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SAN TORPE' DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 08.07.1980, G.U. 300 del 31.10.1980
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014  

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino San Torpè D.O.C.

La denominazione di origine controllata “San Torpe'” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco
  2. Rosato
  3. Vin Santo (anche con menzione Riserva)
  4. Chardonnay
  5. Sauvignon
  6. Trebbiano
  7. Vermentino

1. Tipologie e Uve del Vino DOC San Torpè

 

  • San Torpè Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore vinoso, vivace, caratteristico e sapore secco, delicato, armonico.

  • San Torpè Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore vinoso, vivace, caratteristico e sapore secco, delicato, armonico.

  • San Torpè Chardonnay (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Chardonnay
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore ampio, caratteristico e sapore asciutto, armonico.

  • San Torpè Sauvignon (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore ampio, caratteristico e sapore asciutto, armonico.

  • San Torpè Trebbiano (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore asciutto, fine, caratteristico e sapore secco, delicato, armonico.

  • San Torpè Vermentino (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Vermentino
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore ampio, fruttato e sapore asciutto, armonico.

  • San Torpè Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • =< 100% Vitigni Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo dorato all’ambrato intenso, odore etereo, intenso, aromatico, caratteristico e sapore da secco a dolce, caldo, armonico vellutato con retrogusto caratteristico e più pronunciata rotondità per il tipo amabile.

  • San Torpè Vin Santo Riserva (Vino Bianco Vin Santo Invecchiato)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • =< 100% Vitigni Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vin Santo Invecchiato dal colore variabile dal giallo dorato all’ambrato intenso, odore etereo, intenso, aromatico, caratteristico e sapore da secco a dolce, caldo, armonico vellutato con retrogusto caratteristico e più pronunciata rotondità per il tipo amabile.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC San Torpè

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC San Torpè si estende sulle colline della Toscana nord-occidenatale, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC San Torpè è localizzata in:

  • provincia di Pisa e comprende il territorio dei comuni di Casciana Terme, Capannoli, Chianni, Crespina, Lari, Palaia, Ponsacco e Terricciola, nonché parte del territorio dei Comuni di Cascina, Fauglia, Lajatico, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Peccioli Pontedera, Santa Luce e S. Miniato.
  • provincia di Livorno e comprende il territorio del comune di Collesalvetti.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC San Torpè

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC San Torpè prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC San Torpè non dovrà essere superiore al 70% e al 35% per le tipologine di Vin Santo; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC San Torpè Vin Santo devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26%.
  • Il vino DOC San Torpè Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 48 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° novebre del quarto anno successivo alla vendemmia.
  • Nella designazione dei Vini DOC San Torpè può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC San Torpè è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC San Torpè

Con l’utilizzo della DOC San Torpè i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC San Torpè

Cucina di mare, in particolare a molluschi, crostacei, anguille, torta di acciughe, biscottini di Prato, i brigidini e il castagnaccio.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC San Torpè

E' nella pubblicazione "Viticoltura e enologia" di Pollacci del 1883 che vengono indicati, come ideatori e fautori dell'esportazione del vino in Toscana, in tutta Italia e all'estero il Barone Ricasoli e il Toscanelli, coadiuvati dai negozianti Gianfanelli di Livorno, Fratelli Conti e Carlo Mantelli di Firenze e Luigi Laborel Merini di Firenze.

A seguito della creazione di un primo modello di mercato estero e non, nasce l'esigenza di far conoscere i propri prodotti nella terra d'origine. Si ricava così dagli Atti del Comizio Agrario di Pisa, tenutosi nel 1884, la decisione di nominare un rappresentate di ogni Comune della Provincia di Pisa assieme ai Comitati agrari locali, su esortazione del Prefetto di Pisa, al fine di organizzare nel 1885 la prima fiera di Vini e Oli pisani.

E' del 1891 l'Albo dei viticoltori e negozianti della Regione Toscana. Ciò a dimostrare quanto già fosse sviluppata l'attività enologica in provincia di Pisa, a proposito della quale il dottor Sirio Martini, nel libro " I Pregiudizi nella coltivazione della vite in Toscana" del 1897, scrive: "(...) una delle cause principali dell'inferiorità dei nostri vini è quella di non saper troppo bene adattare il vitigno alle varie condizioni. Anche il mercato ha le sue esigenze e deve sempre riconoscersi come il grande regolatore della produzione".

