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I Vini della Regione Campania


 


I Vini della Regione Campania

La Campania inebria il visitatore con i profumi del mediterraneo rilasciati dai pini, aranceti e limoneti. Le scogliere a picco sul mare, le spiagge dorate, il mare limpido; lo stesso fascino millenario che ha conquistato gli eroi mitici, la Grecia, i Romani e l'immaginario del mondo intero. Privilegiata da un clima mite e dalla fertilità del terreno, la regione è caratterizzata da territorio per lo più collinare, con zone montuose a confine con Basilicata e Molise. Il Vesuvio, tra i pochi vulcani ancora attivi in Europa, i Golfi di Napoli e Salerno, separati dalla penisola Sorrentina, e le isole di Ischia, Capri e Procida offrono paesaggi di rara bellezza.

La Campania si distingue per una tradizione vitivinicola antichissima, tanto che il vino campano era già famoso ai tempi dell’antica Roma: particolarmente celebre era il Falerno, oggi rilanciato in versione moderna (vinificato in bianco a base Falanghina e in rosso a base Aglianico o Primitivo) da alcuni produttori locali del casertano, sulle colline di Mondragone e Sessa Aurunca.


Dati statistici della Produzione Vinicola

  • Superficie vitata: 24.190 ettari di cui: Montagna: 35% | Collina: 51% | Pianura: 14% |
  • Produzione totale Vino: 1.664.000 ettolitri di cui: Vini DOP 38,4% | Vini IGP 22,4%.
  • Produzione dei Vini Rossi e Rosati: 60% | Vini Bianchi 40%.
  • Denominazioni vinicole presenti in Campania: Vini DOCG: 4 | Vini DOC: 15 | Vini IGT: 10 |

(Dati 2013. Fonte: UIV - ISTAT ed elaborazioni)


Mappa Zone di Produzione Vini della Campania

In Campania si possono distinguere 5 macrozone: il Casertano, l'area di Napoli e le splendide isole di Capri e Ischia, l'Irpinia, il Beneventano - in termini di produzione il bacino vitivinicolo più importante della regione - e il Cilento, posto ai confini con la Calabria. Appena superato il confine laziale, la provincia di Caserta è nota per la denominazione Aversa DOC, il cui vino Aprinio, delicato e fresco per antonomasia - ma soprattutto per il Falerno del Massico DOC, prodotto in una piccola fascia costiera compresa tra Mondragone e Sessa Aurunca, dove si coltivano soprattutto Aglianico, Primitivo e Falanghina. Il Rosso è prodotto in prevalenza da Aglianico e Primitivo, che portano a vini più austeri nel primo caso, più morbidi nel secondo.

Nell'ultimo decennio sta crescendo l'interesse per l'Alto Casertano - nei dintorni di Caiazzo - grazie alle perle Casavecchia e i due Pallagrello Bianco, molto apprezzato per le notevoli note agrumate, per la buona struttura e l'avvolgente morbidezza, e il Pallagrello Nero dalle cui uve si ottengono vini rossi e rosati complessi e riconoscibili per struttura e potenza. Nell'area di Napoli coesistono realtà vitivinicole molto differenti. Nelle sabbie silicee della denominazione Campi Flegrei si coltivano esclusivamente Falanghina e Piedirosso, dai quali si ottengono vini di struttura moderata ma freschi e profumati. Nelle vigne calcaree di Capri, la Falanghina è dotata di media struttura, mentre sulle pendici del Vesuvio e a Ischia, il Piedirosso è più ricco e complesso, adatto per accompagnare involtini di carne alla salvia. Il Rosso della sottodenominazione Lacryma Christi è il frutto dell'uvaggio tra Aglianico e Piedirosso ed esprime una decisa nota alcolica, oltre che sentori di viola e ciliegia.


 

▬▬  Capri. La zona di produzione riguarda la provincia di Napoli e comprende il territorio dell’isola di Capri.

▬▬  Casavecchia di Pontelatone. La zona di produzione riguarda la provincia di Caserta e comprende il territorio dei comuni di Liberi e Formicola e, in parte, il territorio dei comuni di Pontelatone, Caiazzo, Castel di Sasso, Castel Campagnano, Piana di Monte, Verna e Ruviano.

