Assovini
Varietà: 110 INCROCIO TERZI N.1 - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970
Il vitigno Incrocio Terzi n.1, a bacca nera, viene coltivato nella regione Lombardia.
L'Incrocio Terzi n.1 è un vitigno ottenuto dall'incrocio tra Barbera e Cabernet Franc, sviluppato dal viticoltore Riccardo Terzi nel Bergamasco. Il Registro nazionale varietà di vite da vino inserisce l'Incrocio terzi n.1 nelle province di Bergamo, Brescia e Sondrio.
- Caratteristiche del vitigno
- Foglia: media, pentagonale, pentalobata
- Grappolo: medio, piramidale, a volte provvisto di una o due ali, mediamente compatto
- Acino: medio, rotondeggiante-ovoide
- Buccia: ricca di abbondante pruina, di media consistenza, di colore blu-nero. La polpa ha succo incolore e sapore neutro.
- Denominazioni vinificate in Lombardia
- Caratteristiche sensoriali del vino
- Il vino ottenuto dal vitigno Incrocio Terzi n.1 ha colore è rosso rubino intenso, dallo spiccato odore vinoso, asciutto, leggermente tannico, di buon corpo, alcolico, armonico. E' adatto a medio-lungo invecchiamento.
Varietà: 087 FREISA - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970
Il vitigno Freisa, a bacca nera, viene coltivato nelle regioni Basilicata, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Il Freisa è un vitigno sulle cui origini non vi sono notizie certe; la prima citazione risale al Conte Nuvolone sul "calendario Georgiano della Società Agraria di Torino". Diffusa soprattutto in Piemonte, la Freisa è coltivata nelle zone di Asti, Casale Monferrato, Chieri, Alba e, in piccole quantità, sulle colline del Pinerolo.
- Caratteristiche del vitigno
- Foglia: medio-piccola, cuneiforme più spesso dotata di tre lobi.
- Grappolo: medio, poco compatto, cilindrico allungato, con un'ala spesso lungamente peduncolata
- Acino: medio-piccolo, ovale o sub-rotondo
- Buccia: molto pruinosa, sottile e resistente.
- Denominazioni vinificate in Lombardia
- Caratteristiche sensoriali del vino
- Dal vitigno Freisa si ottiene un vino di colore rosso rubino non troppo intenso, odore fine con sentori di lampone, rosa, viola, secco, fresco, morbido, dotato di media struttura, con delicate sansazioni pseudocaloriche.
Varietà: 069 CORTESE - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970
Il vitigno Cortese, a bacca bianca, viene coltivato nelle regioni Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Trentino Alto Adige, Veneto.
Il Cortese è un vitigno nominato per la prima volta tra le uve bianche piemontesi nel 1659, quando il fattore del Marchese Doria scriveva di viti tutte di cortese, qualche vermentino, nebbioli dolci. In una memoria del 1799 il Conte Nuvolone presentò questo vitigno con il nome dialettale di "corteis". I primi storici che si occuparono scientificamente del cortese furono Demaria e Leardi nella loro opera del 1870 sui vitigni coltivati all'epoca nell'area alessandrina.
Il cortese è maggiormente diffuso in Piemonte, nelle province di Asti, sulla sponda destra del Tanaro; in provincia di Alessandria, soprattutto nel Novese e nel Tortonese, e in provincia di Cuneo, in bassa Valle Belbo.
- Caratteristiche del vitigno
- Foglia: media, pentagonale, pentalobata, a volte con sette lobi, verde scuro con nervature più chiare.
- Grappolo: medio-grande, conico-piramidale, alato, spargolo.
- Acino: medio-grande, ellissoidale
- Buccia: leggermente pruinosa, sottile, di colore giallo dorato, con invaiatura più marcata se esposta al sole.
- Denominazioni vinificate in Basilicata
- Caratteristiche sensoriali del vino
- Dal vitigno cortese si ottiene un vino di colore giallo paglierino con riflessi verdolini abbastanza consistente, intenso, abbastanza complesso, con sentori di frutta, come la pesca bianca, albicocca, floreali di biancospino, una lieve sfumatura minerale. Chiude con un finale di mandorla amara e lievemente di nocciola, secco, abbastanza caldo, abbastanza morbido, sapido con una buona dose di acidità, finale leggermente ammandorlato, di corpo, abbastanza equilibrato, intenso, fine.
Varietà: 073 DOLCETTO - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 - Gazzetta ufficiale: G.U. 149 - 17/06/1970
Il vitigno Dolcetto, a bacca nera, viene coltivato nelle regioni: Abruzzo, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna e Umbria.
La prima citazione scritta di questo vitigno risale precisamente al 1593. Il testo che ne riporta il nome è un documento conservato presso l'archivio comunale di Dogliani. Si tratta di un'ingiunzione riguardante l'inizio della vendemmia: “Niuno ardischi al di qua della festa di San Matteo vendemmiare le uve et se qualcheduno per necessità od altra causa dovrà vendemiar qualche Dozzetti o altre uve serà tenuto prender licenza dal deputato.” Nel 1700, il marchese Barnaba Centurione mandò del Dolcetto in dono al re d'Inghilterra Giorgio II e ne ricevette “lodi grandi”. Nei dialetti delle zone di coltivazione di questo vitigno sono tuttora in uso i nomi duzet e duset.
Oggi è ampiamente coltivato nelle province di Cuneo (Langhe e circondario di Ormea), di Asti (Colli del Monferrato) e di Alessandria (circondario di Acqui e di Ovada, Tortonese), ma anche nell'area pedemontana ed alpina piemontese, in virtù della sua precocità di maturazione. Deve il suo nome alla particolare dolcezza della sua polpa, mentre i vini si presentano esclusivamente asciutti.
- Caratteristiche del vitigno
- Foglia: media, solitamente pentalobata.
- Grappolo: conico, allungato, generalmente alato, spargolo.
- Acino: medio, rotondo ma non uniforme.
- Buccia: sottile e pruinosa, di colore nero-bluastro
- Denominazioni vinificate in Abruzzo
- Caratteristiche sensoriali del vino
- Dal vitigno Dolcetto si ottiene un vino di colore rosso rubino (eventualmente con riflessi violacei), con profumo intenso di liquirizia, mandorla amara, more e ciliegie e talora con richiami floreali. In bocca è secco, amarognolo, di medio corpo, poco acido, abbastanza tannico, morbido e armonico. È un vino che diventa pronto alla beva abbastanza in fretta, da consumarsi quindi entro in primo anno dalla vendemmia o comunque dopo un breve invecchiamento.