Assovini
Anche questo itinerario unisce il Mar Tirreno alle coste che guardano verso l’Africa, affacciandosi sul Mediterraneo aperto. Attraversa territori delle province di Palermo, Caltanissetta, Ragusa, in un percorso suggestivo nel mondo rurale della Sicilia, arricchito da presenze uniche e originali dell’ambiente, dell’arte e dell’artigianato. L’origine del toponimo di Caltanissetta è suggestivo, e fonde quello dell’antico centro indigeno di Nissa, con quelli arabi di Gibil Habil (Monte della Morte) e Qal’a, castello.
Inconsueta anche la probabile origine della cospicue ricchezze del personaggio che si fece costruire, nei dintorni di Piazza Armerina, la grandiosa Villa del Casale, la più importante testimonianza della civiltà romana in Sicilia (fine del III secolo-inizi del IV d.C.). Dall’Africa importava, forse, animali selvatici, destinati ai combattimenti nei circhi e negli anfiteatri. E africane furono certamente le maestranze che realizzarono, con tecniche, stile e figurazioni dell’Africa settentrionale, i mosaici pavimentali più vasti e belli della romanità.
Caltagirone è nota per le pregiate ceramiche smaltate, con cui realizza vasi e figure, ma anche porte e facciate di chiese, e grandi sculture. Non a caso l’emblema della città è la lunga scalinata di pietra lavica, con i 142 gradini rivestiti di maioliche policrome. Ma Caltagirone vanta anche il vino più vecchio del mondo, nato dal vitigno murgentia, portato nella zona 1400 anni prima di Cristo, e padre del Calabrese o del Frappato o del Nerello, da cui si ricava il Cerasuolo DOCG della zona. L’aura di ricercatezza e di mistero è alimentata dall’insolito suggerimento per il consumo: si beve alla temperatura fresca che una stoffa di cotone inumidita riesce a conferire, avvolta attorno alla bottiglia.
Il territorio di Ragusa conobbe l’insediamento umano fin dal III millennio, e divenne roccaforte dei Siculi, spinti all’interno dalla colonizzazione greca delle coste. Dalla devastazione del terremoto del 1693 fu ricostruita in modi differenti nei due nuclei che la compongono. Ora presentano lo stesso aspetto barocco, ma un diverso impianto urbanistico: in ordinata scacchiera Ragusa Superiore; attorta a seguire l’orografia impervia, invece, Ragusa Ibla.
Anche Modica, come Ragusa e come Vittoria, fu ricostruita interamente dopo il terremoto del 1693. Le costruzioni più significative sono, perciò, in pregevole stile barocco, come la scenografica facciata settecentesca di S. Giorgio. Poco fuori della città, la Cava d’Ispica conserva tracce della presenza dell’uomo dall’età del rame fino all’inizio del Novecento: necropoli sìcule, abitazioni trogloditiche ad alveare, catacombe cristiane, chiesette bizantine anche rupestri e con tracce di pittura, insediamenti medioevali.
È nel cuore del Mediterraneo che nasce “La Strada del Vino dell’Etna”. In una terra, la Sicilia, che grazie all’orgoglio ed al fascino della sua storia, alla forza dei suoi paesaggi ed al calore della sua gente, ha incantato i viaggiatori di ogni tempo. Viaggiatori rapiti da quelli che sono i frutti di questa generosa isola. Uno di questi frutti è il vino. Nobile bevanda che, alle pendici del vulcano più alto d’Europa, l’Etna, trova una delle sue massime espressioni. Vino che, fin dai tempi più remoti, ha costituito, per le genti di questo territorio, una preziosa fonte di commercio. Vini dalla forte personalità. Vini che esprimono la forza dei luoghi. La passione di chi li lavora ed i contrasti di una terra inondata di luce quasi tutti i giorni dell’anno, bagnata dalle acque del Mar Jonio e solcata dalle incandescenti e spettacolari lave dell’Etna. La Strada del Vino dell’Etna è un percorso “evocativo”, voluto dalla Provincia regionale di Catania, che fa riferimento a strutture reali. Un itinerario turistico che, in armonia con gli obiettivi delle politiche di sviluppo rurale, ha lo scopo di valorizzare ed incentivare i territori ad alta vocazione vitivinicola. Un itinerario che comprende vigneti, cantine ed aziende agricole, enoteche, musei della vite e del vino, centri d’informazione ed accoglienza, aziende specializzate in produzioni tipiche di qualità, strutture turistico ricettive, valori naturali, culturali ed ambientali.
È in questi luoghi, dove grazie alle particolari condizioni climatiche legate al vulcano, nasce l’ETNA DOC. Un vino, nelle tre qualità bianco, rosso e rosato, ottenuto dalle uve di quattro vitigni: il Carricante, il Catarratto, il Nerello Mascalese ed il Nerello Mantellato. vMa la “Strada del Vino dell’Etna” vuol dire anche produzione tipica. Sta crescendo, infatti, il numero delle aziende agroalimentari ed artigianali. Prodotti tipici che, puntando sulla qualità, si avviano a diventare i protagonisti dell’economia locale.
La Strada del Vino dell'Etna è un percorso evocativo, voluto dalla Provincia Regionale di Catania, con lo scopo di valorizzare ed incentivare i territori ad alta vocazione vitivinicola, che comprende vigneti, cantine ed aziende agricole, enoteche, musei della vite e del vino, centri d'informazione ed accoglimento, aziende specializzate in produzioni tipiche di qualità e strutture turistico-ricettive. Oltre 20 le aziende vitivinicole che fanno parte della Strada del Vino dell'Etna, situate in luoghi incantevoli, aperte ai visitatori e a quanti amano il vino. Cantine antiche che, nel pieno rispetto della tradizione, utilizzano tecnologie moderne. Numerose le aziende agroalimentari ed artigianali che, puntando sulla qualità, si avviano a diventare protagoniste dell'economia locale.