▬▬  Irpinia. La zona di produzione delle uve per l'ottenimento delle tipologie: Bianco, Rosso, Rosato, Novello, Passito (quest'ultimo con la specificazione del vitigno), Liquoroso, Spumante (con la specificazione del vitigno), Aglianico, Coda di volpe, Falanghina, Fiano, Greco, Piedirosso, Sciascinoso, comprende il territorio della provincia di Avellino;

  1. Sottozona Campi Taurasini. La zona di produzione riguarda la provincia di Avellino e comprende il territorio dei comuni di Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant'Angelo all'Esca, San Mango sul Calore, Torre le Nocelle, Venticano, Gesualdo, Villamaina, Torella dei Lombardi, Grottaminarda, Melito Irpino, Nusco e Chiusano San Domenico.

▬▬  Sannio e Falanghina del Sannio. La zona di produzione comprende il territorio della provincia di Benevento.

██  Aglianico del Taburno. La zona di produzione riguarda la provincia di Benevento e comprende il territorio dei comuni di Apollosa, Bonea, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Foglianise, Montesarchio, Paupisi, Torrecuso, Ponte e, in parte, il territorio dei comuni di Benevento, Cautano, Vitulano e Tocco Caudio.

██  Aversa. La zona di produzione comprende:

  1. per la provincia di Caserta, il territorio dei comuni di Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano di Aversa, Lusciano, Orta di Atella, Parete, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, Sant’Arpino, Succivo, Teverola, Trentola–Ducenta, Villa di Briano e Villa Literno;
  2. per la provincia di Napoli, il territorio dei comuni di Qualiano e Sant’Antimo.

██  Campi Flegrei. La zona di produzione riguarda la provincia di Napoli e comprende il territorio dei comuni di Procida, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto e, in parte, il territorio del comune di Marano di Napoli.

██  Castel San Lorenzo. La zona di produzione riguarda la provincia di Salerno e comprende il territorio dei comuni di Castel San Lorenzo, Bellosguardo, Felitto e, in parte, il territorio dei comuni di Aquara, Castelcivita, Roccadaspide, Magliano Vetere e Ottati.

██  Cilento. La zona di produzione riguarda la provincia di Salerno e comprende tutto o parte del territorio dei comuni di Agropoli, Alfano, Ascea, Camerota, Campora, Capaccio, Cannalonga, Casaletto Spartano, Casalvelino, Castellabate, Castelnuovo Cilento, Celle di Bulgheria, Centola, Ceraso, Cicerale, Cuccaro Vetere, Futani, Gioì Cilento, Giungano, Ispani, Laureana Cilento, Laurito, Lustra, Magliano Vetere, Moio della Civitella, Montano Antilia, Montecorice, Monteforte Cilento, Morigerati, Novi Velia, Ogliastro Cilento, Ornignano, Orna, Perdifumo, Perito, Pisciotta, Pollica, Prignano Cilento, Roccagloniosa, Rofrano, Rutino, Salento, S.Giovanni a Piro, S.Mauro Cilento, S.Mauro la Bruca, Santa Marina, Sapri, Serramezzana, Sessa Cilento, Stella Cilento, Stio, Torchiara, Torraca, Torre Orsaia, Tortorella, Trentinara, Vallo della Lucania e Vibonati.

██  Costa d'Amalfi. La zona di produzione delle uve per l'ottenimento delle tipologie: Bianco, Rosso e Rosato, riguarda la provincia di Salerno e comprende il territorio dei comuni di Vietri, Cetara, Maiori, Minori, Ravello, Scala, Atrani, Tramonti, Furore, Praiano, Positano, Amalfi, Conca dei Marini;

  1. Sottozona Furore. La zona di produzione riguarda la provincia di Salerno e comprende il territorio dei comuni di Furore, Praiano, Conca dei Marini, ed Amalfi;
  2. Sottozona Ravello. La zona di produzione riguarda la provincia di Salerno e comprende il territorio dei comuni di Ravello, Scala, Minori, Atrani;
  3. Sottozona Tramonti. La zona di produzione riguarda la provincia di Salerno e comprende il territorio dei comuni di Tramonti e Maiori.

██  Falerno del Massico. La zona di produzione riguarda la provincia di Caserta e comprende il territorio dei comuni di Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico e Carinola.

██  Fiano di Avellino. La zona di produzione riguarda la provincia di Avellino e comprende il territorio dei comuni di Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabato, S.Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, S. Potito Ultra, Candida, Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, S. Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino, Contrada, Monteforte Irpino, Ospedaletto D'Alpinolo, Montefalcione, Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino.

██  Galluccio. La zona di produzione riguarda la provincia di Caserta e comprende il territorio dei comuni di Conca della Campania, Galluccio, Mignano Monte Lungo, Rocca d’Evandro, Tora e Piccilli.

