Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 02.08. 2010, G.U. 191 del 17.08.2010
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Alba D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Alba” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Alba
- Alba Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Alba
- Alba (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- >< 70-85% Vitigno Nebbiolo
- >< 15-30% Vitigno Barbera
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore caratteristico ed intenso, dal sapore asciutto, caldo, tannico, robusto, armonico, persistente.
- Abbinamenti: Salumi, Bagna cauda, Pasta asciutta, Panissa (risotto vercellese), Paniscia (risotto novarese).
- Alba Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- >< 70-85% Vitigno Nebbiolo
- >< 15-30% Vitigno Barbera
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore caratteristico ed intenso, dal sapore asciutto, caldo, tannico, robusto, armonico, persistente.
- Abbinamenti: Salumi, Bagna cauda, Pasta asciutta, Panissa (risotto vercellese), Paniscia (risotto novarese).
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Alba
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Alba si estende nel territorio delle langhe, termine che secondo alcuni studiosi deriverebbe da "Langues" che non sono altro che delle lingue di terra che si estendono in un vivace gioco di profili. Il territorio, adeguatamente ventilato e luminoso, è favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Alba è localizzata in:
- provincia di Cuneo e comprende il territorio dei comuni di Barolo, Camo, Canale, Castellinaldo, Castiglione Falletto, Castiglione Tinella, Cigliè, Corneliano d’Alba, Cossano Belbo, Diano d’Alba, Dogliani, Grinzane Cavour, La Morra, Mango, Monchiero, Monforte d’Alba, Montelupo Albese, Monticello d’Alba, Neviglie, Piobesi d’Alba, Priocca, Rocca Cigliè, Rocchetta Belbo, Roddi, Roddino, Rodello, Santa Vittoria d’Alba, Santo Stefano Belbo, Serralunga d’Alba, Sinio, Treiso, Trezzo Tinella, Verduno, e Vezza d’Alba e, in parte, il territorio dei comuni di Alba, Barbaresco, Baldissero d’Alba, Bastia Mondovì, Bra, Castagnito, Cherasco, Clavesana, Farigliano, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà d’Alba, Montaldo Roero, Monteu Roero, Narzole, Neive, Novello, Pocapaglia, Santo Stefano Roero e Sommariva Perno.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Alba
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Alba prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Alba non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Alba deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 17 mesi, di cui almeno 9 in botti di rovere.
- Il vino DOC Alba Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 23 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere. Ove ricorrano determinate condizioni di legge, i Vini DOC Alba possono essere riclassificati nella denominazione DOC Langhe.
- Nella designazione dei Vini DOC Alba può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Alba è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Alba
Con l’utilizzo della DOC Alba i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Alba
Agnolotti al ragù, carni rosse lesse e bollite, arrosto di vitello o di agnello, lonza di maiale arrosto, stracotti, umidi di manzo e gli stufati.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Alba
Già all’inizio del secolo scorso i vinificatori del Barolo e del Barbaresco sentirono l’esigenza di riunirsi per tutelare le loro produzioni: nel 1908 chiesero la creazione di un “certificato di origine” rilasciato da un’associazione che operasse sotto il controllo dell’amministrazione provinciale e del sindacato vinicolo piemontese. Solo nel 1924, però il Parlamento italiano promulgò la legge sui vini tipici e stabilì che le loro caratteristiche dovevano essere costanti e definite dagli statuti consortili. Iniziarono così i lavori di preparazione per la costituzione del Consorzio di Difesa dei Vini Tipici di Pregio Barolo e Barbaresco, fondato ufficialmente nel 1934 con il compito di definire il contesto produttivo (la zona di origine, le uve e le caratteristiche del vino), vigilare contro frodi, adulterazioni e sleale concorrenza, promuovere la conoscenza dei vini, oltre a difenderne nome e qualità nelle sedi più opportune.