La “Strada”, virtuale, parte dal comune di Riposto, sede del porto dell’Etna, e si snoda, accarezzando le colline, tra i tornanti ed i terrazzamenti che si arrampicano verso il vulcano. Tra i caratteristici muri a secco di nera pietra lavica, tra gli antichi casolari contadini, le masserie e le sontuose ville dei nobili di un tempo. Un viaggio tra le rigogliose campagne dei versanti sud-est e nord-est dell’Etna. Tra i frutteti e gli agrumeti che circondano i caratteristici paesini dell’Etna. Un viaggio, durante il quale, si attraversano i territori dei comuni di Giarre, Mascali, Santa Venerina, Zafferana Etnea, Milo, Sant’Alfio, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Randazzo, Nicolosi, Pedara, Viagrande e Trecastagni. Comuni antichi. Ricchi di storia, beni artistici ed ambientali. Centri storici in cui dominano e convivono diversi stili architettonici. Le chiese, le piazze, i palazzi ed i paesaggi, unici, non lasciano indifferente il visitatore. Oltre 20 le aziende vitivinicole che fanno parte della “Strada del Vino dell’Etna”. Aziende che si aprono ai visitatori ed a quanti amano il vino. Aziende situate in luoghi incantevoli. Cantine antiche che, nel pieno rispetto della tradizione, utilizzano tecnologie moderne. Suggestioni ed atmosfere d’altri tempi.
Ecco un luogo apprezzato da Goethe e che in queste pagine diventa protagonista di un viaggio nel presente e nella memoria più gelosamente custodita nella provincia di Caltanissetta. La Strada del Vino e dei Sapori dei Castelli Nisseni rappresenta lo scrigno di un mondo culturale ed enogastronomico tutto da scoprire.
Associare alla Sicilia i soli scenari di costa e mare è riduttivo. Esiste, infatti, un entroterra meno conosciuto che custodisce una Sicilia più vera, caratterizzata da paesaggi rurali suggestivi. In quest'articolo vi conduciamo lungo gli itinerari legati alla Strada del Vino e dei Sapori dei Castelli Nisseni, compresi nella provincia di Caltanissetta, in atmosfere d'altri tempi genuinamente legate al territorio e alle tradizioni delle genti locali.
L'enogastronomia gioca un ruolo di primo piano: non dimentichiamo che è proprio qui, in particolare nella Piana di Riesi, che vengono prodotti i vini Nero d'Avola più eleganti di Sicilia. Colori, sapori, profumi, storia e tradizione si trasformano in sentieri del gusto, sulle orme di un passato così vivo da sembrare presente. Colline e mare, la laboriosa attività di validi imprenditori e gli immobili scenari di storici castelli, il clima dolce d'estate e d'inverno caratterizzano un territorio tanto prezioso nella sua varietà da rimanere nobilmente autentico.
La Strada del Vino e dei Sapori dei Castelli Nisseni ospita agriturismi capaci di coniugare il comfort al silenzio, resort e alberghi dove sognare, case vinicole d'eccellenza, ristoranti dove scoprire la tradizione culinaria locale, prodotti tipici storici e artigianato difeso dalla contaminazione delle tecniche moderne.
La Strada del Vino Monreale Doc, si estende alle spalle di Palermo, lungo un circuito che entra nel comune di Monreale, comprende in parte il comprensorio di Piana degli Albanesi e coinvolge per intero i comuni di Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Corleone e Roccamena.
E’ un territorio che strega per lo splendore architettonico della Cattedrale di Monreale, il massimo esempio di architettura Normanna in Sicilia; per gli scavi archeologici sul monte Jato, che hanno messo in luce testimonianze d’insediamenti datati agli inizi del primo millennio a.C. e per il patrimonio etnico e culturale rappresentato da Piana degli Albanesi.
I vini della Doc Monreale, nascono in un’area a vigneto di circa 12mila ettari in cui sono coltivate uve pregiate bianche e nere, autoctone e internazionali.
I vitigni ammessi alla produzione dal disciplinare sono 12; il vino prodotto è bianco, rosso e rosato, ma i bianchi possono anche essere proposti come superiore e vendemmia tardiva, mentre ai rossi può essere attribuita l’indicazione di riserva.
La Strada del Vino Monreale Doc vuole dare impulso anche al territorio circostante, sviluppando il turismo enogastronomico, con la valorizzazione delle tipicità. Lo sfincione, il superbo pane di Monreale, la pasta con le ricette tradizionali del territorio, l’olio extravergine d’oliva Dop, le susine bianche, presidio Slow Food e i cannoli di ricotta. Per il sindaco pro-tempore di Monreale la Stada del Vino Monreale Doc è “un viaggio nel sapere e nei sapori con un panorama ricchissimo di prodotti agroalimentari tipici che rappresentano, da sempre, elementi di riconoscibilità e d’appartenenza della Città con marchi riconosciuti sia nazionali che comunitari”. Monreale per il primo cittadino è una città d’arte “custode di tradizioni uniche ed irripetibili, frutto delle sedimentazioni culturali di varie civiltà che si sono succedute nel tempo, tramandando il loro sapere e la loro cultura ed arrivando fino ai nostri giorni con vigoria fiorente di un artigianato artistico dove eccelle l’arte musiva.
La storia, i monumenti, i paesaggi, la natura, i borghi, gli antichi casali, le tradizioni, l’artigianato ed i prodotti tipici sono tessere di un mosaico che lasceranno ai visitatori attenti un ricordo indelebile della Città di Monreale”. Parole che sottendono l’impegno dell’Ente locale ad intervenire con atti concreti per sostenere i prodotti di nicchia del territorio.