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CESANESE DI AFFILE DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 29.05.1973, G.U. 225 del 31.08.1973

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Cesanese di Affile (o Affile) D.O.C.

La denominazione d'origine controllata "Cesanese di Affile" o "Affile" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le tipologie:

  1. Cesanese di Affile
  2. Cesanese di Affile Dolce
  3. Cesanese di Affile Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Cesanese di Affile

 

  • Cesanese di Affile (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Cesanese di Affile
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino con riflessi violetti, odore intenso con sentori fiorali e fruttati (bacche e drupe) tipici della cultivar, sapore secco, armonico di giusto corpo.

  • Cesanese di Affile Dolce (Vino Rosso)
  • Versioni: Dolce
  • => 90% Vitigno Cesanese di Affile
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 9% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Dolce Rosso dal colore rosso rubino con riflessi porpora, con aromi floreali e fruttati (ciliegia) tipici del vitigno, a cui si accompagna lo speziato ed il vegetale, sapore gradevolmente dolce, armonico e caratteristico.

  • Cesanese di Affile Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Cesanese di Affile
  • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino con riflessi granati con l’invecchiamento, odore intenso con sentori fiorali e fruttati (bacche e drupe) tipici della cultivar, che sfumano a favore di quelli speziati o fenolici associabili al legno, sapore secco, armonico di giusto corpo.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Cesanese di Affile

L'area geografica vocata alla produzione del Vino Cesanese di Affile si estende sulle pendici dei Monti Affilani che fanno parte della catena pre-appenninica costituita da tre gruppi calcarei dei Ruffi, Prenestini e Affilani, laddove nelle vallate e nei pendii posti ad ovest, sono coltivati i vigneti del Cesanese di Affile, caratterizzati da un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Cesanese di Affile è localizzata in:

  • provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Affile, Roiate e, in parte, il territorio del comune di Arcinazzo Romano.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Cesanese di Affile

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Cesanese di Affile prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Cesanese di Affile non dovrà essere superiore al 65%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Cesanese di Affile è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
  • Il vino DOC Cesanese di Affile Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui 6 di affinamento in bottiglia.

4. Produttori di Vino DOC Cesanese di Affile

Con l’utilizzo della DOC Cesanese di Affile i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Cesanese di Affile

Primi piatti ben strutturati, arrosti di carne bianca e rossa, cacciagione da piuma, salumi e formaggi stagionati, crostate di visciole e dolci secchi.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Cesanese di Affile

La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’ “Affile”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Cesanese di Affile”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Cesanese di Affile”.

Nel Medioevo e nel Rinascimento i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.

Con la caduta dell'impero romano e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura in queste terre, nonostante i danni subiti, non perde la sua continuità con il passato e mantiene sempre un ruolo importante, come testimoniano i numerosi atti notarili, inerenti i terreni vitati, custoditi negli archivi dell’Abbazia di Subiaco.

La viticoltura, ed in particolare la varietà Cesanese di Affile, fu oggetto di gelosa cura da parte del popolo di Affile, che negli Statuti Municipali stabilì “pene severissime a chiunque avesse avuto l'ardire di recare danno alle vigne”.

Un connubio tra uomo e vite che permane immutato nei secoli che è testimoniato perfino dalla scelta dello stemma araldico municipale: un tralcio di vite dai grappoli neri e con un aspide attorcigliato lungo il tronco, presente da secoli sullo stemma del Comune. Un riconoscimento da parte del popolo di Affile al prodotto più celebrato delle sue terre, responsabile nel corso dei secoli della notorietà del piccolo abitato.

La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione: dopo un periodo di oblio, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende e grazie alla professionalità degli operatori, il livello qualitativo e la rinomanza del “Cesanese di Affile” sono notevolmente aumentati.

Il Vino DOC Cesanese di Affile ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 29 maggio 1973.

CERVETERI DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 30.10.1974, G.U. 64 del 07.03.1975

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Cerveteri D.O.C.

