Assovini
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 28.05.1968, G.U. 186 del 23.07.1968
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Colline Lucchesi D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Colline Lucchesi” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso (anche con la menzione Riserva)
- Sangiovese (anche con la menzione Riserva)
- Merlot (anche con la menzione Riserva)
- Bianco
- Vermentino
- Sauvignon
- Vin Santo
- Vin Santo Occhio di Pernice
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colline Lucchesi
- Colline Lucchesi Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- >< 45-80% Vitigno Sangiovese
- >< 10-50% Vitigni Canaiolo, Ciliegiolo, Merlot, Syrah, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad eccezione di Aleatico e Moscato che possono concorrere fino ad un massimo del 5%.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino brillante, tendente al granato se invecchiato, odore gradevole, caratteristico e sapore asciutto, armonico, morbido, vivace solo se dell'annata.
- Colline Lucchesi Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- >< 45-80% Vitigno Sangiovese
- >< 10-50% Vitigni Canaiolo, Ciliegiolo, Merlot, Syrah, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad eccezione di Aleatico e Moscato che possono concorrere fino ad un massimo del 5%.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino brillante, tendente al granato se invecchiato, odore gradevole, caratteristico e sapore asciutto, armonico, morbido, vivace solo se dell'annata.
- Colline Lucchesi Merlot (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad eccezione di Aleatico e Moscato.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, con tendenza al granato se invecchiato, odore caratteristico, gradevole e sapore pieno, asciutto.
- Colline Lucchesi Merlot Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad eccezione di Aleatico e Moscato.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino, con tendenza al granato se invecchiato, odore caratteristico, gradevole e sapore pieno, asciutto.
- Colline Lucchesi Sangiovese (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad eccezione di Aleatico e Moscato.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, granato se invecchiato, odore caratteristico e gradevole e sapore asciutto ed armonico.
- Colline Lucchesi Sangiovese Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad eccezione di Aleatico e Moscato.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino, granato se invecchiato, odore caratteristico e gradevole e sapore asciutto ed armonico.
- Colline Lucchesi Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- >< 40-80% Vitigno Trebbiano Toscano
- >< 10-60% Vitigni Chardonnay, Greco, Grechetto, Malvasia, Sauvignon e Vermentino da soli o congiuntamente;
- =< 25% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato, gradevole, caratteristico e sapore asciutto, delicato, armonico.
- Colline Lucchesi Sauvignon (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore variabile dal giallo paglierino al dorato chiaro, odore delicato, quasi aromatico e sapore asciutto, vellutato, gradevole.
- Colline Lucchesi Vermentino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Vermentino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore intenso, delicato e sapore morbido, fruttato, asciutto.
- Colline Lucchesi Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
- Versioni: Secco /Amabile
- = 100% ottenuto da uve provenienti dai vitigni a bacca bianca iscritti nel Registro Nazionale delle varieta' di vite.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo dal colore giallo dorato intenso tendente all'ambrato, odore gradevole, armonico, caratteristico e sapore piacevolmente dolce di passito (tipologia amabile) asciutto, vellutato, armonico (tipologia secco)
- Colline Lucchesi Vin Santo Occhio di Pernice (Vino Rosato)
- Versioni: Dolce
- = 100% ottenuto da uve provenienti dai vitigni a bacca nera iscritti nel Registro Nazionale delle varieta' di vite.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore variabile dal rosa pallido al rosa intenso con riflessi granati, odore intenso caratteristico e sapore dolce, morbido, vellutato.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colline Lucchesi
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colline Lucchesi si estende sulle colline situate a nord della Toscana, tra l'Appennino e il Mar Tirreno, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colline Lucchesi è localizzata in:
- provincia di Lucca e comprende il territorio dei comuni di Lucca, Capannori e Porcari.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colline Lucchesi
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colline Lucchesi prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colline Lucchesi non dovrà essere superiore al 70% e al 35 per le tipologie Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Colline Lucchesi Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 27%.
