Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 27.05.1970, G.U. 228 del 09.09.1970
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. 200 del 21.08.2021
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Barbera d'Alba D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Barbera d'Alba” e alla relativa Sottozona, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Barbera d’Alba
- Barbera d'Alba Superiore
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Barbera d'Alba
- Barbera d'Alba (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Barbera
- =< 15% Vitigno Nebbiolo
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal Colore rosso rubino; Odore fruttato e caratteristico; Sapore asciutto, sapido, armonico.
- Barbera d'Alba Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Barbera
- =< 15% Vitigno Nebbiolo
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore dal Colore rosso rubino; Odore fruttato e caratteristico con eventuali sentori di legno; Sapore asciutto, sapido, armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Barbera d'Alba
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Barbera d'Alba si estende sulle colline delle Langhe, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Barbera d'Alba è localizzata in:
- provincia di Cuneo e comprende il territorio dei comuni di Alba, Albaretto della Torre, Barbaresco, Barolo, Borgomale, Camo, Canale, Castagnito, Castellinaldo, Castiglione Falletto, Castiglione Tinella, Castino, Corneliano d’Alba, Cossano Belbo, Diano d’Alba, Govone, Grinzane Cavour, Guarene, Magliano Alfieri, Mango, Monforte d’Alba, Montelupo Albese, Monticello d’Alba, Neive, Neviglie, Novello, Perletto, Piobesi d’Alba, Priocca, Rocchetta Belbo, Roddi, Roddino, Rodello, S. Vittoria d’Alba, S. Stefano Belbo, Serralunga d’Alba, Sinio, Treiso, Trezzo Tinella, Verduno, Vezza d’Alba e, in parte, il territorio dei comuni di Baldissero d’Alba, Bra, Cortemilia, Cherasco, La Morra, Monchiero, Montà d’Alba, Montaldo Roero, Monteu Roero, Narzole, Pocapaglia, S. Stefano Roero e Sommariva Perno.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Barbera d'Alba
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Barbera d'Alba prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Barbera d'Alba non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- In presenza di determinate condizioni, il Vino DOC Barbera d'Alba può essere riclassificato nella denominazione DOC Langhe senza specificazione di vitigno.
- Il vino DOC Barbera d'Alba Superiore deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 12 mesi, di cui almeno 4 in botti di legno.
- Nella designazione dei Vini DOC Barbera d'Alba può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Barbera d'Alba è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Barbera d'Alba
Con l’utilizzo della DOC Barbera d'Alba i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Barbera d'Alba
Antipasti caldi piemontesi, agnolotti di carne, carni lesse e bollite, formaggi delle Langhe di media stagionatura, come robiole e raschera.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Barbera d'Alba
Negli anni Settanta, il coinvolgimento della produzione albese in un mercato di statura internazionale e la costante ricerca qualitativa intrinseca a questo settore produttivo hanno trasformato poco per volta questo vino – e non solo nell’immagine – facendolo diventare un prodotto di classe, adatto a lungo invecchiamento, capace di competere con i grandi rossi per la presenza sulle tavole prestigiose di tutto il mondo, confermando i caratteri più originali di una terra e di un vitigno dal particolare prestigio
Il Vino DOC Barbera d'Alba ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 27 maggio 1970.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con DM 06.05.1997, G.U. 113 - 17.05.1997
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Albugnano D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Albugnano” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Albugnano
- Albugnano Superiore
- Albugnano Rosato
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Albugnano
- Albugnano (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Nebbiolo
- =< 15% Vitigni Freisa, Barbera e Bonarda, da soli o congiuntamente
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino piu' o meno intenso, talvolta con riflessi granati, profumo delicato, caratteristico, talvolta vinoso e sapore dal secco all'abboccato, di discreto corpo, piu' o meno tannico, di buona persistenza, talvolta vivace.
- Abbinamenti: Salumi, Fritto misto alla piemontese, Selvaggina, Formaggi duri.
