Assovini
NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 13.11.1984, G.U. 139 del 14.06.1985
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Decreto 16.10.2020
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
VINO MOSCADELLO DI MONTALCINO D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Moscadello di Montalcino” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Tranquillo
- Frizzante
- Vendemmia tardiva
1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO
- Moscadello di Montalcino Tranquillo (Vino Bianco)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigno Moscato Bianco
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore caratteristico, delicato, fresco, persistente e sapore aromatico, dolce, armonico, caratteristico dell’uva moscato.
- Moscadello di Montalcino Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigno Moscato Bianco
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino tenue, odore caratteristico, delicato, fresco, persistente e sapore aromatico, dolce, armonico, caratteristico dell’uva moscato.
- Moscadello di Montalcino Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigno Moscato Bianco
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore variabile dal giallo paglierino al giallo dorato, odore caratteristico, delicato, persistente e sapore aromatico, dolce ed armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Moscadello di Montalcino si estende sulle colline senesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Moscadello di Montalcino è localizzata in:
- provincia di Siena e comprende il territorio del comune di Montalcino.
3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Moscadello di Montalcino prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Moscadello di Montalcino non dovrà essere superiore al 65% e al 45% per la tipologia di Vino Vendemmia Tardva.
- Il vino DOC Moscadello di Montalcino Vendemmia Tardiva deve essere sottoposto ad un periodo di affinamento di almeno 12 mesi,
- Nella designazione dei Vini DOC Moscadello di Montalcino può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Moscadello di Montalcino è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. PRODUTTORI DI VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO
Con l’utilizzo della DOC Moscadello di Montalcino i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. ABBINAMENTI GASTRONOMICI CON IL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO
Trova la sua collocazione naturale a fine pasto, accompagnando piacevolmente pasticceria e dolci secchi. In cucina viene usato come base per alcune salse dolci da abbinare a piatti delicati. Felicissimo risulta l’accompagnamento con formaggi erborinati.
6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Moscadello di Montalcino
Montalcino è conosciuto da secoli come la patria del Moscadello. Esistono notizie storiche risalenti al XV secolo. Nel 1540, in una lettera inviata da Venezia ad un amico, lo scrittore Pietro Aretino lo ringrazia elogiandolo per il dono di un “caratello di prezioso, delicato Moscadello, tondotto, leggiero, e di quel frizzante iscarico che par che biascia, morde e trae di calcio, parole che parrebbon la sete in su’ le labbra ...”.
Alcuni documenti degli archivi Vaticani risalenti al 1591, dimostrano che nei poderi di proprietà dell’Abbazia di Sant’Antimo i mezzadri producevano il Moscadello; il pontefice Urbano VIII, nei primi decenni del Seicento, lo apprezzava “per la sua gagliardia e sapore” e con grande discrezione “solea spesso richiederlo per sé e per la sua Corte”.
Nei libri di viaggio e nei racconti dei viandanti famosi del Seicento, del Settecento ed anche dell’Ottocento, non mancava mai la citazione con elogio del Moscadello di Montalcino “fra i più rari e rinomati vini di Toscana”. Molto nota è la citazione di Francesco Redi, il medico e poeta aretino, uomo di raffinate qualità e scienziato insigne, che compose nel 1685 il “Bacco in Toscana”, in onore ai migliori vini della sua terra sulle orme gioiose dei vecchi ditirambi ellenici.
A proposito del Moscadello di Montalcino decantava: “Del leggiadretto/del sì divino/Moscadelletto/di Montalcino”. Moltissime sono le notizie storiche relative a noti personaggi che testimoniano l’apprezzamento del Moscadello. Primo fra tutti, il grande poeta Ugo Foscolo: nel soggiorno fiorentino sul luminoso colle di Bellosguardo (nel 1812-1813), nel periodo più drammatico della sua vita, fra ristrettezze economiche, sospetti di attività antibonapartiste ed attriti con gli ambienti letterari milanesi, il Foscolo si confortava dalle fatiche letterarie con un buon bicchiere di Moscadello di Montalcino, che offriva con orgoglio ai suoi amici.