- I vini DOC Colline Lucchesi Rosso, Sangiovese e Merlot, con menzione Riserva, devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi.
- Il vino DOC Colline Lucchesi Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice devono essere sottoposti ad invecchiamento per circa 36 mesi, e comunque non prima del 1° novembre del terzo anno successivo a quello della vendemmia.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colline Lucchesi è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Colline Lucchesi
Con l’utilizzo della DOC Colline Lucchesi i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colline Lucchesi
Lardo di Colonnata, caciotta Toscana, zuppa di lenticchie, trippa e pollo.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colline Lucchesi
I vini delle Colline Lucchesi hanno una tradizione che, sulla base di precisi documenti storici, possiamo collegare addirittura all’epoca romana e al medioevo.
Secondo alcuni storici sembra che già prima dei Romani le colline della Lucchesia fossero coltivate dagli Etruschi che abitavano a Lucca e poi dai Liguri i quali conoscevano bene l’arte della viticoltura e olivicoltura. La ricchezza della zona è comunque messa in evidenza da documenti anteriori al Mille secondo i quali “le pendici dei colli a nord di Lucca erano nel secolo nono rivestite di vigne”.
Nell’età dei Comuni l’industria del vino era già fiorente: infatti tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo la coltura della vite si era molto intensificata nel territorio delle colline lucchesi e grande era il consumo che si faceva del vino.
Narrano le storie che nel 1334 furono portate a Lucca dalle vicine contrade oltre 168.000 barili di vino che doveva essere “chiaro, vermiglio, puro e franco” come quello che nel 1308 acquistò Cimelio il vinattiere. Nel 1392 un mercante, Antonio di Pace degli Orsi, scriveva alla compagnia Datini di Pisa che “è saporoso: quanto più ne beo, più m’aguzza l’appitito di bere”.
Nel 1400 scriveva Sante Lanciero, sommelier di Papa Paolo III, che si trattava di vini di ottima qualità preparati con cura, soprattutto da offrire agli ospiti, come risultato di una propria scelta di vita e come prodotto della propria terra e della propria passione. In quegli stessi secoli l’attività in cui i lucchesi eccellono è la produzione della seta: nella sola città di Lucca vengono certificati oltre 2.000 telai in produzione, senza contare tutti quelli del contado. Ed è proprio la seta il veicolo della creazione del mito internazionale del “mercante” lucchese: tutte le maggiori famiglie aristocratiche della città vennero coinvolte nella produzione e nel commercio della seta, soprattutto verso i paesi del Nord Europa. I primogeniti vennero inviati ad aprire “compagnie della seta” in città come Lione, Bruges, Londra, Amsterdam e Amburgo.
Progressivamente, insieme ai tessuti di seta, i mercanti lucchesi iniziarono a trasportare verso il nord anche il loro vino e l’olio di cui andavano tanto orgogliosi: storicamente fu questa la prima volta che il vino lucchese si affacciò sui mercati internazionali. Ma a metà del 500, per varie ragioni - non ultima la scoperta dell’America, questo sistema mercantile entrò in crisi. Le “compagnie della seta” all’estero vennero chiuse, e le famiglie aristocratiche lucchesi decisero di investire gli enormi ricavi realizzati con la seta in agricoltura.
Nasce in quei decenni il sistema lucchese delle “ville-fattorie”: i Buonvisi, gli Arnolfini, i Guinigi, i Cenami, i Mansi (solo per citare i nomi di alcune delle più importanti famiglie lucchesi) faranno a gara per realizzare sulle colline che circondano Lucca le ville di campagna più belle, applicando all’agricoltura – in particolare all’olio e al vino - le tecniche agronomiche più avanzate per l’epoca.
