Varietà: 035 BONARDA - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970
Il vitigno Bonarda, a bacca nera, viene coltivato nelle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte.
Antico vitigno piemontese ricco di sinonimie e di false omonimie delle quali la più frequente è quella di Croatina. Il nome Bonarda venne utilizzato per la prima volta, nel 1799 dal Conte Nuvolone per indicare un vitigno delle colline torinesi. Successivamente l'Acerbi (1825) lo descive tra i vitigni dell'Alessandrino. Il Di Rovasenda (1877) ne fa una precisa descrizione distinguendola dalle false Bonarde. In sud America (Brasile, Argentina) è coltivata diffusamente un vitigno chamato Bonarda che per alcuni Autori è la Charbono della Califonia. L'etimologia del nome sembra derivi dall'aggettivo "buono".
- Caratteristiche del vitigno
- Foglia: media, cuneiforme-pentagonale, più larga che lunga, qualche volta senza lobi, oppure tri o pentalobata.
- Grappolo: medio-grande o grande, leggermente spargolo, con due o tre ali.
- Acino: medio-piccolo, ellissoidale
- Buccia: pruinosa, di colore blu-nero.
- Denominazioni vinificate in Lombardia
-
Vini prodotti (in tutto o in parte) con Uve Bonarda
-
Caratteristiche sensoriali del vino
- Il vino ottenuto dal vitigno Bonarda è rosso intenso con riflessi violacei. Il suo profumo è fresco e vinoso, poco tannico, morbido, equilibrato, non molto strutturato ma di buona persistenza.