Assovini
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 27.06.2011, G.U. 161 del 13.07.2011
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 02.02.2015, G.U. 37 del 14.02.2015
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Spoleto D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Spoleto” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Trebbiano Spoletino
- Trebbiano Spoletino Passito
- Trebbiano Spoletino Superiore
- Trebbiano Spoletino Spumante
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Spoleto
- Spoleto Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Trebbiano Spoletino
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore vinoso, caratteristico e sapore secco, talvolta acidulo.
- Spoleto Trebbiano Spoletino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Trebbiano Spoletino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino talvolta con riflessi verdognoli, odore vinoso, caratteristico e sapore secco, fresco, talvolta acidulo.
- Spoleto Trebbiano Spoletino Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Trebbiano Spoletino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino talvolta con riflessi verdognoli, odore vinoso, caratteristico e sapore secco, fresco, talvolta acidulo.
- Spoleto Trebbiano Spoletino Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut
- => 85% Vitigno Trebbiano Spoletino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino talvolta con riflessi verdognoli, odore vinoso, caratteristico e sapore secco, fresco, talvolta acidulo.
- Spoleto Trebbiano Spoletino Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigno Trebbiano Spoletino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 17% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore giallo dorato tendente all’ambrato, odore intenso, etereo, con sentori di frutta matura e sapore ampio e vellutato.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Spoleto
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Spoleto si estende sulle colline centrali umbre e sul territorio pianeggiante, attraversato dal fiume Clitunno, adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Spoleto è localizzata in:
- provincia di Perugia e comprende il territorio dei comuni di Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Foligno, Montefalco, Spoleto e Trevi.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Spoleto
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Spoleto prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Spoleto non dovrà essere superiore al 70% e al 40 per la tipologia di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- La tipologia spumante appartenente alla categoria “Vino Spumante di Qualità” può essere spumantizzato con metodo Charmat o Classico, ovvero con rifermentazione in autoclave o in bottiglia.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Spoleto Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale.
- Il vino DOC Spoleto con menzione Superiore deve essere sottoposto ad affinamento in bottiglia per almeno 3 mesi.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Spoleto è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia di Vino Trebbiano Spoletino Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Spoleto
Con l’utilizzo della DOC Spoleto i Produttori Vinicoli Umbri sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Spoleto
Aperitivi, pietanze a base di carni bianche come pollo e coniglio, e pesce.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Spoleto
La vocazione vitivinicola di Spoleto viene da lontano e la viticoltura, pur tra gli alti e bassi che contraddistinguono l'uso agricolo dei suoli, ha accompagnato da sempre la presenza e le attività degli uomini nella valle spoletana. Se Plinio il Vecchio e Columella segnalano diversi ceppi di viti umbre (l'Hirtiola, la Babanica, la Palmensis), è Marziale, nel primo secolo dopo Cristo, a citare per la prima volta il vino di Spoleto e a paragonarlo al Falerno.
Nel II secolo dopo Cristo anche l'erudito greco Ateneo, informandoci che i vini dell'Italia meridionale e centrale erano ben conosciuti e distinti, esalta l'annoso vino di Spoleto, soave, di color simile all'oro.
Nelle epoche successive, la coltivazione e il commercio del vino nella valle di Spoleto, come nelle altre realtà comunali che oggi sono interessate ad acquisire la denominazione di origine controllata «Spoleto», ha sempre avuto una importanza notevole nell'economia locale.
Nel XIX secolo il vitigno viene così descritto: il Trebbiano chiamato nelle altre plaghe dell’Umbria lo Spoletino, è il vitigno più coltivato nella pianura spoletana e il preferito dagli agricoltori per le sue buone qualità. Il fatto che venisse denominato Spoletino dimostra che già tra l’Ottocento e il Novecento era presente una tradizione autoctona del vitigno e che questa fosse riconosciuta dall’esterno in quanto vitigno robustissimo e resistentissimo alle malattie crittogamiche, in specie alla peronospora; ama terreni di piano, profondi, fertili, freschi, ma produce bene anche in collina.
I suoi tralci sono di mediocre grossezza ad interno di lunghi, le foglie piuttosto piccole. I grappoli hanno una forma caratteristica, cilindrica, con ingrossamento alle due estremità; sono piccoli, con acini discretamente serrati a buccia durissima; se maturati bene assumono un bellissimo color d’oro; ma la maturazione si compie molto tardivamente, alla fine di settembre. La pianta preferisce la potatura lunga e vuole molto sfogo nei tralci; si adatta bene alla formazione delle tese che sono quei tralci lunghi che collegano un albero con un altro.
