Assovini
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 27.01.1981, G.U. 243 del 04.09.1981
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Candia dei Colli ApuanI D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Candia dei Colli Apuani” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco anche Frizzante (Secco e Amabile)
- Vin Santo
- Vendemmia tardiva
- Vermentino bianco
- Rosso
- Rosato
- Vermentino nero
- Rosato Vermentino nero
- Barsaglina (o Massaretta)
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Candia dei Colli Apuani
- Candia dei Colli Apuani Bianco Secco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Vermentino
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato, intenso, caratteristico e sapore asciutto, talvolta morbido, fruttato, pieno, armonico, con retrogusto amarognolo.
- Candia dei Colli Apuani Bianco Secco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Vermentino
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato, intenso, caratteristico e sapore asciutto, talvolta morbido, fruttato, pieno, armonico, con retrogusto amarognolo.
- Candia dei Colli Apuani Bianco Amabile (Vino Bianco)
- Versioni: Amabile
- => 70% Vitigno Vermentino
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore gradevole, delicato, leggermente aromatico, caratteristico e sapore fruttato, amabile, armonico, vivace o tranquillo.
- Candia dei Colli Apuani Bianco Amabile Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Amabile
- => 70% Vitigno Vermentino
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino più o meno intenso, odore gradevole, delicato, leggermente aromatico, caratteristico e sapore fruttato, amabile, armonico, vivace o tranquillo.
- Candia dei Colli Apuani Bianco Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
- => 70% Vitigno Vermentino
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo paglierino all'ambrato più o meno intenso, odore etereo, intenso, aromatico e sapore dal secco all'amabile, armonico.
- Candia dei Colli Apuani Bianco Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
- => 70% Vitigno Vermentino
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 14,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore variabile dal giallo paglierino all'ambrato più o meno intenso, odore etereo, intenso, aromatico e sapore dal secco all'amabile, armonico.
- Candia dei Colli Apuani Vermentino Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Vermentino Bianco
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato con note di spezie, o di agrumi e miele, e sapore asciutto, talvolta morbido, pieno, armonico, con retrogusto amarognolo.
- Candia dei Colli Apuani Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- >< 60-80% Vitigno Sangiovese
- =< 20% Vitigno Merlot
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore fruttato con note speziate e sapore asciutto, giustamente tannico equilibrato.
- Candia dei Colli Apuani Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- >< 60-80% Vitigno Sangiovese
- =< 20% Vitigno Merlot
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosa di buona intensità, odore vinoso, fruttato con note vegetali o floreali e sapore asciutto, fresco ed equilibrato.
- Candia dei Colli Apuani Rosso Vermentino Nero (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Vermentino Nero
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato se invecchiato, odore fruttato, con note floreali e vegetali o speziate e sapore asciutto, equilibrato.
- Candia dei Colli Apuani Rosato Vermentino Nero (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Vermentino Nero
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa di buona intensità, odore vinoso, fruttato con note vegetali o floreali e sapore asciutto, fresco ed equilibrato.
- Candia dei Colli Apuani Barsaglina o Massaretta (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Vermentino Nero
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato se invecchiato, odore fruttato con note speziate e vegetali sapore asciutto, giustamente tannico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani si estende sulle colline situate ad ovest della Toscana, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani è localizzata in:
- provincia di Massa Carrara e comprende il territorio dei comuni di Carrara, Massa e Montignoso.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Candia dei Colli Apuani
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Candia dei Colli Apuani non dovrà essere superiore al 70%, al 60% per la tipologia di vino Vendemmia Tardiva e al 35% per la tipologia di Vino Vin Santo; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- I vini DOC Candia dei Colli Apuani tipologia Amabile possono essere soggetti a rifermentazione in bottiglia.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani Vin Santo devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado alcolometrico di almeno 16°.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Candia dei Colli Apuani Vendemmia Tardiva devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado alcolometrico di almeno 15°.
