Assovini
Pandoro di Verona
› Ricetta del territorio: Veneto
› Piatto di portata: Dessert
› Pietanza a base di: Varie
› Preparazione: Media difficoltà
› Dosi per: 6 persone
INGREDIENTI
- 300 gr. Farina
- 10 gr. Lievito di birra
- 80 gr. Zucchero + zucchero a velo
- 2 Uova e 3 tuorli
- 180 gr. Burro + quello per ungere lo stampo
- 20 gr. Vanillina
- Sale
PREPARAZIONE
- In una ciotola mettete 2 cucchiai di farina, il lievito sbriciolato, poca acqua e impastate
- In un contenitore grande versate 80 gr. di farina, 1 cucchiaino di zucchero, 1 uovo + 1 tuorlo, 15 gr. di burro e l'altro impasto
- Quindi impastate tutto e fate lievitare
- Sulla spianatoia versate 200 gr. di farina, 2 cucchiai di zucchero, 20 gr. di burro sciolto, 1 uovo + 2 tuorli, salate
- Aggiungete la vanillina e l'impasto lievitato
- Impastare fino ad ottenere un composto liscio e morbido
- Assottigliate la pasta con il mattarello e lasciatela riposare per 30 minuti
- Versare la massa nello stampo imburrato e zuccherato
- Copritelo e lasciatelo lievitare fino a quando il volume avrà raggiunto il bordo
- Passate il pandoro in forno a 180° e lasciatelo cuocere
- Dopo 15 minuti abbassare il calore, in modo che possa cuocere lentamente
- Trascorsa mezz'ora il dolce sarà cotto
- Uscitelo dal forno e lasciatelo raffreddare
- Toglietelo dallo stampo, spolverizzatelo con lo zucchero a velo e servite
VINO CONSIGLIATO IN ABBINAMENTO
- PROSECCO SUPERIORE DRY
- Vino Bianco Spumante Dry
- Annata: 2016
- 11,5% Vol.
- Scheda tecnica del Vino: Prosecco Superiore "Dry" »
- Certificato di Qualità del Vino: CQ 0043-20 »
- Produttore del Vino: Cantina Baraldi »
- Denominazione di Origine: Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG »
- Piatto tipico consigliato: Pandoro di Verona »
Azienda Vinicola
La Cantina Baraldi produce con passione vini in cui si sposano la tradizione classica dei maestri viticoltori con l’innovazione moderna. L’area in cui sorgono le vigne si trova in Veneto, a 50 km da Venezia, nella fascia collinare della provincia di Treviso, compresa tra le cittadine di Conegliano e Valdobbiadene, situata a uguale distanza dalle Dolomiti e dall’Adriatico, combinazione che influenza positivamente il clima.
Cesare Baraldi segue personalmente tutte le fasi di produzione dei vini
Il territorio è difficile da coltivare ma affascinante, grazie ai vigneti di alta collina dalle pendici ripide, dove è arduo persino rimanere in piedi senza cadere. Qui i viticoltori hanno conquistato centimetro per centimetro la collina, creando un paesaggio unico, la cui bellezza è testimoniata dalla volontà di candidare l’area a Patrimonio dell’Umanità (Unesco), percorso iniziato da qualche anno.
La zona di produzione comprende quindici comuni e si estende su un’area di circa 20.000 ettari. La vite è coltivata solo nella parte più soleggiata dei colli, ad un’altitudine compresa tra i 50 e i 500 metri sul livello del mare, mentre il versante nord è in gran parte ricoperto di boschi.
La Zona di Produzione della "CANTINA BARALDI"
L'area geografica vocata alla produzione vinicola della "Cantina Baraldi" ricade nel territorio della provincia di Treviso e in Emilia Romagna, in zone designate con le seguenti Denominazioni di Origine:
I vitigni principali impiegati per la produzione di Vini "Cantina Baraldi" sono i seguenti:
Caratteristiche Pedoclimatiche
La morfologia dell’area di produzione della DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco si compone di una serie di rilievi collinari allungati “a cordonata”, definito sistema ad “hogback", disposti con direzione nord-sud nella parte più meridionale e con direzione est-ovest nella parte settentrionale. Tali rilievi sono separati da una serie di valli percorse da piccoli corsi d’acqua.
L’area a nord si appoggia sulla catena prealpina che funge da barriera naturale all’ingresso di correnti fredde, mentre a sud la zona gode delle temperature miti della Laguna di Venezia, da cui dista soli 40 Km.
La disposizione est-ovest dei terreni collinari, la forte pendenza, la conseguente giacitura rivolta a sud dei vigneti, permette la massima intercettazione dei raggi solari, creando un areale ideale per la coltivazione delle uve bianche destinate al Conegliano Valdobbiadene Prosecco.
I suoli della zona si sono originati dal sollevamento di fondali marini e sono stati successivamente modificati dall’azione dei ghiacciai e dei fiumi.
I terreni sono costituiti in prevalenza da arenarie e marne, a cui si alternano strati morenici ed alluvionali. Tale profilo favorisce il costante drenaggio dell’acqua.
