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AMELIA DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 25.11.1989, G.U. 135 del 12.06.1990
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Amelia D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Amelia” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco
  2. Rosso
  3. Rosso Riserva
  4. Grechetto
  5. Ciliegiolo
  6. Ciliegiolo Riserva
  7. Rosato
  8. Novello
  9. Malvasia
  10. Merlot
  11. Merlot Riserva
  12. Sangiovese
  13. Sangiovese Riserva
  14. Vin Santo
  15. Vin Santo Occhio di Pernice

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Amelia

 

  • Amelia Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, odore delicato, fruttato, molto intenso e sapore secco, armonico, vellutato, piacevolmente fruttato con retrogusto amarognolo.

  • Amelia Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vin Santo dal colore giallo dorato fino all'ambrato con l'invecchiamento, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore da secco a dolce, armonico, vellutato.

  • Amelia Malvasia (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Malvasia Toscana
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fruttato, persistente e sapore secco, armonico, caratteristico.

  • Amelia Grechetto (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Grechetto
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore persistente, fine, caratteristico e sapore secco, armonico.

  • Amelia Ciliegiolo (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Ciliegiolo
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore ampio, fine, caratteristico e sapore asciutto, pieno, caratteristico.

  • Amelia Ciliegiolo Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Ciliegiolo
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso, odore ampio, fine, caratteristico e sapore asciutto, pieno, caratteristico.

  • Amelia Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino da giovane, con tendenza al granato se invecchiato, odore vinoso e gradevole da giovane, fine e molto persistente se invecchiato, sapore secco, di corpo, armonico con eventuale sentore di mandorla con l'invecchiamento.

  • Amelia Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore fruttato, persistente e sapore secco, fresco, armonico, caratteristico.

  • Amelia Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino da giovane, con tendenza al granato se invecchiato, odore vinoso e gradevole da giovane, fine e molto persistente se invecchiato, sapore secco, di corpo, armonico con eventuale sentore di mandorla con l'invecchiamento.

  • Amelia Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore variabile dal rosa tenue al rosa cerasuolo, odore vinoso, fruttato e sapore secco, fresco, armonico.

  • Amelia Vin Santo Occhio di Pernice (Vino Rosato Vin Santo)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Vin Santo dal colore variabile da rosa intenso a rosa pallido, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore da secco a dolce, vellutato, rotondo, armonico.

  • Amelia Sangiovese (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso tendente al granato con l'invecchiamento, odore caratteristico ed intenso e sapore asciutto, caldo, giustamente tannico, armonico, persistente.

  • Amelia Sangiovese Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso tendente al granato con l'invecchiamento, odore caratteristico ed intenso e sapore asciutto, caldo, giustamente tannico, armonico, persistente.

  • Amelia Merlot (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, con tendenza al granato se invecchiato, odore vinoso caratteristico da giovane, accentuato e molto persistente se invecchiato e sapore secco, pieno, gradevole, talvolta con sentore di legno.

  • Amelia Merlot Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso, con tendenza al granato se invecchiato, odore vinoso caratteristico da giovane, accentuato e molto persistente se invecchiato e sapore secco, pieno, gradevole, talvolta con sentore di legno.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Amelia

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Amelia si estende sulle colline situate a sud-ovest dell'Umbria, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Amelia è localizzata in:

  • provincia di Terni e comprende il territorio dei comuni di Attigliano, Giove, Penna in Teverina, Alviano, Amelia, Calvi dell'Umbria, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecastrilli, Narni, Otricoli, Sangemini, Stroncone e Terni.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Amelia

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Amelia prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Amelia non dovrà essere superiore al 70% e al 35% per le tipologie di Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Amelia Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26,6%. La conservazione e l'invecchiamento devono essere effettuati in recipienti di legno (caratelli) di capacita' non superiore a 3 hl per un periodo di almeno 24 mesi.
  • I Vini DOC Amelia nelle tipologie Merlot, Rosso, Ciliegiolo e Sangiovese con menzione Riserva devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 in botti di legno e 6 mesi di affinamento in bottiglia.
  • Nella designazione dei Vini DOC Amelia può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Amelia è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Amelia

Con l’utilizzo della DOC Amelia i Produttori Vinicoli Umbri sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Amelia

Antipasti di salumi e uova, minestre di legumi e verdure, primi piatti al sugo rosso di pesce, frittelle di baccalà e altre preparazioni di pesce di lago. Pietanze di pollo e coniglio, carni rosse alla griglia.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Amelia

La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra del “DOC Amelia”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Doc Amelia”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i vini “Doc Amelia ex Colli Amerini”.