Il Vino DOC Moscadello di Montalcino ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 13 novembre 1984.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 02.11.1976, G.U. 37 del 09.02.1977
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Montescudaio D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Montescudaio” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso anche con la menzione Riserva
- Cabernet Franc anche con la menzione Riserva
- Cabernet Sauvignon, anche con la menzione Riserva
- Merlot, anche con la menzione Riserva
- Sangiovese, anche con la menzione Riserva
- Bianco
- Chardonnay
- Sauvignon
- Vermentino
- Vin Santo
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Montescudaio
- Montescudaio Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fine, fruttato e sapore asciutto, sapido, armonico.
- Montescudaio Vin Santo (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore variabile dal giallo paglierino carico al dorato e all’ambrato intenso, odore intenso, etereo, caratteristico e sapore secco, caldo. armonico, vellutato, più rotondo l’amabile.
- Montescudaio Chardonnay (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Chardonnay
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore ampio, caratteristico e sapore asciutto e armonico.
- Montescudaio Sauvignon (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore ampio, caratteristico e sapore asciutto e armonico.
- Montescudaio Vermentino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Vermentino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore ampio, fruttato e sapore asciutto e armonico.
- Montescudaio Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, tendente al granato con l’età, odore intenso, caratteristico e sapore asciutto, buona corposità, armonico.
- Montescudaio Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso più o meno intenso, tendente al granato con l’età, odore intenso, caratteristico e sapore asciutto, buona corposità, armonico.
- Montescudaio Cabernet Franc (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Franc
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei, tendente al granata con l’invecchiamento, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore asciutto, armonico.
- Montescudaio Cabernet Franc Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Franc
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei, tendente al granata con l’invecchiamento, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore asciutto, armonico.
- Montescudaio Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei, tendente al granata con l’invecchiamento, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore asciutto, armonico.
- Montescudaio Cabernet Sauvignon Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei, tendente al granata con l’invecchiamento, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore asciutto, armonico.
- Montescudaio Merlot (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino con riflessi violacei, tendente al granata con l’invecchiamento, odore vinoso, gradevole e sapore asciutto, morbido, pieno, armonico.
- Montescudaio Merlot Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino con riflessi violacei, tendente al granata con l’invecchiamento, odore vinoso, gradevole e sapore asciutto, morbido, pieno, armonico.
- Montescudaio Sangiovese (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, tendente al granata con l’invecchiamento, odore vinoso, caratteristico e sapore asciutto, armonico, giustamente tannico.
- Montescudaio Sangiovese Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino, tendente al granata con l’invecchiamento, odore vinoso, caratteristico e sapore asciutto, armonico, giustamente tannico.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Montescudaio
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Montescudaio si estende sulle colline pisane, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Montescudaio è localizzata in:
- provincia di Pisa e comprende il territorio dei comuni di Casale Marittimo, Castellina Marittima, Guardistallo, Montecatini Val di Cecina, Montescudaio, Riparbella e Santa Luce.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Montescudaio
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Montescudaio prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Montescudaio non dovrà essere superiore al 70% e al 35% per la tipologia di Vin Santo; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Montescudaio Vin Santo devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 250 g/l.
- Il vino DOC Montescudaio Vin Santo deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 48 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° novembre del quarto anno successivo alla vendemmia.
- I vini DOC Montescudaio Rosso, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Merlot e Sangiovese con menzione Riserva devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 3 di affinamento in bottiglia.
- Nella designazione dei Vini DOC Montescudaio può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Montescudaio è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Montescudaio
Con l’utilizzo della DOC Montescudaio i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Montescudaio
Piatti a base di pesce, in particolare molluschi e crostacei, formaggi tipici come il Pecorino toscano stagionato, dolci tradizionali toscani e pasticceria secca.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Montescudaio
Il rapporto tra il territorio del Montescudaio e la viticoltura ha una tradizione millenaria. Questa frase può rappresentare la sintesi di quello che oggi è quest'area, senza essere un mero topos letterario. Infatti, la presenza della vite si può far risalire con certezza all'era etrusca, grazie al ritrovamento del "cinerario dì Montescudaio" (VII sec. a.C.) che raffigura un banchetto funebre con un grande vaso "cratere" nel quale veniva mescolato il vino con l’acqua, secondo l'uso greco.
