Il territorio della Strada è caratterizzato dalla presenza della Doc Greco di Bianco. La Strada congiunge un lungo tratto della costa ionica della Locride con i paesi interni che si arrampicano verso l’Aspromonte, il cui versante orientale digrada dolcemente verso il mare con una serie di colline.
Per paradosso, è un territorio dominato dall’acqua, nelle sue molteplici manifestazioni. L’acqua del Mediterraneo ha sostenuto le attività economiche legate alla pesca. E la stessa via d’acqua ha condotto fin qui i coloni greci e ha sorretto i lunghi e frequenti viaggi di collegamento con la Madre Patria e con le altre colonie “sorelle”. E “l’acqua che non c’è” delle fiumare, fiumi di ghiaia e di detriti che in breve spazio riga, scendendo al mare, i fianchi dei rilievi. Ma nelle stesse fiumare, nell’acqua che c’era si svolgeva la prima, durissima fase di lavorazione delle fibre di ginestra. E anche oggi torrenti improvvisi rotolano rovinosamente a valle allagando gli alvei colorati dagli oleandri e ombreggiati dalle tamerici. Per questo i vasti letti li attendono vuoti a lungo. E ancora le acque termali di Galateo e Antonimia, alle porte del Parco dell’Aspromonte.
Là dove l’antico vitigno Greco Bianco non può allignare, la vegetazione esplode nei suoi caratteri tipicamente mediterranei. La gariga degradata e riarsa ricopre i contrafforti che giungono fino alla costa; ma i pianori e le colline verdeggiano di agrumeti e si coprono dell’argento degli ulivi. I declivi dei rilievi mostrano sontuose distese di profumata macchia mediterranea, ma i pendii più scoscesi sembrano aggrapparsi ai lecci, agli eucalipti e ai pini domestici.