Dell'aperitivo al dessert, lo champagne può tranquillamente essere consumato in diversi momenti del pasto. Certo non è adatto ad ogni tipo di piatto, e ogni tipo di champagne si sposa meglio con determinati piatti, ma un menu ben pensato e calibrato con i sentori delle bottiglie scelte, può posizionarlo come vino da consumare a tavola.
Tante volte si va a caccia dell'offerta champagne più allettante proprio per proporlo anche al di fuori di una celebrazione importante, eppure procurarsi un’ottima bottiglia a un prezzo competitivo a volte non basta. Lo champagne è un vino complesso, dagli aromi molto delicati ed eleganti. È necessario sapere bene come abbinarlo e servirlo per esaltare al massimo l'esperienza gustativa e non rischiare di mortificare un vino di così grande pregio. Vale la pena allora capire quali siano i piatti con cui va a nozze e in che modo servirlo per stupire tutti.
Abbinamenti con lo champagne
Come accennato, lo champagne è un vino elegante, raffinato, dagli aromi quasi eterei. Per questa ragione va abbinato a pietanze e ricette altrettanto importanti ed eleganti. Al di là delle più note ostriche e caviale, lo champagne va a nozze un po' con tutti i crudi di mare, le affumicature leggere, come il salmone, i gamberoni, l'aragosta, e anche le cotture a vapore. Perfetto con il sushi e un menù di pesce, può essere assaporato per apprezzarlo a fondo e ripulire anche il palato dal grasso di queste pietanze. Può essere abbinato anche con formaggi, fragole, cioccolato, crostate e dolci al limone.
Certo gli champagne non sono tutti uguali. Il Blanc de Blancs, ad esempio, va bene con i piatti appena menzionati. Quello che invece hanno una predominanza di uve Pinot Nero o Pinot Meunier, possono andare bene anche per i piatti più corposi, come bistecche e carni bianche. Lo champagne Rosè, invece, è ottimo con selvaggina, agnello e anatra. Il Brut, infine, va a nozze con uova, funghi, tartufi e formaggi stagionati.
Come si serve lo champagne
Per esaltare al massimo l'esperienza gustativa dello champagne, il modo in cui viene servito può fare la differenza.
La temperatura, ad esempio, è un fattore determinante per la buona riuscita della degustazione.
Lo champagne, infatti, andrebbe servito fresco, intorno a una temperatura di 8 o 10 gradi. Meglio se messo in frigo qualche ora prima sul servizio o in una glacette con acqua, ghiaccio e sale, per soli 20 minuti. A tavola va tenuto nel secchiello, per far si che mantenga la temperatura a tutto pasto.
Il Galateo, poi, vuole che non si debba mai fare il botto, quando si stappa una bottiglia champagne, perché resta un gesto poco elegante, seppure il contesto sia festoso e celebrativo. Il tappo va svitato con calma e decisione, accompagnandolo finché un leggero soffio non avrà suggellato tutta l'eleganza di questo momento.
Una volta aperta la bottiglia, andrà versato nel calice a forma di tulipano, perfetto per conservare i sentori più a lungo ed evitare che si disperdono rapidamente. L'ideale è versarlo in due tempi, così da riempire il calice per tre quarti, assicurare una maggiore persistenza della corona di schiuma, senza però che questa vada oltre il bordo dal calice.
Etichetta sempre in vista e tovagliolo alla mano, per asciugare le gocce d'acqua quando si estrae dal secchiello, completano alla perfezione questo piccolo rituale che renderà l'esperienza senz'altro memorabile.