- Il vino DOC Candia dei Colli Apuani deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 36 mesi e, comunque, immesso sul mercato non prima del 1° novembre del terzo anno successivo alla vendemmia.
- Sulle bottiglie è obbligatorio riportare in etichetta il riferimento alla tipologia secco o asciutto. È facoltativo il riferimento alla tipologia amabile; qualora esso venga riportato può essere comunicato che il prodotto può essere soggetto a rifermentazione in bottiglia.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Candia dei Colli Apuani è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Candia dei Colli Apuani
Con l’utilizzo della DOC Candia dei Colli Apuani i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Candia dei Colli Apuani
Triglie alla livornese, acquacotta, panzanella, marzolino, torta con acciughe, rape in padella.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Candia dei Colli Apuani
La maggior parte dei vigneti ha un’età di oltre 40 anni, in quanto è molto difficile eseguire le operazioni di preparazione del terreno per eventuali nuovi impianti, pertanto la nuova piantagione si limita a specifiche situazioni in cui il vigneto ha perso la capacità produttiva o di ristrutturazioni per consentire un miglioramento della gestione del vigneto.
La viabilità è assente o quasi ed è costituita essenzialmente da sentieri scalinati a rittochino per il solo passaggio delle persone. L’impiego di tecnologie, che in alcuni casi possono essere predisposte, sono costituite allo stato attuale da teleferiche fisse per il trasporto o da canalizzazioni semifisse per l’avallo dell’uva ai punti di raccolta dove possono arrivare piccole macchine di trasporto.
La viticultura si attua su terreno terrazzato con sesto di impianto spesso irregolare sulla fila, che va da 0,4 a 1,2 m e nell’interfila (piani delle terrazze) da 0,8 a 2 m. l’intera area vitata è organizzata in terrazzamenti più o meno ampi, con dimensioni medie di m1,20 x 1,00, tali da escludere i comuni mezzi meccanizzati e limitare gli spazi disponibili all’espansione vegetativa.
La densità di impianto è generalmente di oltre 10.000 piante/ha con un sistema di allevamento per lo più irregolare, in genere costituito da guyot semplice o multiplo con un carico di gemme ad ettaro variabile da 60.000 a 150.000. Questo tipo di coltivazione richiede numerosi interventi di potatura verde con elevato impiego di manodopera, numerosi trattamenti antiparassitari, inerbimento del vigneto e dei ciglioni per mantenere la stabilità del suolo.
La vendemmia avviene in modo differenziato o con cernita manuale per garantire la massima qualità ma anche in funzione della diversa epoca di maturazione delle uve. Continui interventi sono necessari sia sul suolo per mantenere una corretta regimazione delle acque, sia per rinnovare i sostegni del vigneto.
Il comportamento dei viticoltori risente ovviamente di questi vincoli ambientali e si traduce in pratica in azioni che si ripetono ormai da secoli sia nella gestione del vigneto che nelle opere di ricostruzione e manutenzione delle sistemazioni idraulico agrarie senza interventi di lavorazione al terreno per evitare fenomeni di erosione superficiale e quindi asportazione della fertilità, molto spesso operando l’inerbimento spontaneo per consolidare e contenere il terreno, limitando il diserbo chimico e provvedendo a consolidare le pendici mediante la costruzione di muretti a secco con pietre locali e la loro manutenzione.
Questo modo di operare ha ovviamente forti ripercussioni sia sul piano tecnico in riferimento alla coltivazione e agli equilibri vegeto-produttivi del vigneto, ma anche rispetto alla forte identificazione territoriale dei produttori e dei prodotti ottenuti che sono da sempre accomunati dalla condivisione e dallo stesso modo di operare.
