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COLLI DI LUNI DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 14.06.1989, G.U. 256 del 02.11.1989
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Colli di Luni D.O.C. 

La denominazione di origine controllata “Colli di Luni” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso, anche nella tipologia Riserva
  2. Bianco
  3. Vermentino, anche nella tipologia Superiore
  4. Albarola

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli di Luni

 

  • Colli di Luni Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 35% Vitigno Vermentino
  • >< 25-40% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore delicato, gradevole e sapore asciutto, armonico, caratteristico.

  • Colli di Luni Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, tendente al granato con l'invecchiamento, odore delicato, vinoso e sapore asciutto, fine, armonico.

  • Colli di Luni Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino più o meno intenso, tendente al granato con l'invecchiamento, odore delicato, vinoso e sapore asciutto, fine, armonico.

  • Colli di Luni Vermentino (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Vermentino
  • =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore intenso, caratteristico, fruttato e sapore asciutto, armonico, delicatamente mandorlato.

  • Colli di Luni Vermentino Superiore (Vino Bianco Superiore)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Vermentino
  • =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino piuttosto intenso, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore asciutto, pieno, armonico, retrogusto mandorlato.

  • Colli di Luni Albarola (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Albarola
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, talvolta con riflessi verdolini, odore intenso, caratteristico, fruttato e sapore asciutto, fresco, caratteristico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli di Luni

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli di Luni si estende sulle colline situate a cavallo delle regioni Toscana e Liguria, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Colli di Luni è localizzata in:

  • provincia di Massa e comprende il territorio dei comuni di Fosdinovo, Aulla e Podenzana.
  • provincia di La Spezia e comprende il territorio dei comuni di Ortonovo, Castelnuovo Magra, Sarzana, Santo Stefano di Magra, Bolano, Calice al Cornoviglio, Beverino, Riccò del Golfo, Follo, La Spezia, Vezzano Ligure, Arcola, Lerici, Ameglia.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli di Luni

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli di Luni prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Colli di Luni non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Il vino DOC Colli di Luni con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi.
  • Nella designazione dei Vini DOC Colli di Luni può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli di Luni è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Colli di Luni

Con l’utilizzo della DOC Colli di Luni i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli di Luni

Lasagne verdi al sugo di salsiccia, coniglio arrosto, manzo alla genovese e spezzatino con zucchine e patate.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli di Luni

La storia della zona di produzione del Vino Doc Colli di Luni è documentata dall'epoca dell'Impero Romano: qui sorge Luni, fiorente Porto Romano i cui resti costituiscono oggi una vasta zona archeologica di notevole interesse storico e culturale. Plinio il Vecchio, che morì nell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., ha lasciato scritto: Il vino di Luni ha la palma fra quelli dell'Etruria (XVI, 6, 68).

Il commercio del vino in questa zona è certificato dai documenti relativi alla Colonia ed al Porto di Luni Antica Le coste miti, soleggiate e ventilate di produzione del vino dei colli di luni che si affacciano sul Mar Ligure e sul Mar Tirreno, rappresentano assieme alla Sardegna le terre di elezione del vitigno vermentino, il piu’ diffuso e rinomato nella zona.

Le origini di questo vitigno sono ancora oggi oggetto di dibattito tra gli ampelologi; quello che sembra certo e’ che le prime viti siano arrivate in Liguria passando per la Francia diffondendosi dalla Costa Azzura verso le coste occidentali della Liguria e poi via via attraverso tutta la regione fino a zone dell’alta Toscana e della Lunigiana.

La coltivazione della vite nella zona di Luni nei secoli è rimasta costantemente legata alla presenza del vitigno Vermentino ritenuto da sempre la varietà meglio adattabile in zona. La vocazione viticola ligure si consolida poi nel XVIII secolo e prosegue con un fiorente commercio locale soprattutto verso le città in rapido sviluppo.

Nel corso dell’800 i primi comizi agrari tenutisi in Liguria sottolineava l’opportunità di coltivare soprattutto il vermentino studiato a lungo da Giorgio Galesio (nella sua Pomona Italiana), da allora il vitigno si è diffuso soprattutto nelle caratteristiche “fasce” o sulle “terrazze” aperte sui suggestivi orizzonti marini e frutto del lavoro, dell’ingegno e della fatica dei viticoltori locali.

