I consumi domestici (comprendendo grande distribuzione, canali specializzati in prodotti biologici, enoteche, ristorazione/wine bar, vendita diretta) si ritagliano il 30% del totale (83 milioni di euro, +22%) mentre l’export vale 192 milioni, con un balzo del 40%. Ben maggiore del +4% dell’export complessivo di vino italiano.
I dati emergono dalla ricerca Wine Monitor Nomisma realizzata per Ice in occasione del Vino Bio Day.
Export a pieni giri.
Nel 2016 il 79% delle aziende che producono vini biologici l’ha esportato. Soprattutto nell’Unione Europea (66% a valore) e, come per l’agroalimentare, la Germania rappresenta il mercato di riferimento per i vini italiani bio (33% del fatturato estero realizzato nel 2016), seguita dagli Stati Uniti (12%).
Cosa prevedono le aziende per il futuro? Per il prossimo triennio a trainare le vendite all’estero saranno soprattutto i mercati terzi, primo fra tutti quello statunitense (per il 28% degli operatori); ottime aspettative anche per il mercato Ue. La maggior parte delle imprese sono ottimiste: 1 su 4 prevede un forte aumento (di oltre il 10%) del proprio fatturato sui mercati esteri nei prossimi 3 anni, un ulteriore 54% prevede comunque una crescita (compresa tra +2% e +10%). Più dei due terzi delle aziende scommette sulla crescita dell’export e le imprese rimanenti non prevedono per il futuro variazioni sostanziali del giro d’affari.