Assovini
Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 07.08.1971, G.U. 219 del 31.08.1971
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n.63 del 16.03.2023
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Orvieto D.O.C.
La denominazione d’origine controllata “Orvieto” ivi compresa la Sottozona Orvieto Classico è riservata ai vini rispondenti alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Secco
- Abboccato
- Amabile
- Dolce
- Superiore, anche Vendemmia tardiva
- Muffa nobile
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Orvieto
- Orvieto (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato e gradevole, dal sapore secco, con lieve retrogusto amarognolo, oppure abboccato o amabile o dolce, fine, delicato.
- Orvieto Classico (Vino Bianco Classico)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato e gradevole, dal sapore secco, con lieve retrogusto amarognolo, oppure abboccato o amabile o dolce, fine, delicato.
- Orvieto Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato e gradevole, dal sapore secco, con lieve retrogusto amarognolo, oppure abboccato o amabile o dolce, fine, delicato.
- Orvieto Classico Superiore (Vino Bianco Classico Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico Superiore dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato e gradevole, dal sapore secco, con lieve retrogusto amarognolo, oppure abboccato o amabile o dolce, fine, delicato.
- Orvieto Superiore Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Superiore Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore Vendemmia Tardiva dal giallo paglierino al dorato, odore gradevole e profumato e sapore dolce ed armonico.
- Orvieto Classico Superiore Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Classico Superiore Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico Superiore Vendemmia Tardiva dal colore variabile da giallo paglierino a dorato, odore gradevole, profumato e sapore dolce ed armonico.
- Orvieto Muffa Nobile (Vino Bianco Muffato)
- Versioni: Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Muffato dal giallo oro tendente, con l’invecchiamento, all’ambra, odore gradevole, profumato ed elegante, ricco ed untuoso e sapore dolce, lungo e di armoniosa morbidezza.
- Orvieto Classico Muffa Nobile (Vino Bianco Classico Muffato)
- Versioni: Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico Muffato dal giallo oro tendente, con l’invecchiamento, all’ambra, odore gradevole, profumato ed elegante, ricco ed untuoso e sapore dolce, lungo e di armoniosa morbidezza.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Orvieto
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Orvieto si estende lungo la fascia collinare a sud ovest dell’Umbria fino all’alto Lazio, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Orvieto è localizzata in:
- provincia di Viterbo e comprende il territorio dei comuni di Castiglione in Teverina, Civitella D’Agliano, Graffignano, Lubriano e Bagnoregio.
- provincia di Terni e comprende il territorio dei comuni di Orvieto, Allerona, Alviano, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Ficulle, Guardea, Montecchio, Fabro, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto e Porano.
La Sottozona Orvieto Classico comprende la zona storica intorno alla Rupe, ristretta della Valle del Paglia, in prossimità della città di Orvieto.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Orvieto
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Orvieto prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Orvieto non dovrà essere superiore al 70%, al 65% per le tipologie di Vino Vendemmia Tardiva e al 60% per le tipologie di Vino Muffa Nobile; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Orvieto è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, nonchè la dizione "Classico" per le tipologie di Vino Orvieto relative a tale denominazione.
4. Produttori di Vino DOC Orvieto
Con l’utilizzo della DOC Orvieto i Produttori Vinicoli Laziali e Umbri sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Orvieto
Antipasti di pesce, zuppe di frutti di mare, crostacei bolliti e pesce in genere ma anche con carni bianche al forno e formaggi giovani, pasticceria secca e fresca.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Orvieto
Ad Orvieto tutto profuma di uva e di vino perché la coltivazione della vite ne ha da sempre caratterizzato il paesaggio e l’economia: vigneti curati si dispongono intorno alla rupe in un disegno armonico dove le linee parallele dei filari si intersecano con quelle ondulate delle colline.
