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Pomodorino del piennolo del vesuvio DOP AVVISO: IL NUOVO DISPOSITIVO DEI CONTROLLI E RELATIVA DOCUMENTAZIONE SARA' PUBBLICATO AD AVVENUTA APPROVAZIONE DA PARTE DEL MIPAAFT D.O.P. registrata con Reg. (UE) n. 1238 del 12/11/2009 pubblicato su G.U.C.E. n. 332 serie L del 17/12/2009 Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio è ottenuto dal frutto degli ecotipi di pomodorini della specie Lycopersicon esculentum Mill. La zona di produzione ricade nei Comuni che insistono nell’area del Vesuvio. La raccolta dei pomodorini deve essere eseguita a mano, nel periodo compreso tra il 20 giugno e il 31 agosto, la produzione unitaria massima è fissata in 16 tonnellate per ettaro. Il prodotto può essere venduto: fresco, allo stato di bacche o di grappoli posti alla rinfusa in idonei contenitori; oppure può essere conservato con la caratteristica struttura a “piennolo”, sistemando i grappoli raccolti su un filo di fibra vegetale, legato a cerchio, così da comporre un unico grande grappolo, dal peso, a termine conservazione, compreso fra kg 1 e 5. I “piennoli”, così ottenuti, vanno tenuti sospesi da terra mediante ganci o su idonei supporti, in luogo asciutto e ventilato.

Pecorino delle Balze Volterrane DOP D.O.P. registrata con Reg. (UE) n. 217/2015 del 17 febbraio 2015 pubblicato in G.U.C.E. n. 47/9 serie L del 20/02/2015 Il Pecorino delle Balze Volterrane DOP è prodotto nei comuni di Volterra, Pomarance, Montecatini, Val di Cecina, Castelnuovo Val di Cecina, Monteverdi, ubicati in provincia di Pisa. È un formaggio prodotto esclusivamente con caglio vegetale e latte ovino crudo intero rispondente a seconda del periodo di stagionatura, a quattro tipologie: “fresco”, “semistagionato”, “stagionato”,” da asserbo”. Per i prodotti con una stagionatura superiore ai 30 giorni, parte del processo di stagionatura può avvenire in grotte di tufo, o fosse in argilla presenti nei comuni sopra citati. Al consumo il prodotto si presenta di forma cilindrica a facce piane con scalzo dritto o leggermente convesso, la pasta varia dal bianco al paglierino più o meno intenso in base al periodo di stagionatura, il profumo ricorda il latte ed il cardo selvatico, con sentori di erbe aromatiche e fiori, il sapore risulta al primo assaggio dolce con sentori di latte e floreali con finale piccante caratteristica che varia a seconda del periodo di stagionatura.

Pecorino del Monte Poro DOP Dop registrata con Reg. (UE) n. 2020/974 della Commissione del 06/07/2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea serie L 215 del 07/07/2020 Il Pecorino del Monte Poro DOP è un formaggio prodotto con latte di pecora crudo e intero. La zona di allevamento, di produzione e di stagionatura del Pecorino del Monte Poro è rappresentata esclusivamente dai seguenti comuni della provincia di Vibo Valentia tutti appartenenti al comprensorio del Monte Poro: Joppolo, Spilinga, Zungri, Rombiolo, Nicotera, Limbadi, Zaccanapoli, Drapia, Filandari, Briatico, Ricadi, Maierato, Mileto, San Calogero, Parghelia, Pizzo Calabro, Stefanaconi, Filogaso, Tropea, San Costantino Calabro, San Gregorio d’Ippona, Sant’Onofrio, Vibo Valentia, Zambrone, Cessaniti, Ionadi, Francica Ha una forma rotonda con facce piane, la struttura della pasta è compatta con eventuale leggera occhiatura ed il colore varia dal bianco al paglierino più o meno intenso a seconda del periodo di stagionatura. Il sapore è fragrante, pastoso con aromi di fiori selvatici, di macchia mediterranea, di fieno e con un retrogusto lievemente nocciolato Il Pecorino del Monte Poro Dop può essere commercializzato fresco, semistagionato e stagionato

Pancetta di Calabria DOP D.O.P. registrata con Reg. Ce n. 134/98; successiva modifica approvata con Regolamento di esecuzione (UE) della Commissione del 23/07/15, pubblicato in GUUE L 198/14 del 28/07/15 La zona di produzione della “Pancetta di Calabria” ricade nell’intero territorio della Regione Calabria I suini devono essere nati e allevati in Calabria e devono presentare le caratterisitiche proprie del suino pesante italiano impiegando razze tradizionali di taglia grande quali la Apulo-Calabrese, la Large White e la Landrace Italiana. La “Pancetta di Calabria” è ricavata dalla parte antomica specifica dei suini (sottocostato inferiore). Viene sottoposta a salatura, per un periodo da quattro a quattoridici giorni. Successivamente la pancetta viene lavata con acqua e bagnata con aceto di vino. La parte superficiale può essere ricoperta con polvere di peperoncino e/o con gli altri ingredienti ammessi dal disciplinare. Segue quindi un periodo di stagionatura per non meno di trenta giorni. La “Pancetta di Calabria”, all’atto dell’immissione al consumo presenta le seguenti caratteristiche: forma rettangolare con uno spessore variabile tra 3 e 5 cm. Colore della parte esterna rosso, marcato dalla presenza di polvere di peperoncino. Aspetto al tsaglio roseo, con striature sottili alternate di magro e di grasso. Il profumo è intenso naturale. Buona la sapidità. La “Pancetta di Calabria” può essere immessa al consumo in pezzi singoli, ovvero confezionata sottovuoto o in atmosfera protettiva, intera, in tranci, affettato o cubettatata.

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