Ma la storia accerta anche che, nel 1092, Gherardo della Gherardesca, dona al monastero, da lui stesso fondato, una chiesa, vigneti ed altri benefici, riservandosi il diritto di eleggere la Madre Superiore. Un legame, quindi, stretto, forte che porta la viticoltura ad essere una delle fonti economiche più importanti di quest'area della bassa Val di Cecina (ma che si estende a tutta la Valle) e che, con un livello di consumi pro-capite alto - frutto di una cultura che vedeva nel vino un alimento ed una fonte di calorie - di conseguenza alza anche i livelli di produzione ed il "business" attorno alla vite, specialmente a partire dal secondo dopoguerra.
Nel corso dei secoli, quindi, la viticoltura ha mantenuto il ruolo della coltura principale e di riferimento del territorio, attorno a cui sono ruotati gli altri settori produttivi agricoli, fino all’inizio degli anni settanta, con il passaggio dalla conduzione associata “mezzadrile”, a quella “in economia”. Questo passaggio epocale, ha determinato una completa ristrutturazione le vecchie superfici vitate, spesso costituite da filari promiscui con altre coltivazioni, trasformandole in nuovi vigneti specializzati moderni e facilmente meccanizzabili. Ne scaturisce un forte impulso, quindi, a muovere i primi passi verso soluzioni più nuove: dallo sfuso alla bottiglia ed alle sinergie tra coltivatori.
Successivamente si hanno la nascita, nel 1968, della Sagra del vino e con Decreto del Presidente della Repubblica del 2 Novembre 1976, nella logica di un’attiva difesa dei vini tipici del territorio, venne approvato il primo disciplinare, definendo per la prima volta la zona di produzione dei vini DOC “Montescudaio”, l'ottenimento della Doc, nel 1977, con due tipologie: un rosso a base di sangiovese, trebbiano, malvasia, e altre varietà come canaiolo e colorino, ed un bianco, a base di trebbiano, malvasia e vermentino, che può essere prodotto anche come Vin Santo, secco, semisecco o dolce. Disciplinare che, con la modifica dal 1999, prevede l'utilizzo dei vitigni cosiddetti "innovativi" come il cabernet, ad esempio).
Dal punto di vista del legame con il territorio - che comprende tutti i comuni della Val di Cecina, esclusa Volterra - si moltiplicano le iniziative nelle quali i prodotti tipici della valle, tra cui spicca il vino, la fanno da padrone. Proprio nel centro di Montescudaio è inaugurata la Casa del vino, emblema di questa sinergia. L’incidenza dei fattori umani ed in particolare grazie al lavoro sapiente dei produttori vitivinicoli, all’applicazione delle moderne pratiche enologiche connesse con il disciplinare di produzione ed all’attivismo dell’industria di settore, hanno contribuito notevolmente a creare le condizioni affinchè i vini DOC Montescudaio abbiano ottenuto una importante diffusione ed apprezzamenti sui mercati.
Il Vino DOC Montescudaio ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 2 novembre 1976.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 03.10.1994, G.U. 242 del 15.10.1994
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Monteregio di Massa Marittima D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Monteregio di Massa Marittima” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Rosso Riserva
- Rosato
- Novello
- Bianco
- Sangiovese
- Sangiovese Rosato
- Sangiovese Novello
- Sangiovese Riserva
- Syrah
- Vermentino
- Viognier
- Vin Santo
- Vin Santo Riserva
- Vin Santo Occhio di Pernice
- Vin Santo Occhio di Pernice Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Monteregio di Massa Marittima
- Monteregio di Massa Marittima Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigni Trebbiano toscano e Vermentino, da soli e congiuntamente;
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione del Moscato Bianco.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino tenue, odore intenso, delicato e sapore asciutto, di media corposità.
- Monteregio di Massa Marittima Vermentino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Vermentino
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione del Moscato Bianco.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino brillante, a volte con riflessi verdognoli, odore delicato, caratteristico e sapore secco, morbido, vellutato.