Il Vino DOC Spoleto ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 27 giugno 2011.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 31.08.1998, G.U. 208 del 07.09.1998
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n. 62 del 14.03.2023
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Rosso Orvietano (o Orvietano Rosso) D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Rosso Orvietano” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Aleatico
- Cabernet
- Cabernet Franc
- Cabernet Sauvignon
- Canaiolo
- Ciliegiolo
- Merlot
- Pinot Nero
- Sangiovese
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Rosso Orvietano
- Rosso Orvietano (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigni Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Canaiolo R., Ciliegiolo, Merlot, Montepulciano, Pinot Nero, Sangiovese, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace, intenso, talvolta con riflessi violacei, odore vinoso intenso, talvolta erbaceo e sapore morbido, elegante, vellutato.
- Rosso Orvietano Aleatico (Vino Rosso)
- Versioni: Secco /Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Aleatico
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso granato con tonalità violacee, odore finemente aromatico, caratteristico e sapore tipico, morbido, vellutato, talvolta amabile o dolce.
- Rosso Orvietano Cabernet Franc (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet franc
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso con lievi riflessi violacei, tendente al granato con l’invecchiamento, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore asciutto, con retrogusto caratteristico, delicatamente erbaceo.
- Rosso Orvietano Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso con lievi riflessi violacei, tendente al granato con l’invecchiamento, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore asciutto, con retrogusto caratteristico, delicatamente erbaceo.
- Rosso Orvietano Canaiolo (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Canaiolo nero
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento, odore delicato, caratteristico e sapore vellutato con bouquet tipico.
- Rosso Orvietano Ciliegiolo (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Ciliegiolo
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore vinoso, delicato e sapore fruttato, con retrogusto caratteristico.
- Rosso Orvietano Merlot (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino con riflessi violacei, talvolta tendenti al rosso mattone con l’invecchiamento, odore vinoso, gradevole e sapore pieno, morbido, armonico.
- Rosso Orvietano Pinot Nero (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Pinot nero
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore asciutto, di corpo, caratteristico, armonico.
- Rosso Orvietano Sangiovese (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento, odore vinoso, caratteristico e sapore asciutto, armonico, gradevolmente tannico se giovane, piacevolmente amarognolo, fruttato, caratteristico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Rosso Orvietano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Rosso Orvietano si estende sulle colline a sud-ovest dell'Umbria fino al confine dell'Alto Lazio, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Rosso Orvietano è localizzata in:
- provincia di Terni e comprende il territorio dei comuni di Allerona, Alviano, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Guardea, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Porano e S. Venanzo.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Rosso Orvietano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Rosso Orvietano prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Rosso Orvietano non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Nella designazione dei Vini DOC Rosso Orvietano può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Rosso Orvietano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Rosso Orvietano
Con l’utilizzo della DOC Rosso Orvietano i Produttori Vinicoli Umbri sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Rosso Orvietano
L'Orvietano Rosso si accompagna a preparazioni di carni e può essere consumato fino a 4 anni dalla vendemmia.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Rosso Orvietano
Per la città di Orvieto il vino è un’importante risorsa, una peculiarità distintiva che si protrae ininterrottamente nei secoli e a testimoniarlo sono l’archeologia, l’arte, la storia, l’artigianato e la letteratura, tanto che la produzione dell’Orvieto di qualità è stata apprezzata e celebrata nel tempo da poeti, papi, artisti e viaggiatori.
Ma prima ancora delle parole, il ruolo fondamentale del vino nella vita quotidiana e nei riti culturali di Orvieto è attestato negli importanti dipinti delle tombe etrusche del territorio (seconda metà del IV sec. a.C.) e nella ricca varietà di ceramiche etrusche e greche destinate alla conservazione, alla mescita e alla degustazione della celebre bevanda.
Gli affreschi della tomba Golini I, conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto, riproducono le fasi preparatorie del banchetto etrusco dove la macellazione delle carni e l’accurata sistemazione delle bevande nei recipienti e dei cibi sulle mense da parte dei servi – tra la frutta si individua facilmente anche un grappolo d’uva - affiancano il banchetto vero e proprio.
Il Vino DOC Rosso Orvietano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 31 agosto 1998.
- Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 07.08.1971, G.U. 219 del 31.08.1971
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n.63 del 16.03.2023
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Orvieto D.O.C.
