Azienda Vinicola
L’attività dell’Azienda Agricola Censi Buffarini inizia nel 1869 con Raffaele Censi Buffarini. L’azienda ha sempre prodotto vini da uvaggio, sia bianchi (Verdicchio dei Castelli di Jesi), che rossi (Rosso Piceno e Rosso Conero); entrambi questi ultimi provengono da uve Montepulciano e Sangiovese anche se in percentuali diverse.
Questi vini, benché attentamente selezionati e prodotti in Denominazione di Origine Controllata, non venivano imbottigliati e commercializzati direttamente dall’Azienda, impegnata soprattutto nel gettare cerealicolo, ma venivano ceduti alle varie cantine della zona. Tali vini hanno permesso all’Azienda di conseguire numerosi premi in diversi concorsi regionali e nazionali.
A partire dagli anni Novanta l’Azienda decise di imbottigliare e commercializzare il prodotto, frutto di più di un secolo di esperienza. I vigneti sono stati reimpiantati da nuovi e, tenendo conto anche dell’evolversi delle richieste dei consumatori, è stato scelto un vitigno autoctono di grande tradizione, il Lacrima di Morro d’Alba.
Oltre a questo caratteristico e storico vino rosso è stata mantenuta la produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi. Vini fortemente legati al territorio, con una decisa identità storica. Il legame tra le Marche e il vino si perde nella notte dei tempi: dal vino dei Piceni raccontato dallo storico Polibio al vino cotto bevuto dagli imperatori. La tradizione narra che che già nel 1167 Federico Barbarossa durante l’assedio di Ancona, scelse le mura di Morro d’Alba come dimora e riparo. Gli abitanti furono costretti a cedere all’Imperatore i beni più cari, tra cui spiccava il prezioso succo d’uva di Morro d’Alba.
Non mancano testimonianze storiche relative alle uve di Verdicchio, apprezzate già in epoca Romana. Addirittura si narra che il re dei Visigoti Alarico, diretto a Sud per assediare Roma, attraversando il territorio che corrisponde oggi alle Marche, caricò ben 40 muli con barili contenenti questa pregiata uva.
L’impegno e la dedizione che ancora oggi mettiamo nella produzione dei nostri vini vogliono celebrare questa eredità e guardiamo con entusiasmo al futuro, consapevoli della bontà di un prodotto di carattere, apprezzato in Italia e all’estero.
LA ZONA DI PRODUZIONE DELLA CANTINA "PALAZZO CENSI BUFFARINI"
L'area geografica vocata alla produzione vinicola della Cantina Palazzo Censi Buffarini ricade nel territorio della provincia di Ancona, in zone designate con le seguenti Denominazioni di Origine:
I principali vitigni impiegati per la produzione di "Vini Principe Pallavicini" sono i seguenti:
Caratteristiche Pedoclimatiche
Le caratteristiche pedoclimatiche del territorio sono il prodotto dell’influenza del mare, del sole, delle brezze, della piovosità e del riparo offerto dalle montagne che superano anche i 2000 mt di quota. Ciò produce un clima temperato adatto alla coltivazione della vite e delle altre colture mediterranee.
Partendo dalle rocce sedimentarie orograficamente le Marche sono distinte in tre fasce longitudinali: fascia pre-appenninica, fascia appenninica, fascia collinare sub-appenninica che dalla prima arriva al mare. L’insieme del mesoclima della fascia collinare marchigiana e la pedogenesi hanno creato nella regione una differenziazione dei suoli nello spazio con predominanza di dorsali calcaree.
Le aree collinari, ove si sviluppa la denominazione, confluenti nel bacino del fiume Esino presentano un alto contenuto in argille, alta percentuale di carbonato di calcio, scarsa permeabilità, erodibilità, diversa frazione pelitica e calcarenitica. Il clima, in sintesi, appartiene all’ambiente fitoclimatico “Alto collinare” caratterizzato da piovosità medie superiori a 700/800 mm annui e temperature medie inferiori ai 14 °C.