All’inizio del 1600, per ragioni ancora oggi controverse, la Repubblica di Lucca emanò un legge che proibiva l’esportazione del vino fuori dai confini dello stato. Un decreto che sembra negare tutta la precedente storia della mercatura lucchese, orientata fin dl primo medioevo agli scambi internazionali. Scrive lo storico Renzo Sabbatini che “per meglio commercializzare la sua produzione di vino, nel 1615 la famiglia Guinigi apriva due negozi per la vendita di vino: uno in Pizzorna – dove quotidianamente lavoravano decine di carbonari, ed uno a Viareggio”.
Nasce sicuramente in quel periodo il forte orientamento degli abitanti della Lucchesìa a consumare il vino locale.
Nei primissimi anni del 1800, Lucca torna a respirare un’aria internazionale: l’arrivo delle truppe francesi, e l’insediamento in città di Elisa Bonaparte e della sua corte di dignitari, influenzerà – in parte - anche i destini della viticoltura lucchese.
Viene redatto il “nuovo catasto” del territorio lucchese. Generali e diplomatici dell’esercito napoleonico (Grabaw, Meuron) acquisteranno alcune delle “ville-fattoria”, e i vitigni cosiddetti “francesi” faranno per la prima volta la loro apparizione sulle colline della Lucchesìa.
Nel suo “Dizionario geografico fisico storico della toscana”, edito dall’ Accademia dei Georgofili nel 1839, Emanuele Repetti scrive: “In quanto all’industria agraria lucchese, essa può dividersi in tre porzioni, sia per la qualità del suolo, sia per la posizione ed elevazione rispettiva del paese. In vista di ciò i Lucchesi distinguono il loro territorio agricolo in tre maniere; la prima nel contado delle sei miglia, che comprende il piano intorno alla città di Lucca con le adiacenti colline; la seconda nel territorio della marina, in cui è Viareggio e Camajore; la terza e compresa nell’agricoltura dell’Appennino. Dalla prima si hanno nella pianura grani, ortaggi, legumi e vini comuni in abbondanza; nelle colline adiacenti, olio squisito e il più accreditato di tutti quelli d’Italia e, specialmente nei colli esposti a levante e a mezzogiorno, vini generosi”.
Il Vino DOC Colline Lucchesi ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 28 maggio 1968.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 14.06.1989, G.U. 256 del 02.11.1989
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Colli di Luni D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Colli di Luni” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso, anche nella tipologia Riserva
- Bianco
- Vermentino, anche nella tipologia Superiore
- Albarola
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli di Luni
- Colli di Luni Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 35% Vitigno Vermentino
- >< 25-40% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore delicato, gradevole e sapore asciutto, armonico, caratteristico.
- Colli di Luni Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, tendente al granato con l'invecchiamento, odore delicato, vinoso e sapore asciutto, fine, armonico.
- Colli di Luni Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino più o meno intenso, tendente al granato con l'invecchiamento, odore delicato, vinoso e sapore asciutto, fine, armonico.
- Colli di Luni Vermentino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Vermentino
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore intenso, caratteristico, fruttato e sapore asciutto, armonico, delicatamente mandorlato.
- Colli di Luni Vermentino Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Vermentino
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino piuttosto intenso, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore asciutto, pieno, armonico, retrogusto mandorlato.
- Colli di Luni Albarola (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Albarola
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, talvolta con riflessi verdolini, odore intenso, caratteristico, fruttato e sapore asciutto, fresco, caratteristico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli di Luni
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli di Luni si estende sulle colline situate a cavallo delle regioni Toscana e Liguria, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colli di Luni è localizzata in:
- provincia di Massa e comprende il territorio dei comuni di Fosdinovo, Aulla e Podenzana.
- provincia di La Spezia e comprende il territorio dei comuni di Ortonovo, Castelnuovo Magra, Sarzana, Santo Stefano di Magra, Bolano, Calice al Cornoviglio, Beverino, Riccò del Golfo, Follo, La Spezia, Vezzano Ligure, Arcola, Lerici, Ameglia.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli di Luni
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli di Luni prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colli di Luni non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Colli di Luni con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi.