"La Toscana vinicola e olearia" diretta dal Cav. Ranieri Pini, del agosto 1899, dove si scrive a proposito delle campagne toscane, specificatamente su Faglia: " Il prezzo del vino va sensibilmente elevandosi sia perché le buone qualità vanno ogni giorno restringendosi in poche cantine sia per la scarsa promessa del raccolto. I vini bassi si vendono dalle 18 alle 24 lire al quintale, quelli di prima qualità dalle 28 alle 35.

A seguire gli Atti della Riunione dei Viticoltori Toscani, tenutasi a Pistoia dal 20 al 23 settembre 1899. Relatore il Professor Vannuccio Vannuccini, direttore dell'Istituto agrario di Arezzo. Intervento: " I vitigni toscani più raccomandabili". " Fra i vitigni ad uva nera, il posto d'onore va al San Giovato dolce e grasso.

Sono sinonimi del primo il Prugnolo, il Morellino... del secondo il Chiantino, il Prugnolino. Il San Giovato da una produzione media ma costante. Poi il Canaiolo nero. Fra le uve bianche la Malvasia al posto d'onore perché produce vino delicato e aromatico e perché insieme al Canaiolo e al San Gioveto compone il vero tipo del vino chianti. Poi il Trebbiano che può benissimo sostituire la Malavasia. Altri ottimi vitigni bianchi sono il Bottaio, il Greco, la Verdea e la Colombana..

Fra i vitigni più raccomandabili sono: A) zona insulare e litoranea: anzonica, biancone, san giovato. B) zona continentale: in collina; san giovato, Lanaiolo nero, colorino, trebbiano, malvasia, canaiolo bianco. Zona monti; san giovato dolce, morellino, trebbiano.". Da questo intervento e consultando le riviste e i testi di enologia dell'epoca emerge che i tipi di vitigni coltivati non erano secondo ispirazione o selezione privata, ma secondo gli indirizzi degli enti comuni, che sostenevano il coltivatore e produttore nelle difficoltà che avrebbe incontrato sia dal punto di vista agricolo che commerciale. Da qui anche la nascita preponderante dei consorzi e delle cattedre ambulanti di agricoltura.

Il 1° ottobre sempre del 1899 si tiene la riunione dei viticoltori della Provincia di Pisa allo scopo di far votare al governo provvedimenti più utili e opportuni contro la fillossera della provincia stessa. Dagli atti: " (...) il Dottor Tabler tendente a nominare una commissione che con i rappresentati degli enti agrari della provincia possa con calma e competenza suggerire provvedimenti più indicati per la difesa della viticoltura locale.

Tale proposta viene respinta e si appoggia l'ordine del giorno dell'Avv. Marconi di lari che invoca l'abbandono completo del sistema distruttivo dell'intera provincia e fa voti che l'iniziativa privata sia coadiuvata dal governo e dagli Enti per promuovere l'impianto di vivai comunali di viti americane". A proposito della fillossera è da ricordare senza indugio il Consorzio Antifilloserico guidato da Gambini dott. Oreste, Cioni Fortuna avv. Guido, Venerasi- Pesciolini conte G.B., Ferrini Giuseppe e Fossetti avv. Italo.

Sul bollettino si legge : " (...) il vino toscano ha ormai acquistato una fama mondiale, ma il commercio di esso è disorganizzato e privo di tutela. Si uniscano i viticoltori della Provincia di Pisa e i componenti del Consorzio Antifillosera alla Società Viticoltori di Firenze".

Siamo nel 1923, quando Ottavio Ottavi in " Enologia teorico-pratica" parla dell'andamento commerciale facendone una sintesi: " La Toscana esporta i suoi vini in tutte le regioni italiane e all'estero. Le spedizioni avvengono specialmente dalle province di Siena, Firenze, Arezzo, Pisa e da parte di quella di Lucca per i vini rossi. L'esportazione dei vini in bottiglia all'estero (Germania, Francia, Svizzera, Malta, Egitto, Montenegro, Turchia Europea, Argentina) ha avuto un aumento considerevole fino al principio della guerra mondiale".

