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Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 04.10.2011, G.U. 243 del 18.10.2011

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Castel del Monte Rosso Riserva D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita "Castel del Monte Rosso Riserva” è riservata al vino che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione, per la seguente tipologia:

  • Castel del Monte Rosso Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Castel del Monte Rosso Riserva

 

  • Castel del Monte Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 65% Vitigno Nero di Troia
  • =< 35% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella "Murgia Centrale" della regione Puglia.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento, odore fine e caratteristico, corposo e armonico al gusto.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Castel del Monte Rosso Riserva

L’area “Castel del Monte” si colloca nella porzione Nord Occidentale del bacino viticolo omogeneo “Murgia Centrale”, uno dei tre “bacini viticoli omogenei” individuati dalla Regione Puglia ed è parzialmente compresa nel Parco Naturale dell'Alta Murgia.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Castel del Monte Rosso Riserva è localizzata in:

  • provincia di Bari e comprende il territorio dei comuni di Corato, Ruvo di Puglia, Terlizzi, Bitonto, Palo del Colle, Toritto e Binetto.
  • provincia di Barletta-Andria-Trani e comprende il territorio del comune di Minervino Murge e, in parte, il territorio dei comuni di Andria e Trani.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Castel del Monte Rosso Riserva

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Castel del Monte Rosso Riserva prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% e qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • Il vino a denominazione di origine controllata e garantita Castel del Monte Rosso Riserva deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno 2 anni di cui almeno 1 in legnoi.

4. Produttori di Vino DOCG Castel del Monte Rosso Riserva

Con l’utilizzo della DOCG Castel del Monte Rosso Riserva i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Castel del Monte Rosso Riserva

Castrato arrosto e pollame nobile al forno, carni rosse brasate, formaggi saporiti a pasta dura


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Castel del Monte Rosso Riserva

La tradizione vitivinicola millenaria della zona è attestata da numerosi documenti di notevole valore storico (archivi e biblioteche monastiche) e da opere d’arte risalenti al periodo della Magna Grecia (Museo Jatta), sono l’attestazione fondamentale dello stretto legame esistente tra i fattori umani e le qualità e le caratteristiche peculiari del vitigno Nero di Troia da cui viene prodotto il Rosso Riserva Castel del Monte.

Risale al 1877 - G. Di Rovasenda, "Varietà coltivate in Puglia" (saggio di ampelografia universale) - la prima descrizione organica dell'Uva di Troia indicata, in agro di Trani, come Nero di Troia e, nel barese, come Uva di Troja o di Canosa. Qualche anno più tardi, viene riferito che già nel 1854 si erano registrati in Capitanata impianti sperimentali di Uva di Troia "varietà robusta, resistente alla siccità ed abbastanza produttiva" a "ceppo basso, isolato e in riga, sistema che i romani dicevano humilis sine adminiculo e che oggi nella regione si riconosce col nome di vigna a sistema latino".

Nella seconda metà dell'800, l'Uva di Troia (o i suoi sinonimi) trova regolarmente posto nella letteratura specializzata e viene regolarmente indicata come "uno dei vitigni pugliesi più importanti per la produzione di vini da taglio". In tempi più recenti (M. Vitagliano, 1985) se ne osservano, in particolare, la variabilità della forma del grafico e della dimensione dell'acino fino a ipotizzare l'esistenza - fino ad oggi, peraltro, non dimostrata - di due sottovarietà: la cosiddetta Troia di Canosa o di Corato (a grappoli più grandi e più tozzi, più o meno spargoli, e i cui acini grossi forniscono vino abbastanza tannico) e la cosiddetta Troia di Barletta o Tranese (i cui grappoli sono cilindrici, più piccoli, più o meno serrati e i cui acini più piccoli danno un prodotto meno tannico).

L’uomo, intervenendo sul territorio, ha nel corso dei tempi tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione ed enologiche, che nell’epoca moderna, grazie al progresso scientifico e tecnologico sono state notevolmente migliorate ed affinate fino all’ottenimento di vini che al giorno d’oggi godono di notevole fama per le loro qualità particolari sia a livello nazionale che mondiale.

