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LA FAMIGLIA DELLE UVE MOSCATO

Quella del Moscato è una famiglia numerosa a cui appartengono varietà a bacca sia bianca sia nera. Il nome sembra derivare da "Muscum", muschio, e si riferisce al loro caratteristico aroma. 

Lo scrittore Paolo Monelli, un grande appassionato e competente di vino, nel suo libro "Il vero bevitore" (Longanesi e C. Milano, 1971), esprime i seguenti concetti:

La qualità precipua del vero bevitore è la misura; potrà bevendo,

Percorso del Montalbano (a cavallo) Il percorso parte dalla piana per arrivare, passando per le splendide colline del Montalbano, fino alla sua vetta. Da Artimino si può scegliere di percorrere il tratto più basso, in direzione nord-est e, passando per Comeana, alla Villa Medicea Ambra di Poggio a Caiano; oppure si può scegliere di percorrere il tratto più alto, in direzione ovest per arrivare, passando da Carmignano, fino alla vetta del Montalbano.

Il percorso attraversa un territorio che deve la sua eccellenza, sia alla grande varietà del paesaggio dove poderi, coltivazioni, vigneti ed olivete si alternano ai boschi costituiti in parte da specie tipiche della macchia mediterranea, in un mosaico di grande interesse ecologico, sia al valore storico-testimoniale degli insediamenti tutt’ora presenti. L’agricoltura, oltre a caratterizzare il paesaggio, contribuisce in maniera significativa alla produzione di grande parte delle eccellenza enogastronomiche di tutto il territorio provinciale: vino, olio, fichi ecc.

Di grande suggestione sono gli scorci panoramici che si possono godere lungo tutto il percorso ma in particolare da alcuni luoghi strategici:Artimino, Rocca di Carmignano, Pietramarina.

Fra le emergenze culturali si segnalano le Ville Medicee di Artimino e Poggio a Caiano, il borgo di Artimino, il Barco di Bonistallo e la chiesa di S. Francesco,le chiese romaniche di S. Leonardo, S. Giusto e S. Martino in Campo, (non si trova nella Provincia di Prato), siti etruschi (Tombe di Montefortini di, Boschetti, Prato Rosello, Pietramarina),la Rocca di Carmignano, la chiesa di S. Michele con la splendida “visitazione” del Pontormo. Dal crinale del Montalbano ci si può collegare all’Ippovia di San Jacopo che ci porta ad esplorare il territorio pistoiese.

Seguendo l’Ippovia in direzione sud ci si collega al percorso denominato “Ippovia di San Jacopo” che ci porta ad esplorare il territorio pistoiese.

Passeggiando tra MARMO e LARDO

(Massa - Fosdinovo – Aulla – Fivizzano – Bagnone – Filattiera – Pontremoli).

Carrara è nota a tutto il mondo, fin dai tempi antichi romani, come la città del marmo, da cui ne deriva il nome(“car” significa pietra).

Per questo il nostro itinerario inizia qui e si snoda lungo i sentieri che portano alle meravigliose cave elogiate da Michelangelo da cui scelse quel blocco che divenne poi il David (Il Museo Civico del Marmo in Viale XX Settembre).

Da Cararra si raggiungono, attraverso comode strade asfaltate, le cave numerose e a cielo aperto che offrono uno spettacolo di lavoro e di imponenza unico al mondo. Per comprensibili motivi di sicurezza non è consentito l'ingresso nelle cave, ma sostando in alcuni punti panoramici delle strade di scorrimento è possibile vedere ed avere un'idea delle diverse fasi di lavorazione.

Da Carrara si segue la strada per Bedizzano. Dopo il paese di Codena, sulla sinistra si apre una bellissima veduta panoramica della Valle di Fantiscritti. Bedizzano, disteso su un pianoro ricco di castagni, luogo di villeggiatura dei Cybo Malaspina, vale una breve visita per ammirare, nella piazza, un bassorilievo del '400 raffigurante la "Vergine con Santi" e la bella fontana in marmo. Nel lato sud della piazza la seicentesca chiesa di S. Genesio ricca all'interno di opere di grande interesse. Una passeggiata lungo le caratteristiche stradine del paese permette al visitatore di ammirare alcuni bassorilievi di buona fattura.

Dopo Bedizzano la strada prosegue attraverso boschi di castagni e, ai lati, lo stupendo panorama delle cave. Per una veduta da lontano di una cava si può effettuare una sosta in località "La Piana" o, più avanti, al "Calagio".: Colonnata, fu un attivo centro di produzione già in epoca romana. Il suo nome sembra derivi da una "colonia" di schiavi che vi fu insediata. La piazza del paese, dominata dall'austero campanile, completamente in sasso a vista e con due antichissime formelle marmoree sotto la cella campanaria, è un piccolo balcone panoramico strappato alla montagna. La chiesa parrocchiale, dedicata a S.Bartolomeo raccoglie pregevoli opere in marmo bianco. Nel piccolo sagrato, su cui incombe la montagna con i "ravaneti" e le vertiginose strade di arroccamento, e ben visibile il "Monumento al cavatore". due blocchi di marmo sui quali sono scolpite le diverse tecniche di estrazione del marmo, dai Romani ad oggi. Menzione particolare merita il lardo, delizia gastronomica locale che ha reso famosa Colonnata nel mondo la cui origine risale intorno all'anno Mille.

Un tempo era il "companatico" dei cavatori, che lo affettavano sottile per metterlo dentro le pagnotte rustiche insieme ad alcuni pezzetti di pomodoro; il tutto veniva preparato la mattina presto e insieme al fiasco di vino serviva ad assicurare le calorie necessarie ad affrontare le ripide salite e la fatica. Ricavato dallo strato grasso della schiena del maiale ripulito della parte più grassa (detta "spugnosa") viene posto in una vasca scavata in un blocco di marmo ("conca") dove viene fatto stagionare per almeno sei mesi con un misto di spezie.

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