Le caratteristiche di finezza del vino toscano vengono in buona parte dai vitigni fra i quali dominano il San Giovese, il Canaiolo e il Trebbiano". Andando avanti quasi di dieci anni per arrivare al 1935, si deve considerare la rivista Il processo Agricolo" in cui troviamo che durante il II0 Congresso Barmans, Maitres d'Hotel e Chefs di cucina per la conoscenza e la valorizzazione dei vini italiani, tenuto nel 1933, in Toscana si lamentò la mancanza di pubblicazioni rivolte a una migliore conoscenza dei vini italiani.

Fu così che la casa vinicola Barone Ricasoli si assunse l'onere di realizzare un'iniziativa di tal genere. Vennero pubblicati: "I vini e gli alberghi" di Arturo Marescalchi, "I caratteri di un vino genuino" di Giuseppe De Astis, "Dove si trovano i miglior vini italiani" di Giovanni Dal masso.

Sempre nel 1935, nei vivai del Consorzio Provinciale per la viticoltura di Pisa, si attuano iniziative, come le definisce la stampa di allora " per cultura della vite in campo educativo, morale e commerciale, attraverso corsi per educare maestranze specializzate nelle pratiche vinicole,specialmente nell'innesto; studio dei vitigni americani che meglio si adattano ai vari terreni della Provincia per la ricostituzione viticola".

I quattro vivai del Consorzio furono organizzati con l'approvazione del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste. I vivai erano: - vivaio di Ospedaletto, per la produzione di materiale innestato -vivaio di San Mimato, per la produzione di Barbatelle - vivaio di Pontedera, per la produzione di materiale americano da innesto ( talee) - vivaio di Volterra, per la produzione di materiale misto.

La produzione di materiale ceduto agli agricoltori al Vivaio di Pisa, 1934-35 ammonta a: - barabatelle innestate 87.742 10 - barabatelle selvagge 19.205 - talee da impianto 51.120. Le barbatelle selvagge, vendute 15 £ al cento, erano di varie varietà. In maggioranza Riparia Gioire, Riparia Cardifolia, Riparia Rupestris. Le barbatelle innestate, vendute 40£ al cento, si componevano di San Gioveto, Trebbiano, Ciliegiolo, Lanaiolo e Malvasia. Potevano anche essere innestate con uva da tavola, Colombana, Regina, Itala, Zibibbo, Moscato di Terracina, Aurora. Le talee da impianto di varie varietà erano vendute a 4£ al cento. Il patrimonio viticolo provinciale era di circa 789.000 ettari di superfice vitata, il numero delle viti in produzione sui 75 milioni. Questo un primo sguardo sulla storia del vino in Italia, e in special modo in Toscana con riferimenti puntuali alla Provincia di Pisa.

Il Vino DOC San Torpè ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 8 luglio 1980.

SAN GIMIGNANO DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 08.08.1996, G.U. 198 del 24.08.1996
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 30.11.2011 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino San Gimignano D.O.C.

La denominazione di origine controllata “San Gimignano” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso, anche con la menzione Riserva
  2. Sangiovese, anche con la menzione Riserva
  3. Cabernet Sauvignon, anche con la menzione Riserva
  4. Merlot, anche con la menzione Riserva
  5. Syrah, anche con la menzione Riserva
  6. Pinot nero, anche con la menzione Riserva
  7. Rosato
  8. Vin Santo (o Vinosanto)
  9. Vin Santo Occhio di Pernice

1. Tipologie e Uve del Vino DOC San Gimignano

 

  • San Gimignano Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 40% Vitigni Cabernet sauvignon, Merlot, Syrah, Pinot nero da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso con note violacee, tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, delicato e sapore asciutto, armonico, di buon corpo, giustamente tannico.

  • San Gimignano Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 40% Vitigni Cabernet sauvignon, Merlot, Syrah, Pinot nero da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino più o meno intenso con note violacee, tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, delicato e sapore asciutto, armonico, di buon corpo, giustamente tannico.

