Assovini
Assovini

Assovini

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

SALAPARUTA DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 08.02.2006, G.U. 42 del 20.02.2006
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Salaparuta D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Salaparuta” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso anche nella tipologia Riserva
  2. Bianco
  3. Inzolia
  4. Grillo
  5. Chardonnay
  6. Catarratto
  7. Nero d'Avola anche nella tipologia Riserva
  8. Merlot anche nella tipologia Riserva
  9. Cabernet Sauvignon anche nella tipologia Riserva
  10. Syrah anche nella tipologia Riserva
  11. Novello

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Salaparuta

 

  • Salaparuta Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigno Catarratto
  • =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno intenso, odore fine, elegante e sapore delicato, tipico.

  • Salaparuta Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 65% Vitigno Nero d'Avola
  • =< 35% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso intenso, odore gradevole, fine e sapore armonico, strutturato.

  • Salaparuta Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 65% Vitigno Nero d'Avola
  • =< 35% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 14% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino carico, odore intenso, armonico e sapore ricco, corposo, speziato.

  • Salaparuta Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Nero d'Avola
  • => 20% Vitigno Merlot
  • =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino, odore intenso, fruttato, caratteristico e sapore sapido, morbido.

  • Salaparuta Inzolia (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Inzolia
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno intenso, odore delicato, gradevole e sapore asciutto, sapido.

  • Salaparuta Grillo (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Grillo
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo piu' o meno intenso, odore elegante, fine e sapore asciutto, armonico, pieno, sapido.

  • Salaparuta Chardonnay (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Chardonnay
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo piu' o meno intenso, odore intenso, caratteristico e sapore gradevole, fruttato.

  • Salaparuta Catarratto (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Catarratto
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno intenso, odore caratteristico, fine e sapore armonico, pieno, intenso.

  • Salaparuta Nero d'Avola (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Nero d'Avola
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso intenso, odore delicato, caratteristico, fruttato e sapore corposo, armonico, speziato.

  • Salaparuta Nero d'Avola Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Nero d'Avola
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 14% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso intenso, odore delicato, caratteristico, fruttato e sapore corposo, armonico, speziato.

  • Salaparuta Merlot (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore intenso, fruttato e sapore caratteristico, intenso.

  • Salaparuta Merlot Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 14% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino, odore intenso, fruttato e sapore caratteristico, intenso.

  • Salaparuta Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore caratteristico, intenso e sapore caratteristico, corposo.

  • Salaparuta Cabernet Sauvignon Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 14% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino, odore caratteristico, intenso e sapore caratteristico, corposo.

  • Salaparuta Syrah (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Syrah
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore caratteristico, fruttato e sapore intenso, armonico e gradevolmente tannico.

  • Salaparuta Syrah Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Syrah
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 14% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso, odore caratteristico, fruttato e sapore intenso, armonico e gradevolmente tannico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Salaparuta

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Salaparuta si estende sulle colline adiacenti all'omonima località, il cui territorio è adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Salaparuta è localizzata in:

  • provincia di Trapani e comprende il territorio del comune di Salaparuta.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Salaparuta

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Salaparuta prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Salaparuta non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • I vini DOC Salaparuta con menzione Riserva devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 in contenitori di legno.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Salaparuta è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Salaparuta

Con l’utilizzo della DOC Salaparuta i Produttori Vinicoli Siciliani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Salaparuta

Primi o secondi di pesce, arrosti e selvaggina.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Salaparuta

La coltivazione della vite a Salaparuta ha una tradizione molto antica. I primi insediamenti nel territorio dell’attuale Salaparuta risalgono al Neolitico, come testimoniano le pietre sacre e gli altari primitivi rinvenuti nel territorio. I primi abitanti furono i Sicani successivamente cacciati dai Siculi. Queste popolazioni migrate in Sicilia portarono con sé la nomenclatura vitivinicola e molte tecniche apprese nei loro scambi con il mondo egeo, per cui la vite in Sicilia era allevata ad alberello con sostegno.