██  Greco di Tufo. La zona di produzione riguarda la provincia di Avellino e comprende il territorio dei comuni di Tufo, Altavilla Irpina, Chianche, Montefusco, Prata di Principato Ultra, Petruro Irpino, Santa Paolina e Torrioni.

██  Ischia. La zona di produzione riguarda la provincia di Napoli e comprende il territorio dell'Isola di Ischia.

██  Penisola Sorrentina. La zona di produzione delle uve per l'ottenimento delle tipologie:

  1. Penisola Sorrentina DOC. La zona di produzione riguarda la provincia di Napoli e comprende il territorio dei comuni di Gragnano, Pimonte, Lettere, Casola di Napoli, Sorrento, Piano di Sorrento, Meta Sant‟Angelo, Massa Lubrense, Vico Equense, Agerola e parte del territorio dei comuni di: Sant'Antonio Abate, Castellamare di Stabia;
  2. Rosso frizzante Sottozona Lettere. La zona di produzione riguarda la provincia di Napoli e comprende il territorio dei comuni di Lettere, Casola di Napoli e, in parte, il territorio del comune di Sant'Antonio Abate;
  3. Rosso frizzante Sottozona Gragnano. La zona di produzione riguarda la provincia di Napoli e comprende il territorio dei comuni di Gragnano, Pimonte e, in parte, il territorio del comune di Castellamare di Stabia;
  4. Bianco e Rosso Sottozona Sorrento. La zona di produzione riguarda la provincia di Napoli e comprende il territorio dei comuni di Sorrento, Piano di Sorrento, Meta Sant'Angelo, Massa Lubrense e Vico Equense.

██  Taurasi. La zona di produzione riguarda la provincia di Avellino e comprende il territorio dei comuni di Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemileto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant'Angelo all'Esca, San Mango sul Calore, Torre le Nocelle e Venticano.

██  Vesuvio. La zona di produzione riguarda la provincia di Napoli e comprende il territorio dei comuni di Boscotrecase, Trecase, San Sebastiano al Vesuvio e, in parte, il territorio dei comuni di Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Boscoreale, Torre Annunziata, Torre del Greco, Ercolano, Portici, Cercola, Pollena, Trocchia, Sant’Anastasia e Somma Vesuviana.


Clima, Territorio e Sistemi di coltivazione della vite

Il Clima della Campania è caratterizzato dalla morfologia del territorio, costituito da zone montane in cui si estendono gli Appennini, e zone marine. Il clima nella fascia costiera è mite, asciutto e ventilato, mentre nell'area appenninica è di tipo continentale, caratterizzato da inverni rigidi che danno origine a forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, anche in piena estate, che tuttavia risultano determinanti per ottenere una qualità superiore dei Vini bianchi irpini.

Per ciò che concerne i terreni, si rileva una situazione più complessa in quanto nell'area marina l'intensa attività vulcanica ha determinato la formazione di Terreni di natura magmatica, che variano dalle Sabbie dei Campi Flegrei, dove gli impianti sono tutti a "piede franco", al Tufo verde di Ischia o alle Lave del Vesuvio; questi terreni scuri e friabili sono ricchi di potassio, un componente chimico che favorisce la formazione di zuccheri nella fase di invaiatura dell'uva. Nella parte dorsale appenninica, a ovest della Campania, i Terreni sono sciolti e ricchi di calcare, con marne e argille in superficie. La peculiarità dei terreni campani è legata soprattutto alle eruzioni del Vesuvio, la cui attività vulcanica ha disperso notevoli quantità di ceneri anche a lunghe distanze, e cosparso con una spessa coltre di cenere anche suoli di matrice calcarea, arricchendoli di componenti minerali. In queste zone di produzione, la coltivazione del vitigno Aglianico risulta ideale per ottenere Vini di grande struttura e complessità.

I Sistemi di allevamento della vite più diffusi in Campania sono il Guyot e il Cordone speronato, e, in misura minore, forme antiche come la Pergola e l'Alberello. Nella zona di Aversa, per la coltivazione dell'Asprinio si utilizza il sistema dell'Antica Alberata Aversana, introdotta dagli etruschi, mediante la quale le viti si arrampicano su filari posti tra due pioppi, i cui grappoli possono raggiungere altezze fino a 15 metri.