- Albugnano Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Nebbiolo
- =< 15% Vitigni Freisa, Barbera e Bonarda, da soli o congiuntamente
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino piu' o meno intenso, talvolta con riflessi granati, profumo delicato, caratteristico, talvolta vinoso e sapore dal secco all'abboccato, di discreto corpo, piu' o meno tannico, di buona persistenza, talvolta vivace.
- Abbinamenti: Fritto misto alla piemontese, Selvaggina, Agnolotti, Stracotti, Formaggi duri.
- Albugnano Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Nebbiolo
- =< 15% Vitigni Freisa, Barbera e Bonarda, da soli o congiuntamente
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore da rosato a cerasuolo, profumo delicato, gradevole, fruttato, talvolta vinoso e sapore dal secco all'abboccato, di buona persistenza, talvolta vivace.
- Abbinamenti: Calamari in umido, Frittate, Minestre, Formaggi semiduri.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Albugnano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Albugnano si estende sulle colline dell'Alto Monferrato, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Albugnano è localizzata in:
- provincia di Asti e comprende il territorio dei comuni di Albugnano, Pino d'Asti, Castelnuovo Don Bosco e Passerano-Marmorito.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Albugnano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Albugnano prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Albugnano non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il Vino DOC Albugnano può ottenere la menzione "Superiore" qualora derivi da uve aventi un titolo alcolometrico naturale di almeno 11,50° e resa/ettaro non superiore a 8,5 t.
- Il vino DOC Albugnano deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 12 mesi, di cui almeno 6 in botti di rovere.
- Nella designazione dei Vini DOC Albugnano può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Albugnano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Albugnano
Con l’utilizzo della DOC Albugnano i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Albugnano
Primi con sughi di carne e funghi, carni stufate, arrosti e lessi, formaggi stagionati.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Albugnano
Questo vino pregiato prende il nome dal comune che si trova al centro della sua area di produzione. I primi documenti che parlano di questa DOC risalgono al 1148, quando la chiesa di Vezzolano venne donata a Papa Eugenio III. L’abazia possedeva alcune delle vigne più produttive della zona, a tal punto da fornire ai paesi vicini, razziati dalle invazioni barbariche, i tralci necessari per i reimpianti.
Il Vino DOC Albugnano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 6 maggio 1997.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 02.08. 2010, G.U. 191 del 17.08.2010
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Alba D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Alba” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Alba
- Alba Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Alba
- Alba (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- >< 70-85% Vitigno Nebbiolo
- >< 15-30% Vitigno Barbera
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore caratteristico ed intenso, dal sapore asciutto, caldo, tannico, robusto, armonico, persistente.
- Abbinamenti: Salumi, Bagna cauda, Pasta asciutta, Panissa (risotto vercellese), Paniscia (risotto novarese).
- Alba Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- >< 70-85% Vitigno Nebbiolo
- >< 15-30% Vitigno Barbera
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore caratteristico ed intenso, dal sapore asciutto, caldo, tannico, robusto, armonico, persistente.
- Abbinamenti: Salumi, Bagna cauda, Pasta asciutta, Panissa (risotto vercellese), Paniscia (risotto novarese).
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Alba
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Alba si estende nel territorio delle langhe, termine che secondo alcuni studiosi deriverebbe da "Langues" che non sono altro che delle lingue di terra che si estendono in un vivace gioco di profili. Il territorio, adeguatamente ventilato e luminoso, è favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Alba è localizzata in:
- provincia di Cuneo e comprende il territorio dei comuni di Barolo, Camo, Canale, Castellinaldo, Castiglione Falletto, Castiglione Tinella, Cigliè, Corneliano d’Alba, Cossano Belbo, Diano d’Alba, Dogliani, Grinzane Cavour, La Morra, Mango, Monchiero, Monforte d’Alba, Montelupo Albese, Monticello d’Alba, Neviglie, Piobesi d’Alba, Priocca, Rocca Cigliè, Rocchetta Belbo, Roddi, Roddino, Rodello, Santa Vittoria d’Alba, Santo Stefano Belbo, Serralunga d’Alba, Sinio, Treiso, Trezzo Tinella, Verduno, e Vezza d’Alba e, in parte, il territorio dei comuni di Alba, Barbaresco, Baldissero d’Alba, Bastia Mondovì, Bra, Castagnito, Cherasco, Clavesana, Farigliano, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà d’Alba, Montaldo Roero, Monteu Roero, Narzole, Neive, Novello, Pocapaglia, Santo Stefano Roero e Sommariva Perno.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Alba
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Alba prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Alba non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Alba deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 17 mesi, di cui almeno 9 in botti di rovere.
