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EPOMEO IGT

  • Vino a Indicazione Geografica Tipica - Approvato con D.M. 22.11.1995, G.U. 301 del 28.12.1995
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

 


Vino Epomeo I.G.T.

L'Indicazione Geografica Tipica “Epomeo”, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco
  2. Bianco Amabile
  3. Bianco Frizzante
  4. Bianco Passito
  5. Rosso
  6. Rosso Amabile
  7. Rosso Frizzante
  8. Rosso Passito
  9. Rosso Novello
  10. Rosato
  11. Rosato Amabile
  12. Rosato Frizzante

1. Tipologie e Uve del Vino IGT Epomeo

 

  • Epomeo Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Amabile
  • = 100 Uve a bacca bianca prodotte in Vitigni coltivati nella regione Campania
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato, floreale e sapore secco, equilibrato, a volte amabile.

  • Epomeo Frizzante Bianco (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco /Amabile
  • = 100 Uve a bacca bianca prodotte in Vitigni coltivati nella regione Campania
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato, floreale e sapore secco, equilibrato, a volte amabile.

  • Epomeo Amabile Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Amabile
  • = 100 Uve a bacca bianca prodotte in Vitigni coltivati nella regione Campania
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato, floreale e sapore secco, equilibrato, amabile.

  • Epomeo Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco /Amabile
  • = 100 Uve a bacca nera prodotte in Vitigni coltivati nella regione Campania
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato, floreale e sapore secco, equilibrato, a volte amabile.

  • Epomeo Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco /Amabile
  • = 100 Uve a bacca nera prodotte in Vitigni coltivati nella regione Campania
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato, floreale e sapore secco, equilibrato, a volte amabile.

  • Epomeo Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco /Amabile
  • = 100 Uve a bacca nera prodotte in Vitigni coltivati nella regione Campania
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, odore floreale, caratteristico e sapore secco, equilibrato, a volte amabile.

  • Epomeo Passito a bacca bianca (Vino Bianco Passito)
  • Versioni: Amabile /Dolce
  • = 100% Uve a bacca bianca prodotte da Vitigni coltivati nella regione Campania
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Passito dal colore caratteristico del vitigno di provenienza, odore intenso, caratteristico, floreale, fruttato e sapore amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.

  • Epomeo Passito a bacca nera (Vino Rosso Passito)
  • Versioni: Amabile /Dolce
  • = 100% Uve a bacca nera prodotte da Vitigni coltivati nella regione Campania
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Passito dal colore caratteristico del vitigno di provenienza, odore intenso, caratteristico, floreale, fruttato e sapore amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino IGT Epomeo

L'area geografica vocata alla produzione del Vino IGT Epomeo si estende nell'Isola d'Ischia, in un territorio collinare dalla forma approssimativa di un trapezio, il cui rilievo più elevato è rappresentato dal monte Epomeo, alto 788 metri e situato nel centro dell'isola.

La Zona di Produzione del Vino IGT Epomeo è localizzata in:

  • provincia di Napoli e comprende il territorio del comune di Ischia.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino IGT Epomeo

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Epomeo prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino finito, pronto per il consumo, non deve essere superiore al 80% per tutti i tipi di vino, ad eccezione del passito che non deve essere superiore al 50%.

4. Produttori di Vino IGT Epomeo

Con l’utilizzo della IGT Epomeo i Produttori Vinicoli Campani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino IGT Epomeo

Piatti della cucina tipica campana, pasta e gnocchi alla sorrentina, caciocavallo, provola e la tradizionale mozzarella di bufala campana. 


6. Storia e Letteratura del Vino IGT Epomeo

L'isola d'Ischia era abitata fin dal Neolitico, come dimostrano i vari reperti ritrovati ad esempio sulle alture di Punta Imperatore, nella frazione di Panza, nella zona S-O dell'isola.

A vent'anni circa dall'originario sbarco, colonizzata buona parte dell'isola, viene fondata la colonia di Pithecusa, il cui centro principale sarà, però, sulle alture di Monte Vico, nella zona nord dell'isola, prospiciente il continente, in modo da avere un più rapido scambio con la terraferma. Con il suo porto la colonia fece fortuna grazie al commercio del ferro con il resto dell'Italia; nel periodo di massimo splendore contava circa 10.000 abitanti.