Dopo la pausa dettata dagli eventi bellici, il Consorzio venne ricostituito nel 1947. Nel 1963 fu emanata la legge 930, che sanciva la nascita delle denominazioni di origine e definiva l’esatto ruolo dei Consorzi. Da subito il Consorzio albese si adoperò per il riconoscimento alla Doc per Barolo e Barbaresco, che avvenne nel 1966, e in seguito per quello alla Docg, accordato nel 1980.
Nel 1984 il Ministero dell’Agricoltura e Foreste affidò ufficialmente al Consorzio l’incarico di vigilanza sulla produzione dei due rossi d’eccellenza. Nel 1994, a seguito dell’emanazione della nuova legge sulle denominazioni di origine dei vini, la n.164 del 1992, l’antico ente di tutela fu trasformato nell’attuale Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, allargando le sue competenze a tutte le denominazioni prodotte esclusivamente nelle Langhe e nel Roero.
Oggi, quindi, l’ente si configura come un Consorzio di territorio e non solo di denominazione. La tutela esercitata sui vini di Langa e Roero si è perfezionata tra il 2007 e il 2009, quando il Ministero ha attribuito al Consorzio l’incarico di svolgere il Piano Controlli su tutte le Docg e le Doc di sua competenza. In questo modo non più solo Barolo e Barbaresco, ma anche Dogliani, Roero, Roero Arneis, Barbera d’Alba, Dolcetto (nelle sue varie tipologie), Langhe, Nebbiolo d’Alba e Verduno Pelaverga sono perfettamente garantiti sotto il profilo della tracciabilità.
L’Unione Europea non riconosce però la “terzietà” della struttura consortile e quindi ogni tre anni i produttori devono affidare ad un Ente di Certificazione l’azione di controllo da loro stessi pagata secondo tabelle Ministeriali.
Il Vino DOC Alba ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 2 agosto 2010.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con DPR 22.10.1987, G.U.75 - 30.03.1988 - Approvato DOCG con DM 08.10.2010, G.U. 248 - 22.10.2010
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Decreto Ministeriale 31/03/2020
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Ruchè di Castagnole Monferrato D.O.C.G.
La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Ruchè di Castagnole Monferrato” è riservata ai vini rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Ruchè di Castagnole Monferrato
- Ruchè di Castagnole Monferrato Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
- Ruchè di Castagnole Monferrato (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Ruchè
- =< 10% Barbera e Brachetto da soli o congiuntamente
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino con leggeri riflessi violacei talvolta anche tendenti all’aranciato, odore intenso, persistente, leggermente aromatico, fruttato, anche speziato con adeguato affinamento e dal sapore secco, rotondo, armonico, talvolta leggermente tannico, di medio corpo, con leggero retrogusto aromatico, talvolta con sentori di legno.
- Ruchè di Castagnole Monferrato Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Ruchè
- =< 10% Barbera e Brachetto da soli o congiuntamente
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente all’aranciato, odore intenso, persistente, aromatico e speziato, e sapore secco, rotondo, armonico, talvolta leggermente tannico, di medio corpo, con leggero retrogusto aromatico, con sentori di legno.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
L'area geografica del Ruchè è costituita da un piccolo territorio viticolo nel Monferrato astigiano situato nella riva sinistra del Tanaro, in una zona di basse colline ampiamente boscate, caratterizzate da terreni calcarei, asciutti, con elevata insolazione che regalano un vino di alta qualità ma in quantità limitate.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Ruchè di Castagnole è localizzata in:
- provincia di Asti e comprende il territorio dei comuni di Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% e a 6.300 Litri/ettaro. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto. Nel rispetto della % di resa uva/vino e in presenza di determinati requisiti di coltivazione può essere menzionata la dizione "Vigna".
- I vini a denominazione di origine controllata e garantita Ruchè di Castagnole
Monferrato Riserva anche con menzione “vigna” devono essere sottoposti ad un
periodo minimo di invecchiamento di 24 mesi di cui almeno 12 mesi in botti di legno.