Il Vino DOC Candia dei Colli Apuani ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 27 gennaio 1981.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 05.11.1994, G.U. 265 del 12.11.1994
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 30.03.2015
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Bolgheri Sassicaia D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Bolgheri Sassicaia” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Bolgheri Sassicaia
- Bolgheri Sassicaia (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 80% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso o granato, odore vinoso, ricco ed elegante e sapore asciutto, pieno, robusto e armonico, con buona ed elegante struttura.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Bolgheri Sassicaia
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Bolgheri Sassicaia si estende sulle colline livornesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Bolgheri Sassicaia è localizzata in:
- provincia di Livorno e comprende il territorio del comune di Castagneto Carducci.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Bolgheri Sassicaia
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Bolgheri Sassicaia prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Bolgheri Sassicaia non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Bolgheri Sassicaia deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi di cui almeno 18 mesi in botti di rovere di capacità non superiore a 225 litri.
- Nella designazione dei Vini DOC Bolgheri Sassicaia può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Bolgheri Sassicaia è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Bolgheri Sassicaia
Con l’utilizzo della DOC Bolgheri Sassicaia i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Bolgheri Sassicaia
Pecorino toscano stagionato, al salame, alla salsiccia, alla finocchiona, alla ribollita e alle pappardelle alla lepre.
6.Storia e Letteratura del Vino DOC Bolgheri Sassicaia
Il conte Guido Alberto della Gherardesca, nella prima metà del 1800, fece emergere una nuova cultura enologica con l’assunzione di esperti di vinificazione tra cui Giuseppe Mazzanti a Bolgheri. Nel 1816 sorsero i primi vigneti sperimentali alle Capanne di Castiglioncello, ove più tardi nacque la prima vigna del vino Sassicaia, e nei fondi del Castelluccio. Le scelte viticole furono effettuate non solo in base al terroir ma soprattutto in base alla cultura vinicola francese con particolare attenzione ai metodi di vinificazione e ai vitigni usati in Francia: a conferma di questo le scelte effettuate dal conte Guido Alberto e da Mazzanti furono proprio indirizzate sui vitigni francesi tra cui Gamay, Cabernet e Syrah.
La distruzione dei vigneti a causa dell’attacco di fillossera degli inizi del ‘900 costrinse a ripensare all’assetto globale del vigneto ed al tipo di vitigno più idoneo per il territorio. Dopo un periodo interlocutorio, tra le due guerre, le intuizioni del Marchese Mario Incisa della Rocchetta e le sue preferenze per i vitigni francesi, si rivelarono del tutto fondate e dimostrarono che i vini prodotti in questo territorio a partire da quelle uve francesi, bordolesi in particolare, sono in grado di competere con i più famosi vini del mondo.
Per questi impianti, nati già dal 1944, si era scelta all’inizio una collocazione di alta collina con esposizione ad est, in quanto si riteneva che l’influsso del mare fosse negativo per la qualità dei vini. Caduto ben presto questo preconcetto, si capì che i terreni migliori erano quelli pedecollinari e della pianura e che il clima marino non faceva che apportare benefici effetti sulla maturazione delle uve.
La consacrazione ufficiale del vino “Sassicaia” avviene nel 1978 quando la rivista Decanter pubblica una degustazione comparata di cabernet del mondo ed il “Sassicaia” si piazza al primo posto. Successivamente l’annata 1985 di Sassicaia compete, in una degustazione del Grand Jury Européen, con i Grands Crus di Bordeaux ed ottiene il massimo riconoscimento. Da allora, la sua assoluta eccellenza è stata confermata da un grande numero di premi nazionali ed internazionali nei tasting periodici delle riviste di settore.
Seppure nel contesto del territorio alquanto omogeneo di Castagneto Carducci, la zona di produzione della DOC “Bolgheri Sassicaia” vanta aspetti pedo-climatici e caratteristiche morfologiche di buona parte dei terreni destinati a vigneto che li differenziano dal restante territorio di Bolgheri e che li rendono particolarmente vocati per la produzione delle uve Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.
