Assovini
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 11.05.1987, G.U. 248 del 23.10.1987
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Gioia del Colle D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Gioia del Colle” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Rosso
- Rosato
- Primitivo
- Aleatico Dolce
- Aleatico Liquoroso Dolce
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Gioia del Colle
- Gioia del Colle Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- >< 50-70% Vitigno Trebbiano Toscano
- >< 30-50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Puglia.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore bianco tendente al paglierino, odore gradevole, con caratteristiche di fruttato, delicato e sapore asciutto, fresco, armonico.
- Gioia del Colle Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- >< 50-60% Vitigno Primitivo
- >< 30-50% Vitigni Montepulciano, Sangiovese, Negroamaro, Malvasia Nera (massimo 10%), da soli o congiuntamente.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rubino delicato, odore lievemente vinoso, con profumo caratteristico di fruttato se giovane e sapore asciutto, fresco, armonico, gradevole.
- Gioia del Colle Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- >< 50-60% Vitigno Primitivo
- >< 30-50% Vitigni Montepulciano, Sangiovese, Negroamaro, Malvasia Nera (massimo 10%), da soli o congiuntamente.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rubino delicato, odore lievemente vinoso con profumo caratteristico di fruttato se giovane e sapore asciutto, fresco, armonico, gradevole.
- Gioia del Colle Primitivo (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Primitivo
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso tendente al violaceo ed all’arancione con l’invecchiamento; odore aroma leggero caratteristico e sapore gradevole, pieno, armonico, tendente al vellutato con l’invecchiamento; può anche essere leggermente amabile e in tal caso il contenuto zuccherino non deve superare i 10 grammi per litro.
- Gioia del Colle Aleatico Dolce (Vino Rosso)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigno Aleatico
- =< 15% Vitigni Negroamaro, Malvasia nera, Primitivo, da soli o congliuntamente.
- => 15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso granato più o meno intenso, con riflessi violacei tendenti all’arancione con l’invecchiamento, odore aroma delicato caratteristico che si fonde con il profumo che acquista il vino con l’invecchiamento e sapore pieno, moderatamente dolce, vellutato.
- Gioia del Colle Aleatico Liquoroso Dolce (Vino Rosso Liquoroso)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigno Aleatico
- =< 15% Vitigni Negroamaro, Malvasia nera, Primitivo, da soli o congliuntamente.
- => 18,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Liquoroso dal colore rosso granato più o meno intenso con riflessi violacei, tendente all’arancione con l’invecchiamento, odore delicato, caratteristico, che si fonde con il profumo che acquista il vino con l’invecchiamento e sapore pieno, caldo, dolce, armonico, gradevole.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Gioia del Colle
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Gioia del Colle si estende sulle colline della Murgia di sud-est (che fa parte della più ampia area della Murgia), situate al confine tra la Murgia Alta e la Murgia dei Trulli, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Gioia del Colle è localizzata in:
- provincia di Bari e comprende il territorio dei comuni di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Casamassima, Cassano Murge, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Grumo Appula, Noci, Putignano, Rutigliano, Sammichele di Bari, Sannicandro di Bari, Santeramo in Colle, Turi e, in parte, il territorio del comune di Altamura.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Gioia del Colle
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Gioia del Colle prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Gioia del Colle non dovrà essere superiore al 60% e al 70% per la tipologia di Vino Rosso; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Gioia del Colle Aleatico deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 6 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° marzo dell'anno successivo alla vendemmia.
- Il vino DOC Gioia del Colle Aleatico con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi di cui 12 in botti di legno.
- Il vino DOC Gioia del Colle Primitivo con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Gioia del Colle con menzione Riserva è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Gioia del Colle
Con l’utilizzo della DOC Gioia del Colle i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Gioia del Colle
Orecchiette al ragù di carne, trippa, braciole pugliesi, agnellone al forno.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Gioia del Colle
Gioia del Colle, situato al centro della zona di produzione, è un piccolo agglomerato di case che circondano il bellissimo castello che Federico II di Svevia fece edificare nel 1230.