Lo sviluppo piu’ significativo della viticoltura nella zona si e’ avuto nell’ultimo trentennio con lo sviluppo di realtà imprenditoriali di livello condotte da giovani del luogo.

La base ampeolgrafica dei vigneti è caratteristica e riguarda vitigni presenti solo nel territorio delimitato come il già citato Vermntino e l’Albarola che ne evidenziano originalità e legame con la tradizione. Le forme di allevamento sono tradizionali e nel tempo non si sono mai discostate da quelle tradizionalmente utilizzate in passato.

Recentemente le tecniche enologiche, a vent’anni dal riconoscimento DOC nazionale, hanno portato gli operatori a selezionare maggiormente le caratteristiche peculiari che il fattore ambiente esalta e a migliorare in cantina un prodotto che, già dalla vigna e dalle caratteristiche delle uve, ha le note del territorio.

Il Vino DOC Colli di Luni ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 14 giugno 1989.

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvata con D.P.R. 05.12.1990, G.U. 59 del 11.03.1991
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Colli dell'Etruria Centrale D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Colli dell'Etruria Centrale” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso
  2. Rosato
  3. Bianco
  4. Novello
  5. Vin Santo
  6. Vin Santo Riserva
  7. Vin Santo Occhio di Pernice
  8. Vin Santo Occhio di Pernice Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale

 

  • Colli dell'Etruria Centrale Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca nera è ammessa nella misura massima del 15%.
  • => 10% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino anche con riflessi verdognoli, odore delicato e fruttato e sapore da secco ad abboccato, sapido, vivace, fresco, armonico.

  • Colli dell'Etruria Centrale Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca bianca è ammessa nella misura massima del 25%.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, brillante, vivace, anche di media intensità, odore dal vinoso al fruttato, fragrante, fresco, delicato e sapore da secco ad abboccato, vivace, armonico.

  • Colli dell'Etruria Centrale Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca bianca è ammessa nella misura massima del 25%.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, odore fruttato fragrante, fresco e sapore da secco ad abboccato, fresco, vivace, sapido.

  • Colli dell'Etruria Centrale Rosso Novello (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca bianca è ammessa nella misura massima del 15%.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso cerasuolo talvolta tendente al violaceo, vivace, odore fruttato, fresco e sapore fresco, brioso, armonico.

  • Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 70% Vitigno Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente;
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca bianca è ammessa nella misura massima del 15%.
  • => 15,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal colore dal giallo paglierino dorato all’ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore da secco a dolce, armonico, vellutato, con più pronunciata rotondità per il tipo dolce.

  • Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo Riserva (Vino Bianco Vin Santo Invecchiato)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 70% Vitigno Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente;
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca nera è ammessa nella misura massima del 15%.
  • => 15,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vin Santo Invecchiato dal colore variabile dal colore dal giallo paglierino dorato all’ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore da secco a dolce, armonico, vellutato, con più pronunciata rotondità per il tipo dolce.

  • Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo Occhio di Pernice (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 16,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore variabile da rosa più o meno intenso ad ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore da secco a dolce, morbido, vellutato, rotondo.

  • Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo Occhio di Pernice Riserva (Vino Rosato Invecchiato)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 16,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Invecchiato dal colore variabile da rosa più o meno intenso ad ambrato, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore da secco a dolce, morbido, vellutato, rotondo.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale si estende sulle colline dell'Appennino toscano, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale è localizzata in:

  • provincia di Arezzo e comprende il territorio dei comuni di Arezzo, Bucine, Capolona, Castelfranco di Sopra, Castiglion Fibocchi, Cavriglia, Civitella in Val di Chiana, Foiano della Chiana, Laterina, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Montevarchi, Pergine Valdarno, Pian di Sco, Subbiano e Terranuova Bracciolini.
  • provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Dicomano, Empoli, Fiesole, Figline Valdarno, Firenze, Gambassi Terme, Impruneta, Incisa Valdarno, Lastra a Signa, Londa, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull'Arno, Rufina, San Casciano in Val di Pesa, Scandicci, Signa, Tavarnelle Val di Pesa e Vinci.
  • provincia di Pisa e comprende il territorio dei comuni di Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Fauglia, Laiatico, Lari, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, San Miniato, Santa Luce e Terricciola.
  • provincia di Pistoia e comprende il territorio dei comuni di Lamporecchio, Larciano, Monsummano Terme, Montale, Pistoia, Quarrata e Serravalle Pistoiese.
  • provincia di Prato e comprende il territorio dei comuni di Carmignano, Montemurlo e Poggio a Caiano.
  • provincia di Siena e comprende il territorio dei comuni di Asciano, Casole d'Elsa, Castelnuovo Berardenga, Cetona, Chianciano, Chiusi, Colle Val d'Elsa, Montalcino, Montepulciano, Monteriggioni, Monteroni Val d'Arbia, Murlo, Pienza, Poggibonsi, Radicondoli, Rapolano Terme, San Casciano dei Bagni, San Gimignano, Sarteano, Siena, Sinalunga, Sovicille, Torrita di Siena e Trequanda.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Colli dell'Etruria Centrale non dovrà essere superiore al 70%, al 65% per le tipologie di Vino Rosso e Rosato, e al 35% per le tipologie di Vino Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26%.
  • Il vino DOC Colli dell'Etruria Centrale Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice devono essere sottoposti ad invecchiamento in recipienti di legno (caratelli) di capacità non superiore ai cinque ettolitri per circa 36 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° ottobre del terzo anno (quanto anno per la tipologia Riserva) successivo alla vendemmia.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale

Con l’utilizzo della DOC Colli dell'Etruria Centrale i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale

Crostini alla toscana, al lardo di Colonnata, alla caciotta toscana, alla pappa al pomodoro, alla zuppa di lenticchie e alla carne bianca.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale

Di fondamentale importanza sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione, hanno contribuito ad ottenere i vini a denominazione di origine controllata «Colli dell’Etruria Centrale». Anche se molti storici concordano sul fatto che furono gli etruschi ad introdurre la viticoltura nel territorio dei «Colli dell’Etruria Centrale», il ritrovamento di alcune viti fossili risalenti a decine di milioni di anni fa, induce a pensare un’origine ancora più antica per una delle più rinomate colture della regione.

Nel corso dei secoli, quindi, la viticoltura ha mantenuto il ruolo della coltura principale e di riferimento del territorio, attorno a cui sono ruotati gli altri settori produttivi agricoli, fino all’inizio degli anni settanta, con il passaggio dalla conduzione associata “mezzadrile”, a quella del cosiddetto “conto diretto”. Questo passaggio epocale, ha visto la migrazione di forza lavoro dal settore primario verso attività extragricole come edilizia ed industria con il conseguente abbandono delle campagne dovuto alla l’urbanizzazione delle popolazioni. Ciò forzatamente ha portato alla riformulazione di un nuovo sistema di conduzione, del cosiddetto “conto diretto”, che drasticamente impose di trasformare le vecchie superfici vitate, spesso nella forma della coltura promiscua - viti maritate a sostegno vivo -, in nuovi vigneti specializzati moderni e facilmente meccanizzabili, grazie anche al supporto economico dei vari programmi F.E.O.G.A.

Nel 1990, nella logica di un’attiva difesa dei vini italiani di qualità, venne approvato il disciplinare, definendo così il territorio di produzione dei vini a denominazione di origine controllata «Colli dell’Etruria Centrale», così come confermato nell’attuale delimitazione, ricadente in parte dei territori delle provincie di Arezzo, Firenze, Pistoia, Pisa, Prato e Siena. Grazie al lavoro sapiente dei produttori vitivinicoli ed all’attivismo dell’industria di settore, si sono create le condizioni affinché i vini a denominazione di origine controllata «Colli dell’Etruria Centrale» ottenessero una certa diffusione ed apprezzamenti sui mercati.

Il Vino DOC Colli dell'Etruria Centrale ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 5 dicembre 1990.

CAPALBIO DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 21.05.1999, G.U. 127 del 02.06.1999
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Capalbio D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Capalbio” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso (anche con menzione riserva)
  2. Bianco
  3. Rosato
  4. Vermentino
  5. Sangiovese
  6. Cabernet Sauvignon
  7. Vin Santo

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Capalbio

 

  • Capalbio Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione dell’Aleatico.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore vinoso, caratteristico e sapore armonico, asciutto, giustamente tannico.

  • Capalbio Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione dell’Aleatico.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino più o meno intenso, tendente  al  granato con l’invecchiamento, odore ampio, vinoso e sapore armonico, asciutto, sapido, giustamente tannico.