La denominazione d’origine controllata “Orvieto” ivi compresa la Sottozona Orvieto Classico è riservata ai vini rispondenti alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Secco
- Abboccato
- Amabile
- Dolce
- Superiore, anche Vendemmia tardiva
- Muffa nobile
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Orvieto
- Orvieto (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato e gradevole, dal sapore secco, con lieve retrogusto amarognolo, oppure abboccato o amabile o dolce, fine, delicato.
- Orvieto Classico (Vino Bianco Classico)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato e gradevole, dal sapore secco, con lieve retrogusto amarognolo, oppure abboccato o amabile o dolce, fine, delicato.
- Orvieto Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato e gradevole, dal sapore secco, con lieve retrogusto amarognolo, oppure abboccato o amabile o dolce, fine, delicato.
- Orvieto Classico Superiore (Vino Bianco Classico Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico Superiore dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato e gradevole, dal sapore secco, con lieve retrogusto amarognolo, oppure abboccato o amabile o dolce, fine, delicato.
- Orvieto Superiore Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Superiore Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore Vendemmia Tardiva dal giallo paglierino al dorato, odore gradevole e profumato e sapore dolce ed armonico.
- Orvieto Classico Superiore Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Classico Superiore Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico Superiore Vendemmia Tardiva dal colore variabile da giallo paglierino a dorato, odore gradevole, profumato e sapore dolce ed armonico.
- Orvieto Muffa Nobile (Vino Bianco Muffato)
- Versioni: Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Muffato dal giallo oro tendente, con l’invecchiamento, all’ambra, odore gradevole, profumato ed elegante, ricco ed untuoso e sapore dolce, lungo e di armoniosa morbidezza.
- Orvieto Classico Muffa Nobile (Vino Bianco Classico Muffato)
- Versioni: Dolce
- => 60% Vitigni Trebbiano Toscano (o Procanico) e Grechetto;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Viterbo e nella regione Umbria.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico Muffato dal giallo oro tendente, con l’invecchiamento, all’ambra, odore gradevole, profumato ed elegante, ricco ed untuoso e sapore dolce, lungo e di armoniosa morbidezza.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Orvieto
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Orvieto si estende lungo la fascia collinare a sud ovest dell’Umbria fino all’alto Lazio, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Orvieto è localizzata in:
- provincia di Viterbo e comprende il territorio dei comuni di Castiglione in Teverina, Civitella D’Agliano, Graffignano, Lubriano e Bagnoregio.
- provincia di Terni e comprende il territorio dei comuni di Orvieto, Allerona, Alviano, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Ficulle, Guardea, Montecchio, Fabro, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto e Porano.
La Sottozona Orvieto Classico comprende la zona storica intorno alla Rupe, ristretta della Valle del Paglia, in prossimità della città di Orvieto.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Orvieto
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Orvieto prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Orvieto non dovrà essere superiore al 70%, al 65% per le tipologie di Vino Vendemmia Tardiva e al 60% per le tipologie di Vino Muffa Nobile; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Orvieto è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, nonchè la dizione "Classico" per le tipologie di Vino Orvieto relative a tale denominazione.
4. Produttori di Vino DOC Orvieto
Con l’utilizzo della DOC Orvieto i Produttori Vinicoli Laziali e Umbri sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Orvieto
Antipasti di pesce, zuppe di frutti di mare, crostacei bolliti e pesce in genere ma anche con carni bianche al forno e formaggi giovani, pasticceria secca e fresca.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Orvieto
Ad Orvieto tutto profuma di uva e di vino perché la coltivazione della vite ne ha da sempre caratterizzato il paesaggio e l’economia: vigneti curati si dispongono intorno alla rupe in un disegno armonico dove le linee parallele dei filari si intersecano con quelle ondulate delle colline.
Per la città, dunque, il vino è un’importante risorsa, una peculiarità distintiva che si protrae ininterrottamente nei secoli e a testimoniarlo sono l’archeologia, l’arte, la storia, l’artigianato e la letteratura, tanto che la produzione dell’Orvieto di qualità è stata apprezzata e celebrata nel tempo da poeti, papi, artisti e viaggiatori.
Il ruolo fondamentale del vino nella vita quotidiana e nei riti culturali di Orvieto è attestato negli importanti dipinti delle tombe etrusche del territorio (seconda metà del IV sec. a.C.) e nella ricca varietà di ceramiche etrusche e greche destinate alla conservazione, alla mescita e alla degustazione della celebre bevanda. Gli affreschi della tomba Golini I, conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto, riproducono le fasi preparatorie del banchetto etrusco dove la macellazione delle carni e l’accurata sistemazione delle bevande nei recipienti e dei cibi sulle mense da parte dei servi – tra la frutta si individua facilmente anche un grappolo d’uva - affiancano il banchetto vero e proprio.