- Nella designazione dei Vini DOC Colli di Luni può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli di Luni è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Colli di Luni
Con l’utilizzo della DOC Colli di Luni i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli di Luni
Lasagne verdi al sugo di salsiccia, coniglio arrosto, manzo alla genovese e spezzatino con zucchine e patate.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli di Luni
La storia della zona di produzione del Vino Doc Colli di Luni è documentata dall'epoca dell'Impero Romano: qui sorge Luni, fiorente Porto Romano i cui resti costituiscono oggi una vasta zona archeologica di notevole interesse storico e culturale. Plinio il Vecchio, che morì nell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., ha lasciato scritto: Il vino di Luni ha la palma fra quelli dell'Etruria (XVI, 6, 68).
Il commercio del vino in questa zona è certificato dai documenti relativi alla Colonia ed al Porto di Luni Antica Le coste miti, soleggiate e ventilate di produzione del vino dei colli di luni che si affacciano sul Mar Ligure e sul Mar Tirreno, rappresentano assieme alla Sardegna le terre di elezione del vitigno vermentino, il piu’ diffuso e rinomato nella zona.
Le origini di questo vitigno sono ancora oggi oggetto di dibattito tra gli ampelologi; quello che sembra certo e’ che le prime viti siano arrivate in Liguria passando per la Francia diffondendosi dalla Costa Azzura verso le coste occidentali della Liguria e poi via via attraverso tutta la regione fino a zone dell’alta Toscana e della Lunigiana.
La coltivazione della vite nella zona di Luni nei secoli è rimasta costantemente legata alla presenza del vitigno Vermentino ritenuto da sempre la varietà meglio adattabile in zona. La vocazione viticola ligure si consolida poi nel XVIII secolo e prosegue con un fiorente commercio locale soprattutto verso le città in rapido sviluppo.
Nel corso dell’800 i primi comizi agrari tenutisi in Liguria sottolineava l’opportunità di coltivare soprattutto il vermentino studiato a lungo da Giorgio Galesio (nella sua Pomona Italiana), da allora il vitigno si è diffuso soprattutto nelle caratteristiche “fasce” o sulle “terrazze” aperte sui suggestivi orizzonti marini e frutto del lavoro, dell’ingegno e della fatica dei viticoltori locali.
Lo sviluppo piu’ significativo della viticoltura nella zona si e’ avuto nell’ultimo trentennio con lo sviluppo di realtà imprenditoriali di livello condotte da giovani del luogo.
La base ampeolgrafica dei vigneti è caratteristica e riguarda vitigni presenti solo nel territorio delimitato come il già citato Vermntino e l’Albarola che ne evidenziano originalità e legame con la tradizione. Le forme di allevamento sono tradizionali e nel tempo non si sono mai discostate da quelle tradizionalmente utilizzate in passato.
Recentemente le tecniche enologiche, a vent’anni dal riconoscimento DOC nazionale, hanno portato gli operatori a selezionare maggiormente le caratteristiche peculiari che il fattore ambiente esalta e a migliorare in cantina un prodotto che, già dalla vigna e dalle caratteristiche delle uve, ha le note del territorio.
Il Vino DOC Colli di Luni ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 14 giugno 1989.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvata con D.P.R. 05.12.1990, G.U. 59 del 11.03.1991
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Colli dell'Etruria Centrale D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Colli dell'Etruria Centrale” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Rosato
- Bianco
- Novello
- Vin Santo
- Vin Santo Riserva
- Vin Santo Occhio di Pernice
- Vin Santo Occhio di Pernice Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale
- Colli dell'Etruria Centrale Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 50% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca nera è ammessa nella misura massima del 15%.
- => 10% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino anche con riflessi verdognoli, odore delicato e fruttato e sapore da secco ad abboccato, sapido, vivace, fresco, armonico.
- Colli dell'Etruria Centrale Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca bianca è ammessa nella misura massima del 25%.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, brillante, vivace, anche di media intensità, odore dal vinoso al fruttato, fragrante, fresco, delicato e sapore da secco ad abboccato, vivace, armonico.