In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “DOC Amelia” è attestata fin dall’epoca romana, infatti Publio Virgilio Marone nelle Georgiche cita il fatto che nella zona di Amelia i contadini erano soliti legare i tralci di vite con”vergelle” di salice. Inoltre si ha testimonianza che il vino prodotto in quelle zone era trasportato a Roma anche via fiume.

Nel medioevo: i contratti agrari, le aste ecclesiastiche, le donazioni fondiarie ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, comunali e non confermano la diffusione di tale coltura. Leandro Alberti di Terni nel 1530 si sofferma sulla qualità dei vini: “......produce altresì detto paese, o sia di piano, o dé colli, buoni, e saporiti frutti con vini in ogni maniera, cioè vernaccie, moscatelli, austeri e mediocri con grande abbondanza d’oglio.....”

Nel 1595 nella relazione sullo stato della Diocesi dal Vescovo Monsignor Graziani si ricordano i “fertili colli coltivati a vigneto ed oliveto di Amelia” ed al “duro sasso su cui è posta Narni” che pur avendo poco territorio “non è però che non riponghi e grano et vino et olio che li basta”.

Nel manifesto del Comizio Agrario del 1869 si considerano quali uve scelte indigene del circondario le varietà comunemente denominate: Nere: Aleatico, Galloppo, Moscatello, Balsimina, Greco, Cesanese. Bianche: Malvasia, Moscatello, Biancone, Greco Verdetto, Menajuolo o Vagarello, Balsimina, Trebbiano. Nel 1886 ad opera di Paolano Manassei si rinviene una descrizione dettagliata delle tecniche vitivinicole del Ternano che testualmente cita “.........le viti della collina sono generalmente tenute a sostegno morto, cioè a pergoloni o ad allicciate (vigne a spalliera), sistemi di armamento che presuppongono un buon mercato di legname che più non esiste , e in piccolissime parti a vigna bassa. Le viti del piano sono a sostegno vivo di olmi o oppi.....” ed anche delle uve egli cita “ ........le uve bianche sono in maggior numero che le nere. Dalla collina si traggono i mosti migliori perchè vi si coltivano le uve più elette: come Verdetto, Menajuolo o Vagarello, Biancone, Malvasia, Galloppo, Aleatico, Cesanese, Balsimina; e perchè vi stringono maggiore alcoolicità......”

Altra descrizione dettagliata viene redatta nel 1930 dal Consiglio Provinciale dell’Economia Corporativa di Terni a proposito della coltura della vite “........ nei vecchi impianti predomina la vite maritata a sostegno vivo (olmo), mentre nei nuovi impianti , sia in pianura che in collina, predominano le cosiddette filonate con filari distanti dai venti ai trenta metri e con viti a filari distanti circa un metro l’una dall’altra ed interpolate con olivi o fruttiferi distanziati dagli otto ai dieci metri; le viti vengono allevate alla Guyot su tre fili di ferro”.

Riguardo alle più comuni varietà di viti coltivate in quell’epoca il Consiglio Provinciale dell’Economia Corporativa di Terni cita il Sangiovese, il Trebbiano, il Biancone, il Montepulciano.

Nel 1989 si ottiene il riconoscimento DOC Colli Amerini e la storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende e dalla professionalità degli operatori che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “DOC Colli Amerini ieri e DOC Amelia.

Il Vino DOC Amelia ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 25 novembre 1989.

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantite - Approvato DOC con D.P.R. 27.10.1978, G.U. 75 del 16.03.1979 - Approvato DOCG con D.P.R. 20.10.1990, G.U. 59 del 11.03.1991

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n. 45 del 22.02.2023


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Torgiano Rosso Riserva D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita "Torgiano Rosso Riserva" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per la seguente tipologia:

  • Torgiano Rosso Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Torgiano Rosso Riserva

 

  • Torgiano Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • >< 70-100% Vitigno Sangiovese
  • =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Umbria.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dalla Limpidezza brillante; Colore rosso rubino; Odore vinoso, delicato, Sapore asciutto, armonico, di buona struttura.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Torgiano Rosso Riserva

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Torgiano Rosso Riserva si estende sulle colline della Val Tiberina, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Torgiano Rosso Riserva è localizzata in:

  • provincia di Perugia e comprende il territorio del comune di Torgiano.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Torgiano Rosso Riserva

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Torgiano Rosso Riserva prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOCG Torgiano Rosso Riserva non dovrà essere superiore al 65%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • Il vino DOCG Torgiano Rosso Riserva con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 36 mesi, dei quali almeno 12 in legno e 6 in bottiglia.
  • Nella designazione dei Vini DOCG Torgiano Rosso Riserva può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Torgiano Rosso Riserva è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOCG Torgiano Rosso Riserva

Con l’utilizzo della DOCG Torgiano Rosso Riserva i Produttori Vinicoli Umbri sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Torgiano Rosso Riserva

Primi piatti saporiti, carni rosse e scure (selvaggina), cotte allo spiedo, alla griglia o al forno.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Torgiano Rosso Riserva

Recenti scavi archeologici di una villa rustica romana alle porte di Torgiano, hanno riportato alla luce un’ingente quantità di resti d’anfore vinarie; il ritrovamento convalida la presenza di un’estesa viticoltura, preannunciata da numerosi altri simili reperti affiorati nel tempo. Studi in corso localizzano qui il percorso dell’Amerina.

Torgiano è un castrum che deve la sua riedificazione su rovine romane alla posizione strategica e alla garanzia di approvvigionamento dei mercati perugini, offerta dalla fertilità dei terreni di pianura e dalla vocazione vitivinicola e olivicola dei rilievi che la collegano alla coeva Castel Grifone, oggi Brufa. Insediamento romano in rovina, Torgiano è riedificato come castrum del sistema difensivo perugino; la delibera è presa dal Comune di Perugia nel 1276 in rispondenza agli obbiettivi militari ed economici offerti da ubicazione e ambiente. Considerato che ai piedi del rilievo su cui poggia – distante brevi miglia da Perugia, in direzione Roma – confluiscono Chiascio Tevere e le vallate percorse dai due fiumi, il castrum ha il valore di un avamposto innestato su nodo viario romano e altomedievale.

I terreni pianeggianti sono ottimi per cereali, ortaggi, frutta, piante da fibre tessili. I ricchi depositi di limo, la terra fresca per l’argilla, l’altitudine media di 300 - 400 m s.l.m., l’esposizione soleggiata della dorsale che collega Torgiano a Brufa – il medievale Castel Grifone, coevo castello di poggio – rendono l'area collinare ambiente ideale per l'allevamento di viti e olivi.

Numerosi rogiti notarili confermano il rapido susseguirsi di opere di dissodamento e di miglioramento fondiario realizzate sotto l’influenza della colonizzazione benedettina, presente in loco anche con il lascito di Santa Maria in Bucarelli, del 1338. Sono le opere che avviano una produzione viticola presto tutelata dagli Statuti Comunali di Perugia, più tardi da quelli di Torgiano. Una maggiore attenzione alla toponomastica invita a soffermarsi su due tra le possibili etimologie del toponimo Torgiano delle quali una deriverebbe da “turris amnes”, cioè “terra dei fiumi”, la seconda, certamente più attendibile, dal nome “Tursius”, membro di un’importante famiglia senatoriale che nel IV secolo d.C. dominò la zona.

Un’ulteriore ipotesi è stata formulata intorno a Tursa, una divinità umbra battagliera e minacciosa, posta a tutela dei confini territoriali (Marina Bon Valsassina). Frammenti di mosaici, resti di edicole, strutture edilizie, fornaci, cisterne, canalizzazioni anfore vinarie e toponimastica, testimoniano la presenza di insediamenti e villae rusticae e attestano la locale consuetudine alla viticoltura in età romana. Ne è conferma l’alto numero di resti di anfore vinarie affiorate alla luce durante il recente scavo della già citata villa rustica del II sec. a.C., alle porte di Torgiano.

È da considerare che il letto del Tevere era allora prossimo al luogo e che nelle “Epistulae” Plinio il Giovane lo considera abituale via fluviale per il trasporto a Roma di prodotti dalla sua tenuta di Tifernum Tiberinum (Città di Castello). Reperti e ricerche in corso sulla viabilità romana localizzano nel territorio circostante Torgiano il percorso della via Amerina precedente all’attraversamento del Tevere.

Dopo lunghi secoli di alterne vicende storiche, all’affermarsi della nuova viticoltura mondiale, Torgiano si è allineata con le zone vitivinicole italiane più note ricevendo per prima in Umbria, nel 1968 il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata cui è seguita quella a DOCG nel 1990.

Il Vino DOCG Torgiano Rosso Riserva ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 27 ottobre 1978, poi DOCG in data 20 ottobre 1990.

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 30.10.1979, G.U.108 del 19.04.1980 - Approvato DOCG con D.M. 05.11.1992, G.U. 269 del 14.11.1992

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n. 43 del 20.02.2023


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Montefalco Sagrantino D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita "Montefalco Sagrantino" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Secco
  2. Passito

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Montefalco Sagrantino

 

  • Montefalco Sagrantino Secco (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • = 100% Vitigno Sagrantino
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l'invecchiamento, odore delicato, caratteristico che ricorda quello delle more di rovo e sapore asciutto, armonico.

  • Montefalco Sagrantino Secco Vigna (Vino Rosso Vigna)
  • Versioni: Secco
  • = 100% Vitigno Sagrantino
  • => 13,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l'invecchiamento, odore delicato, caratteristico che ricorda quello delle more di rovo e sapore asciutto, armonico.

  • Montefalco Sagrantino Passito (Vino Rosso Passito)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Sagrantino
  • => 18% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Passito dal colore rosso rubino carico talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l'affinamento, odore delicato, caratteristico, che ricorda quello delle more di rovo e sapore dolce, armonico, gradevole.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Montefalco Sagrantino

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Montefalco Sagrantino si estende sulle colline perugine, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Montefalco Sagrantino è localizzata in:

  • provincia di Perugia e comprende il territorio dei comuni di Montefalco e, in parte, il territorio dei Comuni di Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell'Umbria e Gualdo Cattaneo.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Montefalco Sagrantino

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Montefalco Sagrantino prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOCG Montefalco Sagrantino non dovrà essere superiore al 65% e al 35% per la tipologia di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOCG Montefalco Sagrantino Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale.
  • Il vino DOCG Montefalco Sagrantino Secco deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 12 mesi in botti di rovese e di almeno 4 mesi di affinamento in bottiglia.
  • Il vino DOCG Montefalco Sagrantino Passito deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 33 mesi in botti di rovese e di almeno 4 mesi di affinamento in bottiglia.
  • Nella designazione dei Vini DOCG Montefalco Sagrantino può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.

4. Produttori di Vino DOCG Montefalco Sagrantino

Con l’utilizzo della DOCG Montefalco Sagrantino i Produttori Vinicoli Umbri sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Montefalco Sagrantino

Arrosti, cacciagione, selvaggina da pelo e formaggi a pasta dura. Pasticceria da forno, crostate con marmellate di more o di altri frutti rossi.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Montefalco Sagrantino

A Montefalco erano numerosissime le case sui cui muri rampicavano i tralci di Sagrantino (piérgole), un abbellimento che rendeva gustoso l’appuntamento con eventi familiari di particolare importanza e che consacrava la tavola in occasione del Natale e della Pasqua. All’ interno delle cinta murarie, negli antichi Monasteri di Santa Chiara e di San Leonardo sono sempre state allevati vecchi vitigni di Sagrantino a ribadire la sacralità di un vino già sacro nel nome oltre che nel sapore.

Già Plinio il Vecchio parla di un'uva detta "Itriola" che dà un vino particolarmente pregiato nel territorio di Montefalco. Sembra che tale uva non sia identificabile con l'attuale Sagrantino che più probabilmente è stato portato attorno al XIV - XV secolo a Montefalco dai frati francescani di ritorno dai loro viaggi di predicazione in Asia Minore.

Ma sono i documenti d’ archivio ritrovati che gettano una prima, significativa luce sulla coltivazione di tale vitigno e sull’impiego delle uve di Sagrantino. Il più antico documento pervenutoci in cui si comincia a trattare di vigne è dell’anno 1088, ma la menzione per ora più antica sulla coltivazione dell’uva “sagrantina” a Montefalco risale al 1549 ed è documentata da un ordine di mosto di Sagrantino da parte dell’ebreo Guglielmo, mercante di Trevi e di sua moglie Stella (A. Toaff, Il vino e la carne. Una comunità ebraica nel Medioevo, Bologna 1989, p. 97 e nota 65).

Il Prof. Gabriele Metelli (Archivi in Valle Umbra, Nn. 1-2 Giugno/Dicembre2002, pp. 51-52-53), oltre alla citata menzione, scrive: ”Per quanto concerne il sagrantino, un contratto di lavoreccio del 30 aprile 1575 fa riferimento a quattro vitigni coltivati nel folignate e precisamente in località San Vittore… : ASF, Notarile 531, G.Poggi, 30 aprile 1575, c. 26v: …salvis et reservatis pro dictis locatoribus in totum quattuor pergulis sagrantini existentibus in dictis petiis terrarum…

Due anni prima il Prof. Francesco Guarino pubblicò nella citata rivista, di cui è Direttore, un’altra significativa testimonianza rinvenuta in un libro di ricordi di famiglia del giurista assisano Bartolomeo Nuti, che nell’agosto 1598 scrive: ”Un altro modo di fare il vino rosso è in Foligno. Se metta in una botte, o carrato sagrantino, o, uva negra sgranata quanto pare un poco acciaccata et se riempia de mosto ciò che sia et se lassi così.” I documenti acquisiti inducono, almeno per ora, a fare due considerazioni, la prima in ordine al nome Sagrantino già consolidato nel 1500; la seconda in riferimento all’uso delle uve di Sagrantino destinate alla governa dei vini rossi per conferire loro più aroma, più colore e più sapore.

Sappiamo che i ceti nobili del 1500 amavano imbandire le mense di vini pregiati in occasione del ricevimento di personaggi illustri. Tra i vini pregiati figurava anche il vino rosso di Montefalco, come risulta da una raccolta di rendiconti (1541-1654) sulle spese sostenute dal Comune di Foligno per accogliere degnamente gli ospiti di particolare riguardo. A comprendere come sia nato il nome Sagrantino può aiutarci la radice latina sacer e, forse, la sua prima destinazione. Vino sacro perché vino della festa religiosa, dei momenti da ricordare nello scorrere della vita domestica, e tradizionalmente da intendersi sempre nella forma passita. E’ solo in un’ esauriente relazione generale della mostra Regionale di Vini ed Olii tenutasi a Montefalco tra il 13 ed il 20 Settembre 1925 che viene citata per la prima volta la versione del “Sagrantino Asciutto”, ovverossia vinificato a secco, presentato a concorso dal Senatore Rolandi Ricci, allora proprietario della storica Cantina Scacciadiavoli. Si tratta dell’ antesignano del vino oggi più conosciuto, studiato e lanciato in commercializzazione solo a partire dai primi anni del 1970.

Il Vino DOCG Montefalco Sagrantino ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 30 ottobre 1979, poi DOCG 5 novembre 1992.

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con DM 07.11.2006, GU 268 del 17.11.2006
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014  

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Valdadige Terradeiforti (o Terradeiforti) D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Valdadige Terradeiforti (o Terradeiforti)” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Enantio
  2. Enantio Riserva
  3. Casetta
  4. Casetta Riserva
  5. Pinot Grigio
  6. Pinot Grigio Superiore

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Valdadige Terradeiforti

  • Valdadige Terradeiforti Pinot Grigio (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% VitignoPinot Grigio
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nelle province di Verona e di Trento.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, talvolta ramato, odore gradevole, fruttato e sapore asciutto, armonico, caratteristico.

  • Valdadige Terradeiforti Pinot Grigio Superiore (Vino Bianco Superiore)
  • Versioni: Secco
  • => 85% VitignoPinot Grigio
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nelle province di Verona e di Trento.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino, talvolta ramato, odore gradevole, fruttato e sapore asciutto, pieno, armonico, caratteristico.

  • Valdadige Terradeiforti Enantio (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Enantio
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nelle province di Verona e di Trento.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso con riflessi granati se invecchiato, odore fruttato, caratteristico, leggermente speziato e sapore secco, pieno, armonico.

  • Valdadige Terradeiforti Enantio Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Enantio
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nelle province di Verona e di Trento.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso con riflessi granati se invecchiato, odore fruttato, caratteristico, leggermente speziato e sapore secco, pieno, armonico.

  • Valdadige Terradeiforti Casetta (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Casetta
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nelle province di Verona e di Trento.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso con riflessi granati se invecchiato, odore caratteristico, leggermente speziato e sapore secco, pieno, armonico.

  • Valdadige Terradeiforti Casetta Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Casetta
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nelle province di Verona e di Trento.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso con riflessi granati se invecchiato, odore caratteristico, leggermente speziato e sapore secco, pieno, armonico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Valdadige Terradeiforti

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Valdadige Terradeiforti si estende nella valle nella quale scorre il fiume Adige, delimitata ai lati dall’altopiano della Lessinia, dalla catena del Monte Baldo e dal lago di Garda, il cui territorio è adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Valdadige Terradeiforti è localizzata in:

  • provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Brentino Belluno, Dolce' e Rivoli Veronese.
  • provincia di Trento e comprende il territorio del comune di Avio.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Valdadige Terradeiforti

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. Le pratiche enologiche di vinificazione prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Valdadige Terradeiforti non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Nella designazione dei Vini DOC Valdadige Terradeiforti può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Valdadige Terradeiforti è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
  • I seguenti vini devono essere sottoposti a un periodo di maturazione:
    • Vino Valdadige Terradeiforti Enantio: 10 mesi
    • Vino Valdadige Terradeiforti Enantio Riserva: 36 mesi
    • Vino Valdadige Terradeiforti Casetta: 10 mesi
    • Vino Valdadige Terradeiforti Casetta Riserva: 36 mesi
    • Vino Valdadige Terradeiforti Pinot Grigio: 4 mesi

4. Produttori di Vino DOC Valdadige Terradeiforti

Con l’utilizzo della DOC Valdadige Terradeiforti i Produttori Vinicoli Trentini e Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Valdadige Terradeiforti

Antipasti di salumi tipici trentini, minestra d'orzo, pasticcio di maccheroni e würstel. 


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Valdadige Terradeiforti

L’origine del nome è legata al nome della vallata nella quale scorre il fiume Adige, caratterizzata da una serie di castelli medioevali, detti “Forti” che rendono tale zona conosciuta in tutto il mondo con il nome di “Terra dei Forti”. Tale valle è famosa perché è stata per secoli la via di collegamento fra il mondo mediterraneo e quello alpino ed europeo. Famosi sono da sempre i suoi vini, nominati anche da scrittori romani del I sec d.C. che, parlando di viti selvatiche e coltivate a nord di Verona, nomina "una vite selvatica chiamata Enantio"; la stessa oggi è prodotta e valorizzata dai viticoltori della denominazione.

Molti ceppi di Enantio, alcuni ultracentenari, sono sopravvissuti perfino alla fillossera, che a cavallo fra l'800 ed il '900, fece strage eliminando in pochi anni pressoché tutto il vigneto europeo, la ricostituzione di questo, tramite innesto su piede americano (la fillossera aggredisce, infatti, solo la vite europea), non ha interessato l'Enantio che cresce nei terreni sabbiosi della valle, perché la componente silicea a scaglie taglienti lo difende dai parassiti.

L’Enantio, famoso per un'uva a bacca rossa rinomata per la pienezza di colore, la consistenza di corpo e un carattere “selvatico”, continua ad incuriosire sempre più consumatori e raccoglie numerosi riconoscimenti anche dai palati più esperti.

Altra varietà autoctona della “Valdadige Terradeiforti”, è il Casetta, conosciuta con il nome popolare di "Foja tonda" che è stata recuperata e valorizzata: si tratta di una produzione di nicchia di un'uva che dà un vino di grande affinità col territorio di provenienza, anch'esso rustico e selvaggio.

Alla sapiente coltivazione in vigna segue l'affinamento in cantina con opportuno invecchiamento in fusti di rovere per “domarne” il carattere prima di affrontare il giudizio dell'intenditore.

Il Vino DOC Valdadige Terradeiforti ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 7 novembre 2006.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

Assovini

Assovini.it è il sito del Vino e delle Cantine ideato nel 1986 e realizzato da un team di Sommelier con la collaborazione di Enologi e Produttori per diffondere i migliori Vini italiani nel mondo.

  • Referente: Salvo Spedale - Sommelier AIS
  • Telefono: +39 389-2856685
  • Email: info@assovini.it

 

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