Patria della rinomata Vernaccia, Serrapetrona rappresenta per gli enoturisti - e non solo - una tappa inevitabile, essendo cuore pulsante della produzione dell'eccellente vino spumante e centro di notevole interesse per i resti del castello medievale. La Vernaccia, infatti, ha radici ben circoscritte e nasce qui, nell'intero territorio comunale di Serrapetrona e in parte di quello di Belforte del Chienti e di San Severino Marche, in provincia di Macerata, con le uve di Vernaccia Nera (minimo 85%) ed eventualmente con quelle di altre varietà a bacca rossa della zona. Un prodotto da gustare sul posto, accompagnato magari, nelle trattorie locali, da calcioni di ricotta, crespelle o crostate di frutta rossa.
Un vino celebrato ogni domenica dopo Ferragosto, da oltre vent'anni, con la tradizionale "Sagra della Vernaccia" preceduta da serate gastronomiche di abbinamento e, l'ultima domenica del mese di agosto, "ricordato" nuovamente in occasione della "Sagra dello Scartoccio", il frutto del mais arrostito sulla brace o cotto lessato. La conoscenza della Vernaccia di antichissime origini (Dante: " ...e purga per digiuno le anguille di Bolsena e la Vernaccia.") è da abbinare, come escursione enogastronomica, alla degustazione di prodotti come il Ciauscolo, il salume aromatizzato con scorza d'arancia che si spalma tanto è morbido, o il pecorino ottenuto esclusivamente da latte ovino di provenienza locale, o la ricotta di Serrapetrona, o ancora la Marchigiana, la razza di carne più diffusa sul territorio, o lo stesso Olio extravergine, spesso biologico, ottenuto dalla varietà Coroncina, detta anche Corallina, Corona o Coronella. Oltre ai prodotti del territorio, merita una visita la cittadina di Serrapetrona, la cui storia si lega proprio alla produzione del vino spumante; questo borgo collocato sulla destra del torrente Cesolone, protetto e chiuso intorno alla Chiesa di San Clemente e al palazzo pubblico già sede del feudatario, così strategico in epoca medievale perché interessato alle lotte fra Guelfi e Ghibellini.
Il Castello di Serrapetrona si erge come poderosa fortezza a guardia delle due valli che si incontrano, ovvero quella che scende tra i Prati e la Costa, solcata dal rio Caburro e l'altra, appunto, del Cesolone. Già Castello nell'XI secolo, nella prima metà del Duecento questa strepitosa struttura a guardia difensiva passò sotto la giurisdizione della Signoria di Camerino, seguendo la sorte di molti altri Castelli vicini. Ciò che caratterizza il maniero è di essere circondato da una doppia muraglia. La prima a cingerlo più da vicino - con una massiccia porta ad angolo - che anticamente sosteneva una poderosa torre merlata in funzione di avvistamento e di difesa. La seconda, a protezione del tutto.
All'interno del tutto, quattro porte, ciascuna con un proprio nome: Castello, Farina, Calma, Morico, da cui le denominazioni delle rispettive quattro strade, i cui appellativi tra l'altro sono ancora in uso, ovvero "del castello", "San Francesco", "del Serrone", "Capolarave". Quattro erano anche le fontane di acqua sorgiva: "di S. Maria" - ancora in fondo alla piazza - "delle Conce", "della Vena", "di Saletta", che prendevano il nome dalle quattro contrade in cui era suddiviso il paese, e che furono successivamente chiamate anche Pianello, Valle, Portale, Castello.
Se ci si ferma a Serrapetrona merita una visita anche la Chiesa di San Francesco, in stile gotico francescano tipico dell'Italia centrale, risalente alla prima metà del Trecento. Qui si conservano una Crocifissione su tavola, di un anonimo marchigiano (secolo XIII) ed un pregevole polittico di Lorenzo d'Alessandro rappresentante la Madonna in trono con Bambino e Cristo deposto tra angeli e santi (secolo XV).
Nella chiesa è conservata anche una croce processionale cesellata e smaltata (secolo XIV), attribuita al bolognese Gherardo di Jacopo Cavazza o a Cecco da Camerino. Interessante, tra gli affreschi, quello di scuola giottesco-riminese risalente alla metà del secolo XIV rappresentante Cristo risorto, la Madonna e S.Caterina d'Alessandria, venuto alla luce al momento della rimozione del polittico per il restauro. Di rilievo, nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, anche l'affresco con la Madonna, il Bambino e i SS. Sebastiano e Giovanni Battista. Ai piedi del paese, alle porte del Parco Nazionale dei Sibillini, si apre il lago di Borgiano sul quale si affaccia il pittoresco paese di Pievefavera.