- Colli dell'Etruria Centrale Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca bianca è ammessa nella misura massima del 25%.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, odore fruttato fragrante, fresco e sapore da secco ad abboccato, fresco, vivace, sapido.
- Colli dell'Etruria Centrale Rosso Novello (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca bianca è ammessa nella misura massima del 15%.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso cerasuolo talvolta tendente al violaceo, vivace, odore fruttato, fresco e sapore fresco, brioso, armonico.
- Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 70% Vitigno Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca bianca è ammessa nella misura massima del 15%.
- => 15,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal colore dal giallo paglierino dorato all’ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore da secco a dolce, armonico, vellutato, con più pronunciata rotondità per il tipo dolce.
- Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo Riserva (Vino Bianco Vin Santo Invecchiato)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 70% Vitigno Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca nera è ammessa nella misura massima del 15%.
- => 15,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo Invecchiato dal colore variabile dal colore dal giallo paglierino dorato all’ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore da secco a dolce, armonico, vellutato, con più pronunciata rotondità per il tipo dolce.
- Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo Occhio di Pernice (Vino Rosato)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore variabile da rosa più o meno intenso ad ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore da secco a dolce, morbido, vellutato, rotondo.
- Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo Occhio di Pernice Riserva (Vino Rosato Invecchiato)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Invecchiato dal colore variabile da rosa più o meno intenso ad ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore da secco a dolce, morbido, vellutato, rotondo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale si estende sulle colline dell'Appennino toscano, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale è localizzata in:
- provincia di Arezzo e comprende il territorio dei comuni di Arezzo, Bucine, Capolona, Castelfranco di Sopra, Castiglion Fibocchi, Cavriglia, Civitella in Val di Chiana, Foiano della Chiana, Laterina, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Montevarchi, Pergine Valdarno, Pian di Sco, Subbiano e Terranuova Bracciolini.
- provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Dicomano, Empoli, Fiesole, Figline Valdarno, Firenze, Gambassi Terme, Impruneta, Incisa Valdarno, Lastra a Signa, Londa, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull'Arno, Rufina, San Casciano in Val di Pesa, Scandicci, Signa, Tavarnelle Val di Pesa e Vinci.
- provincia di Pisa e comprende il territorio dei comuni di Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Fauglia, Laiatico, Lari, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, San Miniato, Santa Luce e Terricciola.
- provincia di Pistoia e comprende il territorio dei comuni di Lamporecchio, Larciano, Monsummano Terme, Montale, Pistoia, Quarrata e Serravalle Pistoiese.
- provincia di Prato e comprende il territorio dei comuni di Carmignano, Montemurlo e Poggio a Caiano.
- provincia di Siena e comprende il territorio dei comuni di Asciano, Casole d'Elsa, Castelnuovo Berardenga, Cetona, Chianciano, Chiusi, Colle Val d'Elsa, Montalcino, Montepulciano, Monteriggioni, Monteroni Val d'Arbia, Murlo, Pienza, Poggibonsi, Radicondoli, Rapolano Terme, San Casciano dei Bagni, San Gimignano, Sarteano, Siena, Sinalunga, Sovicille, Torrita di Siena e Trequanda.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colli dell'Etruria Centrale non dovrà essere superiore al 70%, al 65% per le tipologie di Vino Rosso e Rosato, e al 35% per le tipologie di Vino Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26%.
- Il vino DOC Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice devono essere sottoposti ad invecchiamento in recipienti di legno (caratelli) di capacità non superiore ai cinque ettolitri per circa 36 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° ottobre del terzo anno (quanto anno per la tipologia Riserva) successivo alla vendemmia.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale
Con l’utilizzo della DOC Colli dell'Etruria Centrale i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale
Crostini alla toscana, al lardo di Colonnata, alla caciotta toscana, alla pappa al pomodoro, alla zuppa di lenticchie e alla carne bianca.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale
Di fondamentale importanza sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione, hanno contribuito ad ottenere i vini a denominazione di origine controllata «Colli dell’Etruria Centrale». Anche se molti storici concordano sul fatto che furono gli etruschi ad introdurre la viticoltura nel territorio dei «Colli dell’Etruria Centrale», il ritrovamento di alcune viti fossili risalenti a decine di milioni di anni fa, induce a pensare un’origine ancora più antica per una delle più rinomate colture della regione.