La coltivazione della vite e la produzione del vino nel territorio di Gioia del Colle erano già attive tra l'VIII° ed il III° sec. a.C. (Peucezia), come testimoniano i numerosi ritrovamenti di contenitori destinati a contenere vino nella zona archeologica di Monte Sannace, il più grande abitato peucetico noto, a pochi chilometri da Gioia del Colle (alcuni reperti si possono ammirare nel museo archeologico sito all'interno del castello).
Gli unici documenti storici certi dell’origine del Primitivo( vitigno più rappresentativo della doc gioia del Colle risalgono all’inizio del secolo scorso quando nel 1919 il Direttore del Consorzio di Difesa della Viticoltura di Bari, Prof. G. Musci, dichiarò in una sua pubblicazione, che l’abate primicerio Francesco Filippo Indellicati fu il primo a effettuare una sorta di “selezione clonale” del Primitivo. L’abate nato e cresciuto a Gioia del Colle oltre ad essere il primicerio della Chieda Madre locale era anche un grande esperto di botanica e agronomia.
Su finire del secolo, probabilmente nel 1799, notò la crescita disordinata nelle campagne gioiesi di molta uva da vino, costume allora alquanto diffuso. Tra le varie uve tra di loro mischiate, una varietà maturava prima delle altre, pur avendo una fioritura abbastanza tardiva. Per tale caratteristica la denominò “Primaticcia o Primativo” dal latino “primativus”. Il primicerio effettuò un’attenta selezione delle marze della varietà e li impiantò in agro di Gioia del Colle in una zona denominata “Liponti” che fa ancora oggi parte della contrada denominata “Terzi”.
L’appezzamento era dell’estensione di otto quartieri che oggi corrispondono a circa 0,15 ettari per un totale di 625 ceppi, che sono la prima monocoltura che si ricordi di vino Primitivo in queste zone.
Dal 1820 in poi il vitigno si estese anche all’agro di Acquaviva delle Fonti dove sin da subito si riscontrò una maggiore gradazione alcolica finale. Tale situazione fece diventare il comune di Acquaviva la sede del in cui si fissava il prezzo dell’uva alla vendemmia. Successivamente il vitigno iniziò la sua espansione nei comuni limitrofi interessando Cassano delle Murge, Sammichele di Bari, Noci e Castellana Grotte, arrivando sino al litorale adriatico e espandendosi anche in altre direzioni quali Santeramo in Colle, Altamura e Gravina.
Secondo una relazione di inizio secolo scorso di Musci nell’intervallo di tempo compreso tra il 1820 e la fine del secolo XIX il vitigno era coltivato in Puglia nei seguenti comuni: Gioia del Colle, Acquaviva delle Fonti, Santeramo in Colle, Altamura, Gravina, Cassano delle Murge, Sammichele di Bari, Casamassima, Grumo Appula, Toritto, Sannicandro di Bari, Turi, Bitritto, Modugno, Bitonto, Palo del Colle, Adelfia, Rutigliano, Conversano, Castellana Grotte, Putignano, Noci e Alberobello. Elementi determinanti per imprimere le peculiarità di un vino sono il vitigno e l’ambiente, quest’ultimo inteso sia dal punto di vista fisico (clima e terreno) sia sotto l’aspetto antropologico (tradizioni, tecnica, professionalità).
Il Vino DOC Gioia del Colle ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 11 maggio 1987.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 22.04.1997, G.U. 104 del 07.05.1997
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Galatina D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Galatina” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Rosso Novello
- Negroamaro
- Negroamaro Riserva
- Rosato
- Rosato Frizzante
- Bianco
- Bianco Frizzante
- Chardonnay
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Galatina
- Galatina Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 55% Vitigno Chardonnay
- =< 45% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Lecce.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino tenue, anche con riflessi verdolini, odore delicato, gradevolmente fruttato e sapore secco, caratteristico vivace, tranquillo.
- Galatina Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 55% Vitigno Chardonnay
- =< 45% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Lecce.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino tenue, anche con riflessi verdolini, odore delicato, gradevolmente fruttato e sapore secco, caratteristico vivace, frizzante.
- Galatina Chardonnay (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Chardonnay
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Lecce.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore delicato, gradevole e sapore secco, di buona struttura.
