Assovini
Varietà: 177 ORTRUGO - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 - Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970
Il vitigno Ortrugo, a bacca bianca, viene coltivato nella regione Emilia-Romagna.
L'Ortrugo è un vitigno originario del territorio piacentino, descritto per la prima volta agli inizi dell'Ottocento, quando il Bramieri la cita usando il termine Altruga; in seguito compare nel bollettino ampelografico del Ministero dell'Agricoltura del 1881, dove stava a significare ''altra uva'' rispetto a quelle più importanti con le quali era assemblata.
L'odierna dizione Ortrugo è utilizzata per la prima volta da Toni (1927), che lo annovera tra i principali vitigni bianchi da vino della provincia di Piacenza. Molon (1909) gli riconosce similitudine con il vitigno chiamato Ortrugo de Rovescala dei dintorni di Stradella, nell'oltrepò Pavese.
E' coltivato quasi esclusivamente nel territorio della provincia di Piacenza. Contemplato come tipologia in purezza della Doc Colli Piacentini. Ha una discreta diffusione nell'Oltrepò Pavese, nei comuni ai confini con l'Emilia.
- Caratteristiche del vitigno
- Foglia: grande, leggermente reniforme, trilobata o, più raramente, pentalobata.
- Grappolo: grande, cilindrico-conico, molto compatto e spesso con un'ala.
- Acino: medio, sferoidale con
- Buccia: pruinosa, consistente e molto resistente, con l'epidermide giallo-verdastra leggermente punteggiata.
- Denominazioni vinificate In Emilia Romagna
- Caratteristiche sensoriali del vino
- Dal vitigno Ortrugo, vinificato nelle tipologie spumante, frizzante, si ottiene un vino più immediato e brioso, spesso esaltato da profumi fragranti, di corpo leggero e con acidità sostenuta. Nella tipologia secco, tradizionalmente prodotto in acciaio, si ottiene un vino più strutturato e alcolico, dal sapore asciutto, fresco e sapido e di buona aromaticità.
Varietà: 162 NEGRETTO - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 - Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970
Il vitigno Negretto, a bacca nera, viene coltivato nella regione Emilia-Romagna.
Il Negretto è uno tra i vitigni autoctoni meno conosciuti dell'Emilia-Romagna, l’unica regione italiana dove viene coltivato. Il suo nome, ed altri di questo genere, nel passato indicavano i vitigni che avevano una bacca particolarmente scura.
Nel periodo della ricostruzione post-fillosserica il Negretto fu molto utilizzato per la sua rusticità e in particolare per la sua tolleranza nei confronti delle malattie. Questo vitigno non era però particolarmente indicato per la vinificazione in purezza, e veniva utilizzato come vino da taglio per la sua ricchezza in colore. Negli ultimi anni quasi tutti i vecchi vigneti di questa varietà erano scomparsi, e solo grazie agli sforzi di pochi viticoltori appassionati ne sono stati salvati alcuni biotipi interessanti.
- Caratteristiche del vitigno
- Foglia: media, pentagonale, pentalobata.
- Grappolo: medio, cilindrico-conico, alato, compatto.
- Acino: medio, sferico
- Buccia: pruinosa, mediamente spessa e tenera, di colore nero-viola.
- Denominazioni vinificate in Emilia Romagna
- Caratteristiche sensoriali del vino
- Il vitigno Negretto dà un vino di colore rosso amaranto intenso con toni violacei. Il suo profumo è fresco e vinoso, con sentori di piccoli frutti rossi. In bocca è amabile, vivace, fruttato, leggermente tannico e piacevolmente acidulo, debole di corpo e leggero d’alcol.
Varietà: 158 MULLER THURGAU - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 - Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970
Il vitigno Müller-Thurgau, a bacca bianca, viene coltivato nelle seguenti regioni Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto.
Il Müller-Thurgau è un vitigno creato nel 1882 dal professor Hermann Müller, un ricercatore svizzero del Cantone di Turgovia - in tedesco Thurgau -, per mezzo dell’impollinazione floreale, ovvero mettendo a contatto il polline di un vitigno “padre” con il fiore di un vitigno “madre”.
La coltivazione in Italia del Müller-Thurgau si è sviluppata nel 1939 ed è particolarmente concentrata in Trentino Alto Adige, ancora oggi la regione eletta del vitigno. Solo negli ultimi anni si è estesa in altri terroir collinari e di montagna di altre regioni italiane.
- Caratteristiche del vitigno
- Foglia: media, pentagonale e pentalobata, a volte trilobata.
- Grappolo: piccolo, cilindrico-piramidale, mediamente compatto e con ala molto sviluppata.
- Acino: medio, ellissoidale
- Buccia: sottile e ricca di pruina, di colore giallo verdognolo.
- Denominazioni vinificate in Basilicata
- Caratteristiche sensoriali del vino
- Dal vitigno Müller-Thurgau si ottiene un vino di colore giallo paglierino con sfumature verdi. Il profumo intenso, fine e fruttato, con riconoscimenti di mela verde ed erbe aromatiche, leggeri ricordi vegetali e minerali. Il gusto esprime buon equilibrio fra freschezza e morbidezza, discreta struttura e piacevole persistanza aromatica.
Varietà: 157 MOSTOSA - Data di ammissione al Registro: 22/03/1971 - Gazzetta ufficiale: G.U.98 - 24/04/1971
Il vitigno Mostosa, a bacca bianca, viene coltivato nelle regioni Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Umbria.
Il Mostosa è un vitigno di origini ignote, tipico delle regioni adriatiche, che vanno dalla Romagna alla Puglia. E' un vitigno che sta passando in secondo piano per via della sua vigorosità e poca struttura che contrastano con la tendenza attuale a produrre vini qualitativamente evoluti e con aromi e struttura più importanti.
- Caratteristiche del vitigno
- Foglia: medio-grande, cuneiforme, pentalobata.
- Grappolo: grande, di forma piramidale o conica, piuttosto tozzo, a volte provvisto di un'ala, mediamente compatto.
- Acino: grosso, sferoidale
- Buccia: pruinosa, di colore giallo verdognolo con tendenza all'ambrato a piena maturazione.
- Denominazioni vinificate in Emilia Romagna
- Caratteristiche sensoriali del vino
- Dal vitigno Mostosa vinificato in purezza si ottiene un vino dal colore giallo paglierino, secco, fresco, da bere giovane.