Degustando... in Campania

Napoli è una città meravigliosa conosciuta in ogni parte del mondo per le Canzoni napoletane e per la Pizza, che è il baluardo della gastronomia campana. Nelle pizzerie è quasi sempre scontato abbinare la Pizza con la Birra, ma per i buongustai anche il vino può rappresentare un'ottima alternativa di piacevolezza, specie se riguarda uno Spumante Rosato del Sannio a base di Aglianico, che va benissimo anche con i deliziosi Spaghetti ai pomodorini del Piènnolo del Vesuvio (pomodorini legati a grappoli e fatti seccare), o al più famoso Pomodoro San Marzano.

L'Orata alla Positano con erbe aomatiche, capperi e pane raffermo, e gli Spaghetti con la colatura di alici di Cetara sono perfetti con un robusto Costa d'Amalfi Furore Bianco, mentre la Minestra maritata, preparata con vari tipi di verdure e carni di maiale, di manzo e di gallina, si abbina bene con un Fiano di Avellino. All'interno del territorio regionale le carni rappresentano l'ingrediente base di molte pietanze: lo Spezzatino di agnello è ottimo con un Aglianico del Taburno, i prelibati Mugliatielli - involtini di interiora di pecora - con un Taurasi, il Maialino nero casertano al forno con un potente Pallagrello nero della zona, e la Salsiccia con i Friarielli (le infiorescenze non ancora sbocciate delle rape), amatissime dai partenopei, con un morbido Falerno del Massico ottenuto da Primitivo.

In Campania il pasto si chiude in dolcezza con la tradizionale Pastiera napoletana, le Sfogliatelle e le Zeppole, bene accompagnate da un ottimo Moscato di Baselice della zona di Benevento o con un Passito Sant'Agata de' Goti.


 

 

  • NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D'ABRUZZO D.O.C.G.

    • Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 24.05.1968 G.U. 178 – 15.07.1968, Approvato DOCG con D.M. 20.02.2003, G.U. 54 del 06.03.2003
    • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale pubblicato nella G.U.R.I. Serie Generale n. 104 del 5.05.2016

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


  • VINO COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D'ABRUZZO D.O.C.G.

    La denominazione di origine controllata e garantita “Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

    1. Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo
    2. Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo Riserva.

  • 1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOCG COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D'ABRUZZO

    1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo

     

    • Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco
      • => 85% Vitigno Montepulciano
      • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Abruzzo.
      • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
      • Vino Rosso dal Colore rosso rubino intenso con lievi sfumature violacee tendenti al granato con l'invecchiamento, Odore profumo caratteristico, etereo, intenso e Sapore asciutto, pieno robusto armonico e vellutato.

    • Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
    • Versioni: Secco
      • => 85% Vitigno Montepulciano
      • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Abruzzo.
      • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
      • Vino Rosso Invecchiato dal Colore rosso rubino intenso con lievi sfumature violacee tendenti al granato con l'invecchiamento, Odore profumo caratteristico, etereo, intenso e Sapore asciutto, pieno robusto armonico e vellutato.

    __________

    (Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


  • 2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOCG COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D'ABRUZZO

    L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo abbraccia l’intera collina litoranea ed interna della provincia di Teramo e si caratterizza per le ampie colline digradanti verso il mare Adriatico, dalla presenza dell’imponente massiccio del Gran Sasso e dai Monti della Laga; questa particolare orografia favorisce l’instaurarsi di una buona ventilazione (brezze di mare e di monte) che associata all’ottima esposizione, alla natura piuttosto sciolta dei terreni ed alla conseguente assenza di ristagni idrici, garantiscono al vitigno Montepulciano condizioni ottimali per vegetare e produrre uve con elevate caratteristiche di qualità e tipicità.

    La Zona di Produzione del Vino DOCG Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo è localizzata in:

    • provincia di Teramo e comprende il territorio dei comuni di Ancarano, Atri, Basciano, Bellante, Campli, Canzano, Castellalto, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Celino Attanasio, Cermignano, Civitella del Tronto, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Giulianova, Martinsicuro, Montorio al Vomano, Morro d'Oro, Mosciano Sant'Angelo, Nereto, Notaresco, Penna Sant'Andrea, Pineto, Roseto degli Abruzzi, Sant'Egidio alla Vibrata, Sant'Omero, Silvi, Teramo, Torano Nuovo e Tortoreto.