Il clima dell’area del Conegliano Valdobbiadene è di tipo temperato, con stagioni ben delineate, caratterizzato da un’inversione termica notturna che consente di avere, nel periodo di maturazione delle uve, marcate escursioni di temperatura fra la notte ed il giorno, grazie alla discesa lungo i pendii della colline, di aria fresca proveniente dalle Prealpi.
Le piogge frequenti del periodo estivo garantiscono l’apporto idrico sufficiente per il vitigno Glera, sensibile nel contempo sia al ristagno idrico che alla siccità. Questa condizione particolare si realizza grazie alla forte acclività ed allo scarso spessore di suolo esplorabile dalle radici delle viti.
Nel cuore della Denominazione è presente una piccola sottozona denominata Cartizze, di soli 106 ha, i cui terreni presentano una particolare pendenza ed esposizione verso sud che crea una sorta di anfiteatro naturale, molto apprezzato a livello qualitativo e paesaggistico. La grande variabilità pedologica e climatica della denominazione trova espressione grazie alla menzione comunale “Rive”, che mette in luce la peculiare vocazione che esprimono le diverse località della zona di produzione.
Legame Storico-Culturale
L’area collinare del Conegliano Valdobbiadene Prosecco vanta un’antichissima tradizione legata alla coltura della vite, le cui prime testimonianze scritte risalgono alle lapidi dei coloni romani.
Già alla fine del VI secolo, il vescovo di Poitier, Venanzio Fortunato, nato a Valdobbiadene, ricordava le sue colline come “la terra in cui eternamente fiorisce la vite sotto la montagna dalla nuda sommità ove il verde ombroso protegge e ristora”.
Successivamente la vocazione alla produzione di vini bianchi nella zona di Conegliano Valdobbiadene è testimoniata da numerosissimi documenti, a partire dagli “Statuti Coneglianesi” del 1282, a quelli relativi alla dominazione della Repubblica Veneziana, alle testimonianze per l’apprezzamento del “vino bianco delle colline di Conegliano Valdobbiadene” dei regnanti inglesi, asburgici e polacchi dei secoli successivi.
La prima citazione scritta della coltivazione del Prosecco nelle colline di Conegliano Valdobbiadene, è opera del nobile coneglianese Francesco Maria Malvolti, che nell’VIII numero del Giornale d’Italia del 1772, parla della coltivazione della vite in quest’area. Da questo periodo le citazioni e la fama del Prosecco crebbero in tutto il comprensorio del Conegliano Valdobbiadene, tanto che, verso la metà dell’800, iniziò ad essere coltivato in purezza. Importanti in questo senso sono le citazioni di due studiosi; il Conte Balbi Valier, selezionatore del biotipo chiamato Prosecco Balbi “con acini tondi e dal sapore e gusto fine, tendente all’aromatico”, ancor oggi apprezzato e largamente coltivato in tutto il comprensorio e quello dello storico Semenzi che, cita in un suo scritto “…squisitissimi vini bianchi sono la verdisa, la Prosecco e la bianchetta”, vitigni che ancora oggi compongono l’uvaggio del Conegliano Valdobbiadene.
La tradizione vitivinicola di questo territorio e la cultura scientifica, trovano concreta applicazione con la nascita nel 1876 a Conegliano della prima Scuola di Viticoltura ed Enologia d’Italia, dalla quale si è sviluppata, nel 1923, la prima Stazione Sperimentale di Viticoltura ed Enologia, ancor oggi sede di riferimento per la ricerca e sperimentazione viticola per il Ministero dell’Agricoltura Italiana.
Nel 1962 i produttori, al fine di tutelare il territorio e il vino, si riuniscono in Consorzio di tutela per definire il disciplinare di produzione, che consente di ottenere, nel 1969 dal Ministero dell’Agricoltura, il riconoscimento a Denominazione di Origine Controllata del “Prosecco dei Colli di Conegliano Valdobbiadene”.
Nel 1966, nasce la prima Strada del vino Italiana, a conferma della tradizione produttiva e della rinomanza e bellezza di questo territorio. Il particolare valore del Conegliano Valdobbiadene viene riconosciuto dalla Regione Veneto, nel 2003, con l’istituzione del primo distretto spumantistico italiano, certificando anche sotto il profilo economico la rilevanza nazionale della denominazione.
Nel 2009, grazie al continuo miglioramento della qualità e alla notorietà che ha raggiunto in 40 anni di successi nazionali ed internazionali, la Denominazione Conegliano Valdobbiadene, è stata riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, ponendo questo territorio al vertice qualitativo della Denominazione Prosecco.
Nel 2010, i Ministeri dell’Agricoltura e dei Beni Culturali, inseriscono il Conegliano Valdobbiadene Prosecco nella lista Prioritaria delle candidature italiane per il riconoscimento come Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
VINI DEGUSTATI DAL PANEL ASSOVINI SOMMELIER
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Visita in Cantina
La Cantina Baraldi accoglie durante tutto l'anno turisti e appassionati di vino, dove - su prenotazione - è possibile effettuare visite guidate nel vigneto e nella cantina per conoscere l'azienda vinicola e scoprire i suoi vini attraverso degustazioni e ricercati abbinamenti con le specialità della cucina tipica locale.
