Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 26.6.1974 - Approvato DOCG con D.M. 29.07.1998, G.U. 185 del 10.08.1998
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. 201 del 23.08.2021
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Gavi (o Cortese di Gavi) D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita “Gavi” o “Cortese di Gavi”, è riservata ai vini bianchi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Tranquillo
- Frizzante
- Spumante
- Riserva
- Riserva Spumante Metodo Classico.
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Gavi
- Gavi Tranquillo (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Cortese
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore caratteristico, delicato, dal sapore secco, gradevole, di gusto fresco ed armonico.
- Gavi Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Cortese
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente e colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fine, caratteristico, delicato, dal sapore secco, gradevole, di gusto fresco ed armonico.
- Gavi Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut
- = 100% Vitigno Cortese
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente e colore giallo paglierino più o meno intenso, odore caratteristico, fine, delicato, dal sapore secco, gradevole e armonico.
- Gavi Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Cortese
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fine, caratteristico, delicato, dal sapore secco, gradevole e armonico.
- Gavi Riserva Spumante Metodo Classico (Vino Bianco Spumante Invecchiato)
- Versioni: Spumante Brut
- = 100% Vitigno Cortese
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante Invecchiato dalla spuma fine e persistente e colore giallo paglierino più o meno intenso, odore caratteristico, delicato, dal sapore secco, gradevole e armonico.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Gavi
L’orografia collinare dell’area di produzione, nella parte sud-orientale della provincia di Alessandria, la prevalente esposizione a nord-ovest sud-est, nonché la pendenza che aumenta con l’approssimarsi della fascia appenninica, concorrono a determinare un ambiente particolarmente vocato per la coltivazione dei vigneti del “Gavi DOCG”.
Il terroir dal punto di vista geologico si divide in tre fasce: a) le terre rosse; b) un’alternanza di marne e arenarie; c) marne argillose bianche. L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 150 e i 450 m s.l.m. . Il Gavi, inteso come territorio e come vino, è espressione di peculiari condizioni pedoclimatiche che ne aumentano il fascino, ma anche la ricchezza di gusto e profumi che la terra vi trasferisce.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Gavi è localizzata in:
- provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Bosio (frazioni Costa Santo Stefano e Capanne di Marcarolo), Capriata d'Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi (frazioni Monterotondo, Pratolungo e Rovereto), Novi Ligure, Parodi Ligure (frazioni Cadepiaggio e Tramontana), Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e Tassarolo.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Gavi
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Gavi prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70%. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
- Nel rispetto della % di resa uva/vino e in presenza di determinati requisiti di coltivazione può essere menzionata la dizione "Vigna".
- Le tipologie "Riserva" del vino DOCG Gavi devono essere sottoposte a un periodo di invecchiamento, come segue:
- Riserva: 12 mesi di cui 6 di affinamento in bottiglia;
- Riserva Spumante Metodo Classico: 24 mesi di cui 18 di affinamento in bottiglia.
4. Produttori di Vino DOCG Gavi
Con l’utilizzo della DOCG Gavi i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Gavi
Piatti a base di pesce conditi con maionese, arrosti, primi piatti di pasta e risotti al sugo bianco di pesce e crostacei.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Gavi
Il Cortese di Gavi è un vitigno autoctono di antico provato stanziamento nella zona, da cui deriva un ambientamento ed un adattamento plurisecolare al terreno e al clima.
La vocazione vitivinicola del Gaviese ha origini antiche, come testimonia il primo documento conservato nell’Archivio di Stato di Genova, datato 3 giugno 972. Vi si parla dell’affitto da parte del vescovo di Genova a due cittadini gaviesi di vigne in località Meirana.
Il primo riferimento a impianti di “viti tutte di cortese” si riscontra nella corrispondenza tra il castello di Montaldeo e il marchese Doria, nel 1659. Nel 1798 il conte Nuvolone, vicedirettore della Società Agraria di Torino, redige la stesura della prima ampelografia dei vitigni coltivati sul territorio piemontese e cita il Cortese nella forma dialettale Corteis affermando che: “ha grappoli alquanto lunghetti, acini piuttosto grossi, quando è matura diviene gialla ed è buona da mangiare, fa buon vino, è abbondante e si conserva“.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 09.07.1967, G.U.200 del 10.8.1967 - Approvato DOCG con D.P.R. 20.10.1990, G.U. 59 del 11.03.1991
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Gattinara D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita «Gattinara» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie e menzioni:
- Gattinara
- Gattinara Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Gattinara
- Gattinara (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Nebbiolo
- =< 10% composto dai Vitigni Vespolina (max 4%) e Uva Rara
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso granato con leggere sfumature aranciato, odore fine, gradevole, speziato con lievi sentori di viola e dal sapore asciutto, armonico, con caratteristico fondo amarognolo.