Storicamente le dominazioni succedutesi nella vicina Napoli si sono susseguite anche sull’isola. Nel 1953, nella necropoli di San Montano a Lacco Ameno, l'archeologo tedesco Giorgio Buchner ritrovò la Coppa di Nestore risalente al 725 a.C. circa. Costituisce il più antico esempio pervenutoci di poesia scritta in lingua greca.

La viticoltura ad Ischia ha origini millenarie. Sulla coppa di Nestore, ritrovata a Monte Vico (Lacco Ameno), è incisa una frase che inneggia al buon vino locale e testimonia che gli Antichi Eubei, che avevano colonizzato l'isola, avevano introdotto la coltivazione della vite e quindi la produzione del "nettare degli Dei".

La tecnica di coltivazione, in particolare modo, richiama alla tradizione greca e differisce da quella etrusca usata nel centro Italia e nelle zone interne della Campania. La viticoltura è stata alla base dell'economia isolana per lunghi periodi storici, condizionandone la vita e i costumi degli stessi abitanti. Le colture sull'isola si estendono dalle coste fin sugli irti pendii montani dove cellai e terrazzamenti, costruiti con rinforzi di muri a secco di pietra di tufo verde, consentono la coltivazione della vite.

Dal 1500 il vino bianco sfuso veniva esportato via mare verso la terraferma ai principali mercati italiani e stranieri fino in Dalmazia, veniva posto in "carrati" trasportati dalle vinacciere (barche a vela). Dal 1955 a oggi il cambiamento dell'economia isolana è stato radicale.

DUGENTA IGT

  • Vino a Indicazione Geografica Tipica - Approvato con D.M. 22.11.1995, G.U. 301 del 28.12.1995
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

 


Vino Dugenta I.G.T.

L'Indicazione Geografica Tipica “Dugenta”, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianchi
  2. Rossi, anche nella tipologia Novello
  3. Rosato

1. Tipologie e Uve del Vino IGT Dugenta

 

  • Dugenta Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • = 100 Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Campania
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato, floreale e sapore secco o abboccato, equilibrato.

  • Dugenta Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • = 100 Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Campania
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore floreale, fruttato e sapore secco o abboccato, equilibrato.

  • Dugenta Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • = 100 Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Campania
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore vinoso, fruttato e sapore secco o abboccato, equilibrato.

  • Dugenta Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • = 100 Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Campania
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, odore fruttato, floreale e sapore secco o abboccato, equilibrato.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino IGT Dugenta

L'area geografica vocata alla produzione del Vino IGT Dugenta si estende nelle colline dell'omonima località del beneventano.

La Zona di Produzione del Vino IGT Dugenta è localizzata in:

  • provincia di Benevento e comprende il territorio del comune di Dugenta.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino IGT Dugenta

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Dugenta prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino finito, pronto per il consumo, non deve essere superiore al 80% per tutti i tipi di vino.

4. Produttori di Vino IGT Dugenta

Con l’utilizzo della IGT Dugenta i Produttori Vinicoli Campani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino IGT Dugenta

Piatti della cucina tipica campana, pasta e gnocchi alla sorrentina, caciocavallo, provola e la tradizionale mozzarella di bufala campana. 


6. Storia e Letteratura del Vino IGT Dugenta

In base ai ritrovamenti effettuati ed a studi realizzati si può affermare che la coltivazione della vite nella provincia di Benevento ha origini antiche risalenti al II secolo a.C. Nel paese di Dugenta fu ritrovato un imponente deposito, con relativo forno di produzione, di anfore utilizzate per la conservazione ed il commercio del vino.