Essendo il territorio di Salaparuta molto fertile e ricco di sorgenti idriche, fu conteso, nel corso dei secoli, da diversi popoli, seguendo le sorti politiche e storiche della Sicilia. Dapprima conquistata dai Greci (735 a.C.) che importarono dalla Grecia molti vitigni ed incrementarono notevolmente la produzione vitivinicola siciliana, fu poi teatro degli scontri tra Greci e Cartaginesi (582 a.C.-241 a.C). I Cartaginesi chiamavano il fiume Belice “Ipsa”, ovvero fiume delle delizie, per la salubrità dell’aria e per la fertilità del terreno; un altro nome dato al fiume era “Crimiso”con la dizione punica “Cremasis/Ceremasis” dove “cerem” presso i Cartaginesi indicava la vite ed “asis” il mosto, quindi tale fiume per l’abbondanza dei vigneti era detto “Crimiso”.

Dopo i Cartaginesi fu la volta dei Romani che in Sicilia costruirono le loro Fattorie e le loro Ville. In epoca imperiale ed, in particolare nella morente romanità del IV-V secolo d.c., in Sicilia si va affermando, infatti, una classe di grandi proprietari terrieri che costruirono grandi ville rusticane (la più famosa è quella del Casale di Piazza Armerina) nelle zone più fertili e vocate all’agricoltura della Sicilia.

Nel territorio del comune di Salaparuta sono stati ritrovati i resti di questa tipologia di costruzione: nel 1974 è venuta alla luce la Fattoria Romana di Cusumano, mentre si procedeva ai lavori di scavo per la ricostruzione di Salaparuta, distrutta dal terremoto del 1968. Gli scavi archeologici hanno restituito un quadro, seppur frammentario, di quella che doveva essere una tipica fattoria romana della Valle del Belice riportando alla luce siti ed utensili che hanno permesso di ricostruire la vita, le usanze e le tecniche agricole nel territorio, le quali suggeriscono che i principali prodotti agricoli dovessero essere grano, uva ed olive. Dopo la caduta dell’impero Romano, la Sicilia, dominata per breve tempo dai barbari, fu invasa dai Bizantini nel 535 d.C. e nel territorio di Salaparuta sono state ritrovate tracce della dominazione bizantina testimoniata dalla presenza di resti di un chiostro e dal ritrovamento di oggetti sacri.

Con lo sbarco dei Musulmani a Mazara nell’827 ha inizio la dominazione araba in Sicilia. Il territorio di Salaparuta apparteneva al distretto di Val di Mazara ed aveva un suo emiro Abu El Cassim; risalgono al periodo arabo i nomi di quattro casali: Belich (che diede il nome al fiume Belice), Salah, Taruch e Rahal al Merath (Casale della donna), i primi tre vennero col tempo abbandonati per le loro condizioni insalubri, rimase l’ultimo che cambiò il suo nome, quando gli abitanti del casale di Salah vi si trasferirono, da Casale della donna divenne Sala della donna, diventando così il nucleo originario della futura Salaparuta.

Alla dominazione araba segue la dominazione normanna che inizia intorno al 1061 con la discesa in Sicilia dei conti Roberto e Ruggero, e continua con re Federico II che concesse a Salaparuta il titolo di Comune. Durante il dominio normanno si ha in Sicilia il consolidamento del feudo, che era proprietà dello Stato , e della figura del Barone che doveva essere soltanto un usufruttuario. Durante le dominazioni successive degli Angioini, degli Aragonesi, però, il barone si impossessa gradualmente del feudo. Il primo barone di Salaparuta dichiarato ufficialmente fu Girolamo Paruta nel 1507; da questo momento la Baronia Sala Della Donna prende il nome di Sala di Paruta., e successivamente di Salaparuta. Non avendo, i successori di Girolamo Paruta, eredi maschi, la baronia di Sala passa ad una donna, Fiammetta Paruta, che nel 1651 sposa Giuseppe Alliata Barone di Villafranca. Quest’ultimo assume, con le nozze, il titolo di barone di Sala di Paruta, che trasmetterà ai suoi eredi. Feudo e titoli passano al figlio Francesco Alliata, che nel 1624 viene nominato primo Principe di Villafranca e nel 1625 primo Duca di Sala di Paruta, dal re Filippo IV, per aver fatto costruire un nuovo quartiere.

Durante la dominazione borbonica (1735-1860) Salaparuta assiste al declino del feudo, che viene abolito nel 1812. Salaparuta vive questo periodo storico caratterizzato da contraddizioni e instabilità fino allo sbarco di Garibaldi a Marsala; fra coloro che lo accolsero vi furono anche dei salitani. Con l’Unità d’Italia, Salaparuta, come tutta la Sicilia e tutto il meridione, dovette far fronte ad una serie di problemi, economici e sociali.

Dal secondo dopoguerra Salaparuta inizia il suo sviluppo raggiungendo un’economia abbastanza articolata, grazie alle trasformazioni agrarie, la diminuzione delle coltivazioni cerealicole a vantaggio dei vigneti e uliveti e il diffondersi della piccola proprietà contadina. Questa crescita subisce un temporaneo blocco con il terremoto del 14-15 gennaio 1968, quando il piccolo paese viene quasi completamente distrutto dal sisma. La popolazione si disperde nelle campagne limitrofe e più tardi nei centri di raccolta sparsi in tutta la Sicilia Occidentale.

Dopo un breve periodo nelle tendopoli fu costruita la baraccopoli, nella quale i salitani furono costretti a vivere per lunghi anni prima di assistere all’inizio dei lavori di ricostruzione. La cittadina di Salaparuta è oggi posta sui fianchi di una collina che guarda ad oriente ed a mezzogiorno, scendendo dolcemente da tutti e due i lati sino ai piedi di altre colline prossime al fiume, in un territorio che rappresenta una delle realtà viticole più rappresentative nello scenario vitivinicolo d’Italia.

La viticoltura, oltre ad essere praticata da sempre, rappresenta infatti il settore produttivo predominante. Attorno a questa attività agricola sono fiorite nel tempo iniziative artigianali, industriali e commerciali, che hanno contribuito a migliorare il reddito della popolazione ed a tenerne alto il livello occupazionale. Quindi l’economia di Salaparuta è stata ed è prettamente agricola e l’agricoltura e, per prima la viticoltura, è tuttora alla base della vita economica del centro.

La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende, la professionalità degli operatori che hanno contribuito ad accrescer il livello qualitativo e la rinomanza della DOC “Salaparuta”, come testimoniano i riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale dei vini a DOC “Salaparuta” prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento.

Il Vino DOC Salaparuta ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 8 febbraio 2006.

RIESI DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 23.07.2001, G.U. 185 del 10.08.2001
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Riesi D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Riesi” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso
  2. Novello
  3. Rosato
  4. Bianco
  5. Spumante
  6. Vendemmia tardiva
  7. Superiore
  8. Superiore Riserva
  9. Con specificazioni di vitigno:
    1. Inzolia
    2. Chardonnay
    3. Nero d’Avola
    4. Cabernet Sauvignon
    5. Merlot
    6. Syrah

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Riesi

 

  • Riesi Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 80% Vitigni Nero d'Avola (o Calabrese) e Cabernet Sauvignon, da soli o congiuntamente;
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino piu’ o meno intenso con eventuali riflessi granato, odore gradevole, fine, vinoso e sapore asciutto, armonico.

  • Riesi Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • => 80% Vitigni Nero d'Avola (o Calabrese) e Cabernet Sauvignon, da soli o congiuntamente;
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino piu' o meno intenso, talvolta con riflessi violacei, odore intenso, fruttato, gradevole e sapore fresco, caratteristico.

  • Riesi Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • >< 50-75% Vitigno Nero d'Avola (o Calabrese)
  • >< 25-50% Vitigno Nerello Mascalese e Cabernet Sauvignon, da soli o congiuntamente;
  • Possono concorrere alla produzione altri Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa piu’ o meno intenso, odore gradevole, fine, fruttato, fragrante e sapore delicato, armonico, fresco, talvolta vivace.

  • Riesi Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 75% Vitigni Inzolia (o Ansonica) e Chardonnay, da soli o congiuntamente;
  • =< 25% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu’ o meno intenso, talvolta con riflessi verdognoli, odore gradevole, fine, elegante e sapore armonico, delicato, sapido.

  • Riesi Bianco Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Brut
  • => 75% Vitigni Inzolia (o Ansonica) e Chardonnay, da soli o congiuntamente;
  • =< 25% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 18% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino piu’ o meno intenso, odore caratteristico, fruttato e sapore sapido caratteristico.

  • Riesi Bianco Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
  • Versioni: Dolce
  • => 75% Vitigni Inzolia (o Ansonica) e Chardonnay, da soli o congiuntamente;
  • =< 25% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 18% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore giallo intenso tendente all'ambrato, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore vellutato, armonico, ricco, dolce.

  • Riesi Superiore (Vino Rosso Superiore)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigni Nero d'Avola (o Calabrese) e Cabernet Sauvignon, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore caratteristico, etereo gradevole, intenso e sapore asciutto, pieno, armonico, caldo, persistente.

  • Riesi Superiore Riserva (Vino Rosso Superiore Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigni Nero d'Avola (o Calabrese) e Cabernet Sauvignon, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Superiore Invecchiato dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore caratteristico, etereo gradevole, intenso e sapore asciutto, pieno, armonico, caldo, persistente.

  • Riesi Insolia (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Insolia
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore delicato e sapore secco, armonico con buona persistenza.

  • Riesi Chardonnay (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Chardonnay
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, odore caratteristico varietale e sapore armonico, morbido.

  • Riesi Nero d’Avola (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Nero d’Avola
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore delicato, caratteristico e sapore pieno moderatamente tannico.

  • Riesi Merlot (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore caratteristico, fruttato e sapore pieno, gradevole, morbido.

  • Riesi Syrah (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Syrah
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino piu' o meno intenso, odore delicato, caratteristico, gradevole e sapore secco, piacevolmente tannico.

  • Riesi Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore gradevole, caratteristico e sapore secco, armonico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Riesi

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Riesi si estende sulle colline circostanti l'omonima località, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Riesi è localizzata in:

  • provincia di Caltanissetta e comprende il territorio dei comuni di Butera, Riesi e Mazzarino.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Riesi

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Riesi prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Riesi non dovrà essere superiore al 70% e al 60% per la tipologia di Vino Vendemmia Tardiva; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • I seguenti vini devono essere sottoposti ad un periodo di invecchiamento: Riesi Rosso: 4 mesi a decorrere dal 10 novembre dell'anno della vendemmia; Riesi Superiore: 2 anni, di cui 6 mesi in recipienti di legno, a decorrere dal 10 novembre dell'anno della vendemmia; Riesi Superiore Riserva: 3 anni, di cui 1 anno in recipienti di legno e 6 mesi di affinamento in bottiglia, a decorrere dal 10 novembre dell'anno della vendemmia.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Riesi è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia di vino Spumante.

4. Produttori di Vino DOC Riesi

Con l’utilizzo della DOC Riesi i Produttori Vinicoli Siciliani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Riesi

Piatti a base di pesce, in particolare molluschi, crostacei, cozze. Formaggi tipici siciliani come il Ragusano e il Pecorino siciliano, secondi con carni rosse.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Riesi

Il vigneto da tempo, nel territorio della DOC Riesi, è una realtà presente ed importante. Lo dimostra un documento del 1879 dal titolo “Una gita a Riesi” del Prof. Macagno, direttore della Stazione Agraria di Palermo, invitato ad effettuare una visita a taluni vigneti di Riesi, che presentavano un deperimento, a seguito di introduzione di barbatelle di Pinot dalla Francia, che fecero pensare alla fillossera. In quella circostanza, il Professore osservò lo stato e l'estensione della viticoltura in quella zona e come fosse accuratamente condotta.

Già prima del riconoscimento della DOC, la produzione viticola della zona in argomento, ha suscitato interesse da parte di aziende vinicole siciliane affermate sui mercati, che acquistavano le uve, soprattutto rosse, del comprensorio. Anche aziende vinicole di importanza nazionale, venute a conoscenza di questa realtà, hanno fatto investimenti nella zona delimitata.

L'origine di questo vino ha, infine, una tradizione di pregio acquistata, in qualche secolo di vita, come dimostrano attestati di benemerenza concessi da organismi esperti e qualificati.

Le varietà presenti sono prevalentemente quelle autoctone e, di recente si è avuto il rinnovamento della compagine varietale anche con l'introduzione di varietà alloctone, che, nelle condizioni pedo-climatiche della zona in esame, grazie alla capacità tecnica degli imprenditori agricoli, esplicano al meglio le loro caratteristiche, valorizzate dalle cantine del territorio, facendo ottenere i vini della DOC in argomento, molto ricchi di polifenoli, estratti, con molta struttura, armonici, equilibrati nella loro composizione, che possono essere utilizzati tanto nell'arco della stessa annata che destinati all'invecchiamento, e che sono riusciti ad avere una rinomanza e reputazione a livello internazionale.

PANTELLERIA DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 11.08.1971, G.U. 239 del 22.09.1971
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Pantelleria D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Pantelleria” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Moscato di Pantelleria
  2. Passito di Pantelleria
  3. Pantelleria-Moscato Spumante
  4. Pantelleria-Moscato Dorato
  5. Pantelleria-Moscato Liquoroso
  6. Pantelleria-Passito Liquoroso
  7. Pantelleria-Zibibbo Dolce
  8. Pantelleria-Bianco, anche Frizzante

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Pantelleria

 

  • Moscato di Pantelleria (Vino Bianco Moscato)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Zibibbo (o Moscato di Alessandria)
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo talvolta tendente all'ambra, odore caratteristico, fragrante, di moscato e sapore dolce, aromatico di moscato.
  • Abbinamenti: Pasticceria secca e cremosa, Formaggi caprini ed erborinati.

  • Passito di Pantelleria (Vino Bianco Moscato Passito)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Zibibbo (o Moscato di Alessandria)
  • => 20% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato Passito dal colore giallo giallo dorato, tendente all'ambra, odore fragrante, caratteristico di moscato e sapore dolce, aromatico, gradevole.
  • Abbinamenti: Pasticceria secca e cremosa, Formaggi caprini ed erborinati.

  • Pantelleria Moscato Spumante (Vino Bianco Moscato Spumante)
  • Versioni: Spumante Doux
  • = 100% Vitigno Zibibbo (o Moscato di Alessandria)
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo dorato più o meno intenso, odore gradevole, aromatico e sapore caratteristico di moscato.
  • Abbinamenti: Aperitivi, Piatti a base di pesce e Frutti di mare, Dessert.

  • Pantelleria Moscato Dorato (Vino Bianco Moscato)
  • Versioni: Secco
  • = 100% Vitigno Zibibbo (o Moscato di Alessandria)
  • => 21,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato dal colore giallo dorato più o meno intenso, odore gradevole, aromatico e sapore caratteristico di moscato.
  • Abbinamenti: Pasticceria secca, Dolci al miele, Fuori pasto.

  • Pantelleria Moscato Liquoroso (Vino Bianco Moscato Liquoroso)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Zibibbo (o Moscato di Alessandria)
  • => 21% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo più o meno intenso, odore fragrante, caratteristico di moscato e sapore dolce, aromatico di moscato.
  • Abbinamenti: Dolci al miele, Cioccolata, Dessert, Fuori pasto.

  • Pantelleria Passito Liquoroso (Vino Bianco Moscato Passito Liquoroso)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Zibibbo (o Moscato di Alessandria)
  • => 22% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato Liquoroso dal colore giallo dorato più o meno intenso talvolta tendente all'ambra, odore intenso, caratteristico di moscato e sapore dolce, vellutato.
  • Abbinamenti: Dolci al miele, Cioccolata, Dessert, Fuori pasto.

  • Pantelleria Zibibbo Dolce (Vino Bianco Moscato)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Zibibbo (o Moscato di Alessandria)
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato dal colore giallo dorato più o meno intenso, odore gradevole, aromatico e sapore caratteristico di Moscato.
  • Abbinamenti: Pasticceria secca, Dolci al miele, Fuori pasto.