- Gattinara Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Nebbiolo
- =< 10% composto dai Vitigni Vespolina (max 4%) e Uva Rara
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso granato con leggere sfumature aranciato, odore fine, gradevole, speziato con lievi sentori di viola e dal sapore asciutto, armonico, con caratteristico fondo amarognolo.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Gattinara
Gattinara è situata nell’Alto Piemonte, ai piedi del Monte Rosa, nell’estremo nord-est della Regione, territorio nel quale il vitigno “Nebbiolo“ trova uno straordinario luogo di elezione con vigneti che si sviluppano lunga una conca collinare alle spalle del centro abitato. Le caratteriche del sottosuolo di origine vulcanica, immensamente ricco di minerali di origine magmatica come porfidi e graniti e abbondanza di potassio, magnesio e ferro, e i sistemi di allevamento soprattutto a Guyot, con basse rese, hanno da sempre privilegiato la qualità ed i lunghi invecchiamenti.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Gattinara è localizzata in:
- provincia di Vercelli e comprende il territorio del comune di Gattinara.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Gattinara
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Gattinara prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% per entrambe le tipologie di Gattinara e Gattinara Riserva. E non dovrà essere superiore al 65% al termine del periodo di invecchiamento obbligatorio, che è pari, rispettivamente, a 35 e 47 mesi.
- Nel rispetto della % di resa uva/vino e in presenza di determinati requisiti di coltivazione previsti dal disciplinare può essere menzionata la dizione "Vigna".
- Relativamente alle uve destinate alla produzione dei vini D.O.C.G. Gattinara, è consentito mutare la scelta vendemmiale verso la DOC Coste della Sesia. Con la stessa denominazione possono essere riclassificati i vini prodotti.
4. Produttori di Vino DOCG Gattinara
Con l’utilizzo della DOCG Gattinara i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Gattinara
Arrosti di carne rossa, grigliate con salse scure, selvaggina, pollame, cacciagione e formaggi gustosi e stagionati.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Gattinara
La coltura della vite venne introdotta durante l’Impero di Augusto, ma la vite era già conosciuta prima della dominazione Romana e si ritiene fosse già praticata dai residenti Liguri. Negli archivi vescovili di Vercelli si trova scritto che fin dai tempi di Carlo Magno sulle colline di Gattinara prosperavano le vigne. E doveva essere proprio un buon vino se il Marchese di Gattinara cardinale Mercurino Arborio, Cancelliere di Carlo V e amante del vino delle sue terre, osò presentarlo alla Corte del Re di Spagna. Il vino di Gattinara, infatti, lega il suo nome a questo famoso diplomatico, entusiasta ammiratore ed infaticabile degustatore, il quale ne divulgò la fama offrendolo quale efficace mezzo di trattativa diplomatica.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 09.07.1967, G.U. 203 del 14.08.1967 - Approvato DOCG con D.M. 08.10.2010, G.U. 248 del 22.10.2010
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Erbaluce di Caluso (o Caluso) D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita “Erbaluce di Caluso” o “Caluso” è riservata ai vini bianchi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie e menzioni:
- Erbaluce di Caluso
- Erbaluce di Caluso Spumante
- Erbaluce di Caluso Passito
- Erbaluce di Caluso Passito Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Erbaluce di Caluso
- Erbaluce di Caluso (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Erbaluce
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore vinoso, fine, caratteristico e dal sapore secco, fresco, caratteristico.
- Erbaluce di Caluso Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut
- = 100% Vitigno Erbaluce
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante, dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino, odore delicato, caratteristico, dal sapore fresco, fruttato, caratteristico.
- Erbaluce di Caluso Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Dolce
- = 100% Vitigno Erbaluce
- => 17% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore variabile dal giallo oro all’ambrato scuro, odore delicato, caratteristico, dal sapore dolce, armonico, pieno, vellutato.