- Galatina Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 65% Vitigno Negro Amaro
- =< 35% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Lecce.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso con eventuali riflessi tendenti al rosso mattone, se invecchiato, odore vinoso, caratteristico, gradevole, intenso e sapore asciutto, pieno, robusto, vellutato, caldo, armonico.
- Galatina Rosso Novello (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 65% Vitigno Negro Amaro
- =< 35% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Lecce.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore vinoso, caratteristico, gradevole, intenso e sapore asciutto, pieno, armonico, fruttato, talvolta vivace.
- Galatina Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 65% Vitigno Negro Amaro
- =< 35% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Lecce.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosato tendente al cerasuolo tenue, odore leggermente vinoso, fruttato, giustamente persistente e sapore asciutto e vellutato, caratteristico, tranquillo o frizzante.
- Galatina Rosato Frizzante (Vino Frizzante Rosato)
- Versioni: Secco
- => 65% Vitigno Negro Amaro
- =< 35% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Lecce.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore rosato tendente al cerasuolo tenue, odore leggermente vinoso, fruttato, giustamente persistente e sapore asciutto e vellutato, caratteristico, tranquillo o frizzante.
- Galatina Negroamaro (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Negro Amaro
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Lecce.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso con eventuali riflessi tendenti al rosso mattone, se invecchiato, odore caratteristico, gradevole, intenso e sapore asciutto, pieno, elegante, armonico.
- Galatina Negroamaro Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Negro Amaro
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Lecce.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino più o meno intenso con eventuali riflessi tendenti al rosso mattone, se invecchiato, odore caratteristico, gradevole, intenso e sapore asciutto, pieno, elegante, armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Galatina
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Galatina si estende sulle colline leccesi del Salento, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Galatina è localizzata in:
- provincia di Lecce e comprende il territorio dei comuni di Galatina, Cutrofiano, Aradeo, Neviano, Seclì, Sogliano Cavour e Collepasso.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Galatina
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Galatina prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Galatina non dovrà essere superiore al 70% e al 50% per la tipologia di vino Rosato; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Galatina è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Galatina
Con l’utilizzo della DOC Galatina i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Galatina
Pietanze a base di pesce, carne al forno o alla griglia.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Galatina
L’area si era affermata toponomasticamente già da centinaia di anni, nel periodo successivo al tracollo della potenza bizantina e all’avvento dei Normanni, come circoscrizione del Regno di Sicilia. La promulgazione delle province nel 1231 ad opera dell’imperatore svevo raccolte nel “Liber Augustalis” sono durate sino alla costituzione del Regno D’Italia nel 1860.
Dalle testimonianze umane che risalgono al paleolitico, agli Iapigi o Messapi l’impianto urbano è caratterizzato da mura a protezione di centri abitati. La dominazione greca sviluppò attività politica e culturale e l’espansione longobarda sono state sicuramente i catalizzatori della attività agricola.
La seconda metà del XIII secolo è caratterizzata dalla dominazione Angioina con l’entrata a far parte del Regno di Napoli. Nei diversi passaggi successivi di dominazione le terre, sempre coltivate sia per il sostentamento che per la possibilità di pagamento delle tasse imposte, vedono il loro sfruttamento in maniera diversa con la possibilità di animare il commercio e l’economia generale della provincia. Il settecento vede concretizzarsi in maniera continuativa le esportazioni di Olio e Vino in partenza da Gallipoli.
Tra il 1600 e 1700 dai porti di Otranto Gallipoli e Brindisi partivano per i mercati di Londra Berlino S. Pietroburgo e Barcellona “2 milioni di salme di vino e 1 milione e mezzo di cantare di olio”. L’intero territorio provinciale è disseminato di testimonianze e reperti di quell’epoca che documentano la presenza della vite e l’eccellente qualità dei vini ottenuti. Nella metà dell’ottocento sorsero moderni impianti per la pigiatura delle uve e la vinificazione in prossimità della ferrovia per agevolare gli scambi commerciali. Come riferito dal Falcone (2010), importanti fonti documentali si ritrovano nell’archivio storico della Direzione Generale dell’Agricoltura riguardanti gli inizi del secolo, in particolare su documentazione relativa alle cantine Sociali di Galatina, Gallipoli e Manduria, per una relazione tecnica della Regia Prefettura di Terra D’Otranto, sulla condizione della viticoltura indirizzata all’On. Ministro.
In questo periodo e per le particolari condizioni si richiedeva un incremento della coltivazione della vite e ciò si imponeva a causa della forte richiesta di vini da taglio da parte delle regioni settentrionali costrette a rimediare alla crisi produttiva anche francese causata dalla fillossera. Aglianico, Aleatico, Fiano, Verdeca, Greco, Primitivo, Negroamaro sono i vitigni più rinomati della zona ma bisogna ricordare anche una notevole quantità di altri vitigni a bacca bianca e nera, coltivati da sempre in tutta l’area molto spesso conosciuti solo con nomi locali, che hanno sostenuto per tanto tempo un ruolo importante nella viticoltura locale.
Le prime notizie dettagliate e ordinate secondo un criterio scientifico sulla produzione dei vini prodotti a Galatina da queste varietà coltivate risalgono alla “Statistica del Regno di Napoli” disposta da Gioacchino Murat nel 1811.
Possiamo affermare, quindi, che Galatina è tra le antiche zone d’Italia a vocazione viticola; ed insieme alle altre aree della Puglia nel 1930 diventava la seconda regione produttrice di vino in Italia.
Il Vino DOC Galatina ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 22 aprile 1997.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 02.11.1976, G.U. 27 del 29.01.1977
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Copertino D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Copertino” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Rosato
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Copertino
- Copertino Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Negro Amaro
- =< 30% Vitigni Malvasia nera di Brindisi, Malvasia nera di Lecce, Sangiovese e Montepulciano, da soli o congiuntamente. Il vitigno Sangiovese può essere presente fino al 15% del totale delle viti.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino di varia intensità con lievi toni di arancione se invecchiato, odore vinoso persistente e sapore asciutto con retrogusto amarognolo, vellutato, sapido, generoso.
- Copertino Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Negro Amaro
- =< 30% Vitigni Malvasia nera di Brindisi, Malvasia nera di Lecce, Sangiovese e Montepulciano, da soli o congiuntamente. Il vitigno Sangiovese può essere presente fino al 15% del totale delle viti.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa salmone tendente qualche volta al cerasuolo tenue, odore leggermente vinoso, distinto e giustamente persistente, dal sapore asciutto, senza asperità, con fondo erbaceo unito a un retrogusto amarognolo gradevole.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Copertino
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Copertino si estende sulle colline leccesi situate nel cuore del Salento, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Copertino è localizzata in:
- provincia di Lecce e comprende il territorio dei comuni di Copertino, Carmiano, Arnesano, Monteroni e, in parte, i territori del comune di Galatina e Lequile.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Copertino
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Copertino prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Copertino non dovrà essere superiore al 70% per la tipologia di vino Rosso e al 35% per il Vino Rosato.
- Le pratiche enologiche di vinicazione del Vino DOC Copertino Rosato prevedono la sgrondatura delle uve pigiate dopo una macerazione di 12-24 ore.
- Il vino DOC Copertino con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Copertino Rosso Riserva è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Copertino
Con l’utilizzo della DOC Copertino i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Copertino
Pietanze a base di uova, formaggio caciocavallo cotto sulla brace, pasta al ragù delicato di carni e verdure.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Copertino
L’area si era affermata toponomasticamente già da centinaia di anni, nel periodo successivo al tracollo della potenza bizantina e all’avvento dei Normanni, come circoscrizione del Regno di Sicilia. La promulgazione delle province nel 1231 ad opera dell’imperatore svevo raccolte nel “Liber Augustalis” sono durate sino alla costituzione del Regno D’Italia nel 1860.
Dalle testimonianze umane che risalgono al paleolitico, agli Iapigi o Messapi l’impianto urbano è caratterizzato da mura a protezione di centri abitati. La dominazione greca sviluppò attività politica e culturale e l’espansione longobarda sono state sicuramente i catalizzatori della attività agricola.