La denominazione di origine controllata «Cerveteri» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed a i requisiti del disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco
  2. Bianco Amabile
  3. Bianco Frizzante
  4. Rosso
  5. Rosso Amabile
  6. Rosato
  7. Rosato Frizzante
  8. Trebbiano o Procanico

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Cerveteri

 

  • Cerveteri Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 35% Vitigno Malvasia di Candia
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore vinoso, gradevole, delicato e sapore secco, pieno, armonico.

  • Cerveteri Bianco Amabile (Vino Bianco)
  • Versioni: Amabile
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 35% Vitigno Malvasia di Candia
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore fruttato gradevole, delicato e sapore amabile.

  • Cerveteri Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 35% Vitigno Malvasia di Candia
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma vivace ed evanescente, colore giallo paglierino, odore gradevole, delicato e sapore dal secco all'abboccato.

  • Cerveteri Rosso Secco (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigni Sangiovese e Montepulciano (Minimo 25% per ciascun vitigno);
  • =< 35% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino piu' o meno intenso, odore vinoso, caratteristico e sapore secco, sapido, armonico, di giusto corpo.

  • Cerveteri Rosso Amabile (Vino Rosso)
  • Versioni: Amabile
  • => 60% Vitigni Sangiovese e Montepulciano (Minimo 25% per ciascun vitigno);
  • =< 35% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso intenso, odore vinoso, caratteristico e sapore amabile, vellutato.

  • Cerveteri Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigni Sangiovese e Montepulciano (Minimo 25% per ciascun vitigno);
  • =< 35% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, odore fruttato gradevole e sapore fine, delicato, armonico.

  • Cerveteri Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigni Sangiovese e Montepulciano (Minimo 25% per ciascun vitigno);
  • =< 35% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Frizzante dal colore rosa più o meno intenso, odore fruttato gradevole e sapore fine, delicato, armonico.

  • Cerveteri Trebbiano (o Procanico) (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno carico, odore gradevole, delicato, fruttato e sapore secco, di giusto corpo, armonico, vellutato.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Cerveteri

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Cerveteri si estende nell’Agro romano e nel litorale laziale centro settentrionale con le colline retrostanti, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Cerveteri è localizzata in:

  • provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Cerveteri, Ladispoli, Santa Marinella, Civitavecchia e, in parte, il territorio dei comuni di Roma, Allumiere e Tolfa.
  • provincia di Viterbo e comprende il territorio del comune di Tarquinia.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Cerveteri

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Cerveteri prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Cerveteri non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Nella designazione dei Vini DOC Cerveteri può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Cerveteri è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Cerveteri

Con l’utilizzo della DOC Cerveteri i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Cerveteri

Piatti di pesce azzurro arrosto o in umido, fritture di carciofi, zucchine e melanzane, frittate, agnello alla cacciatora, fegatelli di maiale alla griglia, involtini e scaloppine con sughi decisi.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Cerveteri

La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antica “Caere”, dagli Etruschi passando per i Romani, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Cerveteri”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Cerveteri”.

In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Cerveteri” è attestata fin dall’epoca degli Etruschi, in molte opere dei georgici latini. In tempi più recenti, nel 1761, il Marchese Frangiapani nella Istoria dell’antichissima città di Civitavecchia, riporta in un passo la vigna del Sig. Malacrosta, e nel 1803, il Nicolaj nelle Memorie, leggi, ed osservazioni sulle campagne e sull’Annona di Roma riporta numerosi terreni vignati in località Castiglione, Carlotta di Ceri, San Martino di Ceri, Villa del Sasso, Santa Marinella (con annessa osteria), Santa Severa (Prato della rocca, Rimessone, Castello) ancora oggi interessati dalla viticoltura.

La grande quantità di resti di antichi monumenti e di tombe etrusche ha dato vita a partire dall’ottocento ad imponenti campagne di scavi: infatti nel Bullettino dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica è riportata la relazione di un viaggio fatto nell’antica Etruria e si citano scavi eseguiti nella vigna Argoli.