  • Capalbio Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione dell’Aleatico.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, odore vinoso, fruttato, fresco e sapore asciutto, fruttato, caratteristico.

  • Capalbio Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino scarico, odore delicato, fresco, fruttato e sapore asciutto.

  • Capalbio Vin Santo (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Amabile
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore variabile dal giallo dorato fino all’ambrato intenso, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore armonico, vellutato, con più  pronunciata rotondità per il tipo amabile.

  • Capalbio Vermentino (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Vermentino
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o  meno  intenso,  talvolta  con riflessi verdognoli, odore delicato, caratteristico, fruttato e sapore asciutto, sapido.

  • Capalbio Sangiovese (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore ampio, vinoso e sapore pieno, secco, giustamente tannico.

  • Capalbio Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con l’esclusione del Moscato bianco.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso talvolta con riflessi violacei, odore vinoso con note speziate tipiche e sapore corposo, asciutto, sapido, giustamente tannico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Capalbio

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Capalbio si estende sulle colline della Toscana sud-occidentale, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Capalbio è localizzata in:

  • provincia di Grosseto e comprende il territorio dei comuni di Capalbio, Manciano, Magliano e Orbetello.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Capalbio

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Capalbio prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Capalbio non dovrà essere superiore al 70% e al 35% per la tipologia di Vino Vin Santo; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Capalbio Vin Santo devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26,6%
  • Il vino DOC Capalbio con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 in botti di legno.
  • Nella designazione dei Vini DOC Capalbio può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Capalbio è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Capalbio

Con l’utilizzo della DOC Capalbio i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Capalbio

Polpettone alla fiorentina, la ribollita, la bistecca alla fiorentina.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Capalbio

I fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito a ottenere i vini di «Capalbio», sono di fondamentale rilievo. In quest’area, infatti, esistono testimonianze della coltivazione della vite che risalgono al periodo etrusco, greco e romano – l’antica città etrusca di Cosa, nella parte meridionale della zona di produzione, le l’area di Poggio Buco, più a nord, sono solo alcuni esempi di insediamenti più o meno rilevanti – come testimoniano alcuni reperti; in particolare, presso Marsiliana lungo il corso del fiume Albegna, è stato rinvenuto un numero consistente di vasellame e pithoi (recipienti particolari per la raccolta del vino proveniente dalla pigiatura delle uve e dai torchi), probabilmente poiché il luogo corrispondeva a un vero e proprio centro di raccolta per i vini che provenivano dalle aree più interne (colline di Manciano, Capalbio, Magliano e Scansano), trasportati lungo il corso del fiume.

La dominazione romana accentuò la tendenza al miglioramento delle tecniche di vinificazione, che rimasero insuperate fino al medioevo; in questo periodo storico, la vite acquistò particolare importanza come pianta colonizzatrice, tanto che governanti e feudatari riconobbero la necessità di concedere terre adatte per questa coltura, che ebbe particolare protezione con apposite norme statutarie. Negli Statuti della Comunità del Cotone le norme stabilite per la protezione delle viti e dell’uva erano molto severe, tanto che stabilivano perfino una multa di 10 soldi per ciascuna bestia grossa entrata a far danno in “vigne o chiuse di olivi da calende di marzo fino a Ognissanti”.

La tradizione vitivinicola della Maremma meridionale ha continuato a trasmettersi nei secoli, passando anche attraverso le vicissitudini legate alla famiglia Aldobrandeschi (nel 1269 il Castello di Ansedonia venne inserito tra i domini che questa famiglia aveva ottenuto in enfiteusi dall’Abbazia delle Tre Fontane di Roma) e, più tardi, a inizio 1300, dopo che Papa Bonifacio VII ebbe revocato il possesso della città di Ansedonia e del porto di Feniglia per concederli a suo nipote, attraverso le occupazioni dell’esercito orvietano e del comune di Perugia, fino alle vicende legate allo Stato dei Presidi. Studiosi di ogni tempo riconobbero i pregi delle uve di questo territorio e l’eccellenza dei vini prodotti. L’enotecnico Luigi Vivarelli, in una memoria pubblicata nel 1906 su “La vite e il vino nel mandamento di Orbetello” riferiva l’esistenza di tronchi di vite di dimensioni eccezionali, il che portava a pensare a un’attività viticola fortemente tradizionale.

