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  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 04.10.2011, G.U. 245 del  20.10.2011
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Negroamaro di Terra d’Otranto D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Negroamaro di Terra d'Otranto” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso, anche Riserva
  2. Rosato, anche Spumante e Frizzante

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto

  • Negroamaro di Terra d’Otranto Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Negro Amaro
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Puglia.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso con eventuali riflessi tendenti al granato con l'invecchiamento, odore gradevole, intenso e sapore pieno, armonico.

  • Negroamaro di Terra d’Otranto Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Negro Amaro
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Puglia.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso con eventuali riflessi tendenti al granato con l'invecchiamento odore, gradevole, intenso e sapore pieno, armonico.

  • Negroamaro di Terra d’Otranto Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Negro Amaro
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Puglia.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosato più o meno intenso, odore delicato, fruttato e sapore pieno, armonico, vivace.

  • Negroamaro di Terra d’Otranto Rosato Frizzante (Vino Frizzante Rosato)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
  • => 90% Vitigno Negro Amaro
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Puglia.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dalla spuma fine ed evanescente, colore rosato più o meno intenso, odore delicato, fruttato e sapore da secco ad amabile, armonico.

  • Negroamaro di Terra d’Otranto Rosato Spumante (Vino Spumante Rosato)
  • Versioni: Spumante Extra-brut /Brut /Extra-dry
  • => 90% Vitigno Negro Amaro
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Puglia.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dalla spuma fine ed effervescente, colore rosato più o meno intenso, odore delicato, fruttato e sapore fresco, armonico, da extrabrut a extradry.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto si estende sulle colline pugliesi situate nell'Arco Jonico e nella Penisola Sorrentina, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto è localizzata in:

  • provincia di Brindisi e comprende l'intero territorio provinciale.
  • provincia di Lecce e comprende l'intero territorio provinciale.
  • provincia di Taranto e comprende l'intero territorio provinciale.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC, ma potrà essere destinata alla produzione dei Vini IGT tra quelli prodotti nel territorio. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Per le uve destinate alla produzione di tutte le tipologie di Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto è consentito l'appassimento sulla pianta oppure su stuoie in cassette poste in locali idonei.
  • Il vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi.
  • Nella designazione dei Vini DOC Negroamaro di Terra d’Otranto può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione delle tipologie di Vino Frizzante e Spumante.

4. Produttori di Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto

Con l’utilizzo della DOC Negroamaro di Terra d’Otranto i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto

Sagne ‘incannulate servite con una zuppa di ceci, o con polpette al sugo, carne di agnello o gli "gnomerelli", involtini di frattaglie legati con budello.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto

Il Negromaro é di remota introduzione, le coltivazioni dell'area meridionale della Puglia infatti, sin dal VI secolo a.C., erano caratterizzate quasi unicamente da questo vitigno. Questo vitigno trova infatti il suo principale bacino viticolo nelle provincie di Brindisi e Lecce dove oggi rappresenta circa il 72% della superficie vitata.

L’intero territorio è disseminato di testimonianze e reperti di quell’epoca che documentano la presenza della vite e l’eccellente qualità dei vini ottenuti. La coltivazione era praticata ancora prima dell’insediamento dei Fenici (2000 a.C). Nuovi vitigni e tecniche di coltivazione, si svilupparono ulteriormente con l’arrivo dei coloni greci.

L’occupazione romana trovò vini eccellenti; anche in seguito alla caduta dell’Impero romano, lo sviluppo viticolo della regione non si arrestò, ed ebbe con Federico II (XII sec.) la diffusione di nuovi vitigni; nel ‘600 diventò la cantina d’Europa; erano i tempi della Compagnia delle Indie che fece base a Brindisi.

Buone testimonianze enologiche e viticole non mancano nelle epoche successive, ma sempre l’attività svolta intorno alla vigna interessa la piccolissima proprietà contadina ed in particolare la colonia e la mezzadria, che trovano in questa coltura occasione di lavoro per tutta la famiglia; attorno alla vigna ci saranno sempre piante fruttifere d'ogni sorta, attraverso cui il sostentamento sarà assicurato quasi in regime autarchico, garantendo preziose riserve di prodotti da barattare.

La vigna stessa è concepita con differenti specie che potessero arrivare a maturazione in periodi differenti ed anche per avere qualità diversificate. Il modello plurivarietale si affermerà nelle antiche vigne antiche anticipando il recente sistema di blend atto a migliorare o ammorbidire le asperità monovarietali.