La seconda metà del XIII secolo è caratterizzata dalla dominazione Angioina con l’entrata a far parte del Regno di Napoli. Nei diversi passaggi successivi di dominazione le terre, sempre coltivate sia per il sostentamento che per la possibilità di pagamento delle tasse imposte, vedono il loro sfruttamento in maniera diversa con la possibilità di animare il commercio e l’economia generale della provincia. Il settecento vede concretizzarsi in maniera continuativa le esportazioni di Olio e Vino in partenza da Gallipoli.
Tra il 1600 e 1700 dai porti di Otranto Gallipoli e Brindisi partivano per i mercati di Londra Berlino S. Pietroburgo e Barcellona “2 milioni di salme di vino e 1 milione e mezzo di cantare di olio”. L’intero territorio provinciale è disseminato di testimonianze e reperti di quell’epoca che documentano la presenza della vite e l’eccellente qualità dei vini ottenuti Nella metà dell’ottocento sorsero moderni impianti per la pigiatura delle uve e la vinificazione in prossimità della ferrovia per agevolare gli scambi commerciali. Come riferito dal Falcone (2010), importanti fonti documentali si ritrovano nell’archivio storico della Direzione Generale dell’Agricoltura riguardanti gli inizi del secolo, in particolare su documentazione relativa alle cantine Sociali di Copertino, Gallipoli e Manduria, per una relazione tecnica della Regia Prefettura di Terra D’Otranto, sulla condizione della viticoltura indirizzata all’On. Ministro.
In questo periodo e per le particolari condizioni si richiedeva un incremento della coltivazione della vite e ciò si imponeva a causa della forte richiesta di vini da taglio da parte delle regioni settentrionali costrette a rimediare alla crisi produttiva anche francese causata dalla fillossera. Aglianico, Aleatico, Fiano, Verdeca, Greco, Primitivo, Negroamaro , Malvasia Nera , Montepulciano sono i vitigni più rinomati della zona ma bisogna ricordare anche una notevole quantità di altri vitigni a bacca bianca e nera, coltivati da sempre in tutta l’area molto spesso conosciuti solo con nomi locali, che hanno sostenuto per tanto tempo un ruolo importante nella viticoltura locale.
Le prime notizie dettagliate e ordinate secondo un criterio scientifico sulla produzione dei vini prodotti a Copertino da queste varietà coltivate risalgono alla “Statistica del Regno di Napoli” disposta da Gioacchino Murat nel 1811.
Possiamo affermare, quindi, che Copertino è tra le antiche zone d’Italia a vocazione viticola; ed insieme alle altre aree della Puglia nel 1930 diventava la seconda regione produttrice di vino in Italia.
Il Vino DOC Copertino ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 2 novembre 1976.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 01.08.2008, G.U. 195 del 21.08.2008
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Colline Joniche Tarantine D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Colline Joniche Tarantine” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Bianco Spumante
- Verdeca
- Rosato
- Rosso
- Novello
- Rosso Superiore
- Primitivo
- Primitivo Superiore
- Primitivo Liquoroso Secco
- Primitivo Liquoroso Vino dolce naturale
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colline Joniche Tarantine
- Colline Joniche Tarantine Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Chardonnay
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella zona viticola del Salento.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato, gradevole e sapore asciutto, fresco.
- Colline Joniche Tarantine Bianco Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut
- => 50% Vitigno Chardonnay
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella zona viticola del Salento.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato, gradevole e sapore asciutto, fresco.
- Colline Joniche Tarantine Verdeca (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Verdeca
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella zona viticola del Salento.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, talvolta con riflessi verdolini, odore armonico più o meno fruttato, caratteristico e sapore equilibrato, tipico, persistente.
- Colline Joniche Tarantine Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella zona viticola del Salento.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso tendente al granato con l’invecchiamento, odore intenso, caratteristico, gradevole e sapore asciutto, di corpo, giustamente tannico, armonico.
- Colline Joniche Tarantine Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella zona viticola del Salento.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino più o meno intenso, tendente al violaceo, odore intenso, gradevole, caratteristico e sapore armonico, rotondo, fruttato, caratteristico.
- Colline Joniche Tarantine Rosso Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella zona viticola del Salento.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino più o meno intenso tendente al granato con l’invecchiamento, odore intenso, caratteristico, gradevole e sapore asciutto, di corpo, giustamente tannico, armonico.