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 04.10.2011, G.U. 244 del 19.10.2011

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014  


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Castel del Monte Nero di Troia D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita “Castel del Monte Nero di Troia” è riservata al vino che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per la seguente tipologia:

  • Castel del Monte Nero di Troia Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Castel del Monte Nero di Troia

 

  • Castel del Monte Nero di Troia Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Nero di Troia
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella "Murgia Centrale" della regione Puglia.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore variabile dal rosso rubino al rosso granato con l’invecchiamento, odore caratteristico, delicato. Al gusto si presenta corposo e armonico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Castel del Monte Nero di Troia

L’area “Castel del Monte” si colloca nella porzione Nord Occidentale del bacino viticolo omogeneo “Murgia Centrale”, uno dei tre “bacini viticoli omogenei” individuati dalla Regione Puglia. Nella scelta delle zone di produzione vengono utilizzati i terreni con buona esposizione idonei ad una produzione vitivinicola di qualità.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Castel del Monte Nero di Troia è localizzata in:

  • provincia di Bari e comprende il territorio dei comuni di Corato, Ruvo di Puglia, Terlizzi, Bitonto, Palo del Colle, Toritto e Binetto.
  • provincia di Barletta-Andria-Trani e comprende il territorio del comune di Minervino Murge e, in parte, il territorio dei comuni di Andria e Trani.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Castel del Monte Nero di Troia

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Castel del Monte Nero di Troia prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% e qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • Il vino a denominazione di origine controllata e garantita Castel del Monte Nero di Troia Riserva deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno 2 anni di cui almeno uno in legno.

4. Produttori di Vino DOCG Castel del Monte Nero di Troia

Con l’utilizzo della DOCG Castel del Monte Nero di Troia i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici del Vino DOCG Castel del Monte Nero di Troia

Primi piatti con ragù, lasagne, grigliate di carne, formaggi stagionati.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Castel del Monte Nero di Troia

La tradizione vitivinicola millenaria della zona è attestata da numerosi documenti di notevole valore storico (archivi e biblioteche monastiche) e da opere d’arte risalenti al periodo della Magna Grecia (Museo Jatta), sono l’attestazione fondamentale dello stretto legame esistente tra i fattori umani e le qualità e le caratteristiche peculiari del vino Nero di Troia.

Risale al 1877 - G. Di Rovasenda, "Varietà coltivate in Puglia" (saggio di ampelografia universale) - la prima descrizione organica dell'Uva di Troia indicata, in agro di Trani, come Nero di Troia e, nel barese, come Uva di Troja o di Canosa. Qualche anno più tardi, viene riferito che già nel 1854 si erano registrati in Capitanata impianti sperimentali di Uva di Troia "varietà robusta, resistente alla siccità ed abbastanza produttiva" a "ceppo basso, isolato e in riga, sistema che i romani dicevano humilis sine adminiculo e che oggi nella regione si riconosce col nome di vigna a sistema latino".

Nella seconda metà dell'800, l'Uva di Troia (o i suoi sinonimi) trova regolarmente posto nella letteratura specializzata e viene regolarmente indicata come "uno dei vitigni pugliesi più importanti per la produzione di vini da taglio". In tempi più recenti (M. Vitagliano, 1985) se ne osservano, in particolare, la variabilità della forma del grafico e della dimensione dell'acino fino a ipotizzare l'esistenza - fino ad oggi, peraltro, non dimostrata - di due sottovarietà: la cosiddetta Troia di Canosa o di Corato (a grappoli più grandi e più tozzi, più o meno spargoli, e i cui acini grossi forniscono vino abbastanza tannico) e la cosiddetta Troia di Barletta o Tranese (i cui grappoli sono cilindrici, più piccoli, più o meno serrati e i cui acini più piccoli danno un prodotto meno tannico).

L’uomo, intervenendo sul territorio, ha nel corso dei tempi tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione ed enologiche, che nell’epoca moderna, grazie al progresso scientifico e tecnologico sono state notevolmente migliorate ed affinate fino all’ottenimento di vini che al giorno d’oggi godono di notevole fama per le loro qualità particolari sia a livello nazionale che mondiale.