- Il vino DOC Alba Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 23 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere. Ove ricorrano determinate condizioni di legge, i Vini DOC Alba possono essere riclassificati nella denominazione DOC Langhe.
- Nella designazione dei Vini DOC Alba può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Alba è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Alba
Con l’utilizzo della DOC Alba i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Alba
Agnolotti al ragù, carni rosse lesse e bollite, arrosto di vitello o di agnello, lonza di maiale arrosto, stracotti, umidi di manzo e gli stufati.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Alba
Già all’inizio del secolo scorso i vinificatori del Barolo e del Barbaresco sentirono l’esigenza di riunirsi per tutelare le loro produzioni: nel 1908 chiesero la creazione di un “certificato di origine” rilasciato da un’associazione che operasse sotto il controllo dell’amministrazione provinciale e del sindacato vinicolo piemontese. Solo nel 1924, però il Parlamento italiano promulgò la legge sui vini tipici e stabilì che le loro caratteristiche dovevano essere costanti e definite dagli statuti consortili. Iniziarono così i lavori di preparazione per la costituzione del Consorzio di Difesa dei Vini Tipici di Pregio Barolo e Barbaresco, fondato ufficialmente nel 1934 con il compito di definire il contesto produttivo (la zona di origine, le uve e le caratteristiche del vino), vigilare contro frodi, adulterazioni e sleale concorrenza, promuovere la conoscenza dei vini, oltre a difenderne nome e qualità nelle sedi più opportune.
Dopo la pausa dettata dagli eventi bellici, il Consorzio venne ricostituito nel 1947. Nel 1963 fu emanata la legge 930, che sanciva la nascita delle denominazioni di origine e definiva l’esatto ruolo dei Consorzi. Da subito il Consorzio albese si adoperò per il riconoscimento alla Doc per Barolo e Barbaresco, che avvenne nel 1966, e in seguito per quello alla Docg, accordato nel 1980.
Nel 1984 il Ministero dell’Agricoltura e Foreste affidò ufficialmente al Consorzio l’incarico di vigilanza sulla produzione dei due rossi d’eccellenza. Nel 1994, a seguito dell’emanazione della nuova legge sulle denominazioni di origine dei vini, la n.164 del 1992, l’antico ente di tutela fu trasformato nell’attuale Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, allargando le sue competenze a tutte le denominazioni prodotte esclusivamente nelle Langhe e nel Roero.
Oggi, quindi, l’ente si configura come un Consorzio di territorio e non solo di denominazione. La tutela esercitata sui vini di Langa e Roero si è perfezionata tra il 2007 e il 2009, quando il Ministero ha attribuito al Consorzio l’incarico di svolgere il Piano Controlli su tutte le Docg e le Doc di sua competenza. In questo modo non più solo Barolo e Barbaresco, ma anche Dogliani, Roero, Roero Arneis, Barbera d’Alba, Dolcetto (nelle sue varie tipologie), Langhe, Nebbiolo d’Alba e Verduno Pelaverga sono perfettamente garantiti sotto il profilo della tracciabilità.
L’Unione Europea non riconosce però la “terzietà” della struttura consortile e quindi ogni tre anni i produttori devono affidare ad un Ente di Certificazione l’azione di controllo da loro stessi pagata secondo tabelle Ministeriali.