Nel 264 a.C. la città di Orvieto fu completamente rasa al suolo dai romani (ultima città etrusca 11 da essi conquistata) e fu proibito a tutti di risalire sull’acrocoro di tufo che tante battaglie era costato a Roma. La smania distruttiva di Roma fu talmente esasperata , poiché nulla doveva ricordare la superba città che per secoli aveva incarnato la potenza e la grandezza etrusca. Fu ribattezzata dai romani col nome di Vol-Tinii (la città dei seguaci del Dio Voltumnus sconfitto) che evolse poi a Volsinii.
Passarono centinaia di anni prima che, sulla rupe, la civiltà romana permise di creare un nuovo insediamento abitato. Infatti, solo successivamente fu identificata come Urbs-Vetus (città vecchia) e sembra perché Roma vi mandasse i suoi veterani a riposare. Da questo nome derivò poi Orbiveto, Orbeto ed infine l’attuale Orvieto.
Nel corso della denominazione romana essa conobbe un periodo di forte oblio dovuto al fatto che venne isolata sull’alta rupe e decentrata rispetto alle maggiori vie di comunicazione sia fluviale (porto fluviale di Pagliano eretto per le ordinarie consegne alla Roma imperiale prima, ed alla Curia romana nei successivi periodi cristiani) sia terrestre (via Cassia e via Traiana Nova) non partecipando così all’intensiva vita economica dei centri del fondo valle.
La rinascita di Orvieto si legò al momento del disgregamento dell’Impero, perché con le mutate condizioni politiche e di sicurezza la città insieme agli altri centri di altura, acquistò di nuovo un ruolo decisivo su tutto il territorio, nel senso che le ripetute e successive ondate di invasioni barbariche (Visigoti, Goti e Longobardi ) costrinsero le popolazioni a rifugiarsi sui colli ed erigere un sistema di complesse fortificazioni.
E’ così che, tra il V e il VI secolo d.C., gli abitanti di Volsinii novi (attuale Bolsena) ritornarono ad abitare nel loro vecchio insediamento dal quale erano stati cacciati in età romana.
La presenza dell’alta rupe fu una garanzia sufficiente a difendere la città e a far nascere tutto quell’insieme di borghi e castelli che tutt’ora delineano la mappa del territorio e che hanno costituito il nucleo originario degli attuali centri dell’Orvietano.
Con la diffusione del Cristianesimo, la nascita dei Comuni ed il loro successivo assoggettamento allo Stato Pontificio non si verificarono eventi di gran rilievo se non un gran turbine di lotte interne e travagliate guerre politiche tra le varie famiglie di nobili locali, il tutto sotto lecita regia della Chiesa. In effetti, se da un lato il Papato mise in una condizione di lungo oblio la zona, divenuta meta di villeggiatura di molti pontefici e cardinali, è anche vero che i Papi contribuirono in maniera consistente alla fama ed all’apprezzamento dei vini di Orvieto. In particolare nel Medioevo e nel Rinascimento fu uno dei vini preferiti alla corte Pontificia, trovando tra i numerosi estimatori senza freni anche papa Paolo III Farnese e papa Gregorio XVI.
Fino alla fine del ‘700 non si verificarono eventi di rilievo, solo in seguito gli echi della rivoluzione francese determinarono un certo risveglio culturale concretizzatosi nel 1860 con l’ammissione di Orvieto nel Regno d’Italia, da qui poi si arriva ai giorni nostri.
Il vino orvietano, che fin dalle origini fu anche nero corposo, si produceva in ogni dove, ampi e floridi appezzamenti vitati si trovavano sulla stessa rupe, in orti di convivenze religiose dei nobili e dei numerosi ortolani, coltivatori diretti in città fin dai primordi del libero Comune. Tanto che la zona di piazza Cahen fino ad oltre la chiesa dei Servi di Maria era denominata “vigna Grande” e dietro il Duomo si apriva l’ampia zona coltivata a vigna.
E’ opportuno sottolineare che molto prima dei filari la vite era coltivata in alberata pratica diffusasi in tutta l’Etruria, che consisteva nel coltivare il vitigno maritato a degli alberi vivi di sostegno, come olmi, olivi e querce.