Il rischio di stress idrico nel periodo estivo non è elevato grazie alla particolare tessitura dei terreni dove la componente argillosa è ben presente favorendo un buon rapporto vegeto-produttivo della coltivazione della vite. L’inerbimento a file alterne praticato in questa zona è reso possibile anche dall’uso di portainnesti di vigore non troppo limitato.
In questa zona non vengono praticate cimature tardive e eccessive sfogliature, consentendo un maggiore riparo delle uve. Queste caratteristiche, unite alle pratiche agronomiche praticate dall’azienda conferiscono al vino le sue peculiari caratteristiche di eleganza e freschezza, oltre ad un profilo olfattivo che ricorda la macchia mediterranea che circonda interamente gli impianti viticoli di quest’area.
Il Vino DOC Bolgheri Sassicaia ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 5 novembre 1994.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 01.08.1983, G.U. 30 del 31.01.1984
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n. 286 del 01.12.2021
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Bolgheri D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Bolgheri” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Vermentino
- Sauvignon
- Rosato
- Rosso
- Rosso Superiore
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Bolgheri
- Bolgheri Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- >< 0-100% Vitigno Vermentino
- >< 0-100% Vitigno Sauvignon
- >< 0-100% Vitigno Viognier
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal Colore dal giallo paglierino al giallo dorato più o meno intenso; Odore fine, delicato; Sapore secco, armonico, sapido.
- Bolgheri Vermentino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Vermentino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal Colore dal giallo paglierino al giallo dorato più o meno intenso; Odore delicato, caratteristico; Sapore secco, armonico, morbido.
- Bolgheri Sauvignon (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal Colore dal giallo paglierino al giallo dorato più o meno intenso; Odore delicato, caratteristico, leggermente aromatico; Sapore asciutto, armonico.
- Bolgheri Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- >< 0-100% Vitigno Cabernet Franc
- >< 0-100% Vitigno Cabernet Sauvignon
- >< 0-100% Vitigno Merlot
- >< 0-50% Vitigno Syrah
- >< 0-50% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore variabile da rosso rubino a granato, odore intensamente vinoso e sapore asciutto, armonico.
- Bolgheri Rosso Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco
- >< 0-100% Vitigno Cabernet Franc
- >< 0-100% Vitigno Cabernet Sauvignon
- >< 0-100% Vitigno Merlot
- >< 0-50% Vitigno Syrah
- >< 0-50% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino intenso o granato, odore vinoso, ricco ed elegante e sapore asciutto, pieno, robusto e armonico con buona elegante struttura.
- Bolgheri Rosso Vigna (Vino Rosso Vigna)
- Versioni: Secco
- >< 0-100% Vitigno Cabernet Franc
- >< 0-100% Vitigno Cabernet Sauvignon
- >< 0-100% Vitigno Merlot
- >< 0-50% Vitigno Syrah
- >< 0-50% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Vigna dal colore rosso rubino intenso o granato, odore vinoso, ricco ed elegante e sapore asciutto, pieno, robusto e armonico con buona elegante struttura.
- Bolgheri Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- >< 0-100% Vitigno Cabernet Franc
- >< 0-100% Vitigno Cabernet Sauvignon
- >< 0-100% Vitigno Merlot
- >< 0-50% Vitigno Syrah
- >< 0-50% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa, odore vinoso di profumo delicato e sapore asciutto, armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Bolgheri
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Bolgheri si estende sulle colline situate a ovest della Toscana, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Bolgheri è localizzata in:
- provincia di Livorno e comprende il territorio del comune di Castagneto Carducci.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Bolgheri
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Bolgheri prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Bolgheri rosso, rosso superiore e rosato non dovrà essere superiore al 70% e al 65% nelle tipologie di vino bianco, Vermentino e Sauvignon; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Bolgheri Superiore deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi di cui almeno 12 in botti di rovere.