Turismo del Vino
Per ogni viaggiatore l'Italia da sempre è terra di sogni, di emozioni, un luogo dove la storia si fonde con il mito, la natura è straordinariamente generosa e la cultura è il frutto della fusione di grandi civiltà. Le Strade del vino sono percorsi pensati esattamente per offrire all'enoturista esperienze inimmaginabili: viaggi alla scoperta di testimonianze storiche uniche al mondo, di scorci naturalistici di rara bellezza, di passeggiate distensive nei borghi, di giacimenti enogastronomici da scoprire, di vigneti e cantine vinicole da visitare e, ancora, agriturismi d’eccellenza, resort ospitali, ristoranti tipici, attività di artigianato locale, piccole botteghe di prodotti tipici locali, moda, servizi e negozi vari.
La Cantina Baraldi è posizionata lungo il percorso emozionale della Strada del Vino, il cui itinerario enoturistico racchiude la zona di produzione dei vini prodotti con la relativa Denominazione di Origine:
Video - Valdobbiadene Prosecco Superiore
Focus Cantina Baraldi
- Anno di fondazione: 2008
- Ettari vitati: 25
- Bottiglie prodotte: 50.000
- Denominazione di Origine dei Vini prodotti:
- Vendita diretta: SI
- Vendita online: SI
- Visite in cantina: SI
- Degustazioni: SI
- Ristorante: SI, in convenzione
- Pernottamento: SI, in convenzione
- Lingue parlate: Italiano, Inglese.
Contatti Cantina Baraldi
Recapito: Cantina Baraldi
Azienda: Gruppo Hardnex Holding s.r.l
Indirizzo: Via Marconi, 127 - 35020 Roncaglia di Ponte S.Nicolò (Padova)
Telefono: +39 389 0092587
Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Web Assovini: CANTINA BARALDI »
Zona di Produzione del Vino DOCG Aglianico del Vulture Superiore
La zona geografica delimitata è situata nella parte nord della Regione Basilicata, in Provincia di Potenza, e comprende un territorio di alta e media collina posto sulle pendici del Monte Vulture, vulcano spento, ma attivo fino al Pleistocene superiore, che ha la sua vetta maggiore a 1.327 mt s.l.m. e che degrada progressivamente verso ovest, lungo il fiume Ofanto, e verso Est, in prossimità della piana della Puglia.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Aglianico del Vulture Superiore è localizzata in:
- provincia di Potenza e comprende il territorio dei comuni di Rionero in Vulture, Barile, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Banzi, Genzano di Lucania, escluse le tre isole amministrative di Sant'Ilario, Riparossa e Macchia del comune di Atella.
- ATTIVITA' ENOTURISTICHE ubicate nel territorio di produzione del Vino Aglianico del Vulture Superiore DOCG »
CANTINE
AGRITURISMO
- agriturismo
HOTEL
- hotel
RISTORANTI
- ristoranti
PRODOTTI TIPICI
- prodotti tipici
NEGOZI & SHOPPING
- Negozi & shopping
SERVIZI TURISTICI
- servizi turistici
Capretto farcito
› Ricetta del territorio: Basilicata
› Piatto di portata: Secondo
› Pietanza a base di: Carne
› Preparazione: Media difficoltà
› Dosi per: 6 persone
INGREDIENTI
- 1 Capretto giovane
- 1 kg. Riso lessato
- 3 Uova
- 20 gr. Burro
- 2 Cucchiai di olio di oliva
- 1 Cipolla tritata
- 250 gr. Prosciutto cotto macinato
- 200 gr. Caciocavallo grattugiato
- 2 Cucchiai di prezzemolo tritato
- 40 gr. Strutto
- Sale
- Pepe
PREPARAZIONE
- In una ciotola mettete il riso lessato e mescolatelo con le uova
- In una padella rosolate nel burro e nell'olio la cipolla, il prosciutto, il caciocavallo, il prezzemolo, regolate di sale e pepe e fate insaporire
- Dopo 10 minuti di cottura, lasciatelo raffreddare e incorporatelo al riso
- Mescolate fino ad ottenere il composto base della farcitura
- Imbottire il capretto con il composto amalgamato e chiudete i lembi con ago e filo
- Spolverizzate con sale e pepe e adagiatelo in una teglia ricoprendolo di riccioli di strutto
- Passare in forno a 180° per circa un'ora
- Servite la pietanza calda, a fette
VINO CONSIGLIATO IN ABBINAMENTO
- RIVONERO NE PLUS ULTRA
- Vino Rosso Secco
- Annata: 2011
- 14% Vol.
- Scheda tecnica del Vino: Rivonero Ne Plus Ultra »
- Certificato di Qualità del Vino: CQ 0076-02 »
- Produttore del Vino: Cantina del Vulture »
- Denominazione di Origine del Vino: Aglianico del Vulture Superiore DOCG »
- Piatto tipico consigliato: Capretto farcito »