4. Produttori di Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
Con l’utilizzo della DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
Antipasti caldi della tipica cucina piemontese, primi piatti al ragù saporito e formaggi di media stagionatura. La versione Amabile del Ruchè si abbina bene con crostate di frutta.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
Le notizie circa le origini del vitigno Ruchè sono poche e frammentate. Di sicuro è che viene coltivato sin dal Medioevo sulle colline del Monferrato e in particolare nel territorio di Castagnole Monferrato, sua zona d’elezione. Ma in merito a come sia giunto fino a qui e da dove, ma nessuna teoria prevale sulle altre, tanto che qualcuno si è spinto fino ad assegnargli l’appellativo di “vino del mistero”. Di certo si sa solo che il Ruchè per un periodo di tempo molto lungo non è stato un vitigno popolare e la sua presenza si limitava a qualche sporadica pianta tra i filari di Barbera e Grignolino.
A scoprire le potenzialità del Ruchè è stato Don Luigi Cauda, parroco di Castagnole Monferrato, il quale nel 1964 vinificò le uve prodotte dalle vigne della parrocchia ottenendo un vino straordinario. Dunque è a Don Cauda che si deve la riscoperta enologica del Ruchè, il curato infatti credette moltissimo nelle sue potenzialità di ottimo vino, tanto che ne iniziò una produzione sistematica e contribuì a renderlo popolare offrendolo durante le feste paesane. Si diffuse così la coltivazione del Ruchè divenendo negli anni una risorsa importantissima per il territorio di Castagnole Monferrato, culminata dall'attribuzione di vino DOC nel 1987, e DOCG nel 2010.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 18.03.1985, G.U. 258 del 02.11.1985 - Approvato DOCG con D.M. 07.12.2004, G.U. 301 del 24.12.2004
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale Prot. n. 40241 del 29.05.2018
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Roero D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita «Roero» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie e menzioni:
- Roero
- Roero Riserva
- Roero o Roero Arneis
- Roero Riserva o Roero Arneis Riserva
- Roero Spumante o Roero Arneis Spumante
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Roero
- Roero (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 95% Vitigno Nebbiolo
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal Colore rosso rubino o granato, Odore fruttato, caratteristico e con eventuale sentore di legno, dal Sapore asciutto, di buon corpo, armonico ed eventualmente tannico.
- Roero Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 95% Vitigno Nebbiolo
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal Colore rosso rubino o granato, Odore fruttato, caratteristico e con eventuale sentore di legno, dal Sapore asciutto, di buon corpo, armonico ed eventualmente tannico.
- Roero Arneis (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 95% Vitigno Arneis
- =< 5% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal Colore variabile dal giallo paglierino al giallo dorato, Odore delicato, caratteristico con eventuale sentore di legno e dal Sapore secco, elegante, armonico.
- Roero Arneis Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 95% Vitigno Arneis
- =< 5% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Invecchiato dal Colore variabile dal giallo paglierino al giallo dorato, Odore delicato, caratteristico con eventuale sentore di legno e dal Sapore secco, elegante, armonico.
- Roero Arneis Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut-nature /Extra-Brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec /Doux
- => 95% Vitigno Arneis
- =< 5% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine e persistente e Colore giallo paglierino più o meno intenso, Odore delicato, fruttato, fresco, con eventuali sentori che possono ricordare il lievito, la crosta di pane e la vaniglia, dal Sapore da brut nature e dolce, elegante e armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Roero
Il Territorio del Roero si estende alla sinistra orografica del fiume Tanaro. Da sempre in questo areale vengono coltivati principalmente due vitigni: Il Nebbiolo e l’Arneis. Il primo è coltivato prevalentemente sui versanti esposti a Sud, mentre il secondo si coltiva anche nelle zone più fresche. Il Roero è caratterizzato dalla formazione delle rocche che va messa in relazione a quel fenomeno geologico che prende il nome di "cattura del Tanaro", col quale si indica il cambiamento di percorso che tale fiume subì in conseguenza di un movimento della crosta terrestre. Questa particolare evoluzione ha portato alla formazione di strati alternati di Sabbie Argille e Calcare, che possono trovarsi miscelati in maniera diversa tra loro a seconda delle zone. La presenza delle sabbie è determinante nei profumi e nelle strutture dei vini che arrivano da quest’area.