Il dott. Alfonso Ademollo, in una relazione all’inchiesta parlamentare Jacini, tenendo conto della vocazione viticola della Maremma, nel 1884 affermava che tutte le varietà “vegetano bene nel nostro suolo ed a noi non mancano le uve da spremere e da mangiare, queste ultime a dovizia fornite dal Monte Argentario e dall’Isola del Giglio”. L’Ademollo, nel fornire interessanti informazioni sulla situazione viticola della provincia, così scriveva: “La vite ha sempre allignato, fino dalle epoche più remote, nella provincia di Grosseto.

Le varietà di vite da noi conosciute e coltivate sono molte, poichè si può asserire che tutte le varietà di sì prezioso sarmento, anche le esotiche, vegetano bene nel nostro suolo…… Le vigne pure da qualche tempo si sono estese ed hanno migliorato nel proprio prodotto, ma tuttavia anche per questo lato la provincia di Grosseto sarebbe capace di più, poichè la vite cresce benissimo e porge preziosi e squisiti grappoli in ogni parte della provincia, perchè non abbiamo veramente nè caldi nè freddi eccessivi,….. perchè dovunque trovasi terreni leggeri, permeabili, aridi nelle parti elevate, dovute a sabbie, a rocce decomposte, a detriti vulcanici e sassaie”. Da ciò la categorica affermazione: “La provincia di Grosseto, per cinque sesti ha terreno adatto alla viticoltura”. Parlando dei pregi e dei difetti del vino prodotto nella zona lo stesso Ademollo così si esprimeva: “II vino, questo benefico liquido che ha tanta importanza nella pubblica e privata economia, 10 come nella pubblica e privata salute, viene prodotto dai nostri viticoltori con sempre crescente progresso e accuratezza in ogni parte della provincia di Grosseto, sia nella zona piana, che in quella montuosa, e per la bontà e quantità in alcuni Comuni è di una rendita importante ai proprietari…… Vini forti e generosi poi si incontrano nei comuni più marittimi i quali sono quelli di Orbetello, Monte Argentario e Giglio”.

Nel periodo storico successivo, caratterizzato da due eventi bellici e da un ventennio di dittatura politica, la situazione viticola della Maremma meridionale ha seguito le sorti dell’agricoltura in genere, il cui obiettivo principale era quello di conseguire un’economia di consumo e la piena occupazione della mano d’opera. In tale periodo, la viticoltura non era certamente florida, in quanto legata all’immobilismo, alla polverizzazione delle proprietà diretto coltivatrici e alle diffuse forme di conduzione mezzadrile, sfavorevoli all’espansione della specializzazione viticola, tanto che nella prima metà del Novecento la superficie vitata non subisce in questa zona profonde modificazioni.

Nei decenni successivi, invece, si moltiplicano le iniziative di molti proprietari – aiutate e incentivate anche dall’applicazione della riforma fondiaria e dall’opera dei tecnici agricoli – intese a sviluppare una viticoltura più razionale, anche con la diffusione di nuove cultivar nei territori collinari più facili. Ma l’espansione viticola, se non accompagnata dal perfezionamento della tecnica vinicola e quindi della qualità dei vini prodotti, creava notevoli problemi di organizzazione e diffusione dei vini stessi, anche a causa della disponibilità di modeste partite, dalle caratteristiche poco omogenee anche se pregiate.

Un contributo decisivo alla risoluzione di questi problemi è stato dato dalla realizzazione della Cantina Sociale di Capalbio, con lo scopo di raccogliere e trasformare la produzione viticola del comprensorio circostante e che rappresenta una circostanza importante per la nascita dell’industria enologica, alfine di presentare sul mercato vini uniformi, di tipo costante, migliorati nella qualità e standardizzati nella presentazione. Più tardi, anche alcune pubblicazioni scientifiche del settore, occupandosi dei vini ottenuti su questo territorio, apportarono un contributo importante alla loro valorizzazione; “Vini tipici e pregiati d’Italia” di R. Capone, edito nel 1963, illustra, tra l’altro, le caratteristiche dei vini della zona di Capalbio, soffermandosi non solo sui rinomati vini bianchi a base di Ansonica e Vermentino, ma illustrando anche le caratteristiche dei rossi, vini da sempre prodotti in questa zona utilizzando, a partire dagli anni ’80, l’indicazione geografica transitoria autorizzata dal Ministero dell’Agricoltura, ovvero “Capalbio” con le indicazioni aggiuntive Bianco e Rosso.