- Monteregio di Massa Marittima Viognier (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Viognier
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione del Moscato Bianco.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino brillante, odore delicato, caratteristico, con nette sensazioni di fruttato, fresco e sapore asciutto, morbido, vellutato, armonico.
- Monteregio di Massa Marittima Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione dell'Aleatico.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino di buona intensità, odore vinoso, fruttato e sapore secco.
- Monteregio di Massa Marittima Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione dell'Aleatico.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino, odore vinoso, fruttato, caratteristico e sapore asciutto, leggermente acidulo, sapido.
- Monteregio di Massa Marittima Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione dell'Aleatico.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino di buona intensità tendente al granato, odore vinoso, intenso, fruttato e sapore secco, armonico, pieno, elegante.
- Monteregio di Massa Marittima Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione dell'Aleatico.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosa di buona intensità, odore vinoso, intenso, fruttato e sapore secco.
- Monteregio di Massa Marittima Sangiovese (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione dell'Aleatico.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino di buona intensità, odore vinoso, fruttato e sapore secco.
- Monteregio di Massa Marittima Sangiovese Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione dell'Aleatico.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino, odore vinoso, fruttato, caratteristico e sapore asciutto, leggermente acidulo, sapido.
- Monteregio di Massa Marittima Sangiovese Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione dell'Aleatico.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino di buona intensità tendente al granato, odore vinoso, intenso, fruttato e sapore secco, armonico, pieno, elegante.
- Monteregio di Massa Marittima Syrah (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Syrah
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione dell'Aleatico.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore variabile da rosso rubino a granato, odore caratteristico, elegante e sapore armonico, asciutto.
- Monteregio di Massa Marittima Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigni Trebbiano toscano e Vermentino, da soli e congiuntamente;
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo paglierino al dorato, fino all’ambrato intenso, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore armonico, vellutato, con più pronunciata rotondità per il tipo amabile.
- Monteregio di Massa Marittima Vin Santo Riserva (Vino Bianco Vin Santo Invecchiato)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigni Trebbiano toscano e Vermentino, da soli e congiuntamente;
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo Invecchiato dal colore variabile dal giallo paglierino al dorato, fino all’ambrato intenso, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore armonico, vellutato, con più pronunciata rotondità per il tipo amabile.
- Monteregio di Massa Marittima Vin Santo Occhio di Pernice (Vino Rosso Vin Santo)
- Versioni: Dolce
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Vin Santo dal colore variabile da rosa intenso a rosa pallido, odore caldo, intenso e sapore dolce, morbido, vellutato e rotondo.
- Monteregio di Massa Marittima Vin Santo Occhio di Pernice Riserva (Vino Rosso Vin Santo Invecchiato)
- Versioni: Dolce
- => 50% Vitigno Sangiovese
- =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Vin Santo Invecchiato dal colore variabile da rosa intenso a rosa pallido, odore caldo, intenso e sapore dolce, morbido, vellutato e rotondo.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Monteregio di Massa Marittima
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Monteregio di Massa Marittima si estende sulle colline situate nella zona a sud-ovest della Toscana, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Monteregio di Massa Marittima è localizzata in:
- provincia di Grosseto e comprende il territorio dei comuni di Massa Marittima, Monterotondo Marittimo e, in parte, nel territorio del Comuni di Roccastrada, Gavorrano, Castiglione della Pescaia, Scarlino e Follonica.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Monteregio di Massa Marittima
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Monteregio di Massa Marittima prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Monteregio di Massa Marittima non dovrà essere superiore al 70% e al 35% per le tipologie di Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice; nel caso tali parametri venissero superati, rispettivamente, entro il limite del 5 e 3%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le uve destinate alla produzione dei Vini DOC Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26,6%
- I vini DOC Monteregio di Massa Marittima Rosso e Sangiovese con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 in botti di legno e 3 mesi di affinamento in bottiglia.