- Colline Joniche Tarantine Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella zona viticola del Salento.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, odore fruttato, delicato, gradevole e sapore fresco, asciutto, armonico.
- Colline Joniche Tarantine Primitivo (Vino Rosso)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigno Primitivo
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella zona viticola del Salento.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso tendente al violaceo da giovane e al granato con l’invecchiamento, odore vinoso con profumo caratteristico e sapore vinoso, gradevole, pieno, armonico, tendente al vellutato con l’invecchiamento, talvolta leggermente amabile.
- Colline Joniche Tarantine Primitivo Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigno Primitivo
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella zona viticola del Salento.
- => 13,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore dal colore rosso tendente al violaceo da giovane e al granato con l’invecchiamento, odore vinoso con profumo caratteristico e sapore vinoso, gradevole, pieno, di corpo, armonico, tendente al vellutato con l’invecchiamento, talvolta leggermente amabile.
- Colline Joniche Tarantine Primitivo Liquoroso Secco (Vino Rosso Liquoroso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Primitivo
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella zona viticola del Salento.
- => 17,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Liquoroso dal colore rosso granato più o meno intenso tendente all’arancione con l’invecchiamento, odore caratteristico, gradevole e sapore tipico, armonico, pieno.
- Colline Joniche Tarantine Primitivo Liquoroso Dolce Naturale (Vino Rosso Liquoroso)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigno Primitivo
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella zona viticola del Salento.
- => 17,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Liquoroso dal colore rosso granato più o meno intenso tendente all’arancione con l’invecchiamento, odore caratteristico, gradevole e sapore tipico, armonico, pieno, dolce.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colline Joniche Tarantine
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colline Joniche Tarantine si estende sulle colline dell'Arco Jonico Tarantino in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colline Joniche Tarantine è localizzata in:
- provincia di Taranto e comprende il territorio dei comuni di Laterza, Mottola, Crispiano, Martina Franca e, in parte, il territorio dei comuni di Castellaneta, Ginosa, Palagianello, Massafra, Statte e Grottaglie.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colline Joniche Tarantine
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colline Joniche Tarantine prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colline Joniche Tarantine non dovrà essere superiore al 70% e al 60% per la tipologia di vino Rosato; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC ma potrà essere riclassificata in altra tipologia di Vino IGT prodotto nella zona di produzione. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Colline Joniche Tarantine Rosso Superiore e Primitivo Superiore con menzione "Riserva Superiore" devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 30 mesi, di cui almeno 12 in legno.
- Nella designazione dei Vini DOC Colline Joniche Tarantine può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colline Joniche Tarantine è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Colline Joniche Tarantine
Con l’utilizzo della DOC Colline Joniche Tarantine i Produttori Vinicoli Pugliesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colline Joniche Tarantine
Antipasti di mare, primi a base di pesce e di carne, arrosti, carne alla griglia.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colline Joniche Tarantine
L’introduzione delle pratiche vitivinicole nel Tarantino si deve, probabilmente, ai coloni spartani che fondarono la città greca. Della viticoltura di epoca coloniale sappiamo molto poco, ma è molto probabile che essa rivestisse un ruolo molto importante all'interno delle aziende medio-piccole proliferate all'interno della chora nei secoli V-III a.C..
Questa specificità la si riscontra in parte anche oggi e non è un caso se fin dal ‘700 il sistema della masseria, personificazione della grande proprietà (feudale, laica o ecclesiastica) si contrapponeva a quello del semplice vigneto, espressione invece del piccolo possesso contadino; non è un caso, quindi, che ben di rado il peso economico del vigneto all'interno della masseria risultasse consistente, nonostante il suo pur articolato corredo di funzioni produttive.