Furono questi i presupposti che portarono alla consapevolezza che il territorio della Maremma meridionale poteva aspirare al riconoscimento della denominazione di origine controllata per i vini prodotti nella zona, che verrà attribuito nel 1999 per i vini «Capalbio» ottenuti in tipologie bianche, rosse e nel tipo rosato incentrate, per lo più, sulle uve dei vitigni Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Trebbiano toscano e Vermentino.

Il Vino DOC Capalbio ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 21 maggio 1999.

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 27.01.1981, G.U. 243 del 04.09.1981
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Candia dei Colli ApuanI D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Candia dei Colli Apuani” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco anche Frizzante (Secco e Amabile)
  2. Vin Santo
  3. Vendemmia tardiva
  4. Vermentino bianco
  5. Rosso
  6. Rosato
  7. Vermentino nero
  8. Rosato Vermentino nero
  9. Barsaglina (o Massaretta)

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Candia dei Colli Apuani

 

  • Candia dei Colli Apuani Bianco Secco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Vermentino
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato, intenso, caratteristico e sapore asciutto, talvolta morbido, fruttato, pieno, armonico, con retrogusto amarognolo.

  • Candia dei Colli Apuani Bianco Secco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Vermentino
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato, intenso, caratteristico e sapore asciutto, talvolta morbido, fruttato, pieno, armonico, con retrogusto amarognolo.

  • Candia dei Colli Apuani Bianco Amabile (Vino Bianco)
  • Versioni: Amabile
  • => 70% Vitigno Vermentino
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore gradevole, delicato, leggermente aromatico, caratteristico e sapore fruttato, amabile, armonico, vivace o tranquillo.

  • Candia dei Colli Apuani Bianco Amabile Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Amabile
  • => 70% Vitigno Vermentino
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino più o meno intenso, odore gradevole, delicato, leggermente aromatico, caratteristico e sapore fruttato, amabile, armonico, vivace o tranquillo.

  • Candia dei Colli Apuani Bianco Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
  • => 70% Vitigno Vermentino
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 16,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo paglierino all'ambrato più o meno intenso, odore etereo, intenso, aromatico e sapore dal secco all'amabile, armonico.

  • Candia dei Colli Apuani Bianco Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
  • => 70% Vitigno Vermentino
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 14,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore variabile dal giallo paglierino all'ambrato più o meno intenso, odore etereo, intenso, aromatico e sapore dal secco all'amabile, armonico.

  • Candia dei Colli Apuani Vermentino Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Vermentino Bianco
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato con note di spezie, o di agrumi e miele, e sapore asciutto, talvolta morbido, pieno, armonico, con retrogusto amarognolo.

  • Candia dei Colli Apuani Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • >< 60-80% Vitigno Sangiovese
  • =< 20% Vitigno Merlot
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore fruttato con note speziate e sapore asciutto, giustamente tannico equilibrato.

  • Candia dei Colli Apuani Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • >< 60-80% Vitigno Sangiovese
  • =< 20% Vitigno Merlot
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosa di buona intensità, odore vinoso, fruttato con note vegetali o floreali e sapore asciutto, fresco ed equilibrato.

  • Candia dei Colli Apuani Rosso Vermentino Nero (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Vermentino Nero
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato se invecchiato, odore fruttato, con note floreali e vegetali o speziate e sapore asciutto, equilibrato.

  • Candia dei Colli Apuani Rosato Vermentino Nero (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Vermentino Nero
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa di buona intensità, odore vinoso, fruttato con note vegetali o floreali e sapore asciutto, fresco ed equilibrato.

  • Candia dei Colli Apuani Barsaglina o Massaretta (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Vermentino Nero
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato se invecchiato, odore fruttato con note speziate e vegetali sapore asciutto, giustamente tannico. 