- Erbaluce di Caluso Passito Riserva (Vino Bianco Passito Invecchiato)
- Versioni: Dolce
- = 100% Vitigno Erbaluce
- => 17% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito Invecchiato dal colore variabile dal giallo oro all'ambrato scuro, odore intenso, caratteristico, dal sapore dolce, armonico, pieno, vellutato.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Erbaluce di Caluso
Il territorio dell'Erbaluce è situato nella zona del canavese, tra le serre di Ivrea e di Caluso. La tecnica di coltura e la pergola calusiese formata da un’interfila di oltre 5 metri con circa mille ceppi per ettaro. La potatura è a tralci lunghi perché l’Erbaluce non è produttiva sulle prime tre o quattro gemme basali. Particolare è la raccolta dell’uva per tipologia passito che viene adagiata su graticci in appositi locali per l’appassimento naturale.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Erbaluce di Caluso è localizzata in:
- provincia di Torino, e comprende il territorio dei comuni di Agliè, Azeglio, Bairo, Barone, Bollengo, Borgomasino, Burolo, Caluso, Candia Canavese, Caravino, Cossano Canavese, Cuceglio, Ivrea, Maglione, Mazzè, Mercenasco, Montalenghe, Orio Canavese, Palazzo Canavese, Parella, Perosa Canavese, Piverone, Romano Canavese, San Giorgio Canavese, San Martino Canavese, Scarmagno, Settimo Rottaro, Strambino, Vestignè, Vialfrè, Villareggia e Vische.
- provincia di Vercelli, e comprende il territorio del comune di Moncrivello.
- provincia di Biella, e comprende il territorio dei comuni di Roppolo, Viverone e Zimone.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Erbaluce di Caluso
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Erbaluce di Caluso prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino finito non dovrà essere superiore al 70% per le tipologie di Erbaluce di Caluso e la versione Spumante, e al 35% per la tipologia Erbaluce di Caluso Passito. Laddove questi parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non avrebbe diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
- Il vino Erbaluce di Caluso Spumante deve essere elaborato con il metodo classico per un periodo minimo di permanenza sui lieviti di 15 mesi.
- I seguenti vini devono essere sottoposti ad un periodo di invecchiamento:
- Erbaluce di Caluso Passito: 36 mesi;
- Erbaluce di Caluso Passito Riserva: 48 mesi.
4. Produttori di Vino DOCG Erbaluce di Caluso
Con l’utilizzo della DOCG Erbaluce di Caluso i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Erbaluce di Caluso
Il Vino Erbaluce di Caluso è ideale con antipasti canavesani a base di verdure e fagioli, ma anche con pesci di fiume e con formaggi caprini freschi. Le tipologie Passito e Spumante si abbinano con dolci secchi, zabaione, budini e amaretti.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Erbaluce di Caluso
L'Erbaluce è un vitigno conosciuto fin dal 1600, grazie ad un libro di cronache di G.B. Croce che all’epoca era il gioielliere di fiducia del duca Carlo Emanuele I, ed è stata la prima DOC di vitigno bianco del Piemonte, istituita già nel 1967 e modificata nel 1998; comprende principalmente il comune di Caluso in provincia di Torino, e si consente la coltivazione e la produzione di questo vino anche nelle province di Biella e Vercelli. Storicamente il vitigno, che è imparentato con il Fiano, è stato portato dai Romani quasi duemila anni fa, ed ha trovato il giusto habitat nelle colline torinesi che guardano la Val d’Aosta, soleggiate e con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte.
Una leggenda antica narra che Albaluce fosse la figlia del Sole e dell’Alba, una bellissima fanciulla adorata da tutti gli abitanti che facevano a gara per ingraziarsela con i loro doni. Un periodo di carestia, però, costrinse gli abitanti a prosciugare il lago per cercare altre terre da coltivare, costruendo un canale per far defluire le acque. Il fiume straripò, e distrusse in un colpo solo tutte le popolazioni che abitavano attorno all’antico lago, ed Albaluce ne fu così addolorata che pianse per giorni e notti intere. Le sue lacrime si trasformarono in tralci di vite che produssero uva bianca, che fu chiamata Erbaluce.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Già riconosciuta come tipologia della DOC “Dolcetto di Ovada” con D.P.R. 01.09.1972, G.U.311 del 30.11.1972 - Approvato DOCG con D.M. 17.09.2008, G.U. 229 del 30.09.2008
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Dolcetto di Ovada Superiore (o Ovada) D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita “Dolcetto di Ovada Superiore” o “Ovada” è riservata ai vini rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per la seguente tipologia, specificazioni aggiuntive o menzioni:
- Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada
- Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada Riserva
- Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada Vigna
- Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada Vigna Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Dolcetto di Ovada Superiore
- Dolcetto di Ovada Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Dolcetto
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino tendente al granato, odore vinoso, talvolta etereo, caratteristico, talvolta con sentore di legno e dal sapore asciutto, con sentore mandorlato e/o sentore di frutta.
- Dolcetto di Ovada Superiore Riserva (Vino Rosso Superiore Invecchiato)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Dolcetto
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato, odore vinoso, talvolta etereo, caratteristico, talvolta con sentore di legno e dal sapore asciutto, con sentore mandorlato e/o sentore di frutta.