Nel corso dei secoli, quindi, la viticoltura ha mantenuto il ruolo della coltura principale e di riferimento del territorio, attorno a cui sono ruotati gli altri settori produttivi agricoli, fino all’inizio degli anni settanta, con il passaggio dalla conduzione associata “mezzadrile”, a quella del cosiddetto “conto diretto”. Questo passaggio epocale, ha visto la migrazione di forza lavoro dal settore primario verso attività extragricole come edilizia ed industria con il conseguente abbandono delle campagne dovuto alla l’urbanizzazione delle popolazioni. Ciò forzatamente ha portato alla riformulazione di un nuovo sistema di conduzione, del cosiddetto “conto diretto”, che drasticamente impose di trasformare le vecchie superfici vitate, spesso nella forma della coltura promiscua - viti maritate a sostegno vivo -, in nuovi vigneti specializzati moderni e facilmente meccanizzabili, grazie anche al supporto economico dei vari programmi F.E.O.G.A.
Nel 1990, nella logica di un’attiva difesa dei vini italiani di qualità, venne approvato il disciplinare, definendo così il territorio di produzione dei vini a denominazione di origine controllata «Colli dell’Etruria Centrale», così come confermato nell’attuale delimitazione, ricadente in parte dei territori delle provincie di Arezzo, Firenze, Pistoia, Pisa, Prato e Siena. Grazie al lavoro sapiente dei produttori vitivinicoli ed all’attivismo dell’industria di settore, si sono create le condizioni affinché i vini a denominazione di origine controllata «Colli dell’Etruria Centrale» ottenessero una certa diffusione ed apprezzamenti sui mercati.
Il Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 5 dicembre 1990.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 21.05.1999, G.U. 127 del 02.06.1999
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Capalbio D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Capalbio” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso (anche con menzione riserva)
- Bianco
- Rosato
- Vermentino
- Sangiovese
- Cabernet Sauvignon
- Vin Santo
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Capalbio
- Capalbio Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione dell’Aleatico.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore vinoso, caratteristico e sapore armonico, asciutto, giustamente tannico.
- Capalbio Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione dell’Aleatico.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, odore ampio, vinoso e sapore armonico, asciutto, sapido, giustamente tannico.
- Capalbio Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione dell’Aleatico.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, odore vinoso, fruttato, fresco e sapore asciutto, fruttato, caratteristico.
- Capalbio Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino scarico, odore delicato, fresco, fruttato e sapore asciutto.
- Capalbio Vin Santo (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore variabile dal giallo dorato fino all’ambrato intenso, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore armonico, vellutato, con più pronunciata rotondità per il tipo amabile.
- Capalbio Vermentino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Vermentino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, talvolta con riflessi verdognoli, odore delicato, caratteristico, fruttato e sapore asciutto, sapido.
- Capalbio Sangiovese (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore ampio, vinoso e sapore pieno, secco, giustamente tannico.
- Capalbio Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso talvolta con riflessi violacei, odore vinoso con note speziate tipiche e sapore corposo, asciutto, sapido, giustamente tannico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Capalbio
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Capalbio si estende sulle colline della Toscana sud-occidentale, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Capalbio è localizzata in:
- provincia di Grosseto e comprende il territorio dei comuni di Capalbio, Manciano, Magliano e Orbetello.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Capalbio
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Capalbio prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Capalbio non dovrà essere superiore al 70% e al 35% per la tipologia di Vino Vin Santo; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Capalbio Vin Santo devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26,6%
- Il vino DOC Capalbio con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 in botti di legno.