Per la città, dunque, il vino è un’importante risorsa, una peculiarità distintiva che si protrae ininterrottamente nei secoli e a testimoniarlo sono l’archeologia, l’arte, la storia, l’artigianato e la letteratura, tanto che la produzione dell’Orvieto di qualità è stata apprezzata e celebrata nel tempo da poeti, papi, artisti e viaggiatori.
Il ruolo fondamentale del vino nella vita quotidiana e nei riti culturali di Orvieto è attestato negli importanti dipinti delle tombe etrusche del territorio (seconda metà del IV sec. a.C.) e nella ricca varietà di ceramiche etrusche e greche destinate alla conservazione, alla mescita e alla degustazione della celebre bevanda. Gli affreschi della tomba Golini I, conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto, riproducono le fasi preparatorie del banchetto etrusco dove la macellazione delle carni e l’accurata sistemazione delle bevande nei recipienti e dei cibi sulle mense da parte dei servi – tra la frutta si individua facilmente anche un grappolo d’uva - affiancano il banchetto vero e proprio.
Nel 264 a.C. la città di Orvieto fu completamente rasa al suolo dai romani (ultima città etrusca 11 da essi conquistata) e fu proibito a tutti di risalire sull’acrocoro di tufo che tante battaglie era costato a Roma. La smania distruttiva di Roma fu talmente esasperata , poiché nulla doveva ricordare la superba città che per secoli aveva incarnato la potenza e la grandezza etrusca. Fu ribattezzata dai romani col nome di Vol-Tinii (la città dei seguaci del Dio Voltumnus sconfitto) che evolse poi a Volsinii.
Passarono centinaia di anni prima che, sulla rupe, la civiltà romana permise di creare un nuovo insediamento abitato. Infatti, solo successivamente fu identificata come Urbs-Vetus (città vecchia) e sembra perché Roma vi mandasse i suoi veterani a riposare. Da questo nome derivò poi Orbiveto, Orbeto ed infine l’attuale Orvieto.
Nel corso della denominazione romana essa conobbe un periodo di forte oblio dovuto al fatto che venne isolata sull’alta rupe e decentrata rispetto alle maggiori vie di comunicazione sia fluviale (porto fluviale di Pagliano eretto per le ordinarie consegne alla Roma imperiale prima, ed alla Curia romana nei successivi periodi cristiani) sia terrestre (via Cassia e via Traiana Nova) non partecipando così all’intensiva vita economica dei centri del fondo valle.
La rinascita di Orvieto si legò al momento del disgregamento dell’Impero, perché con le mutate condizioni politiche e di sicurezza la città insieme agli altri centri di altura, acquistò di nuovo un ruolo decisivo su tutto il territorio, nel senso che le ripetute e successive ondate di invasioni barbariche (Visigoti, Goti e Longobardi ) costrinsero le popolazioni a rifugiarsi sui colli ed erigere un sistema di complesse fortificazioni.
E’ così che, tra il V e il VI secolo d.C., gli abitanti di Volsinii novi (attuale Bolsena) ritornarono ad abitare nel loro vecchio insediamento dal quale erano stati cacciati in età romana.
La presenza dell’alta rupe fu una garanzia sufficiente a difendere la città e a far nascere tutto quell’insieme di borghi e castelli che tutt’ora delineano la mappa del territorio e che hanno costituito il nucleo originario degli attuali centri dell’Orvietano.
Con la diffusione del Cristianesimo, la nascita dei Comuni ed il loro successivo assoggettamento allo Stato Pontificio non si verificarono eventi di gran rilievo se non un gran turbine di lotte interne e travagliate guerre politiche tra le varie famiglie di nobili locali, il tutto sotto lecita regia della Chiesa. In effetti, se da un lato il Papato mise in una condizione di lungo oblio la zona, divenuta meta di villeggiatura di molti pontefici e cardinali, è anche vero che i Papi contribuirono in maniera consistente alla fama ed all’apprezzamento dei vini di Orvieto. In particolare nel Medioevo e nel Rinascimento fu uno dei vini preferiti alla corte Pontificia, trovando tra i numerosi estimatori senza freni anche papa Paolo III Farnese e papa Gregorio XVI.