Con le moderne metodologie del dopo fillossera questo modello sarà abbandonato e si preferirà il monovitigno intensivo. I primi scambi commerciali, preferenziali per ragioni di dominazione, raggiungeranno Napoli e, subito dopo l'Unità d'Italia, il mercato settentrionale; molti mediatori del nord faranno carico di vini pugliesi; infine i francesi, diverranno i maggiori compratori.

Sul finire dell'800 la Puglia diverrà la principale esportatrice di vini d'Italia. Nella metà dell’ottocento sorsero moderni impianti per la pigiatura delle uve e la vinificazione in prossimità della ferrovia per agevolare gli scambi commerciali. Come riferito dal Falcone (2010), importanti fonti documentali si ritrovano nell’archivio storico della Direzione Generale dell’Agricoltura riguardanti gli inizi del secolo, in particolare su documentazione relativa alle cantine Sociali di Galatina, Gallipoli e Manduria, per una realzione tecnica della Regia Prefettura di Terra D’Otranto, sulla condizione della viticoltura indirizzata all’On. Ministro.

In questo periodo e per le particolari condizioni si richiedeva un incremento della coltivazione della vite e ciò si imponeva a causa della forte richiesta di vini da taglio da parte delle regioni settentrionali costrette a rimediare alla crisi produttiva anche francese causata dalla fillossera. Aglianico, Aleatico, Fiano, Verdeca, Greco, Primitivo, Negroamaro sono i vitigni più rinomati della zona ma bisogna ricordare anche una notevole quantità di altri vitigni a bacca bianca e nera, coltivati da sempre in tutta l’area molto spesso conosciuti solo con nomi locali, che hanno sostenuto per tanto tempo un ruolo importante nella viticoltura locale.

Il Vino DOC Negroamaro di Terra d’Otranto ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 4 ottobre 2011.

NARDO' DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 06.04.1987, G.U. 226 del 28.09.1987
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014  

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Nardo' D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Nardo'” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso
  2. Rosso Riserva
  3. Rosato

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Nardo'

 

  • Nardo' Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 80% Vitigno Negro Amaro
  • =< 20% Vitigni Malvasia nera di Brindisi, Malvasia nera di Lecce e Montepulciano, da soli o congiuntamente.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, profumo vinoso, intenso, dal sapore asciutto, armonico, lievemente amarognolo.

  • Nardo' Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 80% Vitigno Negro Amaro
  • =< 20% Vitigni Malvasia nera di Brindisi, Malvasia nera di Lecce e Montepulciano, da soli o congiuntamente.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino con toni aranciati, profumo vinoso, intenso, etereo, dal sapore asciutto, di corpo, giustamente tannico, vellutato ed armonico.

  • Nardo' Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 80% Vitigno Negro Amaro
  • =< 20% Vitigni Malvasia nera di Brindisi, Malvasia nera di Lecce e Montepulciano, da soli o congiuntamente.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore da rosa corallo appena acceso a cerasuolo tenue, profumo vinoso, delicato, caratteristico, leggermente fruttato da giovane.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Nardo'

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Nardò si estende sulle colline leccesi del Salento, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Nardò è localizzata in:

  • provincia di Lecce e comprende il territorio dei comuni di Nardò e Porto Cesareo.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Nardo'

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Nardo' prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Nardò Rosso non dovrà essere superiore al 70% e al 45% per la tipologia di Vino Rosato; nel caso tali parametri venissero superati l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC.
  • Il vino DOC Nardò Rosato deve essere ottenuto mediante sgrondatura delle uve pigiate dopo una macerazione di 12-24 ore.
  • Il vino DOC Nardò con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi.

4. Produttori di Vino DOC Nardo'

Con l’utilizzo della DOC Nardò i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Nardo'

Pasta e ceci, orata al forno, bolliti misti, salumi.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Nardo'

La storia della vite e del vino del feudo di Nardò fino agli ultimi anni del secolo scorso è quella di tutta la viticoltura salentína con momenti di crisi superati con enormi sacrifici, e il fiorente commercio che si sviluppò con diversi paesi che riconoscevano ai dell'Enotria Tellus le qualità di poter attraversare i mari senza alterarsi.

A seguito dell'invasione fillosserica, che portò alla ristrutturazione di tutti i vigneti, la vite cambiò ubicazione, trasferendosi in terreni più dotati idricamente e la trasformazione delle uve assunse una forma decisamente industriale. Sorsero, così, per iniziativa dei viticoltori locali e di operatori del Nord Italia e per l'interesse nazionale e francese, i primi veri stabilimenti vinicoli.