Gli studiosi hanno convenuto che sicuramente questa era una fabbrica di anfore costruita in una area particolarmente idonea alla produzione e allo smercio del vino, situata lungo la riva sinistra del fiume Volturno del quale è affluente il fiume Calore che attraversa l’intera provincia di Benevento. Le anfore ritrovate in provincia di Benevento, venivano prodotte solo in due luoghi, a Dugenta e ad Anzio e venivano utilizzate in un area compresa tra l’Etruria meridionale, Lazio, Campania e Sannio. Sicuramente il paese di Dugenta rivestiva un ruolo importante nella commercializzazione dei vini in epoca romana, in quanto la produzione di vino soddisfaceva abbondantemente la richiesta locale e quindi il vino veniva venduto anche al di fuori dei confini regionali, questo è testimoniato dal fatto che anfore realizzate a Dugenta sono state ritrovate in Inghilterra del sud e Africa del nord.

Gran parte del vino prodotto nella provincia di Benevento e quello proveniente anche da altre parti d’Italia veniva venduto al mercato vinicolo di Pompei secondo solo a quello di Roma. In base agli studi effettuati da Attilio Scienza, una forte classe di produttori di vino di origine sannita sarebbe stata presente nella composizione etnica di Pompei, a conferma che la cultura del vino nel Sannio è stata contemporanea se non precedente, all’epoca romana.

Il Sannio per molti secoli ha rappresentato il collegamento naturale tra la Puglia e la Campania. Attraverso i sentieri della transumanza i Sanniti hanno conosciuto il mondo del vino Abruzzese e Pugliese attraverso i quali hanno portato nel Sannio i vitigni greci dell’Epiro. Attilio Scienza afferma che del vino sannita troviamo citazioni di Platone comico, commediografo ateniese della seconda metà del V secolo a.C., che parlava dell’eccellente vino di Benevento dal lieve aroma fumé; inoltre secondo Scienza del vino sannita ne parla anche Plinio nella Naturalis Historia, il quale sosteneva che il vino Kapnios avesse nel Sannio una delle sue patrie d’elezione. Il sapore fumé del vino Kapnios potrebbe non solo essere derivato da una tecnica di appassimento delle uve o dall’affumicamento di queste, ma addirittura dalle caratteristiche stesse dell’uva.

Un’altra importante testimonianza che i Sanniti si dedicassero alla coltivazione della vite e alla produzione del vino, è che quando sul finire del V secolo a.C. famiglie di stirpe sannita si stabilirono nella Valle del Volturno, si è avuto uno sviluppo economico di queste area grazie alla produzione del Trebula balliensis, così come riferito da Plino il vecchio nella sua Naturalis Historia. Nel beneventano come nel resto della Campania la viticultura conobbe una crisi dovuta al cambiamento del gusto del mercato romano che scoprì i vini più leggeri e profumati dell’Italia settentrionale e della Gallia.

Il primo vino Gallico arrivò a Roma nel 79 d.C. Un inversione di tendenza la si ebbe solo intorno al 500 d.C. grazie ai Longobardi, che non solo importarono vitigni di origine pannonica, ma protessero le vigne dall’espianto addirittura con la pena di morte. Anche Carlo Magno si occupò attraverso il Capitulare de Villis della cura della vite, ma fu grazie alla chiesa che intorno all’anno 1000 si ebbe il definitivo rilancio della coltivazione della vite che coinvolse anche il territorio sannita. Fu proprio un sacerdote, il vescovo di Benevento Landulfo, a pretendere che vicino ad ogni monastero fossero impiantati dei vigneti, favorendo il rilancio della viticultura soprattutto nella zona di Solopaca come dimostra la presenza di venditori di vino in documenti del 1100.

In questo periodo, e fino al 1400, molti vini beneventani grazie alla possibilità di sfruttare i fiumi navigabili che attraversavano la provincia, arrivavano ai porti di Gaeta e di Napoli i più grandi porti di smistamento dei vini per l’intero Mediterraneo e per i mari del Nord. A Napoli in quegli anni venivano trasportati ingenti quantità di vino dall’entroterra Beneventano ed Avellinese, ed assieme ai vini fermi venivano trasportati anche vini dolci molto richiesti dal mercato europeo in quel periodo.

La classe mercantile beneventana in quegli anni diventò la più forte della regione Campania, in quanto poteva godere degli enormi benefici derivanti dal fatto che i territori della provincia di Benevento erano sotto il governo dello Stato della Chiesa. Per una prima descrizione su base scientifica della viticoltura beneventana dobbiamo attendere la Statistica murattiana del 1811, il primo e vero studio del territorio sannita che ha permesso di conoscere le produzioni della provincia di Benevento e di ricostruire le condizioni economiche- sociali e gli stili di vita della popolazione sannita.