- Nella designazione dei Vini DOC Monteregio di Massa Marittima può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Monteregio di Massa Marittima è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Monteregio di Massa Marittima
Con l’utilizzo della DOC Monteregio di Massa Marittima i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Monteregio di Massa Marittima
Piatti a base di carni rosse e bianche e a primi piatti molto saporiti. Dolci tradizionali toscani e pasticceria secca.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Monteregio di Massa Marittima
I fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini del «Monteregio di Massa Marittima», sono di fondamentale rilievo. In quest’area, infatti, esistono testimonianze della coltivazione della vite che risalgono al periodo Etrusco – l’antica città etrusca di Vetulonia, nella parte meridionale della zona di produzione, l’area intorno al lago dell’Accesa, più a nord, e la stessa Massa Marittima sono solo alcuni esempi di insediamenti più o meno rilevanti – come confermano alcuni reperti rinvenuti nelle necropoli di Vetulonia e presso il lago dell’Accesa, tra i quali i tradizionali pithoi, recipienti particolari per la raccolta del vino proveniente dalla pigiatura delle uve e dai torchi; la tradizione viticola è continuata durante la dominazione romana, durante la quale si accentuò la tendenza al miglioramento delle tecniche di vinificazione, che rimasero insuperate fino al medioevo; in questo periodo storico, i documenti di varia natura conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione della coltivazione della vite, seppur limitata alle aree prospicienti i castelli ed i conventi della zona, come il Castello di Gerfalco o il Santuario della Madonna del Frassine.
Le norme degli Statuti medioevali relativi alle comunità di Massa Marittima, Montieri e Monterotondo Marittimo, che curavano vari aspetti della vita sociale, stabilivano regole elementari per diverse attività artigianali come la macerazione del lino e la produzione del vino; anche nelle Leggi Statutarie che il comune di Massa Marittima – al tempo libera Repubblica prima che le guerre con Siena ne segnassero la caduta e l’annessione ai domini senesi – redasse tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento si dettavano regole precise allo scopo di evitare la dispersione delle risorse alimentari come il grano, l’olio, il vino.
Tuttavia, dovranno passare alcuni secoli perché la coltivazione della vite, nel territorio maremmano, si diffonda in modo esteso diventando, insieme all’olivo, una presenza fondamentale del paesaggio. Solo con la dominazione dei Lorena, ed in particolare durante il governo di Pietro Leopoldo nella seconda metà del 1700, furono ideati i principali interventi rivolti allo sviluppo agricolo delle campagne ed alla bonifica delle aree paludose, non solo costiere ma anche di quelle che occupavano i fondovalle dell’entroterra.
Più tardi, il dott. Alfonso Ademollo, in una relazione all’inchiesta parlamentare Jacini, tenendo conto della vocazione viticola della Maremma, nel 1884 affermava che tutte le varietà “vegetano bene nel nostro suolo ed a noi non mancano le uve da spremere e da mangiare, queste ultime a dovizia fornite dal Monte Argentario e dall’Isola del Giglio”. L’Ademollo, nel fornire interessanti informazioni sulla situazione viticola della provincia, così scriveva: “La vite ha sempre allignato, fino dalle epoche più remote, nella provincia di Grosseto. Le varietà di vite da noi conosciute e coltivate sono molte, poichè si può asserire che tutte le varietà di sì prezioso sarmento, anche le esotiche, vegetano bene nel nostro suolo…… Le vigne pure da qualche tempo si sono estese ed hanno migliorato nel proprio prodotto, ma tuttavia anche per questo lato la provincia di Grosseto sarebbe capace di più, poichè la vite cresce benissimo e porge preziosi e squisiti grappoli in ogni parte della provincia, perchè non abbiamo veramente nè caldi nè freddi eccessivi,….. perchè dovunque trovasi terreni leggeri, permeabili, aridi nelle parti elevate, dovute a sabbie, a rocce decomposte, a detriti vulcanici e sassaie”. Da ciò la categorica affermazione: “La provincia di Grosseto, per cinque sesti ha terreno adatto alla viticoltura”.