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 04.10.2011, G.U. 243 del 18.10.2011

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Castel del Monte Bombino Nero D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita "Castel del Monte Bombino Nero” è riservata al vino che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione, per la seguente tipologia:

  • Castel del Monte Bombino Nero

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Castel del Monte Bombino Nero

 

  • Castel del Monte Bombino Nero (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Bombino
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella "Murgia Centrale" della regione Puglia.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
  • Vino Rosato dal colore rosato più o meno intenso, odore caratteristico, delicato, fruttato e sapore asciutto, armonico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Castel del Monte Bombino Nero

L’area “Castel del Monte”, che trae l’appellativo dal famoso castello federiciano oggi patrimonio dell’Unesco, si colloca nella porzione Nord Occidentale del bacino viticolo omogeneo “Murgia Centrale”, corrispondente alla provincia di Bari. Il vino DOCG Castel del Monte Bombino Nero presenta caratteristiche molto evidenti e peculiari che ne permettono una chiara tipicizzazione legata al territorio. I vignaioli locali, valorizzando ed estendendo il territorio vocato, hanno nel corso dei tempi tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione ed enologiche, che nell’epoca moderna, grazie al progresso scientifico e tecnologico sono state notevolmente migliorate ed affinate fino all’ottenimento di vini che godono di notevole fama mondiale.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Castel del Monte Bombino Nero è localizzata in:

  • provincia di Bari, e comprende il territorio dei comuni di Corato, Ruvo di Puglia, Terlizzi, Bitonto, Palo del Colle, Toritto e Binetto.
  • provincia di Barletta-Andria-Trani, e comprende il territorio del comune di Minervino Murge e, in parte, il territorio dei comuni di Andria e Trani.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Castel del Monte Bombino Nero

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Castel del Monte Bombino Nero prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% e qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.

4. Produttori di Vino DOCG Castel del Monte Bombino Nero

Con l’utilizzo della DOCG Castel del Monte Bombino Nero i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Castel del Monte Bombino Nero

Salumi piccanti, primi piatti con sughi di carne, carne di maiale o agnello, formaggi ovini stagionati.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Castel del Monte Bombino Nero

Nonostante prenda il nome dal vitigno da cui si produce, il Castel del Monte Bombino Nero è un vino rosato. Un vino che esprime perfettamente le peculiarità del vitigno e le caratteristiche del territorio della Murgia Centrale. Da secoli le colline delle Murge si distinguono per essere tra i territori in altura più vocati della vitivicoltura pugliese di qualità, composti terreni calcarei e rocciosi, difficili da coltivare ma in grado di regalare vini straordinari.

La storia di questo vino ha origini lontane del tempo ed è tracciata da un percorso iniziato dai coloni della Magna Grecia, che oltre duemila anni orsono avevano intuito le potenzialità enologiche del Bombino Nero, e procedettero a trasformare le terre murgiane, soprattutto quelle situate nella zona di Corato, in un fertile vigneto.

Tuttavia il successo più recente del Vino Castel del Monte Bombino Nero si deve al costante impegno dei produttori e del Consorzio di Tutela, che nel tempo hanno saputo innovarsi con moderne tecnologie, consolidando la fama mondiale di un vino che oggi vanta la DOCG ottenuta nell'ottobre 2011.

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 20.10.1995, G.U. 270 del 18.11.1995
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 17.04.2015 (concernente correzione dei disciplinari) G.U. 97 del 28.04.2015

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Verduno Pelaverga (o Verduno) D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Verduno Pelaverga (o Verduno)” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Verduno Pelaverga
  2. Verduno Pelaverga Vigna

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Verduno Pelaverga

 

  • Verduno Pelaverga (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Pelaverga
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rubino, sfumato di riflessi che vanno dal violetto al cerasuolo. Il delicato equilibrio tra acidità e tannini lo rende fresco e aggraziato al palato anche se di una certa struttura; è piacevole da bere giovane, quando prevalgono le note fiorite e fruttate come quelle di violetta e ciliegia, stimolante quando raggiunge un moderato invecchiamento che accentua le caratteristiche note speziate di pepe verde e bianco.