Nel 1929 Nardò aveva già ben 1.923 Ha di vigneto a coltura specializzata e non poteva non risentire della "grande crisi" di quell'anno che influì negativamente anche nel settore del commercio vinicolo. I numerosi stabilimenti vinicoli che erano sorti ad opera di numerose Case vinicole settentrionali ed estere non assicurarono tranquillità ai produttori delle uve, anche se erano migliorate le condizioni per il trasporto delle uve e dei vini a seguito della innovazione nel settore della viabilità ed erano stati attivati diversi collegamenti ferroviari.

Elementi non solo economici e finanziari, ma soprattutto demografici, non disgiunti da sentimenti. Molto diffusi in quell'epoca nelle classi agricole di arrivare a migliori condizioni di vita, fecero germogliare nelle coscienze di molte persone l'idea di una impresa economica caratterizzata dall'associazione di più individui per una migliore protezione dei prodotti agricoli.

Si sviluppò, così, l'idea già affermata in altre regioni d'Italia del movimento cooperativo per superare le difficoltà del collocamento delle uve per le quali venivano spesso offerti prezzi irrisori o addirittura non si riuscivano a collocare sul mercato. Possiamo affermare, quindi, che Nardò e Porto Cesareo sono tra le antiche zone d’Italia a vocazione viticola; ed insieme alle altre aree della Puglia nel 1930 diventava la seconda regione produttrice di vino in Italia.

Il Vino DOC Nardò ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 6 aprile 1987.

MOSCATO DI TRANI DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 11.09.1974, G.U. 63 del 06.03.1975
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Moscato di Trani D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Moscato di Trani” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Dolce Naturale
  2. Liquoroso

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Moscato di Trani

 

  • Moscato di Trani Dolce Naturale (Vino Bianco Moscato)
  • Versioni: Dolce
  • => 85% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Bari.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato dal colore giallo dorato, aroma intenso, caratteristico, dal sapore dolce, vellutato, armonico.

  • Moscato di Trani Liquoroso (Vino Bianco Moscato Liquoroso)
  • Versioni: Dolce
  • => 85% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Bari.
  • => 18% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato Liquoroso dal colore giallo dorato sino ad ambrato, profumo lievemente aromatico, intenso, caratteristico, dal sapore dolce, vellutato, caldo.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Moscato di Trani

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Moscato di Trani si estende sulla fascia litoranea e sub-appeninica affacciate sul mare Adriatico e sul golfo di Taranto, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Moscato di Trani è localizzata in:

  • provincia di Barletta-Andria-Trani e comprende il territorio dei comuni di Andria, Bisceglie, Canosa, Minervino e Trinitapoli.
  • provincia di Bari e comprende il territorio dei comuni di Corato, Ruvo di Puglia, Bitonto e Terlizzi.
  • provincia di Foggia e comprende il territorio dei comuni di Cerignola.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Moscato di Trani

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Moscato di Trani prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Moscato di Trani non dovrà essere superiore al 65%; nel caso tali parametri venissero superati l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC.
  • Il vino DOC Moscato di Trani Dolce Naturale deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 6 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° marzo dell'anno successivo alla vendemmia.
  • Il vino DOC Moscato di Trani Liquoroso deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 12 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° novembre dell'anno successivo alla vendemmia.

4. Produttori di Vino DOC Moscato di Trani

Con l’utilizzo della DOC Moscato di Trani i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici del Vino DOC Moscato di Trani

Pasticceria secca, torte alla crema, all'uovo e al cioccolato, cannoli alla crema.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Moscato di Trani

La tradizione vitivinicola millenaria della zona è attestata da numerosi documenti di notevole valore storico (archivi e biblioteche monastiche) e da opere d’arte risalenti al periodo della Magna Grecia (Museo Jatta), sono l’attestazione fondamentale dello stretto legame esistente tra i fattori umani e le qualità e le caratteristiche peculiari del vino.

L’uomo, intervenendo sul territorio, ha nel corso dei tempi tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione ed enologiche, che nell’epoca moderna, grazie al progresso scientifico e tecnologico sono state notevolmente migliorate ed affinate fino all’ottenimento di vini che al giorno d’oggi godono di notevole fama per le loro qualità particolari sia a livello nazionale che mondiale.

Il Vino DOC Moscato di Trani ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 11 settembre 1974.

MATINO DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 19.05.1971, G.U. 187 del 24.07.1971
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Matino D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Matino” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso 
  2. Rosato

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Matino

 

  • Matino Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Negro Amaro
  • =< 30% Vitigni Malvasia Nera e Sangiovese.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino con riflessi arancioni se invecchiato, odore vinoso e sapore asciutto, armonico.

