Assovini
Si sviluppa lungo le quattro principali valli della provincia (Tidone, Trebbia, Nure, Arda), corrispondenti alla zona di produzione e Denominazione di Origine Controllata dei vini, e può contare su un grande patrimonio architettonico e paesaggistico, oltre che enogastronomico. Qui si trova, infatti, una delle massime concentrazioni di Dop e Igp della regione. Piacenza, come le sue sorelle padane, appartiene da sempre all’ambito della cultura del maiale; le raffigurazioni medioevali del "sacro" rito dell’uccisione del maiale nei mosaici della chiesa di S. Savino in città o dell’abbazia di San Colombano a Bobbio ne sono la conferma e la trasposizione artistica.
I salumi piacentini Dop (coppa, salame e pancetta) testimoniano egregiamente la secolare tradizione. Si inseriscono di diritto nella tradizione tutta emiliana della pasta ripiena i primi piatti più diffusi nel Piacentino: gli anolini di stracotto e i tortelli con la coda, a base di ricotta e spinaci.
Tra i secondi spiccano la picula ad cavàl, carne trita di cavallo in umido con pomodori, cipolle e peperoni, la coppa arrosto e il tasto, una versione tutta piacentina della più nota cima alla genovese. Fin dal Cinquecento era famoso tra i buongustai il cacio piacentino tanto che i mercanti parmensi e milanesi lo acquistavano in quantità per rivenderlo poi sui mercati di Firenze e Lione.
I sapori robusti o delicati della cucina locale sono egregiamente accompagnati dai diciotto vini D.O.C. Colli Piacentini prodotti nelle quattro valli della provincia. La bandiera dell’enologia piacentina è il Gutturnio, che, nelle sue diverse tipologie, esprime i variegati caratteri dell’uvaggio Barbera e Bonarda (Croatina), prendendo il nome da una coppa d’argento di età romana rinvenuta sulle rive del Po alla fine dell’Ottocento. Le altre D.O.C. dei colli piacentini vedono tra i rossi anche: Barbera, Bonarda, Novello. I più antichi vini bianchi del territorio sono: Ortrugo, Malvasia di Candia, Trebbianino Val Trebbia, Monterosso Val d’Arda, Bianco Val Nure, Vin Santo, Vin Santo di Vigoleno.
Terre Piane si snoda attraverso un ampio territorio di pianura compreso tra il fiume Panaro e il confine con la provincia reggiana, toccando tutti i comuni della pianura modenese.
L'obiettivo principale degli itinerari proposti lungo la strada non è solo valorizzare le emergenze storiche, ambientali e culturali, ma proporre la commercializzazione dei prodotti tipici del territorio.
Nella grande Pianura Padana, tra la Via Emilia e il Po, si snoda l'itinerario enogastronomico delle Corti Reggiane, raffinate signorie rinascimentali dei Gonzaga, Bentivoglio, Da Correggio. "Corti" delle vecchie famiglie contadine, con le tradizioni tramandate dalle "rezdore".
Terra civilissima, con le cittadine rivierasche e le piccole capitali che sanno coltivare la loro identità di gente concreta ed ospitale.
Terra del Parmigiano-Reggiano e del Lambrusco, del Maiale e del Balsamico Tradizionale, della Resistenza Partigiana, di Don Camillo e Peppone, del Po fumoso e fascinoso dipinto dal grande Ligabue, dei teatri di corte come del rock di Luciano Ligabue.
Zona di Produzione del Vino IGT Emilia
L'area geografica vocata alla produzione del Vino IGT Emilia si estende in gran parte della regione Emilia-Romagna ad eccezione dell’area sud-orientale, che lambisce il Mare Adriatico.
La Zona di Produzione del Vino IGT Emilia è localizzata nelle:
- province di Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e la parte della provincia di Bologna situata alla sinistra del fiume Sillaro.
- ATTIVITA' ENOTURISTICHE ubicate nel territorio di produzione del Vino Emilia IGT »
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