Assovini
Varietà: 073 ORMEASCO (Sin. di Dolcetto) - Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 - Gazzetta ufficiale: 149 del 17/06/1970
Il vitigno Ormeasco, a bacca nera, viene coltivato nella regione Liguria.
L’Ormeasco è un vitigno coltivato esclusivamente nella Provincia di Imperia, nei territori dei Comuni di Pornassio, Pieve di Teco e in tutta l’Alta e Media Valle Arroscia. Trova il suo habitat ideale e naturale fino a 700/800 mt slm, in terreni frazionati in piccoli terrazzamenti tipici della Liguria.
Rispetto alle origini, l'Ormeasco sarebbe stato importato dai saraceni, insediatisi nel territorio di Ormea e Nava. Si hanno notizie della sua coltivazione nella storia dei Marchesi di Clavesana, Signori di Pornassio. Risale infatti al 1303 un editto del Podestà di Pornassio, con il quale viene imposta la coltivazione di questo vitigno su tutto il territorio governato, in quanto il vino prodotto era già allora altamente apprezzato.
- Caratteristiche del vitigno
- Foglia: medio-piccola, pentagonale, pentalobata.
- Grappolo: medio-lungo, piuttosto spargolo, piramidale, alato.
- Acino: media grandezza, sferico.
- Buccia: molto pruinosa.
- Denominazioni vinificate in Liguria
- Caratteristiche sensoriali del vino
- Il vitigno Ormeasco dà un vino dal colore rosso rubino intenso con riflessi violacei da giovane; si fa rubino carico con riflessi granati con l'invecchiamento. L'olfatto è intenso, ricco di profumi di frutta e di spezie, con sentori di ciliegia matura, mora, ribes, confettura di prugne e viola mammola leggermente appassita; se affinato, nella versione "Superiore" diventa più ampio e persistente e prevalgono sentori di resine boschive, legno fresco di castagno, di vaniglia e pepe nero. Il gusto è secco, esprime freschezza, tannicità, discreta morbidezza e struttura, con persistenza aromatica piacevolmente fruttata e con una caratteristica vena amarognola.
Azienda Vinicola
La famiglia Pallavicini è presente nel territorio laziale fin dal ‘600 e ha visto avvicendarsi personaggi di assoluto rilievo sociale: principi, un Papa, cardinali, collezionisti e il primo Sindaco di Roma. Da secoli, i Principi Pallavicini posseggono e gestiscono vasti territori a Roma, Colonna, Gallicano, Cerveteri, Fondi, Pistoia, e ultimamente anche in Francia.
La Tenuta di Colonna, nella zona del Frascati DOC, è il cuore della produzione dei Vini Principe Pallavicini. In essa, tra i vigneti, ulivi secolari, casali seicenteschi e grotte restaurate avvengono tutte le fasi della produzione dei vini premium rossi e bianchi.
Ospitalità
Una visita ideale della Tenuta dei Principi Pallavicini può iniziare fra i vigneti, circondati da ulivi secolari, che si estendono nella zona del Frascati DOC, a ridosso di Colonna, là dove un tempo passava l’antica Via Labicana.
Antichi casali seicenteschi e grotte restaurate per l’affinamento dei vini rossi si affiancano ad una moderna cantina di vinificazione integrandosi perfettamente con il panorama circostante. Ci si può poi spostare presso le antiche strutture dell’Azienda, alle porte del Comune di Colonna, dove, dopo aver visitato le cantine e la linea d’imbottigliamento, si può essere accolti nel ristorante “L’Antica Osteria della Colonna” che propone piatti tipici della zona accompagnati dalla degustazione dei vini dell’azienda.
I vigneti e le cantine Principe Pallavicini della Tenuta di Colonna sono visitabili, su prenotazione, tutti i giorni dalle 9.00 alle 16.30. Personale specializzato vi guiderà nella tenuta e sarà disponibile per illustrare le fasi di produzione del vino e per una degustazione dei prodotti.
Territorio
Principe Pallavicini rappresenta il più grande vigneto privato di Frascati con 50 ettari su 80 Ha complessivamente vitati, dedicati alla coltivazione di uve bianche per la produzione del Frascati DOC.
Tutti i vigneti di Principe Pallavicini hanno una collocazione particolarmente privilegiata in virtù della tipologia dei terreni e del clima, con forme di allevamento che includono il tradizionale cazenave, e i razionali cordone speronato e guyot, meno produttivi, ma più adatti a fornire vini con maggiore concentrazione.
Dopo secoli di colture tradizionali, nell’obiettivo di adottare sempre le migliori innovazioni in campagna e in cantina, i vigneti Principe Pallavicini agli inizi degli anni novanta sono stati tra i primi nel Lazio ad essere coltivati ad alta densità. Successivamente, tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila, sono stati applicati l’inerbimento dell’interfilare, un doppio sistema di raccolta ragionata delle uve per migliorare le caratteristiche organolettiche e analitiche dei mosti, la concimazione fogliare con microelementi basata sull’analisi di foglia e picciolo per ottimizzare gli zuccheri e il corredo aromatico delle uve.
La Zona di Produzione della Cantina "PRINCIPE PALLAVICINI"
L'area geografica vocata alla produzione vinicola della Cantina Principe Pallavicini ricade nel territorio della provincia di Roma, in zone designate con le seguenti Denominazioni di Origine:
I principali vitigni impiegati per la produzione di "Vini Principe Pallavicini" sono i seguenti:
Caratteristiche Pedoclimatiche
La zona geografica comprende la parte acclive ed le pendici del versante settentrionale dei Colli albani. Dal punto di vista geologico i terreni dei Colli albani e quelli pedocollinari hanno avuto origine da formazioni vulcaniche generate dalle eruzioni del Vulcano laziale: l’attività endogena che ha generato il Vulcano Laziale è iniziata circa 600 mila anni fa, con la costruzione di un edificio centrale accresciutosi via via in estensione e in altezza (oltre 2000 metri), sino al collasso della camera magmatica che ha provocato in superficie la formazione della grande depressione calderica che comprende i Pratoni di Vivaro.
Successivamente, ripetute esplosioni freatomagmatiche concentrate nel settore occidentale dell’edificio vulcanico lungo un sistema di faglie distensive di direzione appenninica, hanno prodotto numerosi crateri: quelli più antichi (Ariccia, Pantano Secco e Prata Porci) sono ricoperti di sedimenti e attivamente coltivati, mentre gli ultimi in ordine di età, hanno conservato i caratteri morfologici tipici di forme giovanili, ad imbuto, e sono occupati da profondi bacini lacustri come quelli Albano e di Nemi.
Le eruzioni del Vulcano Laziale sono continuate fino al Paleolitico superiore (Aurignaciano), ossia fra i 29.000 ed i 25.000 anni fa. Le formazioni vulcaniche sono 5 costituite soprattutto da ceneri e lapilli depositati in strati di notevole spessore e cementati in misura diversa. Si possono distinguere: pozzolane (localmente dette "terrinelle"), cioè ceneri vulcaniche del tutto prive di cementazione: si riscontrano nelle zone più lontane dalle bocche di eruzione e danno luogo a terreni sabbiosi, profondi, permeabili all'acqua e senza ristagni né superficiali né profondi; tufi litoidi, più o meno duri, derivati dalla cementazione delle ceneri e dei lapilli, con diverse denominazioni locali (cappellacci, cappellacci teneri, occhio di pesce, occhio di pernice, ecc.), coprono la parte maggiore del territorio considerato.
Sono di scarsa o nulla permeabilità all'acqua e alle radici ed è necessario pertanto procedere a scassi profondi per permettere agli agenti atmosferici di attivare la pedogenesi e mettere a disposizione delle colture, in particolare della vite, uno strato sufficiente di terreno agrario per lo sviluppo radicale e la nutrizione idrica e minerale; rocce laviche, dure, poco attaccabili dai mezzi meccanici e dagli agenti atmosferici. Coprono una minima parte del territorio in zone vicine ai crateri di eruzione.
In generale danno origine a terreni di scarso spessore dove s’insedia il pascolo o il bosco; alluvioni recenti formatesi nelle zone pianeggianti per deposito alluvionale proveniente dalle pendici sovrastanti. I terreni derivati sono profondi, tendenzialmente argillosi, spesso umidi. L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 70 e i 500 m s.l.m., con pendenza variabile: l’esposizione generale è orientata verso ovest e nordovest.
Il clima è di tipo mediterraneo di transizione ed è caratterizzato da precipitazioni medie annue comprese tra i 822 ed i 1010 mm, con aridità estiva non molto pronunciata (pioggia 84-127 mm) nei mesi estivi. Temperatura media piuttosto elevata compresa tra i 13,7 ed i 15,2°C: freddo poco intenso da novembre ad aprile, con temperatura media inferiore ai 10°C per 3-4 mesi l’anno e temperatura media minima del mese più freddo dell’anno che oscilla tra 3,4 e 4,0° C. La combinazione tra natura del terreno e fattori climatici fanno della zona delimitata un territorio altamente vocato alla produzione di vini di pregio.
Legame Storico-Culturale
La presenza della viticoltura nell’area delimitata risale all’epoca romana: complice la natura del suolo e il clima temperato, la coltivazione della vite ha trovato nella zona anticamente denominata Tusculum (Tuscolo) il luogo ideale e favorevole per la sua progressiva espansione e specializzazione.
Risale al V secolo a. C. una pittura parietale raffigurante due caproni che si affrontano sotto un ricco tralcio di vite carico di turgidi grappoli. Si tratta di uno dei reperti archeologici del Tuscolo conservati dal 1940 nel Castello di Agliè, in Piemonte.
Tra i più antichi ed illustri intenditori del "Frascati" spicca Marco Porzio Catone detto il Censore, che nel suo celebre trattato De Agricultura fissò le norme di coltivazione e vinificazione. Originario di una famiglia di viticoltori tuscolani, gradiva egli stesso porsi al lavoro delle sue terre assieme ai propri dipendenti, dividendone poi il cibo semplice ed il vino genuino.
Varrone ricorda le feste tuscolane "Vinalia" per il vino nuovo del Tuscolo ed alcuni provvedimenti relativi alla sua esportazione in Roma: a Tuscolo s’era provveduto per legge che nessuno mandasse vino nuovo in città prima che fossero celebrate le feste del vino. Con questo buon vino, a detta di Macrobio, Ortensio innaffiava i celebri platani che aveva piantato sulle liete pendici tuscolane perché crescessero più rigogliosi.
Successivamente, in una bolla di Papa Sergio I (687-701), sono citate vigne sotto Frascati, fra la via Appia e la via Latina, dove si incrociano gli antichi acquedotti. Gli Statuti concessi alla città di Frascati da Marcantonio Colonna, Signore e Vicario di Papa Giulio II della Rovere, datati 1515, stabilivano, in alcuni importantissimi articoli, le zone da destinare a vigneto, le modalità per determinare l’epoca della vendemmia e regolavano il commercio del vino: precisamente detta l'art. 96: “che il vino delli forestieri si venda a ellezione dei soprastanti” (quindi un Consorzio di Difesa e Tutela ante litteram) e “Statuimo et ordiniamo che qualunque del detto castello, ovvero altri che venda vino, che lo portassi fori d'esso castello, a vendere in esso, che sia 6 vino latino, non sia lecito a nessuno venderlo più di quello che gli sarà imposto dagli soprastanti, et chi contraffarà paghi pena di soldi vinti per qualunque volta et per qualunque misura”.
Sante Lacerio, bottigliere di Papa Paolo III (1534-1549), in una lettera sulla qualità dei vini in circolazione afferma che il vino migliore si produce a suo giudizio a Frascati, Marino e a Grottaferrata.
Nella guida ai viaggiatori Itinerario italiano o sia descrizione dei viaggi per le strade più frequentate delle principali città italiane del 1828, per Frascati riporta “è circondata di giardini, di vigne, di oliveti”.
Nel corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principe del territorio, fino all’attualità, come testimoniano i toponimi delle località che costituivano e costituiscono i luoghi di produzione del Frascati: il Mattei nelle Memorie istoriche dell’antico Tuscolo, oggi Frascati (1711) riporta vigna di Villa Mondragone, vigna dei Signori Cavalletti, vigna sita in Vermicino, vigna nella tenuta di San Matteo, vigna dei PP Camaldolesi, vigna nella Tenuta di S. Croce, come il gesuita Eschinardi, nella approfondita Descrizione di Roma e dell’Agro romano (1750), che riporta numerose località dove ancora oggi sono presenti vigneti (Borghetto, Osteria del Fico, Molara e Osteria della Molara, Prata Porci), e afferma “.. una Terra situata in amenissimo luogo appartenente alla Casa Borghese, che vi ha comode abitazioni, e delizie, essendo luogo abbondante di vini”.
VINI DEGUSTATI DAL PANEL ASSOVINI SOMMELIER
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Visita in Cantina
1) Visita e degustazione di 3 Vini
Passeggiata nei vigneti, visita delle bottaia e barricaia, delle antiche grotte per l'affinamento in bottiglia e delle cantine, degustazione dei vini (con personale dell'azienda). I Vini saranno accompagnati da pizza e pane cotto al forno a legna condito con olio extravergine di oliva di produzione aziendale, ottenuto da pressatura a freddo.
Vini in degustazione:
- Poggio Verde Frascati Superiore DOCG
- Syrah Lazio IGT
- Soleggio Cabernet Sauvignon Lazio IGT
- Persone: minimo 6 - massimo 30
- Info & Prezzi: Scarica PDF >
2) Visita e Degustazione di 3 Vini pregiati
Passeggiata nei vigneti, visita delle bottaia e barricaia, delle antiche grotte per l'affinamento in bottiglia e delle cantine, degustazione dei vini (con personale dell'azienda). I vini saranno accompagnati da pizza, pane cotto al forno a legna condito con olio extravergine d’oliva di produzione aziendale ottenuto da pressatura a freddo, formaggio e da biscotteria secca tipica.
Vini in degustazione:
- "1670" blend di Malvasia Puntinata e Semillion
- "Moroello" IGT Lazio ottenuto con uve di cloni pregiati di Sangiovese grasso e Merlot (2 Bicchieri Gambero Rosso, Guida Migliori Vini Italiani di Luca Maroni)
- "Stillato" passito di Malvasia del Lazio (5/5 grappoli AIS nell 2004/2005/2006/2007/2008)
- Persone: minimo 6 - massimo 30
- Info & Prezzi: Scarica PDF >
3) Visita e Degustazione di 2 Vini con piccolo snack
Passeggiata nei vigneti con esperto, visita delle bottaia e barriccaia, dell’antiche grotte per l’affinamento in bottiglia e delle cantine, degustazione dei vini. I vini saranno accompagnati da parmigiano e formaggio di pecora di produzione locale, pane cotto al forno a legna condito dall’olio extravergine d’oliva di produzione aziendale, verdure grigliate, salame, mortadella e pizza rossa.
Vini in degustazione:
- "Poggio Verde" Frascati Superiore Doc
- "Moroello" Merlot e Sangiovese
- Persone: minimo 6 - massimo 30
- Info & Prezzi: Scarica PDF >
Turismo del Vino
Per ogni viaggiatore l'Italia da sempre è terra di sogni, di emozioni, un luogo dove la storia si fonde con il mito, la natura è straordinariamente generosa e la cultura è il frutto della fusione di grandi civiltà. Le Strade del vino sono percorsi pensati esattamente per offrire all'enoturista esperienze inimmaginabili: viaggi alla scoperta di testimonianze storiche uniche al mondo, di scorci naturalistici di rara bellezza, di passeggiate distensive nei borghi, di giacimenti enogastronomici da scoprire, di vigneti e cantine vinicole da visitare e, ancora, agriturismi d’eccellenza, resort ospitali, ristoranti tipici, attività di artigianato locale, piccole botteghe di prodotti tipici locali, moda, servizi e negozi vari.
La Cantina Principe Pallavicini è posizionata lungo il percorso emozionale della Strada del Vino, il cui itinerario enoturistico racchiude la zona di produzione dei vini prodotti con la relativa Denominazione di Origine:
- Strada del Vino DOCG Frascati Superiore »
- Strada del Vino DOC Frascati »
- Strada del Vino IGT Lazio »
Focus Cantina "PRINCIPE PALLAVICINI"
- Anno di fondazione: 1670
- Ettari vitati: 80
- Bottiglie prodotte: 550.000
- Denominazione di Origine dei Vini prodotti:
- Vendita diretta: SI
- Vendita online: NO
- Visite in cantina: SI
- Degustazioni: SI
- Ristorante: SI
- Pernottamento: NO
Contatti "PRINCIPE PALLAVICINI
- Indirizzo: Via Roma, 121 - 00030 Colonna (Roma)
- Numero Verde: 800 973125
- Telefono: +39 06 9438816
- Fax: +39 069403827
- Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
- Web: www.terredeipallavicini.com
Carni di Suino e di Bovino, di Equino e di Cinghiale, di Oca e di Cervo, di Camoscio e altre ancora, costituiscono la base delle produzioni di gustosissimi Salumi raffinati o rustici, ai quali il palato difficilmente restiste... Leggi tutto ... https://goo.gl/URdczz
Dopo la svinatura e prima dell'imbottigliamento, i vini sono sottoposti a trattamenti stabilizzanti e a un periodo di maturazione, che può durare pochi mesi in recipienti di acciaio o vetroresina oppure uno o più anni in botti di legno di diverse capacità.