  • Pantelleria Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Zibibbo (o Moscato di Alessandria)
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore gradevole, caratteristico e sapore armonico, più o meno morbido.
  • Abbinamenti: Antipasti di verdure, Piatti a base di pesce, Paste asciutte, Formaggi a pasta molle.

  • Pantelleria Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Zibibbo (o Moscato di Alessandria)
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino più o meno intenso, odore gradevole, caratteristico e sapore armonico, più o meno morbido, frizzante.
  • Abbinamenti: Antipasti di verdure, Piatti a base di pesce, Paste asciutte, Formaggi a pasta molle.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Pantelleria

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Pantelleria si estende sull'intero territorio dell'Isola di Pantelleria, il cui territorio è adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Pantelleria è localizzata in:

  • provincia di Trapani e comprende il territorio dell'Isola di Pantelleria.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Pantelleria

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Pantelleria prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore ai seguenti valori: 
    • al 70% per le tipologie di Vino DOC Pantelleria Moscato Liquoroso e Pantelleria Moscato Spumante; 
    • al 60% per le tipologie di vino DOC Moscato di Pantelleria; 
    • al 55% per le tipologie di vino DOC Pantelleria Passito Liquoroso; 
    • al 50% per le tipologie di vino DOC Pantelleria Moscato Dorato; 
    • al 40% per le tipologie di vino DOC Passito di Pantelleria.
  • Nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Pantelleria è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Pantelleria

Con l’utilizzo della DOC Pantelleria i Produttori Vinicoli Siciliani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Pantelleria

Dolci da forno e pasticceria secca, formaggi erborinati, cassata siciliana, baci panteschi.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Pantelleria

Il vitigno Zibibbo sull’isola di Pantelleria secondo alcuni autori, risale alla dominazione Araba (835 d.c.) tratto dal Capo Zebib in Africa dal quale discenderebbe il nome. Altro possibile etimo è la parola araba “Zaibib” che significa “uva essiccata”.

I vini a denominazione d'origine di quest'isola sono merito di una agricoltura ancora eroica: basta considerare che, nelle suddette terrazze delimitate dai muretti in pietra lavica, le pratiche di coltivazione sono ancora tutte manuali. E' la stessa tipologia umana del contadino pantesco che va considerata come una razza in via di prossima scomparsa. E, dunque, come una specie da proteggere, e ciò per il suo legame indissolubile con le secolari tradizioni vitivinicole pantesche.

Il Vino DOC Pantelleria ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 11 agosto 1971.

NOTO DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 14.03.1974, G.U. 199 del 30.07.1974
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Noto D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Noto” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Moscato di Noto
  2. Moscato di Noto Spumante
  3. Moscato di Noto Liquoroso
  4. Moscato Passito di Noto (o Passito di Noto)
  5. Noto Rosso
  6. Noto Nero d’Avola

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Noto

 

  • Moscato di Noto (Vino Bianco Moscato)
  • Versioni: Secco
  • = 100% Vitigno Moscato Bianco
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore variabile dal giallo dorato più o meno intenso all’ambrato, odore caratteristico, fragrante di Moscato e sapore aromatico, caratteristico di Moscato.

  • Moscato di Noto Spumante (Vino Bianco Moscato Spumante)
  • Versioni: Spumante Doux
  • = 100% Vitigno Moscato Bianco
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino o giallo dorato tenue, odore caratteristico di Moscato e sapore delicatamente dolce, aromatico di Moscato.

  • Moscato di Noto Liquoroso (Vino Bianco Moscato Liquoroso)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Moscato Bianco
  • => 21% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo dorato più o meno intenso, odore delicato, fragrante di Moscato e sapore dolce, gradevole, caldo, vellutato.

  • Moscato Passito di Noto (o Passito di Noto) (Vino Bianco Moscato Passito)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Moscato Bianco
  • => 21% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo dorato più o meno intenso, odore delicato, fragrante di Moscato e sapore dolce, gradevole, aromatico.

  • Noto Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 65% Vitigno Nero d'Avola
  • =< 35% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore franco, intenso e sapore sapido, giustamente tannico con retrogusto gradevolmente asciutto, fresco.

  • Noto Nero d'Avola (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Nero d'Avola
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore franco, intenso e sapore sapido, giustamente tannico con retrogusto gradevolmente asciutto, fresco.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Noto

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Noto si estende sulle colline sud-orientali della Sicilia in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Noto è localizzata in:

  • provincia di Siracusa e comprende il territorio dei comuni di Noto, Rosolini, Pachino e Avola.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Noto

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Noto prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Noto non dovrà essere superiore al 70% e al 50% per la tipologia di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Moscato di Noto (o Passito di Noto) devono essere sottoposte ad appassimento naturale sulla pianta o in altre forme stabilite dalle norme di legge.
  • Il Vino DOC Moscato di Noto Liquoroso deve essere sottoposto a maturazione per almeno 5 mesi a partire dal quando è stato alcolizzato.
  • Nella designazione dei Vini DOC Noto può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.

4. Produttori di Vino DOC Noto

Con l’utilizzo della DOC Noto i Produttori Vinicoli Siciliani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Noto

Aperitivi, formaggi erborinati, dolci tipici siciliani.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Noto

La zona di produzione della DOC “Noto” appartiene ad una plaga di antichissima tradizione vitivinicola; la presenza della vitivinicoltura è testimoniata sin dai tempi della colonizzazione greca della Sicilia orientale.

La città di Pachino, fondata nel 1760 trae il nome da due parole greche “Pachis” (abbondante) e oinos (vino). Gabriele Castelli, principe di Torremuzza, nella sua Sicilia numismatica del 1781, mostra il disegno della moneta di Abolla, città bizantina dalla quale con molta probabilità discende l’odierno abitato di Avola; la moneta, su di una faccia, a testimonianza della vocazione vitivinicola della zona, mostra, a pieno campo, un grappolo d’uva colmo di acini (in F. Grignani Pantano, 1996).

La estensione ed importanza dei vigneti presenti nella zona a partire dalla fine del secolo XV, è testimoniata dai numerosi atti di vendita e di dotazione presenti nei registri notarili. Nel 1747, un manoscritto redatto dalla Deputazione della città di Avola informa sul valore delle vigne in tale anno. In particolare evidenzia come il loro prezzo, nelle contrade Fiumara, Zagaria, Gaggi e nei bassifondi limitrofi, sia valutato il doppio rispetto alle vigne piantate in altre contrade del territorio (in F. Grignani Pantano, 1996).

I vini di Avola, nel ‘700, sono comunque rinomati se i viaggiatori stranieri che in questo secolo visitano la Sicilia, si soffermano nella città per osservare le piantagioni di canna da zucchero e per degustarne i vini (in F. Grignani Pantano, 1996).

Risale intorno agli anni 1774-77 un primo riferimento al Nero d’Avola, da parte del fiorentino Domenico Sistini, bibliotecario presso il Principe Biscari, a Catania; descrivendo i vigneti del siracusano annota che tale vitigno produce una “ottima qualità di vino”. L’abate Paolo Balsamo (1809) così si esprime: “Il vino è per Avola un’importantissima derrata.

Le più stimate uve nere sono osso nero, nero campanello, nero d’Avola, montonico, vernaccione nero”. (in C. Di Rosa , 1996) Alla fine dell’800 col nome di Pachino s’intendeva la produzione di Noto, Avola e Pachino a base esclusiva di “Nero d’Avola”. Questi vini erano molto richiesti dal Mezzogiorno della Francia che li dirottava verso la Gironda e la Borgogna. Ma questa zona era anche rinomata per la produzione di vini bianchi: il Moscato di Siracusa viene infatti identificato con il Pollio siracusano , il più antico vino d’Italia , così chiamato dal nome del re tracio che governò Siracusa nel VII sec. A.C.

A fine 800 si ha testimonianza anche di rinomati vini bianchi tra cui l’Albanello di cui esistevano due tipi, uno secco e uno dolce. Gli Albanelli più famosi si producevano a Siracusa e Floridia ma anche ad Avola e Noto (Pastena 1999).