  • San Gimignano Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 40% Vitigni Cabernet sauvignon, Merlot, Syrah, Pinot nero da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosa più o meno carico, brillante, odore delicato, fresco, fruttato e sapore asciutto, fresco, armonico, fruttato.

  • San Gimignano Sangiovese (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, con riflessi granati dopo lungo invecchiamento, odore vinoso, intenso ed elegante e sapore secco ed armonico.

  • San Gimignano Sangiovese Riserva  (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino più o meno intenso, con riflessi granati dopo lungo invecchiamento, odore vinoso, intenso ed elegante e sapore secco ed armonico.

  • San Gimignano Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, con riflessi granati dopo l'invecchiamento, odore intenso, caratteristico, speziato e sapore pieno ed armonico, asciutto.

  • San Gimignano Cabernet Sauvignon Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso, con riflessi granati dopo l'invecchiamento, odore intenso, caratteristico, speziato e sapore pieno ed armonico, asciutto.

  • San Gimignano Merlot (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso con sentore di piccoli frutti e sapore secco, armonico e pieno.

  • San Gimignano Merlot Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso, tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso con sentore di piccoli frutti e sapore secco, armonico e pieno.

  • San Gimignano Syrah (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Syrah
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso vermiglio, odore caratteristico, elegante, con note di frutti di bosco e sapore secco ed armonico.

  • San Gimignano Syrah Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Syrah
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso vermiglio, odore caratteristico, elegante, con note di frutti di bosco e sapore secco ed armonico.

  • San Gimignano Pinot nero (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Pinot nero
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore intenso, vinoso con possibili note di agrumi e sapore secco, pieno, caratteristico.

  • San Gimignano Pinot nero Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Pinot nero
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino, odore intenso, vinoso con possibili note di agrumi e sapore secco, pieno, caratteristico.

  • San Gimignano Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
  • => 30% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 50% Vitigno Malvasia del Chianti
  • =< 20% Vitigno Vernaccia di San Gimignano
  • =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 16,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo carico al dorato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore dal secco all'amabile, armonico, vellutato, persistente.

  • San Gimignano Vin Santo Occhio di Pernice (Vino Rosato Vin Santo)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 16,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Vin Santo dal colore variabile dal rosa intenso al rosa pallido, odore delicato, caldo, caratteristico e sapore morbido, rotondo, vellutato.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC San Gimignano

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC San Gimignano si estende sulle colline senesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC San Gimignano è localizzata in:

  • provincia di Siena e comprende il territorio del comune di San Gimignano.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC San Gimignano

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC San Gimignano prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC San Gimignano non dovrà essere superiore al 70% e al 35% per le tipologine di Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 75% e del 38%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Le tipologie "San Gimignano" vinsanto e "San Gimignano" vinsanto occhio di pernice devono essere ottenute da uve appositamente scelte e fatte appassire in locali idonei fino a raggiungere un contenuto zuccherino del 27%.
  • I vini San Gimignano Rosso, San Gimignano Sangiovese, San Gimignano Cabernet sauvignon, San Gimignano Merlot, San Gimignano Syrah e San Gimignano Pinot nero possono aver diritto alla menzione riserva se sottoposti ad invecchiamento di almeno 24 mesi di cui almeno 7 in fusti di legno.
  • Nella designazione dei Vini DOC San Gimignano può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC San Gimignano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC San Gimignano

Con l’utilizzo della DOC San Gimignano i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC San Gimignano

Zuppa di lenticchie, fagioli al fiasco, pollo arrosto.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC San Gimignano

Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito ad ottenere vini rossi a San Gimignano: infatti la presenza della viticoltura nell’area di San Gimignano risale all’epoca etrusca, di cui si hanno numerose testimionianze archeologiche. Per secoli la produzione e la vendita del vino ha rappresentato la principale attività agricola ed economica, e non solo della famosa Vernaccia di San Gimignano ma anche dei vini rossi e anzi, la produzione di vino rosso è sempre stata superiore a quella del bianco.

