Questa mossa audace segna un periodo entusiasmante per gli appassionati di vino, poiché Gaja, conosciuto per sfidare le convenzioni, si avventura in territori vitivinicoli inesplorati, puntando su varietà come Riesling e Timorasso.

Situata a Trezzo Tinella, questa innovativa cantina si erge orgogliosa in una località che vanta meno di 300 abitanti ma offre uno dei panorami più mozzafiato della regione. Da questa posizione privilegiata, gli sguardi possono vagare dalle terre del Barolo e del Barbaresco fino all'imponente arco alpino. L'Alta Langa, nota per i suoi paesaggi selvaggi e le altitudini che sfiorano i 900 metri, offre un terreno fertile non solo per gli storici spumanti della zona ma anche, come suggerisce Gaja, per nuove, eccitanti possibilità viticole in risposta al cambiamento climatico.

La decisione di Gaja di investire qui non è casuale. "Serviranno sempre più idee e la capacità di rispondere a nuove sfide con sguardo ampio e mente aperta", afferma il produttore. Questa filosofia si riflette nella struttura della cantina, un progetto che evolve passo dopo passo, rispettando i ritmi della natura e i segnali che essa invia. L'impegno per l'innovazione e il rispetto per la terra sono evidenti nell'architettura della cantina, un'ultima opera dell’architetto Giovanni Bo, e nella scelta di concentrarsi su una vegetazione rigogliosa che richiederà anni per svilupparsi pienamente.

In termini di produzione, la cantina ha già messo radici solide, con Chardonnay e Sauvignon Blanc che adornano i vigneti. Ma è l'esplorazione di uve bianche autoctone del Piemonte, come Riesling, Timorasso ed Erbaluce, che cattura veramente l'immaginazione. Gaja vuole testare la loro resilienza, la capacità di adattarsi ai suoli unici dell’Alta Langa e di maturare completamente a oltre 600 metri di altitudine. Non da meno, vi sono esperimenti con uve a bacca rossa, in particolare Nebbiolo e Pinot Nero.

Il cambiamento, tuttavia, porta con sé sia sfide che trionfi. Mentre una grandinata devastante ha rallentato la produzione in alcuni vigneti, ci sono stati anche successi sorprendenti, come un vigneto di Sauvignon Blanc che ha superato le aspettative di qualità. Questi eventi imprevedibili rafforzano la convinzione di Gaja che sarà il tempo a definire il futuro del progetto in Alta Langa.

Il produttore conclude con una visione: quella di vedere Trezzo Tinella trasformarsi, riaccendendo un'energia che ricorda i suoi giorni gloriosi del passato. Con l'attenzione concentrata sull'evoluzione del cambiamento climatico e sulle sfide emergenti, Gaja è determinato a mantenere uno sguardo aperto e ad adattare il suo percorso di conseguenza.

Questo entusiasmante sviluppo non è solo una vittoria per Gaja ma anche per l'intera regione dell'Alta Langa. Segna un futuro in cui la tradizione incontra l'innovazione, dove nuovi vini possono fiorire, e antiche varietà possono trovare nuove case. È una testimonianza del fatto che, nel mondo del vino, le possibilità sono davvero infinite quando si ha la visione e la determinazione di pensare in modo diverso. Angelo Gaja continua a ispirare, dimostrando che la storia del vino è un racconto senza fine.