Fino alla fine del ‘700 non si verificarono eventi di rilievo, solo in seguito gli echi della rivoluzione francese determinarono un certo risveglio culturale concretizzatosi nel 1860 con l’ammissione di Orvieto nel Regno d’Italia, da qui poi si arriva ai giorni nostri.
Il vino orvietano, che fin dalle origini fu anche nero corposo, si produceva in ogni dove, ampi e floridi appezzamenti vitati si trovavano sulla stessa rupe, in orti di convivenze religiose dei nobili e dei numerosi ortolani, coltivatori diretti in città fin dai primordi del libero Comune. Tanto che la zona di piazza Cahen fino ad oltre la chiesa dei Servi di Maria era denominata “vigna Grande” e dietro il Duomo si apriva l’ampia zona coltivata a vigna.
E’ opportuno sottolineare che molto prima dei filari la vite era coltivata in alberata pratica diffusasi in tutta l’Etruria, che consisteva nel coltivare il vitigno maritato a degli alberi vivi di sostegno, come olmi, olivi e querce.
Intorno alla metà del XVII sec. fu inserita la palizzata come sostegno delle viti, piantate, a partire da allora intensivamente a filari. Con riferimento all’introduzione del vino Orvieto DOC nella tipologia “MUFFA NOBILE” si evidenzia che già nel 1933 il Prof. Garavini nella descrizione del vino d’Orvieto così detto “abboccato” fa riferimento agli scrittori italiani di enologia e riporta che alcuni ritenevano più gustoso l’Orvieto dei Sauterns mancando in essi quel sapore di zolfo, che invece si riscontra quasi sempre in questi ultimi.
Il Vino DOC Orvieto ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 7 agosto 1971.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 08.05.2003 G.U. 110 del 14.05.2003
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Nettuno D.O.C.
La denominazione d’origine controllata “Nettuno” è riservata ai vini rispondenti alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Nettuno Bianco nelle tipologie Secco e Frizzante
- Nettuno Bianco Bellone, localmente noto come Cacchione nelle tipologie Secco e Frizzante
- Nettuno Rosso nella tipologia Secco
- Nettuno Rosato nella tipologia Secco e Frizzante
- Nettuno Novello
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Nettuno
- Nettuno Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- >< 30-70% Vitigno Bellone (localmente noto come Cacchione);
- >< 30-50% Vitigno Trebbiano Toscano;
- =< 20% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato, caratteristico, delicato, gradevole e sapore secco, fresco, armonico.
- Nettuno Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco
- >< 30-70% Vitigno Bellone (localmente noto come Cacchione);
- >< 30-50% Vitigno Trebbiano Toscano;
- =< 20% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato, caratteristico, delicato, gradevole e sapore secco, fresco, armonico.
- Nettuno Bellone (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Bellone (localmente noto come Cacchione);
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino con riflessi giallognoli, odore vinoso, caratteristico, delicato e sapore fresco, armonico, secco
- Nettuno Bellone Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Bellone (localmente noto come Cacchione);
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino con riflessi giallognoli, odore vinoso, caratteristico, delicato e sapore fresco, armonico, secco
- Nettuno Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- >< 30-70% Vitigno Merlot
- >< 30-50% Vitigno Sangiovese
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore vinoso, caratteristico, accentuato molto persistente e sapore armonico, pieno, gradevole, secco.
- Nettuno Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco
- >< 30-70% Vitigno Merlot
- >< 30-50% Vitigno Sangiovese
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato, persistente e sapore fresco, armonico, vivace per fragranza.
- Nettuno Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 40% Vitigno Sangiovese
- => 40% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, talvolta con tonalità rubino, odore delicato, fruttato, vinoso e sapore fresco, armonico, secco.