  • 3. VINIFICAZIONE E IMBOTTIGLIAMENTO DEL VINO DOCG COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D'ABRUZZO

    Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

    Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo prevedono, tra l'altro, che:

    • La resa massima dell'uva in vino non deve essere superiore al 70%.
    • Il vino deve essere sottoposto ad un periodo minimo di invecchiamento obbligatorio di un anno, di cui almeno due mesi di affinamento in bottiglia.
    • Il vino a denominazione di origine controllata e garantita “Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo" sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno tre anni, di cui almeno un anno in botti di legno ed almeno due mesi di affinamento in bottiglia, può portare in etichetta la menzione "Riserva".

  • 4. PRODUTTORI DI VINO DOCG COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D'ABRUZZO

    Con l’utilizzo della DOCG Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo i Produttori vinicoli abruzzesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la visita alle cantine vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione. 


  • 5. ABBINAMENTI CIBO-VINO DOCG COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D'ABRUZZO

    Aperitivi, antipasti e secondi di carne come l'agnello con i funghi e verdure, formaggi stagionati.

  • 6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOCG COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D'ABRUZZO

    La prima vera testimonianza storica sulla produzione enoica abruzzese, in particolare nell’area teramana, come ricorda Polibio, storico greco vissuto tra il 205 ed il 123 a.C., risale alle famose gesta di Annibale (216 a.C.) ed alla sua vittoria di Canne. Il territorio citato da Polibio era proprio quello a ridosso dell’area Piceno-Aprutina ossia l’attuale provincia di Teramo che, sin da allora, era rinomata per la qualità dei suoi vini che “avevano guarito i feriti e rimesso in forze gli uomini”.

    Da allora tanti altri autori hanno descritto e decantato le lodi dei vini teramani, ma facendo un salto di alcuni secoli, come afferma Franco Cercone nel suo libro La meravigliosa storia del Montepulciano d’Abruzzo, la prima notizia storica sulla presenza del vitigno Montepulciano in Abruzzo, è contenuta nell’opera di Michele Torcia dal titolo Saggio Itinerario Nazionale pel Paese dei Peligni fatto nel 1792 (Napoli 1793). L’archivista e bibliotecario di Ferdinando IV ebbe infatti modo di osservare il vitigno Montepulciano e di degustarne il vino nell’agro sulmonese e anche se la provenienza di questo vitigno resta sconosciuta, nel primo ottocento il Montepulciano di fatto resta in splendido isolamento nelle aree interne dell’Abruzzo e non ancora si affaccia a quella finestra naturale costituita dalle Gole di Popoli.

    Si deve sicuramente alle famiglie dei Mezzana e dei Tabassi l’ampliamento dell’area di coltivazione del Montepulciano poiché queste, benché proprietarie di vasti possedimenti in Sulmona e nei centri limitrofi, indirizzano le proprie mire sui fertili territori posti oltre le Gole di Popoli e lungo la Valle della Pescara. È da ritenersi che le condizioni climatiche, particolarmente favorevoli alla viticoltura, siano alla base delle motivazioni che indussero esponenti della nobiltà sulmonese ad espandere i loro possedimenti ed è probabile che il Montepulciano sia stato trapiantato dai Mezzana a Torre dei Passeri e da qui il “vitigno portabandiera dell’Abruzzo” sia migrato agli inizi del ‘900 verso il chietino, la costa pescarese ed il teramano.

    Numerosi sono i testi storici ed i manuali tecnici pubblicati a cavallo del XIX° e XX° secolo nei quali vengono descritte le caratteristiche di questo vitigno: ricordiamo in particolare l’opera di Edoardo Ottavi e Arturo Marescalchi dal titolo Vade-Mecum del commerciante di uve e di vini in Italia, la cui prima edizione venne pubblicata nel 1897, nella quale essi descrivono in maniera dettagliata la viticoltura della provincia di Teramo ricordando che “le uve predominanti erano il Trebbiano, la Malvasia, il Moscatello e la Greca, tra le bianche, il Montepulciano e il Sangiovese, tra le nere”.

    Da allora la vitivinicoltura teramana ha percorso tutti i gradini della qualità trovando, a metà degli anni ’90 del novecento, attraverso il riconoscimento della prima sottozona della DOC Montepulciano d’Abruzzo uno dei punti di maggiore qualificazione della produzione vinicola. Questa sottozona, dopo un lungo percorso qualitativo, arricchito da riconoscimenti internazionali e dalla crescita dell’immagine del territorio di riferimento, agli inizi del 2000 è assurta al massimo livello della scala della qualità con il riconoscimento della DOCG, prima ed al momento unica di tutta la regione Abruzzo.

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