Parlando dei pregi e dei difetti del nostro vino lo stesso Ademollo così si esprimeva: “II vino, questo benefico liquido che ha tanta importanza nella pubblica e privata economia, come nella pubblica e privata salute, viene prodotto dai nostri viticoltori con sempre crescente progresso e accuratezza in ogni parte della provincia di Grosseto, sia nella zona piana, che in quella montuosa, e per la bontà e quantità in alcuni Comuni è di una rendita importante ai proprietari…… Attualmente la maggior quantità di vino viene data dai comuni di Pitigliano, Sorano, Massa Marittima e Roccastrada i quali sono pure dotati di buone Cantine per conservarlo ……….. Vini forti e generosi poi si incontrano nei comuni più marittimi i quali sono quelli di Orbetello, Monte Argentario e Giglio; Castiglione della Pescaia dà un eccellente Aleatico, che il Thaon disse superiore a qualunque vino fatto nelle altre fattorie della Toscana”.
Furono questi i presupposti che portarono alla consapevolezza che il territorio dell’alta Maremma poteva aspirare al riconoscimento della denominazione di origine controllata per i vini prodotti nella zona, riconoscimento che verrà attribuito col decreto ministeriale del 3 ottobre 1994 per i vini bianchi e rossi del «Monteregio di Massa Marittima» incentrati, per lo più, sulle uve dei vitigni Sangiovese, Trebbiano toscano, Vermentino e Malvasia bianca lunga, prodotti anche nelle versioni tradizionali Vin Santo e Vin Santo occhio di pernice, ai quali si sono aggiunti, nel corso degli anni, nei nuovi impianti, varietà internazionali, come il Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah e Viognier.
Il Vino DOC Monteregio di Massa Marittima ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 3 ottobre 1994.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 30.07.1998, G.U. 185 del 10.08.1998
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche - GU n.5 del 08.01.2024
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Montecucco D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Montecucco” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso, anche con menzione Riserva
- Rosato
- Bianco
- Vermentino
- Vin Santo
- Vin Santo Occhio di Pernice
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Montecucco
- Montecucco Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 40% Vitigni Trebbiano Toscano e Vermentino bianco, da soli o congiuntamente;
- =< 60% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore delicato, fresco, più o meno fruttato e sapore asciutto, fresco, caratteristico.
- Montecucco Vermentino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Vermentino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore delicato, fresco e caratteristico e sapore asciutto, morbido e sapido.
- Montecucco Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
- Versioni: Dolce
- => 70% Vitigni Malvasia bianca lunga, Grechetto bianco e Trebbiano toscano, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 17% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo dorato all’ambrato intenso, odore intenso, caratteristico di frutta matura e sapore intenso e vellutato.
- Montecucco Vin Santo Occhio di Pernice (Vino Rosato Vin Santo)
- Versioni: Dolce
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 20% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Vin Santo dal colore tra l’ambrato e topazio intenso con ampia unghia rossiccia che si fa marrone con l’età, odore intenso, ricco, complesso, caratteristico di frutta matura e di altre sfumature, e sapore persistente con retrogusto dolce.
- Montecucco Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigno Sangiovese
- =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione della Malvasia Nera, Malvasia Nera di Brindisi e Aleatico.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore vinoso e ampio, e sapore armonico, asciutto giustamente tannico.
- Montecucco Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigno Sangiovese
- =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione della Malvasia Nera, Malvasia Nera di Brindisi e Aleatico.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore ampio, vinoso, elegante, caratteristico e sapore pieno, asciutto, caldo, elegante con eventuale sentore di legno.
- Montecucco Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigni Sangiovese e Ciliegiolo, da soli o congiuntamente;
- =< 40% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione della Malvasia Nera, Malvasia Nera di Brindisi e Aleatico.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore variabile dal rosa tenue al rosa cerasuolo, odore fresco e fruttato, e sapore sapido, secco, armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Montecucco
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Montecucco si estende sulle colline del grossetano, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Montecucco è localizzata in:
- provincia di Grosseto e comprende il territorio dei comuni di Cinigiano, Civitella Paganico, Campagnatico, Castel del Piano, Roccalbegna, Arcidosso e Seggiano.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Montecucco
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Montecucco prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Montecucco non dovrà essere superiore al 70% e al 35% per entrambe tipologie di Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Montecucco Rosato deve essere ottenuto con la vinificazione in “rosato” delle uve a bacca rossa.
- Le uve destinate alla produzione dei Vini DOC Montecucco Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26%.
- La conservazione e l’invecchiamento dei vini Vin Santo e del Vin Santo Occhio di Pernice deve avvenire in recipienti di legno (caratelli) di capacità non superiore a 500 litri per un periodo minimo di 18 mesi.