  • Verduno Pelaverga Vigna (Vino Rosso Vigna)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Pelaverga
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Vigna dal colore rubino, sfumato di riflessi che vanno dal violetto al cerasuolo. Il delicato equilibrio tra acidità e tannini lo rende fresco e aggraziato al palato anche se di una certa struttura; è piacevole da bere giovane, quando prevalgono le note fiorite e fruttate come quelle di violetta e ciliegia, stimolante quando raggiunge un moderato invecchiamento che accentua le caratteristiche note speziate di pepe verde e bianco.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Verduno Pelaverga

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Verduno Pelaverga si estende sulle colline delle Langhe, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Verduno Pelaverga è localizzata in:

  • provincia di Cuneo e comprende il territorio dei comuni di Verduno e, in parte, il territorio dei comuni di Roddi d'Alba e La Morra.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Verduno Pelaverga

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Verduno prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Verduno Pelaverga non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Il vino DOC Verduno Pelaverga deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 6 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° marzo dell'anno successivo alla vendemmia.
  • Nella designazione dei Vini DOC Verduno Pelaverga può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Verduno Pelaverga è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Verduno Pelaverga

Con l’utilizzo della DOC Verduno Pelaverga i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Verduno Pelaverga

Carni bianche saporite, pollo e coniglio alla cacciatora.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Verduno Pelaverga

Il Verduno Pelaverga è una cultivar molto antica, presente da tempo immemorabile nel territorio dei comuni di Verduno, La Morra e Roddi d’Alba. Nel passato veniva impiantata insieme a Barbera e a Nebbiolo, ma a partire dagli anni settanta i viticoltori hanno cominciato a coltivarla e vinificarla in purezza per ottenere questo vino dal gusto assolutamente particolare.

Le prime note relative al Pelaverga a Verduno si hanno negli statuti redatti alla fine del 1400, in cui si legge di certe “uve negre” aggrappate a piccole e deliziose mele, alberi da frutta che al tempo servivano come supporti vivi per la coltura della vite.

Testimonianze storiche raccontano di un sacerdote di Verduno, il Beato Sebastiano Valfrè, che all’inizio del 1700 portò con se dal Saluzzese un mazzetto di barbatelle di Pelaverga. Si narra inoltre che nelle cantine del castello di Verduno il re Carlo Alberto eseguisse i suoi esperimenti enologici sulle uve da Barolo e che grazie al Verduno Pelaverga la vita di corte fosse tutt’altro che noiosa! Dalle frequentazioni di corte in poi infatti, da sempre si gioca sull’effetto afrodisiaco legato indissolubilmente a questo vino: vuoi per la sua alta bevibilità e per i toni speziati o per il nome ironicamente evocativo.

Con il passare del tempo la coltivazione del Pelaverga diventa sporadica: piccoli vigneti qua e là, qualche filare in mezzo ai nebbioli ed alle barbere, ma nelle bottiglie si trova un vino spesso ottenuto dall’assemblaggio con altre uve.

A partire dagli anni settanta i produttori si convincono di avere un prodotto importante per la sua originalità. Si comincia così a vinificare in purezza ed i ristoranti locali si impegnano a promuovere questo “vino raro”, oggi molto apprezzato. Nel frattempo il Comune di Verduno, proprietario di un terreno, autorizza la sua trasformazione in vigna sperimentale e l’appezzamento viene quindi messo a disposizione della Facoltà di Agraria di Torino e Milano, in modo da svolgere una ricerca scientifica sul vino.

Il progetto è condotto in modo principale dal Seminario Permanente di Luigi Veronelli che predispone l’impianto di un vigneto con trenta cloni e vitigni in modo da preparare le basi per ottenere materiale vinicolo selezionato per la creazione di futuri vigneti.

Da ricordare come a questa operazione abbiano preso parte alcuni ricercatori dell’Istituto di Coltivazioni Arboree delle Università di Milano e Torino con l’ausilio dell’Istituto Sperimentale per la viticoltura di Asti.

Contemporaneamente a ciò, vengono eseguite microvinificazioni con analisi e degustazioni di verifica, per meglio omogeneizzare le caratteristiche organolettiche. Lo scopo è quello di eseguire confronti tra parametri, relativi all’andamento climatico, produzioni alternate e relative qualità in modo da verificare l’esistenza di un ambiente ottimale per il vitigno. Da tutto ciò emerge un’evidente vocazione dell’area, che permette di ottenere prodotti confrontabili caratterizzati da una uniformità di base, elemento fondamentale al fine di definire le caratteristiche di tipicità del vino.

Il Vino DOC Verduno Pelaverga ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 20 ottobre 1995.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

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