Da questo studio si evince che che la provincia di Benevento produceva vini che soddisfacevano le diverse richieste del mercato infatti il vino di Cerreto Sannita veniva considerato molto pregiato assieme a quello di Solopaca, Frasso Telesino, Melizzano e venivano venduti sul mercato regionale ed extra-regionale; quelli di Sant’Agata dei Goti venivano venduti solo sul mercato provinciale, mentre a Guardia Sanframondi si produceva un vino dolce e liquoroso simile a quello di Malaga. Da Cerreto Sannita e Guardia Sanframondi partiva nel 1811 il più alto numero di barili di vino per la capitale, 79.229, contro i 31.281 di Airola, i 12.557 di Solopaca e i 10.470 di Sant’Agata dei Goti.

Per quanto riguarda il numero di vigne Cerreto Sannita e Guardia Sanframondi non superavano di molto Solopaca infatti nei due comuni se ne trovavano circa 3.480 ed invece nel solo comune di Solopaca se ne potevamo trovare circa 2.880. Sempre agli inizi dell’Ottecento c’è testimonianza di un ottimo vino prodotto anche nei comuni di Pontelandolfo, Baselice e Foiano in Val Fortore.

Nel 1872 un grosso studioso, Giuseppe Frojo, incominciò a parlare di vitigno in senso scientifico e sostienne che le migliori uve della regione Campania erano il Pallagrello, oggi diffuso solo nella provincia di Caserta, ma lodava anche le uve Aglianico, Sciascinoso, il Piede di Colombo (Piedirosso), Greco e Fiano, tutti vitigni coltivati nella provincia di Benevento. Circa venti anni dopo Frojo, fu il Ministero dell’Agricoltura a fare un’accurata analisi delle uve presenti su territorio sannita. L’Aglianico restava il vitigno predominate, seguito dal Piedirosso, l’Aglianicone, il Gigante, il Mangiaguerra, la Tintiglia di Spagnala Vernacciola e il Sommarello.

Tra i vini a bacca bianca si notano il Bombino, l’Amoroso bianco, la Passolara, il Greco, la Malvasia, il Moscatello e la Coda di Volpe. In questo periodo il vino prodotto è destinato al consumo interno, in quanto in provincia di Benevento stava nascendo una classe borghese più attenta e sensibile alla buona tavola, ma anche trasportato il nord Italia in quanto molto apprezzato e richiesto.

Negli anni in cui Frojo compiva i suoi studi, la superficie vitata della provincia di Benevento era rappresentata da poco più di 15.000 ettari, estensione che pur ponendo la provincia ultima nella classifica regionale, la rendeva seconda sola a Napoli per rapporto fra territorio e superficie, mentre a partire dal 1904 e almeno fino al 1924 i terreni a vigna erano più che raddoppiati.

Negli anni che andavano dal 1896 al 1910 il vigneto sannita si arricchì di 8.046 ettari, pari ad un incremento del 46%. Dopo l’unità d’Italia nel vigneto sannita vengono coltivate anche altri tipi di vitigni nazionali ed internazionali come il Sangiovese, Barbera, Cabernet Sauvignon, Malbek, Sirah, Erbaluce, Semillon, Pinot e Riesling renano.

Dopo le due grandi guerre mondiali, vi fu un risveglio in tutti i settori produttivi che influenzò anche quello agricolo, e nella provincia di Benevento si verificò che i contadini, fino ad allora solo conduttori dei terreni, ne acquisirono anche le proprietà. In questo periodo la produzione delle uve aumentò sensibilmente nella provincia di Benevento, favorendo da una parte la nascita del primo Enopolio nella provincia a Solopaca che vantava una capacità di 13 mila ettolitri contro i soli cinquemila dell’Enopolio napoletano, ma dall’altra lo sfruttamento dei grossi mediatori nei confronti dei piccoli produttori.