- Nettuno Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 40% Vitigno Sangiovese
- => 40% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, talvolta con tonalità rubino, odore delicato, fruttato, vinoso e sapore fresco, armonico, secco.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Nettuno
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Nettuno si estende lungo il litorale romano nella parte Centro Occidentale del Lazio, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Nettuno è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Anzio e Nettuno.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Nettuno
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Nettuno prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Nettuno non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC, ma potrà essere riclassificata tra le denominazioni IGT prodotte nella zona di produzione. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Nella designazione dei Vini DOC Nettuno può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
4. Produttori di Vino DOC Nettuno
Con l’utilizzo della DOC Nettuno i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Nettuno
Antipasti e piatti di molluschi e crostacei, insalate di mare, timballi, minestroni, lasagne, calamari in umido, baccalà, caciocavallo e provola.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Nettuno
La millenaria storia vitivinicola di questa terra, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del «Nettuno» . Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i vini «Nettuno».
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del «Nettuno» è attestata fin dall’epoca dei romani, in molte opere dei georgici latini.
In tempi più recenti nei Ricordi storici e pittorici d'Italia. (1865) Ferdinand Adolf Gregorovius scrive “I Nettunnesi traggono la loro sussistenza dalla coltura della vite, dagli orti,” e ancora “La sua villa di Anzio (Pio IX) palazzo signorile nel gusto dell' epoca, il quale sorge nel mezzo di un vasto giardino, ora però mal tenuto, povero di fiori di piante di ornamento, ma ricco di aranci e di vigne”.
In Anzio antico e moderno: opera postuma Francesco Lombardi (1865) si trova per Nettuno “Questo popolo non manca di spirito, e di talento, ed attende alla coltivazione del suo territorio, d'onde ritrae olio, vino,… quanto basta per la sua provvista, e per quella di Anzio ancora”. Nei Monumenti dello Stato pontificio: e relazione topografica di ogni paese (1834), Giuseppe Marocco riporta “I prodotti di Nettuno “..grano, vino di buona qualità”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, dovuta alla professionalità degli operatori, all’impianto di nuovi vigneti e alla nascita di nuove aziende, che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del «Nettuno».
Il Vino DOC Nettuno ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 8 maggio 2003.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 29.05.1973, G.U. 212 del 17.08.1973
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Montecompatri Colonna (o Montecompatri) (o Colonna) D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Montecompatri-Colonna» o più semplicemente «Montecompatri» o «Colonna» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Montecompatri-Colonna
- Montecompatri-Colonna Frizzante
- Montecompatri-Colonna Superiore
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Montecompatri Colonna
- Montecompatri Colonna (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Amabile /Dolce
- => 30% Vitigni Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo e Trebbiano Verde;
- =< 70% Vitigno Malvasia Bianca di Candia e Malvasia Puntinata;
- =< 15% Vitigni Bellone e Bombino Bianco.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore vinoso, delicato, gradevole e sapore secco o asciutto (zuccheri riduttori indecomposti fino al 4 g/l), amabile o dolce.
- Montecompatri Colonna Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Amabile /Dolce
- => 30% Vitigni Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo e Trebbiano Verde;
- =< 70% Vitigno Malvasia Bianca di Candia e Malvasia Puntinata;
- =< 15% Vitigni Bellone e Bombino Bianco.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore vinoso, delicato, gradevole e sapore secco o asciutto (zuccheri riduttori indecomposti fino al 4 g/l), amabile o dolce.