Il territorio del Roero è caratterizzato da versanti molto ripidi e scoscesi che richiedono molte attenzioni e tanto lavoro da parte dei vignaioli.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Roero è localizzata in:
- provincia di Cuneo e comprende il territorio dei comuni di Canale, Corneliano d'Alba, Piobesi d'Alba, Vezza d'Alba e, in parte, il territorio dei comuni di Baldissero d'Alba, Castagnito, Castellinaldo, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Monta', Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello d'Alba, Pocapaglia, Priocca, S. Vittoria d'Alba, S. Stefano Roero e Sommariva Perno.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Roero
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Roero prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% per entrambe le tipologie di Roero e Roero Arneis. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto. Nel rispetto della % di resa uva/vino e in presenza di determinati requisiti di coltivazione può essere menzionata la dizione "Vigna".
- Le seguenti tipologie di vino DOCG Roero devono essere sottoposte a un periodo di invecchiamento, come segue:
- Roero Bianco: 4 mesi;
- Roero Bianco Riserva: 16 meesi.
- Roero Rosso: 20 mesi di cui 6 in legno;
- Roero Rosso Riserva: 32 mesi di cui 6 in legno.
4. Produttori di Vino DOCG Roero
Con l’utilizzo della DOCG Roero i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Roero
Il Roero DOCG Rosso si sposa bene con la famosa fonduta, con paste e risotti, e con carni bianche o rosse cucinate con salse leggere.
Il Roero Arneis si abbina a preparazioni poco strutturate come antipasti classici della terra roerina, verdure, e in particolare peperoni, salumi, carni bianche alla griglia condite con olio d'oliva e formaggi freschi.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Roero
Nel Piemonte si trovano tracce di commercio, consumo e produzione di vino fin dal VII secolo a.C., come dimostra il ritrovamento di anfore vinarie etrusche e di vinaccioli di uve di viti coltivate.
La produzione viticola quindi anche nell’area del Roero si sviluppa prima dell’arrivo dei Romani, fin dalla presenza dei Liguri, grazie probabilmente proprio all’influenza degli Etruschi. Come in tutta l’Europa continentale è però il mondo romano a impostare e realizzare una viticoltura efficiente e sistematica. La crisi dell’impero romano e le invasioni successive portarono a un abbandono della viticoltura a favore di colture più utili alla sussistenza. Solo gli ordini monastici continuarono a coltivare la vite.
È a partire dall’XI secolo che la viticoltura torna a espandersi, in particolare con lo sviluppo dell’alteno, terreni in cui erano presenti diversi tipi di coltura e la vite si appoggiava e veniva “tenuta alta”, come ai tempi antichi, a sostegni vivi, cioè alberelli di acero o di olmo. Ne sono testimonianza le molte leggi emanate nei secoli successivi per la salvaguardia e la regolamentazione della produzione vitivinicola, i catasti comunali con le indicazioni delle superfici vitate e, per quanto riguarda i terreni dedicati esclusivamente alla coltivazione della vite, la nascita di toponimi che alla vigna o ai vitigni fanno riferimento.
Con l’arrivo dei Savoia, tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600, comincia la fase di consolidamento della produzione vitivinicola, che proseguirà senza interruzioni fino al XIX secolo. Le malattie “americane”, e in particolare la fillossera, che colpiranno l’intero continente dalla seconda metà dell’800 alla prima metà del ‘900, modificheranno radicalmente le viti e i modi di lavorarle, ma non lasceranno particolari strascichi nella viticoltura roerina, anzi in qualche modo aiuteranno a “selezionare” le zone più vocate, in questo caso quelle più adatte alla coltivazione del nebbiolo.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 18.09.1969, G.U. 292 del 1969 - Approvato DOCG con D.M. 29.05.1997, G.U. 137 del 14.06.1997
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Ghemme D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita "Ghemme" è riservata ai vini rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie e menzioni:
- Ghemme
- Ghemme Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Ghemme
- Ghemme (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Nebbiolo
- =< 15% Vitigni Vespolina e Uva Rara da soli o congiuntamente
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino anche con riflessi granata, profumo caratteristico, fine, gradevole ed etereo, dal sapore asciutto, sapido, con fondo gradevolmente amarognolo, armonico.