In realtà neanche la creazione dell’Enopolio di Solopaca contribuì a migliorare la condizione dei piccoli produttori e quindi nacquero con il passare degli anni le quattro Cantine sociali ancora oggi operanti sul territorio sannita, La Guardiense, la Cantina sociale di Solopaca, La Cantina del Taburno e il CECAS (Centro Cooperativo Agricolo Sannita). Il compito fondamentale delle cantine sociali fu quello di raccogliere, trasformare e vendere, le uve provenienti dalle diverse zone della provincia di Benevento, in modo da sostenere i piccoli produttori e favorire lo sviluppo della viticoltura nel Sannio.

COLLI DI SALERNO IGT

  • Vino a Indicazione Geografica Tipica - Approvato con D.M. 22.11.1995, G.U. 301 del 28.12.1995
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

 


Vino Colli di Salerno I.G.T.

L'Indicazione Geografica Tipica “Colli di Salerno”, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianchi, anche nelle tipologie Frizzante, Amabile e Passito
  2. Rossi, anche nelle tipologie Frizzante, Amabile, Passito e Novello
  3. Rosati, anche nelle tipologie Frizzante e Amabile

1. Tipologie e Uve del Vino IGT Colli di Salerno

 .

  • Colli di Salerno Bianco (Vino Bianco) 
  • Versioni: Secco
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Rosso (Vino Rosso) 
  • Versioni: Secco
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Rosato (Vino Rosato) 
  • Versioni: Secco
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, odore floreale caratteristico e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Passito a bacca bianca (Vino Bianco Passito) 
  • Versioni: Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Passito dal colore caratterizzato dal vitigno di provenienza, odore intenso, fruttato e floreale, e sapore amabile o dolce armonico.

  • Colli di Salerno Passito a bacca nera (Vino Rosso Passito) 
  • Versioni: Amabile /Dolce
  • = 100% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Passito dal colore caratterizzato dal vitigno di provenienza, odore intenso, fruttato e floreale, e sapore amabile o dolce armonico.

  • Colli di Salerno Coda di Volpe (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Coda di Volpe
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Coda di Volpe Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Coda di Volpe
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Falanghina (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Falanghina
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Falanghina Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Falanghina
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Fiano (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Fiano
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Fiano Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Fiano
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Greco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Greco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Greco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Greco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Moscato (Vino Bianco Moscato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Falanghina
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Moscato Frizzante (Vino Bianco Moscato Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Falanghina
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato Frizzante dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Aglianico (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Aglianico
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Aglianico Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Aglianico
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Frizzante dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Aglianico Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Aglianico
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Barbera (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Barbera
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Barbera Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Barbera
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Frizzante dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Barbera Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Barbera
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Piedirosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Piedirosso
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Piedirosso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Piedirosso
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Frizzante dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Piedirosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Piedirosso
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Primitivo (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Primitivo
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Primitivo Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Primitivo
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Frizzante dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Primitivo Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Primitivo
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Sciascinoso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Aglianico
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Sciascinoso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Aglianico
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 10,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Frizzante dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

  • Colli di Salerno Sciascinoso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Aglianico
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato e floreale e sapore secco, equilibrato.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino IGT Colli di Salerno

L'area geografica vocata alla produzione del Vino IGT Colli di Salerno comprende le zone collinari dei Lattari le colline interne sino alle colline cilentane e del vallo di Diano.

La Zona di Produzione del Vino IGT Colli di Salerno è localizzata in:

  • provincia di Salerno e comprende l'intero territorio provinciale.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino IGT Colli di Salerno

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Colli di Salerno prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino finito, pronto per il consumo, non deve essere superiore al 75% per tutti i tipi di vino e al 50% per il passito.

4. Produttori di Vino IGT Colli di Salerno

Con l’utilizzo della IGT Colli di Salerno i Produttori Vinicoli Campani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino IGT Colli di Salerno

Piatti della cucina tipica campana, pasta e gnocchi alla sorrentina, caciocavallo, provola e la tradizionale mozzarella di bufala campana. 


6. Storia e Letteratura del Vino IGT Colli di Salerno

La Campania ha sicuramente rappresentato uno dei primi e più rilevanti centri di insediamento, di coltivazione, di studio e di diffusione della vite. I vitigni campani, pertanto, devono essere considerati a tutti gli effetti i discendenti degli antichi vitigni denominati come Vitis Hellinica, Aminea Gemina, Vitis Apiana, tanto per citare i più importanti.

