Il territorio è incuneato fra due province di diverse regioni con una ricca tradizione enologica. E i vini non possono che riflettere queste condizioni di passaggio: da un lato con un Lambrusco Mantovano Doc e tre Igt che annunciano l’Emilia, dall’altro con vini che segnano la transizione fra Brescia e Verona: la Doc Garda Colli Mantovani e la Igt Alto Mincio. La storia e la tradizione hanno lasciato impronte profonde in questo territorio. La leggendaria indovina Manto, il poeta latino Virgilio, i mecenate Gonzaga, con la ricca corte di artisti rinascimentali e un santo fra loro, danno lustro al capoluogo, Mantova.
Il piccolo centro di Governolo, alla confluenza del Mincio nel Po, è ricordato, invece per il miracolo di un altro santo, papa Leone Magno, che osò sfidare il “flagello di Dio”, Attila, fermando le sue orde. All’alba del basso Medioevo, inoltre, il paesaggio e la storia dell’Oltrepò mantovano vennero trasformati dalla fondazione di un monastero benedettino donato al papa da Matilde di Canossa e affidato all’Abbazia di Cluny. Bonifiche, canalizzazioni, opere agrarie avrebbero cambiato volto alle paludi e agli acquitrini che accompagnavano l’antico corso del Po e di un suo braccio ora scomparso, il Lirone, e fatto diventare questa terra un crocevia dell’Europa. Resta, a testimone, l’attraente imponenza dell’abbazia di Polirone, a S.Benedetto Po, rifatta, nel XVI secolo, da Giulio Romano.