I suoli originati nell’area sono alquanto vari e profondi e sottolineano la diversa dinamica dei versanti e l’uso del suolo, agricolo o naturale. In detti suoli aumenta l’incidenza di una evidente ridistribuzione del calcare nel profilo. La parte pianeggiante, di origine alluvionale, presenta suoli con materiali quasi sempre calcarei e pietrosi. Il profilo manifesta un arricchimento di sostanza organica. L’altitudine media dei vigneti che si riscontra nell’area delimitata del Verdicchio dei Castelli di Jesi è per il 70% compresa tra mt 80 e 280 s.l.m.
Il più alto vigneto è a quota 750 mt. s.l.m.. La pendenza dei terreni nella stessa area varia da 0 al 70% con una % di presenza dell’85% dei vigneti compresi tra le classi di pendenza 2 – 35%. L’esposizione dei vigneti nell’area delimitata raccoglie tutti i quattro punti cardinali comprese le posizioni intermedie. Tuttavia le esposizioni est – ovest superano in percentuale le esposizioni nord – sud. Le precipitazioni medie annue sono di 800 mm.
Nel territorio sono frequenti le gelate invernali e primaverili ma non intaccano l’attività vegetativa in quanto non ancora iniziata. La temperatura media massima nella valle, raggiunge nei mesi di luglio-agosto i 30° che consente il miglior andamento vegetativo della vite.
Legame Storico-Culturale
Il legame storico tra la vite e l’ambiente geografico nel territorio della Marca Anconetana inizia con l’arrivo dei monaci benedettini ed a seguire con quelli camaldolesi che reintroducono e diffondono la vite ormai da secoli tradizionale. Ne è testimone, tra l’altro, la centenaria sagra dell’uva di Cupramontana. Ai monaci, quindi, nelle Marche si devono il tramandarsi delle tecniche viticolo-enologiche, il miglioramento del prodotto e, soprattutto, la conservabilità.
Con il diffondersi del contratto di mezzadria che crea l’appoderamento diffuso e la disponibilità di forza lavoro, il vino cessa di essere bevanda dei soli ceti agiati e diviene alimento delle classi rurali. Già ai primi del 1500 lo spagnolo Herrera, professore a Salamanca, descrive le più comuni varietà di viti e la tecnica di vinificazione in bianco. Fra i nomi dei vitigni descritti figura il Verdicchio così spiegato “uva bianca che ha il granello picciolo e traluce più che niuna altra. Queste viti sono migliori in luoghi alti e non umidi, che piani e in luoghi grassi, e riposati, perciocché ha la scorsa molto sottile e tenera, di che avviene che si marcisce molto presto, et ha il sarmento così tenero che da per sé per la maggior parte cade tutto e bisogna che al tempo della vendemmia si raccoglia tutta per terra, e per questa cagione ricerca luogo asciutto e non ventoso, molto alto nei colli.
Il vino di questo vitame è migliore di niuno altro bianco. Si conserva per lungo tempo, è molto chiaro, odorifero e soave. Ma l’uva di esso per mangiare non vale molto”. E ancora, un significativo legame storico conseguente all’Unità d’Italia del 1861, è l’iniziativa relativa alla istituzione della Commissione Ampelografica Provinciale, promossa dal Prefetto e presieduta dall’enologo De Blasis, che nel 1871 pubblica i “Primi studi sulle viti della Provincia di Ancona”. Sono passate in rassegna le diverse realtà climatiche, geomorfologiche dei territori e si descrivono i vitigni coltivati elencandone caratteri e sinonimie.
Per l’area mandamentale di jesi viene descritto il Verdicchio (o Verdeccio) Questo è anche il periodo dei parassiti: oidio (1851), peronospora (1879), fillossera (1890). Il tempo trascorso per trovare le soluzioni spinse i viticoltori ad eliminare molte varietà clonali presenti nel territorio, privilegiando vitigni sconosciuti nella storia enologica regionale meno il Verdicchio che risultava il vino più commercializzato. Ne è conferma storica ulteriore quanto scrive nel 1905-6 lo studioso Arzelio Felini in Studi Marchigiani “è oltre un ventennio che i nostri viticoltori, nel tentare di risolvere il problema enologico marchigiano, hanno abbandonato la moltiplicazione delle caratteristiche varietà dei vitigni nostrani per introdurre del nord e del sud”.