- Montecompatri Colonna Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco /Amabile /Dolce
- => 30% Vitigni Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo e Trebbiano Verde;
- =< 70% Vitigno Malvasia Bianca di Candia e Malvasia Puntinata;
- =< 15% Vitigni Bellone e Bombino Bianco.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dalla spuma vivace ed evanescente, colore paglierino più o meno intenso, odore vinoso, delicato, gradevole e sapore secco o asciutto (zuccheri riduttori indecomposti fino al 4 g/l), amabile o dolce.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Montecompatri Colonna
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Montecompatri Colonna si estende sulle pendici settentrionali dei Colli Albani, in un territorio pedo-collinare adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Montecompatri Colonna è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio del comune di Colonna e, in parte, il territorio dei comuni di Montecompatri, Zagarolo e Roccapriora.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Montecompatri Colonna
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Montecompatri Colonna prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Montecompatri Colonna non dovrà essere superiore al 70%; oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Montecompatri Colonna Frizzante potrà essere immesso al consumo soltanto nelle tipologie "Amabile" e "Dolce".
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Montecompatri Colonna è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, nonchè le locuzioni Secco o Asciutto o Amabile o Dolce per designare le relative tipologie.
4. Produttori di Vino DOC Montecompatri Colonna
Con l’utilizzo della DOC Montecompatri Colonna i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Montecompatri Colonna
Antipasti di pesce, primi piatti con sughi a base di pesce, carciofi alla romana e alla giudia, frittate contadine, fritture e grigliate di pesce azzurro, cozze alla marinara e ripiene.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Montecompatri Colonna
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra “Albana”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Montecompatri-Colonna”, o “Montecompatri”, o “Colonna”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Montecompatri-Colonna”, o “Montecompatri”, o “Colonna”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Montecompatri-Colonna” è attestata fin dall’epoca romana, in molti reperti dei georgici latini. Nel medioevo i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.
Con la caduta dell'impero romano e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura in queste terre, nonostante i danni subiti, non perde la sua continuità con il passato e mantiene sempre un ruolo importante; come testimoniano i numerosi atti notarili, inerenti i terreni vitati, custoditi negli archivi monastici. Nei secoli successivi la viticoltura ha rappresentato la coltura principale dell’area, tanto che nelle Memorie Colonnesi (1855), il Coppi riporta che nel 1297 il Papa Bonifazio VIII nel sottomettere i Colonnesi assoldò delle truppe che dovevano agire “distruggendo anche e devastando le vigne, gli alberi e tutte le altre cose”.
In La Gerarchia cardinalizia (1703), il Carlo Bartolomeo Piazza riporta per Rocca Priora “il territorio.. e nella copia di vini” e per Monte dei Compiti (Montecompatri) “..territorio abbondante di frutti, e copioso di vini”. Anche il Marocco, in Monumenti dello Stato pontificio e relazione topografica di ogni paese (1835), riporta per Montecompatri “Il territorio è abbondante di vini, ne manca degli altri generi alla vita necessari, oltre il terreno di natura ferace ve anche zelo negli abitanti che lo coltivano”, e per Rocca Priora “abbonda di vino”.
La storia recente, a causa della chiusura della Cantina Sociale, è caratterizzata da una situazione di stasi della Denominazione che, nonostante l’impegno delle aziende, non riesce ancora ha riconquistare appieno la notorietà passata.
Il Vino DOC Montecompatri Colonna ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 29 maggio 1973.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 06.08.1970, G.U. 279 del 03.11.1970
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Marino D.O.C.
La denominazione d’origine controllata “Marino” è riservata ai vini rispondenti alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Marino anche nei tipi Secco, Abboccato, Amabile o Dolce
- Marino Superiore anche nei tipi Secco, Abboccato, Amabile o Dolce
- Marino Frizzante anche nei tipi Abboccato o Amabile
- Marino Spumante Secco o Amabile
- Marino Vendemmia tardiva Amabile o Dolce
- Marino Passito anche nei tipi Amabile o Dolce
- Marino Malvasia del Lazio
- Marino Trebbiano verde (Verdicchio bianco)
- Marino Greco
- Marino Bellone
- Marino Bombino
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Marino
- Marino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore vinoso delicato con sentore di fruttato e sapore secco o abboccato o amabile o dolce, armonico, vellutato, piacevolmente fruttato con eventuale retrogusto amarognolo.
