Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 22.07.1971, G.U. 222 del 03.09.1971 - Approvato DOCG con D.M. 18.08.2004, G.U. 205 del 01.09.2004
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 30.11.2011
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Vernaccia di Serrapetrona D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita "Vernaccia di Serrapetrona", è riservata al vino che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare, per le seguenti tipologie:
- Vino Spumante Secco
- Vino Spumante Dolce
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Vernaccia di Serrapetrona
- Vernaccia di Serrapetrona (Vino Rosso Spumante)
- Versioni: Spumante Brut /Demi-sec /Doux
- => 85% Vitigno Vernaccia Nera
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- =>11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Spumante Rosso dalla Spuma persistente a grana fine, dal granato al rubino, Odore caratteristico, vinoso e sapore da secco a dolce, con fondo gradevolmente amarognolo.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Vernaccia di Serrapetrona
L’area geografica delimitata per la DOCG “Vernaccia di Serrapetrona”, è situata nella parte intera della regione e dista circa 60 km dal mare Adriatico. È un’area ristretta, per metà classificabile come Ambiente Omogeneo di Montagna e per l’altra metà come Ambiente Omogeneo di Alta Collina.
La Zona di Produzione del vino DOCG Vernaccia di Serrapetrona è localizzata in:
- provincia di Macerata e comprende il territorio dei comuni di Serrapetrona e, in parte, il territorio dei comuni di Belforte del Chienti e di San Severino Marche.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Vernaccia di Serrapetrona
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del vino DOCG Vernaccia di Serrapetrona prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell'uva in vino, base spumante, non deve essere superiore al 58%. Qualora superi detto limite ma non il 63%, l'eccedenza non ha diritto alla denominazione di origine controllata e garantita. Oltre il 63% decade il diritto alla denominazione di origine per tutto il prodotto.
- Le pratiche di elaborazione enologica prevedono che la spumantizzazione del prodotto debba avvenire attraverso tre differenti fermentazioni che sono:
1) le uve raccolte vengono pigiate ed il mosto ottenuto è soggetto alla lisciviazione delle sostanze coloranti e di altri componenti prima della svinatura. Inizia quindi la 1° fermentazione del vino base;
2) parte delle uve, sane e raccolte a coppie, vengono messe ad appassire fino a gennaio, in modo naturale per essere poi pigiate, diraspate ed il mosto ottenuto aggiunto al vino base di cui sopra. Parte la seconda fermentazione alcolica, più lenta, e dopo due mesi essa termina lasciando spazio al processo di maturazione che riduce la presenza di acidi e tannini attraverso la precipitazione tartarica e la fermentazione malolattica;
3) il vino così ottenuto è portato in autoclavi che, con l’aggiunta di zuccheri e lieviti avvia la terza fermentazione con trattenimento della CO2 disciolta nel vino, la cosiddetta “presa di spuma” di cui al metodo “charmat”.
- Il prodotto vino avrà 5 atmosfere di pressione ed è così divenuto dopo altri 2 mesi lo spumante “Vernaccia di Serrapetrona”. Il lavoro in autoclave consente l’ottenimento della versione “dolce” o “ secca” in base al contenuto residuo degli zuccheri.
4. Produttori di Vino DOCG Vernaccia di Serrapetrona
Con l’utilizzo della DOCG Vernaccia di Serrapetrona i Produttori Vinicoli Marchigiani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Vernaccia di Serrapetrona
La Vernaccia di Serrapetrona in versione secca si accompagna con arrosti di carni; la versione amabile è indicata coi dessert e con la pasticceria.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Vernaccia di Serrapetrona
Già nel 1132 c’è il primo riferimento al nome del paese dettato dalla dominazione longobarda e lo stemma comunale riporta tra l’altro una vite con grappoli. Dopo l’unità d’Italia si avviano iniziative per lo sviluppo dell’attività agricola e per il sostentamento delle popolazioni.
Nel 1872 Serrapetrona si distingue alla prima esposizione e fiera enologica del circondario di Camerino. Pur esistendo citazioni sulla viticoltura e sulla sua trasformazione in vino fin dal secolo XV, non compare ancora la parola “Vernaccia”. Questa può spiegarsi con il lungo stagionamento dei grappoli prima della pigiatura e della successiva fermentazione che rende degustabile il vino non prima della primavera (dal latino “ver”).
Nel 1562 la coltivazione della vite nella provincia di Camerino si distingueva per qualità e quantità; cosi riferiscono le cronache del tempo. Ne da riscontro la lettura della fonte di natura fiscale "Libri dei focolari" che riportano dati sulla produzione di vino nel territorio camerte che per Serrapetrona sono le località di Borgiano e Castel San Venanzo. Date le specifiche condizioni ambientali il territorio, sotto l’influenza camerte, produce più vino che grano e ciò è dovuto al riflusso di tradizioni colturali, di mentalità, di prestigio e di organizzazione ed evoluzione sociale.
Con la fine della seconda guerra mondiale il Comune di Serrapetrona subisce il fenomeno dell’emigrazione e dell’abbandono delle zone rurali. Tuttavia la “Vernaccia nera” dona vita industriale al territorio. Nomi come Claudi, Quacquarini, Francioni, Tallei, Fabrini sono i produttori, trasformatori che riprendono le esperienze vitivinicole del passato e creano attività industriali e lavoro fermando la fuga dai campi e riportando in essi l’economia viticola aziendale. Questi stessi personaggi, forti di un prodotto di particolare pregio e, soprattutto, di un particolare legame tipologico e storico con il territorio di produzione, nel 1967 hanno dato vita al riconoscimento della DOC (1971) pur non senza difficoltà giunte lungo l’iter di approvazione e poi della DOCG nel 2004.