I migliori vini dell’antichità – i vini degli imperatori per intenderci – venivano prodotti in Campania, dove si sviluppò la cultura del vino, come dimostrano molteplici reperti ritrovati nei siti archeologici disseminati in ambito regionale.

I vitigni campani venivano studiati, descritti, classificati e selezionati in modo da diffonderne solo le varietà migliori, quelle in grado di produrre vini di pregio. Incantevoli sono le descrizioni dei vitigni campani compiute da Plinio, Columella, Virgilio, Catone, quelli che possono essere considerati i primi esperti di vitivinicoltura dell’umanità.

  • Vino a Indicazione Geografica Tipica - Approvato con D.M. 13.07.2011, G.U. 178 del 02.08.2011
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

 


Vino Catalanesca del Monte Somma I.G.T.

'Indicazione Geografica Tipica “Catalanesca di Monte Somma”, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco
  2. Passito

1. Tipologie e Uve del Vino IGT Catalanesca del Monte Somma

 

  • Catalanesca del Monte Somma Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Catalanesca bianca 
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Napoli
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore intenso, floreale, fruttato e sapore caratteristico, secco.

  • Catalanesca del Monte Somma Passito (Vino Bianco Passito)
  • Versioni: Dolce
  • => 85% Vitigno Catalanesca bianca
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Napoli
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Passito dal colore giallo dorato piu' o meno intenso, odore intenso, tipico e sapore dolce, aromatico, caratteristico.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino IGT Catalanesca del Monte Somma

L'area geografica vocata alla produzione del Vino IGT Catalanesca del Monte Somma si estende sulle colline in prossimità del versante nord-occidentale del Monte Somma, nei comuni intorno al complesso vulcanico Somma-Vesuvio..

La Zona di Produzione del Vino IGT Catalanesca del Monte Somma è localizzata in:

  • provincia di Napoli e comprende il territorio dei comuni di San Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Cercola, Pollena Trocchia, Sant'Anastasia, Somma Vesuviana, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano e Terzigno.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino IGT Catalanesca del Monte Somma

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Catalanesca del Monte Somma prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell'uva, in vino finito, pronto per il consumo, non deve essere superiore al 70% per i tipi di vino IGT Catalanesca del Monte Somma, ad eccezione della tipologia Passito per la quale non deve essere superiore al 50%. 

4. Produttori di Vino IGT Catalanesca del Monte Somma

Con l’utilizzo della IGT Catalanesca del Monte Somma i Produttori Vinicoli Campani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino IGT Catalanesca del Monte Somma

Piatti della cucina tipica campana, pasta e gnocchi alla sorrentina, caciocavallo, provola e la tradizionale mozzarella di bufala campana. 


6. Storia e Letteratura del Vino IGT Catalanesca del Monte Somma

La varietà da sempre conosciuta con il nome Catalanesca è Catalana o Uva Catalana. La presenza di quest'uva nella zona vesuviana sembra risalire al 1500.

Froio nel 1878, la cita tra i vitigni coltivati nella provincia e consiglia il miglior modo di vinificarla. Semmola (1848) “Matura nella seconda di ottobre; ma si conserva lungamente sulla pianta. Il vino, scarso ma generoso, aromatico grato: si vuol unire alle altre uve bianche e dà nerbo a questo vino. Molto fruttifero.

Si coltiva superando in dolcezza e sapore quella di qualunque altro luogo”. Già il De Giudice (1912) descriveva “l’esposizione al Nord, oltre a favorire la produzione dell’uva tardiva, influisce anche sulla conservazione, perché esposta ai venti secchi di tramontana che ostacolano il ristagno dell’aria”.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

Assovini

Assovini.it è il sito del Vino e delle Cantine ideato nel 1986 e realizzato da un team di Sommelier con la collaborazione di Enologi e Produttori per diffondere i migliori Vini italiani nel mondo.

  • Referente: Salvo Spedale - Sommelier AIS
  • Telefono: +39 389-2856685
  • Email: info@assovini.it

 

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