- Nella designazione dei Vini DOC Bolgheri può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Bolgheri è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Bolgheri
Con l’utilizzo della DOC Bolgheri i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Bolgheri
Polpettone alla fiorentina, bistecca alla fiorentina, lardo di Colonnata
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Bolgheri
La coltivazione della vite nel territorio di Castagneto Carducci ha origini antichissime, e testimonianze della sua presenza derivano dagli Etruschi e poi dai Romani con Plinio e Rutilio Namaziano. Testimonianze più recenti risalgono al periodo medievale per la presenza di numeroso monasteri e domini ecclesiastici.
Sul finire del 1600 la famiglia Gherardesca iniziò la viticoltura nelle zone di San Guido e Belvedere. Nel settecento ebbe rilevanza la produzione della zona di Segalari, con le documentate vocazionalità enologiche a Grattamacco, Lamentano, Sant’Agata, Il Castellaccio, Casavecchia e Felciaino.
A partire dal 1790 vennero predisposti nuovi impianti, soprattutto nei pressi di Bolgheri, aumentando così la produzione enologica dei vini della zona; inoltre negli anni successivi fu migliorata la qualità della viticoltura, con l’impianto di vigneti in zone ad elevata vocazionalità, tra cui quella di Montepergoli e la valle del Rotone. Il conte Guido Alberto della Gherardesca, nella prima metà del 1800, fece emergere una nuova cultura enologica con l’assunzione di esperti di vinificazione tra cui Giuseppe Mazzanti a Bolgheri.
Nel 1816 sorsero i primi vigneti sperimentali alle Capanne di Castiglioncello, ove più tardi nacque la prima vigna del Sassicaia, e nei fondi del Castelluccio. Le scelte viticole furono effettuate non solo in base al 7 terroir, ma soprattutto in base alla cultura vinicola francese con particolare attenzione ai metodi di vinificazione e ai vitigni usati in Francia: a conferma di questo le scelte effettuate dal conte Guido Alberto e da Mazzanti furono proprio indirizzate sui vitigni francesi tra cui Gamay, Cabernet e Syrah.
La distruzione dei vigneti a causa dell’attacco di fillossera degli inizi del ‘900 costrinse a ripensare all’assetto globale del vigneto ed al tipo di vitigno più idoneo per il territorio.
Dopo un periodo interlocutorio, tra le due guerre, le intuizioni del Marchese Mario Incisa della Rocchetta e le sue preferenze per i vitigni francesi, si rivelarono del tutto fondate e dimostrarono che i vini prodotti in questo territorio a partire da quelle uve francesi, bordolesi in particolare, sono in grado di competere con i più famosi vini del mondo. Per questi impianti, nati già dal 1944, si era scelta all’inizio una collocazione di alta collina con esposizione ad est, in quanto si riteneva che l’influsso del mare fosse negativo per la qualità dei vini.
Caduto ben presto questo preconcetto, si capì che i terreni migliori erano quelli pedecollinari e della pianura e che il clima marino non faceva che apportare benefici effetti sulla maturazione delle uve. La consacrazione ufficiale del vino Sassicaia avviene nel 1978 quando la rivista Decanter pubblica una degustazione comparata di cabernet del mondo ed il Sassicaia si piazza al primo posto.
Successivamente l’annata 1985 di Sassicaia compete, in una degustazione del Grand Jury Européen, con i Grands Crus di Bordeaux ed ottiene il massimo riconoscimento. Ma il vino Sassicaia non rimane un fenomeno isolato e, a partire dagli anni ’80, viene affiancato da numerosi altri vini di famose aziende che ottengono una enorme messe di riconoscimenti.
