CHIANTI CLASSICO: LA STORIA DI UN GRAN VINO TRA TERRITORIO E CURIOSITA'
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CHIANTI CLASSICO: LA STORIA DI UN GRAN VINO TRA TERRITORIO E CURIOSITA'

25 Settembre 2023 Author :  

Il Chianti è un’incantevole zona della Toscana famosa principalmente per la produzione dei suoi vini, noti ormai a tutto il mondo.

 Appassionati e non sanno perfettamente riconoscere le caratteristiche peculiari di questo vino, seppure, molto spesso, si tenda a confondere e sovrapporre il Chianti col Chianti classico.

A ben guardare, infatti, si tratta di due tipologie di vino ben diverse, specie se ci si riferisce al Chianti classico riserva DOCG. Entrambe possono vantare il bollino di Denominazione di Origine Controllata e Garantita, ma si tratta comunque di due varietà differenti, facenti capo a consorzi diversi e non una sottozona dell’altra. Vale dunque la pena conoscere più da vicino il Chianti classico, un vino superbo, proveniente da un territorio dal fascino unico e dalle caratteristiche inconfondibili.

 

Il Chianti classico

Partiamo subito specificando che il Chianti classico viene prodotto nel territorio del Chianti, zona della Toscana che abbraccia le province di Firenze e Siena e si estende dalle omonime colline fino alle vallate della Pesa e dell’Elsa.

Spesso vediamo le immagini di queste dolci colline sui più diffusi mezzi di comunicazione, al punto da aver reso questo territorio riconoscibile anche a chi non ci è mai stato.

Distese morbide di colline, sormontate da vigneti dai colori cangianti e attraversate da lunghe strade puntellate da alti cipressi. Chi può raccontare a parole quello che solo gli occhi riescono ad ammirare non può che descrivere il Chianti in questo modo.

Proprio qui ha origine il noto vino Chianti classico riserva DOCG, dalla storia molto antica. In particolare, sotto la dominazione dei Medici a Firenze, il Chianti conobbe un periodo di grande sviluppo e si iniziarono a coltivare le viti e produrre il vino.

Certo dovranno passare molti secoli prima che questo raggiunga il livello e le caratteristiche a noi note, ma senza il lungo percorso compiuto nei decenni e grazie ai tradizionali metodi di lavorazione non potremmo apprezzarlo fino in fondo.

 

Consorzio del Chianti classico, dal simbolo alle leggende

È dovuto trascorrere molto tempo dalle sue prime coltivazioni e produzioni, prima che i principali produttori di questo vino così particolare si riunissero in consorzio, per conferirgli una identità unica.

Era il 1924, i produttori erano 33 e la sede Radda. Per identificare il vino che avrebbe dovuto rispettare il primo rigido disciplinare produttivo fu scelto proprio il simbolo del gallo nero, “stemma” degli storici difensori della regione del Chianti.

Il Gallo Nero, infatti, era anche il simbolo della Lega Militare del Chianti, sorta nel 1334 proprio con lo scopo di difendere la zona dai continui attacchi provenienti da Sud.

C’è dunque una storia molto intricata dietro la nascita del primo consorzio del Chianti classico, fatta di controversie e rivalità tra le due province che da sempre si contendono questo territorio florido e ricco di tipicità, oltre che bellezze.

La leggenda vuole, infatti, che a decidere le sorti del territorio fu lo scontro tra due cavalieri appartenenti rispettivamente alla città di Siena e Firenze. Questi avrebbero dovuto gareggiare partendo dalla loro città di origine e raggiungere quella dell’avversario, scattando al primo canto del gallo.

I galli in questione furono due, bianco per Siena e nero per Firenze. Il primo ben nutrito e l’altro portato alla fame. Ma fu proprio grazie a questo, che il gallo nero cantò per primo e permise al cavaliere di Firenze di aggiudicarsi la vittoria e, alla città, di includere la zona nella sua provincia. Se vogliamo, questa può anche essere intesa un po’ come la controversia legale che ha caratterizzato tutta la vita del consorzio, per far sì che i suoi vini godessero di identità distinta e separata rispetto agli altri vini toscani.

Ecco allora nascere, col tempo, le diverse tipologie che si sono affermate fino alle note DOCG dei giorni nostri.

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