un illustre ampelografo siciliano che, in quel di Favara, intorno al 1870, compì studi genetici sulle varietà Catarratto e Moscato di Alessandria (Zibibbo), dal cui incrocio ottenne una nuova varietà di vitigno che chiamò Grillo.
Il vitigno mostrò sin da subito ottime capacità di adattamento nell’areale favarese, trovando condizioni pedoclimatiche ideali per la produzione di vini particolarmente alcolici e di facile ossidazione.
Favorita dalla ricostruzione post-fillosserica, il Grillo si estese via via, in maniera significativa nell’area sud-ovest della Sicilia, tanto è vero che all’apice degli anni ’30 raggiunse una quota pari al 60% dell’intera estensione viticola siciliana.
Tra i produttori più rappresentativi del vino Grillo, la Casa Vinicola Morreale si pone come un emblematico punto di riferimento di questo importante vitigno autoctono siciliano.
La cantina è ubicata nelle immediate adiacenze dei luoghi in cui il Barone Antonio Mendola sperimentò il vitigno Grillo, ed ora i fratelli Tonino e Massimo Morreale ne hanno fatto un blasone, producendo un’eccellente vino in purezza con l’etichetta “Grillo 1874”, in onore e in memoria del loro illustre concittadino.
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