- Ghemme Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Nebbiolo
- =< 15% Vitigni Vespolina e Uva Rara da soli o congiuntamente.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granata, profumo caratteristico, fine, gradevole ed etereo, dal sapore asciutto, sottile, asciutto, sapido, armonico, austero ma vellutato, con fondo gradevolmente amarognolo.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Ghemme
La collocazione geografica di Ghemme è nell’Alto Piemonte, ai confini con la Valsesia, nelle vicinanze del Monte Rosa, con il Monte Fenera a nord e i laghi Maggiore ed Orta a Nord Ovest. Il ritiro dei ghiacciai ha creato una serie di morene costituenti un raccordo naturale tra la montagna e la pianura. Le colline che si sviluppano da nord a sud, hanno terreni con rocce e detriti di diversa natura e composizione, con uno stato superficiale di argille, caolini e tufi, più compatti e profondi sull’Altopiano, più sciolti e ciottolosi lungo il versante occidentale . Sono terreni ricchi di sali minerali disciolti, che assorbiti dalle terminazioni radicali della vite aggiungono sapidità all’uva.
Sul territorio c'è un'esperienza acquisita e tramandata da millenni di coltivazione vitivinicola, che è stata per l’economia agricola della zona una vera fortuna ed il vino di Ghemme era già famoso ai tempi di Plinio il Vecchio.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Ghemme è localizzata in:
- provincia di Novara e comprende il territorio dei comuni di Ghemme e Romagnano Sesia.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Ghemme
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Ghemme prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% per entrambe le tipologie di Ghemme. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto. Nel rispetto della % di resa uva/vino e in presenza di determinati requisiti di coltivazione può essere menzionata la dizione "Vigna".
- Le tipologie del vino DOCG Ghemme devono essere sottoposte a un periodo di invecchiamento, come segue:
- Ghemme: 34 mesi di cui 18 in legno;
- Ghemme Riserva: 46 mesi di cui 24 in legno.
- Le uve destinate alla produzione dei vini D.O.C.G. Ghemme possono mutare la scelta vendemmiale verso le DOC Colline Novaresi, tipologie Rosso e Nebbiolo.
- I vini destinati alla D.O.C.G. Ghemme possono essere riclassificati con la DOC Colline Novaresi, tipologie Rosso e Nebbiolo.
4. Produttori di Vino DOCG Ghemme
Con l’utilizzo della DOCG Ghemme i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Ghemme
Carni rosse brasate e marinate nello stesso vino, selvaggina, lepre, cinghiale, spezzatino di asino, filetto di bue, formaggi a pasta dura stagionati e arrosti di carne bianca.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Ghemme
Il Ghemme DOCG, come tutti i grandi vini, vanta origini antichissime. La lapide di Vibia Earina, liberta di Vibio Crispo, senatore romano ai tempi di Tiberio, rinvenuta nei pressi di Ghemme, è un reperto archeologico di indiscussa affidabilità che testimonia, nella zona, la coltivazione della vite fin dai tempi dei romani. In quei tempi, comunque, pare che i vignaiuoli badassero più alla quantità che alla qualità: era tale la quantità di vino prodotto che la città di Anagnum, in seguito Ghemme, scelse come simbolo un grappolo d'uva ed un mazzo di spighe di grano per il gonfalone comunale.
Fu in seguito compito dei monaci conservare il rispetto delle buone regole di vinificazione. L'entusiasmo con cui si dedicarono a questa loro "missione" diede degli ottimi risultati. Il vino veniva venduto in gran parte nei mercati vicini, soprattutto a Milano. Nei secoli successivi l'attenzione rivolta alla vinificazione di qualità fu ulteriormente incrementata.