È negli anni ’60 che l’aiuto CEE permette di rinnovare tutta la viticoltura regionale passando dalla coltura promiscua (filari) alla coltura specializzata (vigneto) con impianti a controspalliera per meglio svolgere le cure colturali e produrre uve di qualità. Nella classifica effettuata dal Di Rovasenda (1881) il Verdicchio è dichiarato il vitigno italico più pregiato tra i vitigni a bacca bianca delle Marche. Il vino Verdicchio acquisisce notorietà commerciale all’inizio degli anni ’50 quando due produttori investirono nella costruzione in uno dei “castelli” di una cantina di trasformazione per lavorare le proprie uve e caratterizzarono il prodotto con una bottiglia tipica: l’anfora greca in riferimento alla civiltà dorica che fondò la città di Ancona.
Allo sviluppo commerciale ha provveduto un altro industriale farmaceutico che ha acquisito la cantina cui ha fatto seguito la valorizzazione con la denominazione d’origine che ha consentito l’attuale sviluppo della DOC. Il periodo mezzadrile prevedeva la ripartizione delle uve tra proprietario e mezzadro e, di conseguenza, la vinificazione separata nelle rispettive abitazioni. Tecniche diverse e capacità differenti non permettevano di ottenere un prodotto di qualità. Questo arriva con il sostegno comunitario agli investimenti sui vigneti, sugli impianti di vinificazione e sulle strutture commerciali le quali, forti della denominazione, riescono a raggiungere un notevole sviluppo sul mercato interno e su quello internazionale. Un cenno va fatto anche all’attività vivaistica.
Nel territorio operavano molti piccoli vivaisti con propri allevamenti di piante madri che hanno consentito di soddisfare la domanda in barbatelle innestate così che il rinnovo della viticoltura degli anni ’60 non subisse scompensi ed inquinamenti varietali. Poi il vivaismo ha assunto forme e valori di dimensione nazionale per cui la domanda è stata soddisfatta in disponibilità e sicurezza varietale.
VINI DEGUSTATI DAL PANEL ASSOVINI SOMMELIER
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Visite in Cantina
La Cantina Palazzo Censi Buffarini accoglie durante tutto l'anno turisti e appassionati di vino, dove - su prenotazione - è possibile effettuare visite guidate nel vigneto e nella cantina per conoscere l'azienda vinicola e scoprire i suoi vini attraverso degustazioni e ricercati abbinamenti con le specialità della cucina tipica locale.
Turismo del Vino
Per ogni viaggiatore l'Italia da sempre è terra di sogni, di emozioni, un luogo dove la storia si fonde con il mito, la natura è straordinariamente generosa e la cultura è il frutto della fusione di grandi civiltà. Le Strade del vino sono percorsi pensati esattamente per offrire all'enoturista esperienze inimmaginabili: viaggi alla scoperta di testimonianze storiche uniche al mondo, di scorci naturalistici di rara bellezza, di passeggiate distensive nei borghi, di giacimenti enogastronomici da scoprire, di vigneti e cantine vinicole da visitare e, ancora, agriturismi d’eccellenza, resort ospitali, ristoranti tipici, attività di artigianato locale, piccole botteghe di prodotti tipici locali, moda, servizi e negozi vari.
La Cantina Palazzo Censi Buffarini è posizionata lungo il percorso emozionale della Strada del Vino, il cui itinerario enoturistico racchiude la zona di produzione dei vini prodotti con la relativa Denominazione di Origine:
Video "LACRIMA DI MORRO D'ALBA"
Cantina Palazzo Censi Buffarini
- Anno di fondazione: 1869
- Ettari vitati: 80
- Bottiglie prodotte: 550.000
- Denominazione di Origine dei Vini prodotti:
- Vendita diretta: SI
- Vendita online: NO
- Visite in cantina: NO
- Degustazioni: NO
- Ristorante: NO
- Pernottamento: NO
CONTATTI PALAZZO CENSI BUFFARINI
- Sede amministrativa: Corso Podestà 5/A 18 - 16128 Genova
- Sede produttiva: Via Massa 28, 60010 Ostra /Ancona
- Telefono: +39 338 5867530
- Fax: +39 010 565987
- Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
- Web: www.palazzocensibuffarini.it