Il Vino DOC Bolgheri ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 1 agosto 1983.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 28.03.1966, G.U. 132 del 30.05.1966
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Bianco di Pitigliano D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Bianco di Pitigliano” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco di Pitigliano
- Bianco di Pitigliano Superiore
- Bianco di Pitigliano Spumante
- Bianco di Pitigliano Vin Santo
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Bianco di Pitigliano
- Bianco di Pitigliano (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- >< 40-100% Vitigno Trebbiano Toscano
- >< 0-60% Vitigni Greco, Malvasia bianca lunga, Verdello, Grechetto, Ansonica, Chardonnay, Sauvignon, Viognier, Pinot bianco e Riesling italico, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fine, delicato e sapore asciutto, fresco, talvolta vivace, con fondo leggermente amarognolo, di medio corpo.
- Bianco di Pitigliano Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco
- >< 40-100% Vitigno Trebbiano Toscano
- >< 0-60% Vitigni Greco, Malvasia bianca lunga, Verdello, Grechetto, Ansonica, Chardonnay, Sauvignon, Viognier, Pinot bianco e Riesling italico, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fine, delicato e sapore asciutto, fresco, vivace, con fondo leggermente amarognolo, di medio corpo, morbido.
- Bianco di Pitigliano Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Pas-dosè /Brut-nature /Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry
- >< 40-100% Vitigno Trebbiano Toscano
- >< 0-60% Vitigni Greco, Malvasia bianca lunga, Verdello, Grechetto, Ansonica, Chardonnay, Sauvignon, Viognier, Pinot bianco e Riesling italico, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino con riflessi verdolini, odore delicato e sapore da dosaggio zero a dry, vivace, acidulo, con fondo leggermente amarognolo.
- Bianco di Pitigliano Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- >< 40-100% Vitigno Trebbiano Toscano
- >< 0-60% Vitigni Greco, Malvasia bianca lunga, Verdello, Grechetto, Ansonica, Chardonnay, Sauvignon, Viognier, Pinot bianco e Riesling italico, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo paglierino, all’ambrato, al bruno, odore etereo, caldo, caratteristico e sapore da secco a dolce, armonico, vellutato, con più pronunciata rotondità per il tipo amabile.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Bianco di Pitigliano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Bianco di Pitigliano si estende sulle colline situate a sud della Toscana, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Bianco di Pitigliano è localizzata in:
- provincia di Grosseto e comprende il territorio dei comuni di Pitigliano, Sorano, Scansano e Manciano.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Bianco di Pitigliano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Bianco di Pitigliano prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Bianco di Pitigliano non dovrà essere superiore al 70% e al 35% per la tipologia di Vino Vin Santo; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Bianco di Pitigliano Vin Santo devono essere sottoposte ad appassimento naturale in appositi locali.
- Il vino DOC Bianco di Pitigliano Vin Santo deve essere sottoposto ad invecchiamento per circa 18 mesi in recipienti di legno della capacità non superiore a 500 litri.
- Nella designazione dei Vini DOC Bianco di Pitigliano può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Bianco di Pitigliano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Bianco di Pitigliano
Con l’utilizzo della DOC Bianco di Pitigliano i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Bianco di Pitigliano
Pietanze a base di pesce e piatti tipici toscani: la panzanella, l'acquacotta, il marzolino, la minestra di riso e lo sformato di carciofi.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Bianco di Pitigliano
I fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito a ottenere i vini del «Bianco di Pitigliano», sono di fondamentale rilievo. In quest’area, infatti, esistono testimonianze della coltivazione della vite che risalgono al periodo etrusco, greco e romano – l’antica città etrusca di Statonia, nella parte orientale della zona di produzione, le città etrusche di Sovana e di Saturnia, più a ovest, le aree di Poggio Buco, nella parte meridionale, e di Ghiaccio Forte, a ovest di Manciano, sono solo alcuni esempi di insediamenti più o meno rilevanti – come testimoniano alcuni reperti; in particolare, presso Marsiliana lungo il corso del fiume Albegna, è stato rinvenuto un numero consistente di vasellame e pithoi (recipienti particolari per la raccolta del vino proveniente dalla pigiatura delle uve e dai torchi), probabilmente poiché il luogo corrispondeva a un vero e proprio centro di raccolta per i vini che provenivano dalle aree più interne (colline di Manciano, Pitigliano e Scansano), trasportati lungo il corso del fiume; nelle necropoli di Vitozza e Sovana, invece, sono state rinvenute cantine scavate direttamente nel tufo, e un esempio ancor oggi chiaramente visibile lo si ha visitando la fortezza Orsini a Sorano.