Tra il Medioevo e il Rinascimento le vigne di San Gimignano producevano sia vino bianco che ‘vermiglio', un rosso corposo già molto stimato. Antica anche la tradizione della produzione del vinsanto a San Gimignano: si hanno le prime testimonianze nel 1348, quando un frate francescano cercò di placare le agonie dei malati di peste con del vino dolce che prese così il nome di 'Vinsanto'.

Le fattorie di San Gimignano da sempre sono note ai commercianti di vini per la qualità ed il carattere dei vini rossi prodotti. Nel XX secolo l’impegno dei vignaiuoli e il loro spirito di ricerca hanno dato vita ad una serie di sperimentazioni che hanno portato alla stabile coltivazione sulle colline sangimignanesi di vitigni rossi internazionali quali merlot, cabernet, sirah e pinot nero oltre che ampliare le tecniche di vinificazione tradizionali con l’utilizzo di contenitori in legno di diverse capacità.

Partendo da questa realtà, nel 1996 è stato formulato un primo disciplinare di produzione con l’intento di dare visibilità e specificità ai vini rossi e al vinsanto prodotti nell’area aggiornando, quindi, le tecniche di vinificazione, e introducendo l’utilizzo di altri vitigni a bacca rossa, complementari al Sangiovese, fino a giungere alla realtà odierna descritta dall’attuale disciplinare di produzione, frutto della tradizione e dell’innovazione che si pone l’obiettivo dell’ottenimento di vini di qualità sempre superiore.

Il disciplinare prevede ampia libertà nell’utilizzo delle forme di allevamento tradizionali toscane esclude tutte le forme di allevamento espanse perché incompatibili in ambiente collinare con clima sub mediterraneo. Le pratiche relative all’elaborazione dei vini sono quelle tradizionalmente consolidate in zona per la vinificazione in rosso, rosato e vinsanto, adeguatamente differenziate per tipologia.

Il Vino DOC San Gimignano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 8 agosto 1996.

ROSSO DI MONTEPULCIANO DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 21.12.1988, G.U. 145 del 23.06.1989

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento allegato al D.M N. 20073 del 08/04/2020  


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Rosso di Montepulciano D.O.C.

La denominazione di origine controllata "Rosso di Montepulciano" è riservata al vino rosso che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione.

  • Rosso di Montepulciano

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Rosso di Montepulciano

 

  • Rosso di Montepulciano (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Sangiovese (denominato a Montepulciano Prugnolo gentile)
  • =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con presenza di uve al bacca bianca del 5% massimo ed esclusione dei vitigni aromatici ad eccezione della Malvasia Bianca Lunga.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore intensamente vinoso e sapore asciutto, persistente, leggermente tannico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Rosso di Montepulciano

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Rosso di Montepulciano si estende sulle colline senesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Rosso di Montepulciano è localizzata in:

  • provincia di Siena e comprende il territorio del comune di Montepulciano.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Rosso di Montepulciano

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Rosso di Montepulciano prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Rosso di Montepulciano non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • E’ consentito, previa comunicazione alle strutture di controllo autorizzate, da presentarsi a cura del vinificatore, entro il 16° mese a partire dal 1° gennaio successivo alla vendemmia, che il vino atto a poter essere designato con la denominazione di origine controllata e garantita “Vino Nobile di Montepulciano” sia riclassificato alla denominazione di origine controllata “Rosso di Montepulciano” purché corrisponda alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal relativo disciplinare di produzione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Rosso di Montepulciano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Rosso di Montepulciano

Con l’utilizzo della DOC Rosso di Montepulciano i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Rosso di Montepulciano

Polpettone alla fiorentina, i fegatelli, il pollo, la bistecca alla fiorentina, i fagioli al fiasco, gli involtini in umido, la scottiglia e i formaggi stagionati.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Rosso di Montepulciano

Le radici della viticoltura e dell’enologia sono parte integrante del territorio, della cultura, della storia, dell’economia e delle tradizioni locali di Montepulciano.

Assieme al Vino Nobile, e storicamente ancora prima di esso, il comprensorio era ben noto per la produzione di un vino giovane da pasto, non sottoposto a lunga maturazione, come riportato in diversi documenti antecedenti al 1787, data della prima citazione del Vino Nobile.