- Dolcetto di Ovada Superiore Vigna (Vino Rosso Superiore Vigna)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Dolcetto
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore Vigna dal colore rosso rubino tendente al granato, odore vinoso, talvolta etereo, caratteristico, talvolta con sentore di legno e dal sapore asciutto, con sentore mandorlato, talvolta con sentori di frutta e/o speziati.
- Dolcetto di Ovada Superiore Vigna Riserva (Vino Rosso Superiore Vigna Invecchiato)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Dolcetto
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore Vigna Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato, odore vinoso, talvolta etereo, caratteristico, talvolta con sentore di legno e dal sapore asciutto, con sentore mandorlato, talvolta con sentori di frutta e/o speziati.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Dolcetto di Ovada Superiore
Da terreni argillosi, tufacei, calcarei e loro eventuali combinazioni, posti esclusivamente in zone collinari ad altitudini fino ai 600 m s.l.m. deriva questo vino prodotto esclusivamente con uve Dolcetto, in una delle zone più vocate del Piemonte meridionale: il Monferrato e in particolare le colline che caratterizzano i territori dell’ovadese. L'area è prevalentemente collinare con forti pendenze e si snoda attorno al corso del fiume Orba. I vigneti sono impiantati solo nelle zone collinari in altitudini non superiori ai 600 m. sul livello mare con una densità di impianto non inferiore ai 4.000 ceppi ettaro. I vigneti sono impiantati con forme tradizionali di allevamento, controspalliera con vegetazione assurgente e forma di potatura a guyot.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Dolcetto di Ovada Superiore è localizzata in:
- provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Ovada, Belforte Monferrato, Bosio, Capriata d'Orba, Carpeneto, Casaleggio Boiro, Cassinelle, Castelletto d'Orba, Cremolino, Lerma, Molare, Montaldeo, Montaldo Bormida, Mornese, Morsasco, Parodi Ligure, Prasco, Rocca Grimalda, San Cristoforo, Silvano d'Orba, Tagliolo Monferrato e Trisobbio.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Dolcetto di Ovada Superiore
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Dolcetto di Ovada Superiore prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino finito non dovrà essere superiore al 70% per le tipologie di Dolcetto di Ovada Superiore e Vigna. Qualora tale resa superi la percentuale indicata, ma non oltre il 75%, l’eccedenza non avrà diritto alla D.O.C.G. e oltre detto limite percentuale decade il diritto alla D.O.C.G. per tutto il prodotto.
- I seguenti vini devono essere sottoposti ad un periodo di invecchiamento:
- Dolcetto di Ovada Superiore: 12 mesi;
- Dolcetto di Ovada Superiore Vigna: 20 mesi.
- E’ ammessa la colmatura con uguale vino conservato in altri contenitori, per non più del 10% del totale del volume, nel corso dell’intero invecchiamento obbligatorio.
- I vini destinati alla D.O.C.G. Dolcetto di Ovada Superiore possono essere riclassificati, con la denominazione di origine controllata Monferrato e Monferrato Dolcetto.
4. Produttori di Vino DOCG Dolcetto di Ovada Superiore
Con l’utilizzo della DOCG Dolcetto di Ovada Superiore i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Dolcetto di Ovada Superiore
Arrosti di carni bianche e rosse, salumi, agnolotti, ravioli, taglierini, paste e risotti con sughi di carne di funghi, polenta, piatti a base di funghi, formaggi freschi e mediamente stagionati.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Dolcetto di Ovada Superiore
Nell'Ovadese la coltivazione della vite ed in particolare del Vitigno Dolcetto è sicuramente secolare. Questo vitigno ha caratterizzato da sempre i vigneti della zona, al punto di essere stato anche definito Uva di Ovada o, dai naturalisti, Uva Ovadensis.
L'espansione della vite nell'Ovadese fu però sempre limitata dalla presenza di boschi e di altre colture, solo agli inizi dell'Ottocento la viticoltura ebbe una notevole espansione anche grazie all'aumento dei prezzi che ne consigliarono la coltivazione. Il nome Dolcetto non deve far pensare ad un vino dolce, deriva infatti dal termine dialettale 'dusset' che significa dosso o collina.
Nel 1972 il Dolcetto d'Ovada ha ottenuto la Denominazione di Origine Controllata ed oggi esistono in Piemonte sette diverse zone D.O.C. per il Vitigno Dolcetto. Più volte al Dolcetto d'Ovada sono state riconosciute caratteristiche tali da indicare l'Ovadese come zona ottimale per la coltivazione di questo vitigno. Nel 1987 nasce il Consorzio di Tutela del Dolcetto d'Ovada. La garanzia di qualità viene riconosciuta da un apposito marchio che viene rilasciato ai Soci solo dopo una accurata analisi di laboratorio e degustativa da parte di una commissione tecnica.