Intorno alla metà del XVII sec. fu inserita la palizzata come sostegno delle viti, piantate, a partire da allora intensivamente a filari. Con riferimento all’introduzione del vino Orvieto DOC nella tipologia “MUFFA NOBILE” si evidenzia che già nel 1933 il Prof. Garavini nella descrizione del vino d’Orvieto così detto “abboccato” fa riferimento agli scrittori italiani di enologia e riporta che alcuni ritenevano più gustoso l’Orvieto dei Sauterns mancando in essi quel sapore di zolfo, che invece si riscontra quasi sempre in questi ultimi.
Il Vino DOC Orvieto ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 7 agosto 1971.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 30.10.1979, G.U. 108 del 19.04.1980
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n. 43 del 20.02.2023
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Montefalco D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Montefalco” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Rosso
- Rosso Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Montefalco
- Montefalco Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Grechetto
- <> 20-35% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo peglierino, odore leggermente vinoso, fruttato e sapore secco, leggermente fruttato, caratteristico.
- Montefalco Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- >< 60-70% Vitigno Sangiovese
- >< 10-15% Vitigno Sagrantino
- =< 30% Vitigni a bacca rossa idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore vinoso caratteristico, delicato e sapore armonico, asciutto di giusto corpo.
- Montefalco Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- >< 60-70% Vitigno Sangiovese
- >< 10-15% Vitigno Sagrantino
- =< 30% Vitigni a bacca nera, non aromatiche, idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento, odore intenso, fruttato, talvolta con note speziate e balsamiche e sapore secco, armonico, di buona struttura, persistente.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Montefalco
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Montefalco si estende sulle colline situale nell'Umbria centrale, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Montefalco è localizzata in:
- provincia di Perugia e comprende il territorio dei comuni di Montefalco e, in parte, il territorio dei Comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Montefalco
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Montefalco prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Montefalco non dovrà essere superiore al 70% per la tipologia di Vino Rosso, e 72% per il Vino Bianco. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino a denominazione di origine controllata “Montefalco” rosso non può essere immesso al consumo se non dopo aver subito un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno 18 mesi a decorrere dal 1° novembre dell’anno di produzione delle uve.
- Il vino DOC Montefalco Rosso con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 30 mesi, di cui almeno 12 in botti di legno.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Montefalco è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Montefalco
Con l’utilizzo della DOC Montefalco i Produttori Vinicoli Umbri sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Montefalco
Pietanze di carne sia suine che ovine in umido, carni rosse grigliate e brasate, selvaggina, pecorini stagionati piccanti.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Montefalco
Nel territorio di Montefalco, come testimoniano diversi documenti (relazione del 1899 della tenuta di San Marco, concorso enologico regionale del 1925 a Montefalco, “Azienda dell'Umbria” edita dalla Camera di Commercio di Perugia nel 1889 nella quale si cita una nuova realtà vitivinicola realizzata in Loc. Scacciadiavoli in comune di Montefalco dal Principe Ugo Boncompagni che aveva provveduto alla realizzazione di impianti ad alto indice di densità utilizzando i vitigni Sangiovese, Malvasia nera e Trebbiano dorato) il vino rosso era costituito in prevalenza di Sangiovese (la varietà più diffusa in Umbria) ed in misura minore da altre varietà a bacca rossa, come il Sagrantino che ne rafforzava la struttura e l'intensità di colore, e da una percentuale di uva a bacca bianca (Trebbiano e Trebbiano Spoletino) per dare una spalla acida al vino, come evidenziato a pagina 3 della relazione, del 1979, del Professore Nestore Jacoponi, che costituì documento fondamentale per la richiesta di riconoscimento della denominazione “Montefalco Rosso”.
Il disciplinare del 1979 rappresenta pertanto una fotografia dei vigneti di Montefalco che erano composti in percentuali diverse: di Sangiovese dal 60% al 75%, del Sagrantino dal 5% al 10%, del Trebbiano Toscano dal 15% al 20% e di altre uve a bacca rossa fino ad un massimo del 15%.
Successivamente è stato modificato il disciplinare prevedendo l'esclusione dei vitigni a bacca bianca. A fianco alla produzione dei vini rossi è stata richiesta la denominazione del Montefalco Bianco a cui contribuiscono i vitigni maggiormente diffusi nel territorio: Grechetto, Trebbiano Toscano e Trebbiano Spoletino. Da qui la richiesta di denominazione che ha previsto il Grechetto come vitigno principale (maggiore del 50%) affiancato dal Trebbiano (20%-30%) e da una porzione di altre uve a bacca bianca non aromatiche.
Il Vino DOC Montefalco ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 30 ottobre 1979.