La dominazione romana accentuò la tendenza al miglioramento delle tecniche di vinificazione, che rimasero insuperate fino al medioevo; in questo periodo storico, la vite acquistò particolare importanza come pianta colonizzatrice, tanto che governanti e feudatari riconobbero la necessità di concedere terre adatte per questa coltura, che ebbe particolare protezione con apposite norme statutarie. Negli Statuti della Comunità del Cotone le norme stabilite per la protezione delle viti e dell’uva erano molto severe, tanto che prevedevano perfino una multa di 10 soldi per ciascuna bestia grossa entrata a far danno in “vigne o chiuse di olivi da calende di marzo fino a Ognissanti”.
La tradizione vitivinicola del territorio pitiglianese e soranese ha continuato a trasmettersi nei secoli, passando attraverso le vicissitudini della famiglia Aldobrandeschi e, più tardi, con la scissione di questa famiglia nei due rami di Sovana e Santa Fiora, con quelle degli Orsini, fino alla lunga guerra che questi ingaggiarono con Siena conclusasi, nel 1410, con l’annessione definitiva di Sovana ai domini di Siena, e il conseguente spopolamento di Sovana a favore delle vicine Pitigliano e Sorano.
Fin da epoche lontane, tutti coloro che sostarono nell’antica cittadina di Pitigliano per traffici e azioni militari, ebbero modo di apprezzare e gustare vini soprattutto bianchi, conservati in vasi vinari nelle profonde e fredde grotte di tufo, per le loro peculiari caratteristiche di vini abboccati, gradevolmente profumati. Studiosi di ogni tempo riconobbero i pregi delle uve di questo territorio e l’eccellenza dei vini prodotti.
Il dott. Villafranchi-Giorgini, nel 1847, in una memoria letta alla Società Agraria Grossetana, affermava che esisteva all’Orto Botanico di Pisa un tronco di vite alto 5 braccia (metri 2,92) e della circonferenza di 4 (metri 2,30) proveniente da Valle Castagneta, cioè nell’area soranese. Il dott. Alfonso Ademollo, in una relazione all’inchiesta parlamentare Jacini, tenendo conto della vocazione viticola della Maremma, nel 1884 affermava che tutte le varietà “vegetano bene nel nostro suolo ed a noi non mancano le uve da spremere e da mangiare, queste ultime a dovizia fornite dal Monte Argentario e dall’Isola del Giglio”. L’Ademollo, nel fornire interessanti informazioni sulla situazione viticola della provincia, così scriveva: “La vite ha sempre allignato, fino dalle epoche più remote, nella provincia di Grosseto.
Le varietà di vite da noi conosciute e coltivate sono molte, poichè si può asserire che tutte le varietà di sì prezioso sarmento, anche le esotiche, vegetano bene nel nostro suolo…… Le vigne pure da qualche tempo si sono estese ed hanno migliorato nel proprio prodotto, ma tuttavia anche per questo lato la provincia di Grosseto sarebbe capace di più, poichè la vite cresce benissimo e porge preziosi e squisiti grappoli in ogni parte della provincia, perchè non abbiamo veramente nè caldi nè freddi eccessivi,….. perchè dovunque trovasi terreni leggeri, permeabili, aridi nelle parti elevate, dovute a sabbie, a rocce decomposte, a detriti vulcanici e sassaie”. Da ciò la categorica affermazione: “La provincia di Grosseto, per cinque sesti ha terreno adatto alla viticoltura”.