Nel 1848 Noto poteva vantare 1.764 ettari di vigneto, Avola 527, Pachino nel 1929 vanta circa 3.000 ettari di vigneto a testimonianza dell’importanza che rivestiva la vitivinicoltura in questa zona. Nella seconda metà dell’ottocento l’invasione della fillossera distrugge gran parte dei vigneti dell’isola e nel siracusano (1884-1886) la vite viene soppiantata da altre colture.

Negli anni della ricostituzione dei vigneti, dopo l’invasione fillosserica, il Nero d’Avola, come altri vitigni, viene utilizzato per innestare barbatelle di “Riparia” e offerto agli agricoltori. (in C. Di Rosa 1996). Ad Avola, come nel circondario, qualche agricoltore esperto incominciò a fornirsi di viti americane innestate, e la vite cominciò nuovamente a verdeggiare.

L’“attuale” Moscato di Noto ottenuto dal vitigno Moscato bianco è stato codificato dalla Cantina Sperimentale di Noto, nella persona dell’allora direttore dr. Carlo Monteneri.

Nel 1933 nella prima mostra mercato di Siena dei vini tipici italiani era presente il Moscato di Noto come vino tipico italiano.

Nel corso dei secoli dunque la viticoltura ha mantenuto un ruolo di coltura molto importante per il territorio, fino ad arrivare ad oggi.

La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende, la professionalità degli operatori che hanno contribuito ad accrescer il livello qualitativo e la rinomanza della DOC “Noto”, come testimoniano i riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale dei vini a DOC “Noto” prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento.

E’ stato riconosciuto come DOC “Moscato di Noto” nel 1974 con Dpr 14 marzo 1974. In questo primo disciplinare si distinguevano solo tre tipi: il naturale, il liquoroso e lo spumante a base esclusiva di Moscato bianco. Successivamente, con decreto ministeriale del 2/1/2008, è stato modificato il disciplinare di produzione della DOC “Moscato di Noto”e, contestualmente, in virtù delle “novità” introdotte, ne è stata cambiata la denominazione, da “Moscato di Noto” a quella più omnicomprensiva di “Noto”.

Si avvertiva ormai da tempo la necessità di un nuovo disciplinare, più dettagliato nel fissare determinati parametri e più rispondente alla evoluzione dei gusti dei consumatori pur nel rispetto della “tradizione” e dell’identità del prodotto.

Sono state introdotte le tipologie “Moscato Passito di Noto” o “Passito di Noto” , “Noto rosso” e “Noto Nero d’Avola”. E’ stata introdotta la tipologia “Moscato Passito o “Passito di Noto”, considerato che l’appassimento delle uve è da sempre stata una tecnica tradizionale della zona ma non era stata “codificata” nel primo disciplinare. Anticamente, infatti, le uve di Moscato venivano fatte appassire per incrementare la percentuale di zucchero nell’acino a seguito della disidratazione, contemporaneamente ottenendo una maggiore quantità di alcol, ma anche di estratti, migliorando in rotondità e complessità aromatica, ed aumentando l’intensità del colore.

Le nuove tipologie “Noto” rosso e “Noto” Nero d’Avola sono state introdotte nel nuovo disciplinare considerata la forte presenza di questo vitigno nella zona di produzione della DOC (in provincia di Siracusa è la cultivar più diffusa con l’ 84% di incidenza sulla superficie vitata totale della provincia) ed anche il fatto che tale zona della Sicilia è quella, se non di origine, quanto meno di più antica coltivazione del vitigno siciliano più famoso.

Il Vino DOC Noto ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 14 marzo 1974.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

Assovini

Assovini.it è il sito del Vino e delle Cantine ideato nel 1986 e realizzato da un team di Sommelier con la collaborazione di Enologi e Produttori per diffondere i migliori Vini italiani nel mondo.

  • Referente: Salvo Spedale - Sommelier AIS
  • Telefono: +39 389-2856685
  • Email: info@assovini.it

 

Pubbliche Relazioni