Due sono i vini Doc di cui la Strada attraversa i territori di produzione. A sud di Cosenza si produce la Doc Donnici, a nord del capoluogo nasce, invece, un vino che ha ricevuto di recente la denominazione: il San Vito di Luzzi, erede di quello prodotto dai monaci dell’Abbazia della Sambucina, passata poco dopo la fondazione ai cistercensi di Calamari, con i quali divenne un importante centro artistico e culturale. Il percorso della Strada si snoda tutt’intorno a Cosenza ed è dedicata ai Bruzi, antico popolo di coraggiosi guerrieri. La Storia non ha ancora risolto l’enigma delle sue origini: erano originari della Sila, o, invece, erano giunti fuggiaschi dal nord liberati dalla schiavitù? Certamente la lingua e la cultura li indicavano come un popolo italico, fra i numerosi che i Romani avrebbero sottomesso. Dalla campagna ben coltivata ricavavano olio e vino eccellenti; della vita sociale ben organizzata diedero prova facendo di Cosenza una grande città. Di notevole valore storico e artistico è ancora oggi il centro antico, con il Duomo Normanno e il Castello, anch’esso edificato dai Normanni forse su strutture saracene, ampliato e trasformato da Federico II, elevato dagli Angioini a dimora reale. Sotto il letto del Busento, che con il Crati attraversa la città, giacciono ancora i tesori che Alarico portò con sé da Roma, dopo averla saccheggiata, e che con lui furono sepolti. La vivacità culturale di Cosenza è testimoniata dall’attiva Accademia Cosentina, fondata all’inizio del XVI secolo, a cui appartenne Bernardino Telesio, e dall’Università della Calabria, nella vicina Arcavacata di Rende, dalle architetture innovative del Campus.