Fu nell’800, a seguito della nascita di una nuova forma insediativa delle elite borghesi, che prese le mosse dalla trasformazione delle strutture produttive deputate alla vite (i palmenti, con gli ambienti che ospitavano il custode del vigneto) in casini di campagna, dove le antiche funzioni convivevano con le nuove, residenziali e di rappresentanza insieme, che si realizzò uno sviluppo importante della viticoltura anche per il fatto che la popolazione contadina, per emulazione, cominciò a risiedere in campagna per periodi prolungati favorendo così la nascita di veri villaggi rurali. Sorse così una miriade di microaziende viticole che giunsero a colonizzare finanche la duna costiera, mentre i moltissimi trulli eretti nelle campagne divennero un inequivocabile segno di nuovo, seppure stagionale, modello di popolamento rurale. Comunque, anche in tale contesto, il vigneto continuava a costituire il nucleo della pur grama proprietà contadina, fermo restando la condizione di esigua produzione commercializzabile.
Contemporaneamente i grossi proprietari terrieri, grazie a finalmente importanti investimenti, impiantarono estesi vigneti la cui produzione poteva finalmente essere destinata ad un mercato più ampio; iniziava così una pratica: l'impiego del vino pugliese per migliorare le prestazioni delle più celebrate produzioni del Centro e Nord italiane.
La viticoltura ha sempre rappresentato la pratica agricola più redditizia e, al tempo stesso, però quella più onerosa ed il binomio vite-vino, sebbene racchiuda gran parte della storia della viticoltura tarantina, non lo esaurisce, infatti nella zona pianeggiante dell’arco jonico si è sviluppata la coltura della vite da tavola e nell’area denominata “Colline Joniche” si è consolidata, con alti e bassi, quella da vino. Tutto ciò può trovare una spiegazione sia nella tipologia pedoclimatiche dell’area che nella tradizione. Infatti alcune varietà di vite (come il moscatellone e la duraca) erano considerate di elevato pregio, per cui si preferiva allevarle all'interno dei giardini, mentre la vite destinata alla produzione di vino era allevata senza sostegni (ad alberello), le pregiate varietà di uva da tavola necessitavano di irrigazioni e di sostegni.
Tale funzione avevano, all'interno dei giardini, gli scenografici pergolati, costituiti da colonnati, gli antesignani dei moderni tendoni, come pure nelle aree orticole (come le Paludi del Tara), dalla abbondante disponibilità idrica, veniva coltivata, invece, l'uva in impalata: si trattava in genere di una varietà da tavola (l'uva lunga o cornola) allevata con sostegni fatti di canna.
Anche la vinificazione delle uve, sia nei metodi che nelle procedure e tecnologie, ha radice consolidate nella tradizione. Il ciclo lavorativo annuale prevedeva due o tre zappature (o conce:autunnale, primaverile e estiva), la mondatura e la probaginatura (con la quale si sostituivano, con il sistema delle propaggini, cioè della margotta, le piante venute meno per varie cause).
La tipica azienda viticola medio-grande includeva anche gli edifici deputati alla trasformazione delle uve in mosti. Tipicamente essi consistevano in una casa di custodia che ospitava il conduttore della vigna (il vignaiolo,abitata in genere per il periodo della vendemmia e delle lavorazioni), in una rimessa, in alcuni pozzi per la fornitura della molta acqua necessaria, nelle vasche (pile) e nell'impianto di trasformazione vero e proprio, comprendente il palmento e le strutture annesse (caricaturi, palaci e palmentelli).
Verso i palmenti venivano indirizzate anche le uve dei piccoli viticoltori circostanti, che in genere non avevano sui propri terreni tali strutture. Il mosto che si ricavava dalla pigiatura e dalla torchiatura veniva caricato su carri adeguatamente attrezzati per il trasporto di liquidi (le carrizze) e trasferito nelle cantine in città o in paese, ove veniva imbottato per essere poi sottoposto ai successivi travasi.
Ed oggi, nel rispetto della tradizione, nell’areale interessato, tanti piccoli produttori conferiscono a sistemi cooperativi che hanno il compito di valorizzare e commercializzare il prodotto ed alcuni hanno cominciato a diversificare la loro attività completando la filiera e commercializzando direttamente le proprie produzioni di qualità. L’incidenza dei fattori umani, nel corso degli ultimi anni, in particolare riferita alla puntuale definizione degli aspetti tecnico produttivi ha modificato questo trend indirizzando le produzioni verso altri mercati che hanno saputo premiare gli sforzi, le caratteristiche e le specificità dell’intero territorio.
Il Vino DOC Colline Joniche Tarantine ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 1 agosto 2008.