- Il vino DOC Montecucco Rosso con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 18 mesi, di cui almeno 12 in contenitori in legno e 6 mesi di affinamento in bottiglia.
- Nella designazione dei Vini DOC Montecucco può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Montecucco è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Montecucco
Con l’utilizzo della DOC Montecucco i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Montecucco
Carni rosse in abbinamento a piatti tradizionali toscani come la panzanella, i crostini alla toscana, il bardiccio, la caciotta toscana, i fagioli all'uccelletto, il polpettone alla fiorentina.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Montecucco
I fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini del «Montecucco», sono di fondamentale rilievo. In questa area, infatti, esistono testimonianze della coltivazione della vite che risalgono al periodo Etrusco – e che, attraversando i secoli ed i fatti del territorio, dei suoi abitanti e dei suoi governanti, sono giunte fino ai giorni nostri.
Partendo dalle epoche più lontane si può sicuramente affermare come la presenza della viticoltura nel territorio del Montecucco risalga quantomeno all’epoca etrusca, come testimoniano alcuni reperti rinvenuti nella zona di Seggiano e del Potentino, tra i quali annotiamo, oltre al vasellame, anche i tradizionali pithoi, recipienti particolari per la raccolta del vino proveniente dalla pigiatura delle uve e dai torchi, i quali venivano interrati fino all’orlo, nelle vicinanze dei torchi, e vi si raccoglieva il pigiato, che poi fermentava.
La successiva dominazione romana accentuò la tendenza al miglioramento delle tecniche di vinificazione, che rimasero insuperate fino al medioevo; di questo periodo storico, sono i documenti conservati presso gli archivi monastici, a confermare la diffusione della coltivazione della vite, che acquista particolare importanza come pianta colonizzatrice, tanto che governanti e feudatari riconobbero la necessità di concedere terre adatte per questa coltura, che ebbe particolare protezione con apposite norme statutarie.
In occasione delle lottizzazioni dei terreni feudali e comunali, furono infatti indicati esplicitamente, “concessioni di terre in zone a vocazione viticola”. In certi casi, come a Castel del Piano nel Cinquecento, l’attività viticola poteva, in parte o completamente, sostituirsi al salario in moneta (Statuti di Castel del Piano), mentre nella zona di Montegiovi essa era fondamentale per il sostentamento delle popolazioni che vivevano del lavoro dei campi e del bosco (Piccinni, 1988). Nella relazione del Dr. Alfonso Ademollo all’inchiesta parlamentare Iacini (1884), si mette chiaramente in evidenza le qualità dei vini prodotti nella maggior parte delle zone viticole del territorio della provincia di Grosseto. L’Ademollo, nel fornire interessanti informazioni sulla situazione viticola della provincia, così scriveva: “La vite ha sempre allignato, fino dalle epoche più remote, nella provincia di Grosseto.
Le varietà di vite da noi conosciute e coltivate sono molte, poiché si può asserire che tutte le varietà di sì prezioso sarmento, anche le esotiche, vegetano bene nel nostro suolo… Le vigne pure da qualche tempo si sono estese ed hanno migliorato nel proprio prodotto, ma tuttavia anche per questo lato la provincia di Grosseto sarebbe capace di più, poiché la vite cresce benissimo e porge preziosi e squisiti grappoli in ogni parte della provincia, perché non abbiamo veramente né caldi né freddi eccessivi,[…] perché dovunque trovasi terreni leggeri, permeabili, aridi nelle parti elevate, dovute a sabbie, a rocce decomposte, a detriti vulcanici e sassaie”. Da ciò la categorica affermazione: “La provincia di Grosseto, per cinque sesti ha terreno adatto alla viticoltura”.
Parlando dei pregi e dei difetti del vino prodotto nella zona Ademollo così si esprimeva: “II vino, questo benefico liquido che ha tanta importanza nella pubblica e privata economia, come nella pubblica e privata salute, viene prodotto dai nostri viticoltori con sempre crescente progresso e accuratezza in ogni parte della provincia di Grosseto, sia nella zona piana, che in quella montuosa, e per la bontà e quantità in alcuni Comuni è di una rendita importante ai proprietari […]”.