- Nella designazione dei Vini DOC Capalbio può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Capalbio è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Capalbio
Con l’utilizzo della DOC Capalbio i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Capalbio
Polpettone alla fiorentina, la ribollita, la bistecca alla fiorentina.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Capalbio
I fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito a ottenere i vini di «Capalbio», sono di fondamentale rilievo. In quest’area, infatti, esistono testimonianze della coltivazione della vite che risalgono al periodo etrusco, greco e romano – l’antica città etrusca di Cosa, nella parte meridionale della zona di produzione, le l’area di Poggio Buco, più a nord, sono solo alcuni esempi di insediamenti più o meno rilevanti – come testimoniano alcuni reperti; in particolare, presso Marsiliana lungo il corso del fiume Albegna, è stato rinvenuto un numero consistente di vasellame e pithoi (recipienti particolari per la raccolta del vino proveniente dalla pigiatura delle uve e dai torchi), probabilmente poiché il luogo corrispondeva a un vero e proprio centro di raccolta per i vini che provenivano dalle aree più interne (colline di Manciano, Capalbio, Magliano e Scansano), trasportati lungo il corso del fiume.
La dominazione romana accentuò la tendenza al miglioramento delle tecniche di vinificazione, che rimasero insuperate fino al medioevo; in questo periodo storico, la vite acquistò particolare importanza come pianta colonizzatrice, tanto che governanti e feudatari riconobbero la necessità di concedere terre adatte per questa coltura, che ebbe particolare protezione con apposite norme statutarie. Negli Statuti della Comunità del Cotone le norme stabilite per la protezione delle viti e dell’uva erano molto severe, tanto che stabilivano perfino una multa di 10 soldi per ciascuna bestia grossa entrata a far danno in “vigne o chiuse di olivi da calende di marzo fino a Ognissanti”.
La tradizione vitivinicola della Maremma meridionale ha continuato a trasmettersi nei secoli, passando anche attraverso le vicissitudini legate alla famiglia Aldobrandeschi (nel 1269 il Castello di Ansedonia venne inserito tra i domini che questa famiglia aveva ottenuto in enfiteusi dall’Abbazia delle Tre Fontane di Roma) e, più tardi, a inizio 1300, dopo che Papa Bonifacio VII ebbe revocato il possesso della città di Ansedonia e del porto di Feniglia per concederli a suo nipote, attraverso le occupazioni dell’esercito orvietano e del comune di Perugia, fino alle vicende legate allo Stato dei Presidi. Studiosi di ogni tempo riconobbero i pregi delle uve di questo territorio e l’eccellenza dei vini prodotti. L’enotecnico Luigi Vivarelli, in una memoria pubblicata nel 1906 su “La vite e il vino nel mandamento di Orbetello” riferiva l’esistenza di tronchi di vite di dimensioni eccezionali, il che portava a pensare a un’attività viticola fortemente tradizionale.
Il dott. Alfonso Ademollo, in una relazione all’inchiesta parlamentare Jacini, tenendo conto della vocazione viticola della Maremma, nel 1884 affermava che tutte le varietà “vegetano bene nel nostro suolo ed a noi non mancano le uve da spremere e da mangiare, queste ultime a dovizia fornite dal Monte Argentario e dall’Isola del Giglio”. L’Ademollo, nel fornire interessanti informazioni sulla situazione viticola della provincia, così scriveva: “La vite ha sempre allignato, fino dalle epoche più remote, nella provincia di Grosseto.