Il Vino DOC Alba ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 2 agosto 2010.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con DPR 22.10.1987, G.U.75 - 30.03.1988 - Approvato DOCG con DM 08.10.2010, G.U. 248 - 22.10.2010
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Decreto Ministeriale 31/03/2020
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Ruchè di Castagnole Monferrato D.O.C.G.
La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Ruchè di Castagnole Monferrato” è riservata ai vini rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Ruchè di Castagnole Monferrato
- Ruchè di Castagnole Monferrato Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
- Ruchè di Castagnole Monferrato (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Ruchè
- =< 10% Barbera e Brachetto da soli o congiuntamente
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino con leggeri riflessi violacei talvolta anche tendenti all’aranciato, odore intenso, persistente, leggermente aromatico, fruttato, anche speziato con adeguato affinamento e dal sapore secco, rotondo, armonico, talvolta leggermente tannico, di medio corpo, con leggero retrogusto aromatico, talvolta con sentori di legno.
- Ruchè di Castagnole Monferrato Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Ruchè
- =< 10% Barbera e Brachetto da soli o congiuntamente
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente all’aranciato, odore intenso, persistente, aromatico e speziato, e sapore secco, rotondo, armonico, talvolta leggermente tannico, di medio corpo, con leggero retrogusto aromatico, con sentori di legno.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
L'area geografica del Ruchè è costituita da un piccolo territorio viticolo nel Monferrato astigiano situato nella riva sinistra del Tanaro, in una zona di basse colline ampiamente boscate, caratterizzate da terreni calcarei, asciutti, con elevata insolazione che regalano un vino di alta qualità ma in quantità limitate.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Ruchè di Castagnole è localizzata in:
- provincia di Asti e comprende il territorio dei comuni di Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% e a 6.300 Litri/ettaro. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto. Nel rispetto della % di resa uva/vino e in presenza di determinati requisiti di coltivazione può essere menzionata la dizione "Vigna".
- I vini a denominazione di origine controllata e garantita Ruchè di Castagnole
Monferrato Riserva anche con menzione “vigna” devono essere sottoposti ad un
periodo minimo di invecchiamento di 24 mesi di cui almeno 12 mesi in botti di legno.
4. Produttori di Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
Con l’utilizzo della DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
Antipasti caldi della tipica cucina piemontese, primi piatti al ragù saporito e formaggi di media stagionatura. La versione Amabile del Ruchè si abbina bene con crostate di frutta.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato
Le notizie circa le origini del vitigno Ruchè sono poche e frammentate. Di sicuro è che viene coltivato sin dal Medioevo sulle colline del Monferrato e in particolare nel territorio di Castagnole Monferrato, sua zona d’elezione. Ma in merito a come sia giunto fino a qui e da dove, ma nessuna teoria prevale sulle altre, tanto che qualcuno si è spinto fino ad assegnargli l’appellativo di “vino del mistero”. Di certo si sa solo che il Ruchè per un periodo di tempo molto lungo non è stato un vitigno popolare e la sua presenza si limitava a qualche sporadica pianta tra i filari di Barbera e Grignolino.
A scoprire le potenzialità del Ruchè è stato Don Luigi Cauda, parroco di Castagnole Monferrato, il quale nel 1964 vinificò le uve prodotte dalle vigne della parrocchia ottenendo un vino straordinario. Dunque è a Don Cauda che si deve la riscoperta enologica del Ruchè, il curato infatti credette moltissimo nelle sue potenzialità di ottimo vino, tanto che ne iniziò una produzione sistematica e contribuì a renderlo popolare offrendolo durante le feste paesane. Si diffuse così la coltivazione del Ruchè divenendo negli anni una risorsa importantissima per il territorio di Castagnole Monferrato, culminata dall'attribuzione di vino DOC nel 1987, e DOCG nel 2010.