Già prima del 1900 i vini prodotti nel comune di Castel del Piano erano conosciuti, come si evince dai risultati delle analisi chimiche effettuate presso l’Istituto di Chimica Agraria dell’Università di Pisa (1895). Più in particolare per la produzione di uno di questi vini rossi concorrevano “Brunello”, “Tintura di Spagna” ed altre uve bianche. Le testimonianze verbali dei discendenti dei viticoltori del secolo scorso indicano alcune località famose perché capaci di dare un vino di più elevata qualità, come la vigna di Campo Rombolo, le vigne del Poggetto, entrambe ubicate ai Poggi del Sasso (Scalabrelli et al. 2006).
In tempi recenti il recupero, l’identificazione e la valorizzazione di germoplasma locale sta assumendo sempre maggiore importanza in Toscana, regione particolarmente ricca di varietà autoctone, come dimostrato dall’elevato numero di vitigni iscritti al Registro Regionale delle Risorse genetiche Autoctone ai sensi della legge regionale 50/97.
E di particolare interesse risultano le zone che dal punto di vista ampelografico non hanno subito interferenze ed introduzioni di materiale nel corso dell’ultimo secolo, particolarmente dopo l’invasione fillosserica; questo accade soprattutto per alcune specifiche zone della Toscana ed in particolare, nella zona del Montecucco, per quelle di Castel del Piano, Cinigiano e Seggiano, come risulta da documenti storici (Imberciadori, 1980, Balestracci, 1988; Piccinini, 1990; Scalabrelli, 1999; Ciuffoletti e Nanni, 2002;) e da recenti indagini compiute sul territorio (Scalabrelli et al. 2006; Scalabrelli, 2007).
La ricchezza del patrimonio ampelografico è sottolineata dal reperimento di una serie di vitigni locali attualmente in studio da parte delle Università di Firenze e di Pisa e dalla realizzazione di un apposito campo di collezione in località Poggi del Sasso ma anche dal ritrovamento di un vigneto franco di piede dell’età di circa 200 anni, recentemente denominato “Vigneto museo”. Furono questi i presupposti che portarono alla richiesta di riconoscimento dell’indicazione geografica (I.G.) “Montecucco” Bianco, Rosso e Rosato, avvenuto con decreto ministeriale 7 gennaio 1989, preceduta dalla I.G. “Monte Antico” (decreto ministeriale 19 gennaio 1980) relativa a vini prodotti in parte dell’attuale zona di produzione dei vini Montecucco (parte del comune di Civitella Paganico).
Alla fine degli anni ’90, tuttavia, si fece più forte la consapevolezza da parte della filiera vitivinicola che il territorio del Montecucco poteva aspirare al riconoscimento della denominazione di origine controllata per i vini prodotti nella zona, che verrà attribuito nel 1998 per i vini bianchi e rossi del «Montecucco» incentrati, per lo più, sulle uve dei vitigni Sangiovese, Trebbiano toscano e Vermentino.
La denominazione «Montecucco» abbraccia una zona più ampia della località Montecucco, sita nel comune di Cinigiano, riconosciuta, come detto, nel 1989 come Indicazione Geografica: l’utilizzo di questo nome è giustificato dal fatto che i vini prodotti nell’area circostante alla suddetta località avevano dimostrato negli anni di possedere caratteristiche analoghe ai vini della suddetta I.G., tanto da essere facilmente identificati dai consumatori.
Negli anni successivi al riconoscimento della Doc, l’opera di sperimentazione colturale, l’uso di varietà diverse ed i conseguenti risultati hanno convinto la filiera vitivinicola a qualificare maggiormente i vini ottenuti sul territorio del Montecucco, estrapolando la tipologia varietale “Sangiovese” (riconosciuta a Docg autonoma e separata) ed integrando le tipologie contemplate nella Doc con l’inserimento del Rosato e di quelle tradizionali Vin Santo e Vin Santo occhio di pernice (modifica del disciplinare di produzione di cui al decreto ministeriale del 9 settembre 2011).
Il Vino DOC Montecucco ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 30 luglio 1998.