- Marino Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino, odore vinoso persistente con sentore di fruttato ed eventuale sentore di legno e sapore secco o abboccato o amabile o dolce, armonico, vellutato, piacevolmente fruttato con eventuale retrogusto amarognolo.
- Marino Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dalla spuma vivace ed evanescente, colore giallo paglierino, odore gradevole delicato con sentore di fruttato e sapore frizzante, vinoso, morbido talvolta abboccato o amabile.
- Marino Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra dry /Dry /Demi-sec
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma vivace, fine e persistente, colore giallo paglierino intenso, odore gradevole delicato caratteristico e sapore sapido, vivace e armonico, odore gradevole delicato con sentore di fruttato e sapore frizzante, vinoso, morbido talvolta abboccato o amabile.
- Marino Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore giallo dorato, odore gradevole, delicato caratteristico e sapore amabile o dolce, armonioso.
- Marino Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore ambrato con riflessi dorati, odore vinoso, gradevole, delicato caratteristico e sapore amabile o dolce, talvolta vellutato, armonico.
- Marino Malvasia del Lazio (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 85% Vitigno Malvasia del Lazio
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal giallo dorato, odore vinoso, leggermente aromatico, caratteristico e sapore secco o abboccato, sapido, armonico.
- Marino Trebbiano Verde (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Trebbiano Verde (o Verdicchio Bianco)
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal giallo paglierino con riflessi verdognoli, odore intenso, aroma di mandorla amara e sapore secco, di buona acidità, di medio corpo.
- Marino Greco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 85% Vitigno Greco Bianco
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal giallo dorato, odore gradevole, profumo intenso, caratteristico e sapore secco o abboccato, vellutato, di medio corpo.
- Marino Bellone (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 85% Vitigno Bellone
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal giallo intenso, odore profumo vinoso, intenso, persistente, tipico e sapore secco o abboccato, armonico, leggermente amarognolo.
- Marino Bombino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 85% Vitigno Bombino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal giallo paglierino, odore delicato, di buona persistenza, tipico e sapore secco o abboccato, vellutato, armonico.
- Marino Classico (Vino Bianco Classico)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico dal colore giallo paglierino, odore vinoso delicato con sentore di fruttato e sapore secco o abboccato o amabile o dolce, armonico, vellutato, piacevolmente fruttato con eventuale retrogusto amarognolo.
- Marino Classico Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino, odore vinoso persistente con sentore di fruttato ed eventuale sentore di legno, sapore secco o abboccato o amabile o dolce, armonico, vellutato, piacevolmente fruttato con eventuale retrogusto amarognolo.
- Marino Classico Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore giallo dorato, odore ampio, fine caratteristico e sapore amabile o dolce, pieno armonico.
- Marino Classico Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore dorato con riflessi dorati, odore vinoso, gradevole, ampio, caratteristico e sapore amabile e talvolta dolce, vellutato armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Marino
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Marino si estende sulle colline situate tra il versante nord-occidentale dei Colli albani e la parte meridionale dell’Agro romano posta alle pendici del Vulcano laziale, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Marino è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Marino, Ciampino e, in parte, il territorio dei comuni di Roma e Castelgandolfo.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Marino
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Marino prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Marino non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC, ma potrà essere riclassificata nella denominazione IGT Lazio. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Inoltre, la resa massima dell’uva, in vino DOC Marino non dovrà essere superiore: a) al 50% per le tipologie di Vino Marino Vendemmia Tardiva e Marino Classico Vendemmia Tardiva; b) al 45% per le tipologie Marino Passito e Marino Classito Passito.
- Le uve destinate alla produzione dei Vini DOC Marino Vendemmia Tardiva e Marino Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale.