  • Matino Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Negro Amaro
  • =< 30% Vitigni Malvasia Nera e Sangiovese.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa intenso con lievi riflessi giallo oro dopo il primo anno, odore leggermente vinoso e sapore secco, caratteristico, armonico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Matino

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Matino si estende sulle colline leccesi del Salento, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Matino è localizzata in:

  • provincia di Lecce e comprende il territorio dei comuni di Matino ed in parte i territori comunali di Parabita, Alezio, Taviano, Casarano, Melissano, Tuglie e Gallipoli.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Matino

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Matino prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Matino Rosso non dovrà essere superiore al 70% e al 65% per la tipologia di vino Rosato.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Matino è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Matino

Con l’utilizzo della DOC Matino i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Matino

Alici in tortiera, seppie cotte in padella con olio, aglio, vino bianco, pomodori, sale e pepe, trippa di maiale con patate, zuppe di pesce.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Matino

Nella storia, l’area si era affermata toponomasticamente già da centinaia di anni, nel periodo successivo al tracollo della potenza bizantina e all’avvento dei Normanni, come circoscrizione del Regno di Sicilia. La promulgazione delle province nel 1231 ad opera dell’imperatore svevo raccolte nel “Liber Augustalis” sono durate sino alla costituzione del Regno D’Italia nel 1860.

Dalle testimonianze umane che risalgono al paleolitico, agli Iapigi o Messapi l’impianto urbano è caratterizzato da mura a protezione di centri abitati. La dominazione greca sviluppò attività politica e culturale e l’espansione longobarda sono state sicuramente i catalizzatori della attività agricola.

La seconda metà del XIII secolo è caratterizzata dalla dominazione Angioina con l’entrata a far parte del Regno di Napoli. Nei diversi passaggi successivi di dominazione le terre, sempre coltivate sia per il sostentamento che per la possibilità di pagamento delle tasse imposte, vedono il loro sfruttamento in maniera diversa con la possibilità di animare il commercio e l’economia generale della provincia. Il settecento vede concretizzarsi in maniera continuativa le esportazioni di Olio e Vino in partenza da Gallipoli.

Tra il 1600 e 1700 dai porti di Otranto Gallipoli e Brindisi partivano per i mercati di Londra Berlino S. Pietroburgo e Barcellona “2 milioni di salme di vino e 1 milione e mezzo di cantare di olio” L’intero territorio provinciale è disseminato di testimonianze e reperti di quell’epoca che documentano la presenza della vite e l’eccellente qualità dei vini ottenuti.

Nella metà dell’ottocento sorsero moderni impianti per la pigiatura delle uve e la vinificazione in prossimità della ferrovia per agevolare gli scambi commerciali. Come riferito dal Falcone (2010), importanti fonti documentali si ritrovano nell’archivio storico della Direzione Generale dell’Agricoltura riguardanti gli inizi del secolo, in particolare su documentazione relativa alle cantine Sociali di Galatina, Gallipoli e Manduria, per una relazione tecnica della Regia Prefettura di Terra D’Otranto, sulla condizione della viticoltura indirizzata all’On. Ministro.

In questo periodo e per le particolari condizioni si richiedeva un incremento della coltivazione della vite e ciò si imponeva a causa della forte richiesta di vini da taglio da parte delle regioni settentrionali costrette a rimediare alla crisi produttiva anche francese causata dalla fillossera. Aglianico, Aleatico, Fiano, Verdeca, Greco, Primitivo, Negroamaro sono i vitigni più rinomati della zona ma bisogna ricordare anche una notevole quantità di altri vitigni a bacca bianca e nera, coltivati da sempre in tutta l’area molto spesso conosciuti solo con nomi locali, che hanno sostenuto per tanto tempo un ruolo importante nella viticoltura locale.

Le prime notizie dettagliate e ordinate secondo un criterio scientifico sulla produzione dei vini prodotti a Matino da queste varietà coltivate risalgono alla “Statistica del Regno di Napoli” disposta da Gioacchino Murat nel 1811.

Possiamo affermare, quindi, che Matino è tra le antiche zone d’Italia a vocazione viticola; ed insieme alle altre aree della Puglia nel 1930 diventava la seconda regione produttrice di vino in Italia.

Il Vino DOC Matino ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 19 maggio 1971.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

Assovini

Assovini.it è il sito del Vino e delle Cantine ideato nel 1986 e realizzato da un team di Sommelier con la collaborazione di Enologi e Produttori per diffondere i migliori Vini italiani nel mondo.

  • Referente: Salvo Spedale - Sommelier AIS
  • Telefono: +39 389-2856685
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