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani si estende sulle colline situate ad ovest della Toscana, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani è localizzata in:

  • provincia di Massa Carrara e comprende il territorio dei comuni di Carrara, Massa e Montignoso.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Candia dei Colli Apuani

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Candia dei Colli Apuani non dovrà essere superiore al 70%, al 60% per la tipologia di vino Vendemmia Tardiva e al 35% per la tipologia di Vino Vin Santo; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • I vini DOC Candia dei Colli Apuani tipologia Amabile possono essere soggetti a rifermentazione in bottiglia.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani Vin Santo devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado alcolometrico di almeno 16°.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani Vendemmia Tardiva devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado alcolometrico di almeno 15°.
  • Il vino DOC Candia dei Colli Apuani deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 36 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° novembre del terzo anno successivo alla vendemmia.
  • Sulle bottiglie è obbligatorio riportare in etichetta il riferimento alla tipologia secco o asciutto. È facoltativo il riferimento alla tipologia amabile; qualora esso venga riportato può essere comunicato che il prodotto può essere soggetto a rifermentazione in bottiglia.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Candia dei Colli Apuani è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Candia dei Colli Apuani

Con l’utilizzo della DOC Candia dei Colli Apuani i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Candia dei Colli Apuani

Triglie alla livornese, acquacotta, panzanella, marzolino, torta con acciughe, rape in padella.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Candia dei Colli Apuani

La maggior parte dei vigneti ha un’età di oltre 40 anni, in quanto è molto difficile eseguire le operazioni di preparazione del terreno per eventuali nuovi impianti, pertanto la nuova piantagione si limita a specifiche situazioni in cui il vigneto ha perso la capacità produttiva o di ristrutturazioni per consentire un miglioramento della gestione del vigneto.

La viabilità è assente o quasi ed è costituita essenzialmente da sentieri scalinati a rittochino per il solo passaggio delle persone. L’impiego di tecnologie, che in alcuni casi possono essere predisposte, sono costituite allo stato attuale da teleferiche fisse per il trasporto o da canalizzazioni semifisse per l’avallo dell’uva ai punti di raccolta dove possono arrivare piccole macchine di trasporto.

La viticultura si attua su terreno terrazzato con sesto di impianto spesso irregolare sulla fila, che va da 0,4 a 1,2 m e nell’interfila (piani delle terrazze) da 0,8 a 2 m. l’intera area vitata è organizzata in terrazzamenti più o meno ampi, con dimensioni medie di m1,20 x 1,00, tali da escludere i comuni mezzi meccanizzati e limitare gli spazi disponibili all’espansione vegetativa.

La densità di impianto è generalmente di oltre 10.000 piante/ha con un sistema di allevamento per lo più irregolare, in genere costituito da guyot semplice o multiplo con un carico di gemme ad ettaro variabile da 60.000 a 150.000. Questo tipo di coltivazione richiede numerosi interventi di potatura verde con elevato impiego di manodopera, numerosi trattamenti antiparassitari, inerbimento del vigneto e dei ciglioni per mantenere la stabilità del suolo.

La vendemmia avviene in modo differenziato o con cernita manuale per garantire la massima qualità ma anche in funzione della diversa epoca di maturazione delle uve. Continui interventi sono necessari sia sul suolo per mantenere una corretta regimazione delle acque, sia per rinnovare i sostegni del vigneto.

Il comportamento dei viticoltori risente ovviamente di questi vincoli ambientali e si traduce in pratica in azioni che si ripetono ormai da secoli sia nella gestione del vigneto che nelle opere di ricostruzione e manutenzione delle sistemazioni idraulico agrarie senza interventi di lavorazione al terreno per evitare fenomeni di erosione superficiale e quindi asportazione della fertilità, molto spesso operando l’inerbimento spontaneo per consolidare e contenere il terreno, limitando il diserbo chimico e provvedendo a consolidare le pendici mediante la costruzione di muretti a secco con pietre locali e la loro manutenzione.

Questo modo di operare ha ovviamente forti ripercussioni sia sul piano tecnico in riferimento alla coltivazione e agli equilibri vegeto-produttivi del vigneto, ma anche rispetto alla forte identificazione territoriale dei produttori e dei prodotti ottenuti che sono da sempre accomunati dalla condivisione e dallo stesso modo di operare.

Il Vino DOC Candia dei Colli Apuani ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 27 gennaio 1981.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

Assovini

Assovini.it è il sito del Vino e delle Cantine ideato nel 1986 e realizzato da un team di Sommelier con la collaborazione di Enologi e Produttori per diffondere i migliori Vini italiani nel mondo.

  • Referente: Salvo Spedale - Sommelier AIS
  • Telefono: +39 389-2856685
  • Email: info@assovini.it

 

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