- Dopo il processo di appassimento e di vinificazione delle uve appassite, i vini DOC Marino Passito e Classico Passito, devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 8 mesi, di cui almeno 6 in botte.
- Nella designazione dei Vini DOC Marino può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Marino è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad esclusione delle tipologie Frizzante e Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Marino
Con l’utilizzo della DOC Marino i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Marino
Antipasti di crostacei, spaghetti alla chitarra con rigaglie di pollo, salumi dolci, cacioricotta e pesci molto saporiti al forno.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Marino
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antico “Ferentum”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Marino”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Marino”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Marino” è attestata fin dall’epoca romana, in molti opere dei georgici latini. Nel medioevo i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.
Nel 1237 la feudataria Giacoma de Settesoli, vedova di Graziano Frangipane, concesse alla Comnunità marinese i suoi primi statuti che contenevano capitoli che regolamentavano la viticoltura. La bontà del vino è attestata già dal ‘600 come nel Trattato della natura del vino, e del ber caldo, e freddo (1608) del Van Meyden che scrive “E benché tutte quest’uve siano comuni al territorio di Roma, e’l suo distretto, sono però più perfette, e migliori in un luogo, chi in un altro, onde li Vini di Albano, di Frascati, di Marini, di Castel Gandolfo, &c. sono eccellentissimi”.
Anche il Tassoni nel 1627 nell’opera “De’ pensieri diversi” , discorrendo sul declino dei vini di Napoli presso i Romani riporta: “..e trouano di preferire i vini loro più sani allo stomaco, e più grati al gusto di quelli di Napoli, massimamente gli Albani, i Gianziani, quei di Marino, di Caprarola, di Graduli”. Nel 1703 il Piazza nell’opera La Gerarchia cardinalizia cita Marino per “la copia, e preziosità de’ vini”.
Nel 1837 il Castellano (Lo stato pontificio ne'suoi rapporti geografici, storici, politici...) descrive il territorio di Marino riportando “La fertilità di esso è stata sempre rinomata, ed oltre il vino , che non cede , in qualità a quello de' dintorni, le altre vegetali produzioni tutte vi prosperano”, come il Dalbono in Roma antica e moderna: memorie e frammenti (1864) “fertile ha il terreno: piacevoli e grati i vini”.
Nell’opera Monumenti dello Stato pontificio e relazione topografica di ogni paese (1835) il Marocco scrive per Marino “Produce vino in abbondanza, e di ottimo gusto , che supera certamente nel rosso i luoghi circonvicini, cedendo però nel bianco ai soli vini di Genzano, e di Civita Lavinia”.
Nella Difesa del popolo romano sull'abbandono della campagna (1848) il De'. Giovanni riporta La vite è pressochè indigena in tutte le provincie , e vi si fanno distinguere i vini di Orvieto , di Montefiascone, di Romagna , di Marino, ..”.
La continuità nel tempo della viticoltura marinese emerge dalla Collezione di carte pubbliche: proclami editti, ragionamenti ed .. Volume 3 della Repubblica Romana (1798-1799) in cui si riporta la confisca al clero della Vigna alla Castagnola, a Costarotonda, a Valle de Paolis, a Campo Vecchio, a Colli S. Paolo, a Colle Picchione che ancora oggi sono coltivate a vigneto.
Nella pubblicazione Roma, dati statistici (1861) di Cesare Mazzoni si parla del commercio di esportazione e d' importazione della città di Roma e si afferma “Il vino viene fornito da Velletri, Genzano, Marino, ..”; in Agricoltura e quistioni economiche: che la riguardano, (1860) Volume 2 il Passy scrive “io non finirò questo colpo d'occhio vinicolo senza ricordare gl'importanti saggi che M. De Custines ha tentati in Ciampigno (l’odierna Ciampino) presso Frascati. Egli fa colà un vino, che trasporta in Francia, e che riesce abbastanza”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori, hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Marino”.
Il Vino DOC Marino ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 6 agosto 1970.