Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.M. 17.04.2002, G.U. 111 del 14.05.2002 - Approvato DOCG con D.M. 28.04.2009, G.U. 114 del 19.05.2009
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte con D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Scanzo (o Moscato di Scanzo) D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita “Scanzo” o “Moscato di Scanzo” è riservata al vino che risponde alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione.
- Scanzo o Moscato di Scanzo
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Moscato di Scanzo
- Moscato di Scanzo (Vino Rosso Moscato)
- Versioni: Dolce
- => 100% Vitigno Moscato di Scanzo
- => 17% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Moscato dal colore rosso rubino più o meno intenso che può tendere al cerasuolo con riflessi granati, odore delicato, intenso, persistente, caratteristico e sapore dolce, gradevole, armonico, con leggero retrogusto di mandorla.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Moscato di Scanzo
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Moscato di Scanzo si estende lungo i pendii dei colli bergamaschi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Moscato di Scanzo è localizzata in:
- provincia di Bergamo e comprende il territorio del comune di Scanzorosciate.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Moscato di Scanzo
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Moscato di Scanzo prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino è del 30%.
- Le pratiche di elaborazione prevedono l’appassimento delle uve dopo la raccolta in locali idonei (anche termo-idrocondizionati anche con ventilazione forzata), fino a raggiungere un tenore zuccherino di almeno 280 g/l.
- Il vino ottenuto è sottoposto ad un periodo minimo di invecchiamento di due anni.
4. Produttori di Vino DOCG Moscato di Scanzo
Con l’utilizzo della DOCG Moscato di Scanzo i Produttori Vinicoli Lombardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Moscato di Scanzo
Vino da dessert, ottimo con pasticceria secca e cioccolato fondente.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Moscato di Scanzo
Le origini del Moscato Rosso Scanzese, si perdono nella notte dei tempi, tanto, per tradizione, da farli risalire all’epoca Atestina. Questa tradizione è confermata da diverse prove storiche, toponomastiche. La prima di queste è il toponimo stesso di Rosate, trasformatosi in Rosciate nella prima metà del 1800. Rosate è composto da due toponimi Ros e Ate. Il primo, Ros, in lingua greca ha il significato di mazzo di uva, parola ancora comunemente usata nella lingua locale bergamasca, con lo stesso significato. Il secondo toponimo, ate, è un termine celtico, dal significato di villaggio. I Celti giunti al greco Ros venne indicato come villaggio esistente al loro arrivo con l’aggiunta di ate. In quel villaggio si coltivava un vite che dava un' uva, con sapori particolarmente aromatici, dalla quale si ricavava un vino con sapori spiccatamente medio orientali.
Dai greci ai Celti ed infine i Romani, ai quali si fa risalire la fondazione di Scanzo, risultato della trasformazione di un castro romano, da luogo militare in residenza civile. Fu la famiglia dei centurioni Scantii, a dare il nome al nuovo villaggio. Da quel momento il Moscatello rosso di Rosciate, assume il nome di Moscato di Scanzo, i Romani, nuovi dominatori, prevalsero sui greci rosciatesi. Si ritorna a parlare delle viti scanzesi all’epoca delle invasioni barbariche, ove Alarico, che diede il suo nome al colle sulla cui sommità è posto l’antico Castelletto dei Bignami, feudatari dei Visconti di Milano, pose il suo quartier generale, dal quale diresse l’assedio di Bergamo.
La vite è pure oggetto del testamento di Alberico da Rosciate (8 giugno 1347). Ricompare come vino all’epoca delle lotte fra le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini.