con l’utilizzo della IGT Barbagia i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino IGT Barbagia

Pecorino sardo, zuppa di pesce, primi piatti regionali e pesci grigliati.


6. Storia e Letteratura del Vino IGT Barbagia

Le origini della coltivazione della vite e della vinificazione in Barbagia si arricchiscono di nuove conoscenze alla luce delle ultimissime importanti scoperte nei diversi ambiti della genetica, botanica, storia ed archeologia viticolo-enologica (Mario Sanges: Soprintendenza ai Beni Archeologici per le Province di Sassari e Nuoro e Gianni Lovicu- Agris Sardegna). Infatti, recenti e fortunate campagne di scavi condotte in alcuni siti archeologici, tra cui quello di “Duos Nuraghes” (Borore, a circa 50 km ad ovest di Nuoro), hanno portato alla luce vinaccioli carbonizzati risalenti al 1.300 a.C. che testimoniano la presenza di una affermata cultura enoica in Sardegna anteriore all’ingresso dei Fenici (1.000 a.C), ai quali si faceva derivare l’introduzione delle primi viti domestiche nell’isola.

Inoltre sono stati ritrovati vari contenitori “da vino” che caratterizzano il repertorio vascolare estremamente ricco ed originale, con le tipiche “brocche askoidi” e piccoli “askos” in ferro, bronzo e ceramica di squisita fattura: ad esempio Sa sedda 'e sos carros (Oliena), ecc. Un altro ritrovamento nel territorio di Oliena, in località “Sa idda ‘e su medde” (il paese del miele), è il piccolo bronzo raffigurante Aristeo, col corpo totalmente ricoperto di api al quale la storia mitologica si deve l’introduzione in Sardegna della coltivazione della vite,dell’ulivo e l’allevamento delle api. Altri reperti risalenti al periodo romano, testimoniano la permanenza della viticoltura ed enologia nei secoli successivi.

Successivo a quello romano ci fu un periodo caratterizzato dalla nascita di monasteri circondati da coltivazioni e vigne. Nel corso del periodo giudicale (900 – 1400) vennero emanate le prime norme a difesa delle colture agricole, come la “Carta de Logu” promulgata dalla giudicessa Eleonora d’Arborea, un codice legislativo emanato nel XIV secolo che rimase in vigore sino al periodo piemontese.

Vari toponimi, che interessano anche alcuni territori dell’IGP, si ritrovano molti sinonimi dialettali di evidente origine latina, come “su laccu” per la vasca di pigiatura e “pastinai sa bingia” nel senso di impiantare un nuovo vigneto. Un capitolo a parte meritano gli studi di biologia molecolare che hanno permesso di stabilire i rapporti genetici di parentela tra la vite domestica (Vitis vinifera L. ssp. sativa) e la sua progenitrice vite selvatica (Vitis vinifera L. ssp. sylvestris), diffusa ancora oggi lungo i corsi d’acqua.

Tratti genetici condivisi (alleli microsatelliti) tra la vite selvatica ed alcune cultivar locali (il Muristellu molto diffuso nel Nuorese) suggeriscono un legame di parentela tra le due sottospecie e supportano l’ipotesi di un centro secondario di domesticazione in Sardegna.

L’uso della vite selvatica da parte dei Sardi ci viene confermato dalla Carta de Logu in cui vi sono disposizioni anche contro il commercio dell’uva selvatica. Venditore ed acquirente potevano avere seri problemi: pena pecuniaria e reclusione “a voluntadi nostra”, cioè del re.

Qualche secolo più tardi, il BACCI, nel 1596, scrive dell’abitudine dei sardi a produrre vino dalla vite selvatica. Gli storici narrano che il “la Sardegna centrale potrebbe a taluno parere una regione, dove la vite fosse indigena; così essa è sparsa per tutto e con tanta prosperità vegeta porgendo in suo tempo questa spurra, …, grappoli di acini variocolorati e deliziosi.

Essa trovasi in tutte le parti arrampicata alle altre piante, e principalmente sulle amenissime sponde de’ rivi.” Episodi di domesticazione di vite selvatica da parte di viticultori sono stati individuati dal CRAS (il Centro Regionale Agrario Sperimentale della Regione Sardegna) ora confluito in AGRIS Sardegna (l’Agenzia per la ricerca in agricoltura della Sardegna), oltre che nello stesso Sulcis, anche in Barbagia e in Baronia.

La particolare qualità dei vini della Sardegna centro-orientale è conosciuta da tempo notevole. Quello che probabilmente non è conosciuto a tutti è che già dalla fine dell’800 queste particolarità erano state rilevate su basi scientifiche. Il Cettolini, infatti, rileva sia l’elevata densità di impianto per ettaro (7000-7600 ceppi ettaro, che sono le densità ancora presenti nei vigneti più vecchi e capaci di produrre grandissima qualità) seguita da una ridotta carica di gemme, sia – per usare le sue parole –“ un fatto importante che venne già altra volta segnalato per le uve del Nuorese si è quella della elevata proporzionalità acidimetria che accompagna le uve coltivate in posizioni alte”.

In un'altra opera, il Cettolini afferma che “la base della viticoltura nuorese è costituita quasi dalle stesse viti della provincia di Cagliari, ma come è naturale il glucosio in generale diminuisce e l’acidità aumenta”. Inoltre“ i vini del Nuorese possono avere una notevole alcolicità unita ad un elevato grado acidimetrico il che costituisce la possibilità di avere vini che coll’invecchiamento diventano molto profumati.”

E a proposito delle uve provenienti da questi areali, lo stesso Cettolini evidenziava che “ è il quantitativo di acidità dovuto a quel complesso di composti organici a base acida che la vite elabora, e che passano dal mosto al vino, ravvivandone il colore, fissandone il sapore e presiedendo, formandone parte, allo sviluppo del profumo”.

La tecnica di coltivazione è quella tradizionale della Sardegna; i vigneti vengono perlopiù allevati ad alberello (si tratta di una delle zone della Regione in cui più si è conservata tale forma di allevamento) o impostati a controspalliera e potati a guyot o cordone speronato. Si cerca di mantenere l’equilibrio vegeto-produttivo della pianta contenendone lo sviluppo garantendo produzioni di particolare pregio qualitativo.

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