Parlando dei pregi e dei difetti del vino prodotto nella zona lo stesso Ademollo così si esprimeva: “II vino, questo benefico liquido che ha tanta importanza nella pubblica e privata economia, come nella pubblica e privata salute, viene prodotto dai nostri viticoltori con sempre crescente progresso e accuratezza in ogni parte della provincia di Grosseto, sia nella zona piana, che in quella montuosa, e per la bontà e quantità in alcuni Comuni è di una rendita importante ai proprietari…… Attualmente la maggior quantità di vino viene data dai comuni di Pitigliano, Sorano, Massa Marittima e Roccastrada i quali sono pure dotati di buone Cantine per conservarlo specialmente i primi due, fabbricati come sono nella lavorabile tufa vulcanica”.
Nel periodo storico successivo, caratterizzato da due eventi bellici e da un ventennio di dittatura politica, la situazione viticola della zona pitiglianese e soranese ha seguito le sorti dell’agricoltura in genere, il cui obiettivo principale era quello di conseguire un’economia di consumo e la piena occupazione della mano d’opera. In tale periodo, la viticoltura non era certamente florida, in quanto legata all’immobilismo, alla polverizzazione delle proprietà diretto coltivatrici e alle diffuse forme di conduzione mezzadrile, sfavorevoli all’espansione della specializzazione viticola, tanto che nella prima metà del Novecento la superficie vitata non subisce in questa zona profonde modificazioni.
Nei decenni successivi, invece, si moltiplicano le iniziative di molti proprietari – aiutate e incentivate anche dall’applicazione della riforma fondiaria e dall’opera dei tecnici agricoli – intese a sviluppare una viticoltura più razionale, anche con la diffusione di nuove cultivar nei territori collinari più facili. Ma l’espansione viticola, se non accompagnata dal perfezionamento della tecnica vinicola e quindi della qualità dei vini prodotti, creava notevoli problemi di organizzazione e diffusione dei vini stessi, anche a causa della disponibilità di modeste partite, dalle caratteristiche poco omogenee anche se pregiate.
Un contributo decisivo alla risoluzione di questi problemi è stato dato dalla realizzazione nel 1954 della Cantina Sociale di Pitigliano, con lo scopo di raccogliere e trasformare la produzione viticola del comprensorio circostante e che rappresenta una circostanza importante per la nascita dell’industria enologica, alfine di presentare sul mercato vini uniformi, di tipo costante, migliorati nella qualità e standardizzati nella presentazione.
Più tardi, anche alcune pubblicazioni scientifiche del settore, occupandosi dei vini ottenuti su questo territorio, apportarono un contributo importante alla loro valorizzazione; “Vini tipici e pregiati d’Italia” di R. Capone, edito nel 1963, illustra proprio le caratteristiche dei vini di Pitigliano. Furono questi i presupposti che portarono alla consapevolezza che il territorio della Maremma sud-orientale poteva aspirare al riconoscimento della denominazione di origine controllata per i vini prodotti nella zona, riconoscimento che verrà attribuito nel 1966 (il sesto, in ordine cronologico, attribuito in Italia) per il vino «Bianco di Pitigliano» incentrato, per lo più, sulle uve dei vitigni Trebbiano toscano (localmente detto Procanico), Greco, Grechetto, Malvasia bianca lunga e Verdello, al quale si sono aggiunte, quasi 25 anni dopo, le versioni Superiore e Spumante, unitamente all’inserimento di nuove varietà – per lo più internazionali – tra quelle complementari, presenti soprattutto nei nuovi impianti; infine, con la modifica del disciplinare intervenuta a novembre 2011, è stata inserita la tipologia tradizionale Vin Santo, con la contestuale semplificazione della base ampelografica produttiva, basata sempre sul Trebbiano toscano ma con uno spazio più ampio per i vitigni complementari, tra i quali sono stati inseriti Ansonica e Viognier.
Il Vino DOC Bianco di Pitigliano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 28 marzo 1966.