Sante Lancerio, storico e soprattutto bottigliere del Papa Paolo III, riporta nei suoi resoconti al seguito del Papa dettagliate descrizioni dei vini ed in proposito scrive “Il Vino di Montepulciano è perfettissimo tanto il verno quanto la state, et meglio è il rosso la state, io ne son certo.”

Il vino di Montepulciano ha assunto fama internazionale fino dal 1600, quando fu celebrato da Francesco Redi come “Re di ogni vino”, e nel corso dei secoli la viticoltura ha poi sempre mantenuto il ruolo di coltura principale con una importante funzione di presidio, difesa e valorizzazione del territorio, anche sotto l’aspetto paesaggistico.

Nel corso del secolo scorso la produzione di vini rossi si è orientata verso vie diverse e complementari, in grado di esaltare le potenzialità del territorio sia con la produzione di un vino a lunga maturazione in legno, ricco di alcol e struttura, sia con l’ottenimento di un vino più giovane, fruttato e leggero, in grado di preservare l’integrità dei profumi primari e rappresentato dal “Rosso di Montepulciano”, la cui produzione non è in contrasto con il “Vino Nobile” ma anzi completa assieme al Vinsanto le tipicità storiche del territorio.

Il Vino DOC Rosso di Montepulciano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 21 dicembre 1988.


ROSSO DI MONTALCINO DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 25.11.83, G.U. 158 del 09.06.84
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Rosso di Montalcino D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Rosso di Montalcino” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  • Rosso

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Rosso di Montalcino

 

  • Rosso di Montalcino (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • = 100% Vitigno Sangiovese (o Brunello come denominato a Montalcino) 
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore caratteristico e intenso, dal sapore asciutto, caldo, un pò tannico.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Rosso di Montalcino

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Rosso di Montalcino si estende sulle colline senesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Rosso di Montalcino è localizzata in:

  • provincia di Siena e comprende il territorio del comune di Montalcino.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Rosso di Montalcino

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Rosso di Montalcino prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Rosso di Montalcino non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Il vino DOC “Rosso di Montalcino” può essere ottenuto anche per passaggio di classificazione dal vino DOCG “Brunello di Montalcino” in corso di elaborazione, semprechè il vino rispetti le norme del presente disciplinare di produzione.
  • Nella designazione dei Vini DOC Rosso di Montalcino può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Rosso di Montalcino è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Rosso di Montalcino

Con l’utilizzo della DOC Rosso di Montalcino i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Rosso di Montalcino

Il Rosso di Montalcino si accompagna a primi piatti con salse strutturate ed a salumi, formaggi e carni non troppo strutturate.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Rosso di Montalcino

La produzione di un vino rosso giovane è presente da molto tempo sul territorio di Montalcino. Nel tempo questo vino è stato designato in vari modi ed ha assunto un ruolo rilevante nel territorio di Montalcino. Sono note informazioni di un vino che veniva chiamato Vermiglio e era prodotto per essere consumato in tempi relativamente brevi per le sue caratteristiche di freschezza e fragranza.

Nella seconda parte del XIX secolo esisteva la produzione di un vino definito come “Rosso” e uno di questi fu premiato con medaglia di bronzo nel 1869.

Nell’ambito della Mostra dei Vini Tipici Senesi tenutesi a Siena nel 1932, 1933 e 1935, furono presentati dei vini “Rosso” provenienti da Montalcino.

Negli anni ’60 del XX secolo si pensò di inquadrare questo vino nell’ambito di una denominazione di origine e la prima idea fu di designare questo vino come “Rosso dai Vigneti di Brunello”. Successivamente il vino è stato designato come “Rosso di Montalcino”, nome che si è radicato proprio per essere immediato e legato al territorio.

Il Rosso di Montalcino è apprezzato per la sua fragranza e freschezza, data dagli aromi primari (fruttati) e dagli aromi secondari (provenienti dalla fermentazione). Ha l’apprezzamento di una ampia fascia di consumatori, perché è di facile abbinamento ed ha caratteristiche di versatilità. E' infatti possibile trovare in commercio del Rosso giovane oppure del Rosso più strutturato e complesso.

Il Vino DOC Rosso di Montalcino ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 25 novembre 1983.

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