Le varietà di vite da noi conosciute e coltivate sono molte, poichè si può asserire che tutte le varietà di sì prezioso sarmento, anche le esotiche, vegetano bene nel nostro suolo…… Le vigne pure da qualche tempo si sono estese ed hanno migliorato nel proprio prodotto, ma tuttavia anche per questo lato la provincia di Grosseto sarebbe capace di più, poichè la vite cresce benissimo e porge preziosi e squisiti grappoli in ogni parte della provincia, perchè non abbiamo veramente nè caldi nè freddi eccessivi,….. perchè dovunque trovasi terreni leggeri, permeabili, aridi nelle parti elevate, dovute a sabbie, a rocce decomposte, a detriti vulcanici e sassaie”. Da ciò la categorica affermazione: “La provincia di Grosseto, per cinque sesti ha terreno adatto alla viticoltura”. Parlando dei pregi e dei difetti del vino prodotto nella zona lo stesso Ademollo così si esprimeva: “II vino, questo benefico liquido che ha tanta importanza nella pubblica e privata economia, 10 come nella pubblica e privata salute, viene prodotto dai nostri viticoltori con sempre crescente progresso e accuratezza in ogni parte della provincia di Grosseto, sia nella zona piana, che in quella montuosa, e per la bontà e quantità in alcuni Comuni è di una rendita importante ai proprietari…… Vini forti e generosi poi si incontrano nei comuni più marittimi i quali sono quelli di Orbetello, Monte Argentario e Giglio”.
Nel periodo storico successivo, caratterizzato da due eventi bellici e da un ventennio di dittatura politica, la situazione viticola della Maremma meridionale ha seguito le sorti dell’agricoltura in genere, il cui obiettivo principale era quello di conseguire un’economia di consumo e la piena occupazione della mano d’opera. In tale periodo, la viticoltura non era certamente florida, in quanto legata all’immobilismo, alla polverizzazione delle proprietà diretto coltivatrici e alle diffuse forme di conduzione mezzadrile, sfavorevoli all’espansione della specializzazione viticola, tanto che nella prima metà del Novecento la superficie vitata non subisce in questa zona profonde modificazioni.
Nei decenni successivi, invece, si moltiplicano le iniziative di molti proprietari – aiutate e incentivate anche dall’applicazione della riforma fondiaria e dall’opera dei tecnici agricoli – intese a sviluppare una viticoltura più razionale, anche con la diffusione di nuove cultivar nei territori collinari più facili. Ma l’espansione viticola, se non accompagnata dal perfezionamento della tecnica vinicola e quindi della qualità dei vini prodotti, creava notevoli problemi di organizzazione e diffusione dei vini stessi, anche a causa della disponibilità di modeste partite, dalle caratteristiche poco omogenee anche se pregiate.
Un contributo decisivo alla risoluzione di questi problemi è stato dato dalla realizzazione della Cantina Sociale di Capalbio, con lo scopo di raccogliere e trasformare la produzione viticola del comprensorio circostante e che rappresenta una circostanza importante per la nascita dell’industria enologica, alfine di presentare sul mercato vini uniformi, di tipo costante, migliorati nella qualità e standardizzati nella presentazione. Più tardi, anche alcune pubblicazioni scientifiche del settore, occupandosi dei vini ottenuti su questo territorio, apportarono un contributo importante alla loro valorizzazione; “Vini tipici e pregiati d’Italia” di R. Capone, edito nel 1963, illustra, tra l’altro, le caratteristiche dei vini della zona di Capalbio, soffermandosi non solo sui rinomati vini bianchi a base di Ansonica e Vermentino, ma illustrando anche le caratteristiche dei rossi, vini da sempre prodotti in questa zona utilizzando, a partire dagli anni ’80, l’indicazione geografica transitoria autorizzata dal Ministero dell’Agricoltura, ovvero “Capalbio” con le indicazioni aggiuntive Bianco e Rosso.
Furono questi i presupposti che portarono alla consapevolezza che il territorio della Maremma meridionale poteva aspirare al riconoscimento della denominazione di origine controllata per i vini prodotti nella zona, che verrà attribuito nel 1999 per i vini «Capalbio» ottenuti in tipologie bianche, rosse e nel tipo rosato incentrate, per lo più, sulle uve dei vitigni Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Trebbiano toscano e Vermentino.
Il Vino DOC Capalbio ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 21 maggio 1999.