Assovini
Dalle pendici del Monte-Bianco ai territori del Monte-Rosa, fermandosi nei vigneti del Gran Paradiso o del Monte Emilius, piuttosto che in quelli del Cervino, ogni itinerario della Route des Vins, vi farà conoscere ed apprezzare i diversi modi di lavorare la vigna, le diverse zone viticole fatte di piccoli appezzamenti intervallati dalla roccia delle Alpi e i nostri vitigni autoctoni che raccontano la storia del territorio e nel vino ne rimandano i colori e i profumi.
Il viaggiatore curioso troverà cantine cooperative e viticoltori privati, simpatiche tappe per scoprire i vigneti dove i colori si confondono con i segreti del mestiere. Per condividere le storie dei viticoltori gustando i loro vini estremi, Vi proponiamo di entrare nelle loro cantine e portar via con voi il profumo del Vino DOC di Montagna per eccellenza!!
Scopri gli itinerari:
- Itinerario 1: Vini del Monte Bianco
- Itinerario 2: Vini del Gran Paradiso
- Itinerario 3: Vini del Monte Emilius
- Itinerario 4: Vini del Monte Cervino
- Itinerario 5: Vini del Monte Rosa
Itinerario 1: Vini del Monte Bianco
Questo territorio comprende i territori di Morgex e La Salle in Valdigne, larga conca verdeggiante raccolta ai piedi del Monte Bianco, che saprà conquistarvi per la sua bellezza contrastante, tra dolci e verdi pendii coltivati a vigneti e frutteti con villaggi tipici disseminati qua e là, ed aspre vette innevate che tagliano il cielo, guardie millenarie di questo angolo di paradiso. E' il territorio per eccellenza del Prié Blanc, unico vitigno autoctono a bacca bianca coltivato tradizionalmente su pergola bassa; particolari condizioni climatiche lo hanno preservato dalla fillossera, per cui oggi è una delle rare varietà a piede franco, non innestate su vite americana. La produzione vitivinicola si ottiene ad altezze che toccano punte massime a 1225 metri e scendono fino ai 900 metri d'altezza.
- Capitale di distretto: Morgex, città del Vino dal 2001
- Lunghezza itinerario: 12 km su 2 comuni
- n° associati: 16
- Situazione segnaletica: da posare
- Patrimonio vitivinicolo: Il vitigno Prié Blanc, vitigno autoctono, franco di piede, 22 hettari in tutto il mondo.
- Vigneti significativi : Vigna La Piagne, Vignetta di Cottin la più alta d'Europa
Vini prodotti sull'itinerario:
- Bianchi: Blanc de Morgex et de La Salle
- Spumanti: Blanc de Morgex et de La Salle Spumante
- Passiti: Blanc de Morgex et de La Salle Vendemmia Tardiva
- Grappe: Grappa di Blanc de Morgex et de La Salle; Grappa di Blanc de Morgex et de La Salle Vendemmia Tardiva
La lunga tradizione di grande produzione vinicola, che già Plinio il Giovane esaltava, ha fatto sì che l’intero territorio del comune sia oggi compreso nella Doc Colli Martani, con le tipologie Sangiovese, Trebbiano, Sangiovese Riserva e il rinomato Grechetto di Todi.
L’itinerario della Strada, che parte da Todi, interessa Marsciano, in posizione centrale fra Orvieto, Perugia, Assisi e Todi. Toccando diverse località ricche di testimonianze storiche e culturali, attraversa la terra della Doc Colli Perugini, che valorizza i tipici vitigni umbri e che sta offrendo adeguata ambientazione anche a vitigni importati, che permettono di ampliare la vasta offerta di vini anche in prospettiva internazionale. Nello stesso territorio, la zona collinare attraversata dal Tevere produce i vini per la Doc Colli Altotiberini. Vini bianchi, rossi e rosati sono raccolti nella Doc Assisi, alimentata da vigneti che godono di una esposizione favorevole, lungo i pendii delle colline fra Assisi e Spello.
Dopo aver toccato Perugia, la Strada scende a Torgiano, antico porto fluviale romano, alla confluenza del Chiascio nel Tevere. Il centro dà il nome a una delle due Docg della regione, il Torgiano Rosso Riserva, e alla Doc Torgiano.
Lungo il percorso, che fa tappa a Bettona, Cannara, Spello, Assisi e Bastia Umbra, sono insediate cantine storiche e nuove “cave” che hanno affinato la produzione dei bianchi, affidandosi in larga misura all’autoctono Grechetto, allo Chardonnay, che in Umbria ha felice culla, e al Trebbiano che, abbassato di rese e meglio vinificato, riscopre il suo nerbo agreste. Sono bianchi gentili, fruttati, con note di fiori gialli e di frutta.
Orvieto e Amelia: già dal nome e dal logo si comprende la duplice radice che distingue questa Strada dei Vini e dei Sapori, che taglia il territorio umbro dell'Orvietano, dell'Amerino e del Ternano, fino alla Valnerina.
La testa del Germanico e quella di fanciullo etrusco della tomba Golini non fanno che evidenziare due facce della stessa medaglia, "le più antiche terre da vino dell'Umbria".
Qui la vite si alleva da almeno duemilacinquecento anni, con diversi vitigni e diversi vini, oggi come allora a seconda dell'esposizione e del tipo di suolo, decisamente tufaceo verso Orvieto, calcareo ad Amelia.
L'itinerario della strada non è soltanto un susseguirsi di cantine e di aziende vinicole, ma è inscindibilmente legato alle bellezze storiche, artistiche e ambientali, ed è connesso con l'intera offerta della filiera del gusto tradizionale e certificata, dalla produzione olearia d'eccellenza all'agricoltura biologica, dai prodotti tipici a quelli dell'artigianato artistico.
Oltre alla rete degli sportelli turistici territoriali (IAT), due sono le porte d'entrata per conoscere i servizi e i prodotti lungo la Strada: il Palazzo del Gusto di Orvieto, annesso all'Enoteca regionale dove si trova in esposizione una rassegna completa della realtà vinicola provinciale e regionale, e il Palazzo Petrignani ad Amelia, situato nel cuore storico della città, che ospita l'Accademia dell'Alimentazione.
La Strada lega i territori dei comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria, Castel Ritaldi, Montefalco, e si articola in cinque itinerari che attraversano il territorio alla scoperta anche di prodotti tipici rari e inconsueti, ma di grande significato gastronomico, storico e culturale: il lardo, il farro, il tartufo nero, i prodotti del bosco, il miele. Vi si è sempre prodotto onesto vino rosso e qualche bottiglia di Grechetto.
Le bottiglie di quello che oggi è il celeberrimo Rosso Sagrantino erano tenute in serbo nelle sagrestie per le Messe solenni di Natale e Pasqua. Era vino “sacro”, che ha trasmesso al nome il carattere. Proveniva da un vitigno autoctono poco diffuso altrove. Da pochi anni vignaioli intelligenti e capaci lo hanno offerto di nuovo ai palati più raffinati. Data la stretta correlazione fra i due vini, la Strada permette di scoprire anche le zone del Montefalco Rosso. Il percorso si snoda nel territorio dei cinque comuni della Doc e incrocia anche zone di produzione di altri due prodotti pregiati: l’olio extravergine di oliva e la porchetta.