Nel 1840 il Canina riferisce di aver eseguito uno scassato nella vigna di Paolo Calabresi in Cerveteri ed il Grifi, nel Giornale Arcadico in Atti della Pontificia Accademia Romana di Architettura, di aver scoperto dei monumenti antichi nei terreni dell’Arcipretura di Ceri, detti i Vignali.

Nel 1833, il Bullettino di notizie statistiche ed economiche italiane e straniere riporta per Corneto, l’attuale Tarquinia, “..vi allignano mirabilmente le vigne”. Il Manzi, nel 1837 nell’opera Stato antico ed attuale del porto città e provincia di Civitavecchia, riporta la bontà di taluni vini di Tolfa e cita il Chiabrera che cantò: "Io sprono a tutta briglia in ver la Tolfa / là dove Bassareo manna distilla".

Anche nell’Inchiesta Jacini, Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola (1883), si riportano aumenti di superfici a vigneto nei comuni di Cerveteri con varietà principali Uva Grassa, Buccia dura, Verdello, Spagnuola e Procanico e Tolfa (Pergolese e Aleatico).

La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la creazione della Cantina sociale, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Cerveteri”.

Il Vino DOC Cerveteri ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 30 ottobre 1974.

CASTELLI ROMANI DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 04.11.1996, G.U. 266 del 13.11.1996

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Castelli Romani D.O.C.

La denominazione di origine controllata «Castelli Romani» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed a i requisiti del disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco Secco, Amabile, Frizzante
  2. Rosso Secco, Amabile, Frizzante e Novello
  3. Rosato Secco, Amabile, Frizzante

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Castelli Romani

 

  • Castelli Romani Bianco Secco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, da soli o congiuntamente;
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore fruttato, intenso e sapore fresco, armonico, secco.

  • Castelli Romani Bianco Amabile (Vino Bianco)
  • Versioni: Amabile
  • => 70% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, da soli o congiuntamente;
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore fruttato, intenso e sapore fresco, armonico, amabile.

  • Castelli Romani Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, da soli o congiuntamente;
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dal colore paglierino più o meno intenso, odore fruttato, intenso e sapore fresco, armonico, frizzante.

  • Castelli Romani Rosso Secco (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo.

  • Castelli Romani Rosso Amabile (Vino Rosso)
  • Versioni: Amabile
  • => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo, amabile.

  • Castelli Romani Rosso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Frizzante dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, fruttato per il tipo novello, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo, frizzante.

  • Castelli Romani Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Novello dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, fruttato, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo, vivace e fragrante.

  • Castelli Romani Rosato Secco (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 100% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese (in uvaggio tra uve a bacca bianca e nera o in lavorazione in rosato delle uve a bacca nera).
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, talvolta con tonalità rubino, odore fruttato, intenso, vinoso, dal sapore fresco, armonico, secco.

  • Castelli Romani Rosato Amabile (Vino Rosato)
  • Versioni: Amabile
  • => 100% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese (in uvaggio tra uve a bacca bianca e nera o in lavorazione in rosato delle uve a bacca nera).
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, talvolta con tonalità rubino, odore fruttato, intenso, vinoso, dal sapore fresco, armonico, amabile.

  • Castelli Romani Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
  • Versioni: Secco
  • => 100% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese (in uvaggio tra uve a bacca bianca e nera o in lavorazione in rosato delle uve a bacca nera).
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Frizzante dal colore rosa più o meno intenso, talvolta con tonalità rubino, odore fruttato, intenso, vinoso, dal sapore fresco, armonico, frizzante.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Castelli Romani

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Castelli Romani si estende nella parte meridionale dell’Agro romano, i Colli Albani, la parte nord orientale dell’Agro Pontino e l’alta valle del fiume Sacco, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Castelli Romani è localizzata in:

  • provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monteporzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri, Zagarolo, San Cesareo e, in parte, i territori dei comuni di Ardea, Artena, Montecompatri, Pomezia e Roma.
  • provincia di Latina e comprende il territorio del comune di Cori e, in parte, il territorio dei comuni di Cisterna di Latina e Aprilia.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Castelli Romani

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Castelli Romani prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Castelli Romani Bianco non dovrà essere superiore al 73% e al 70% per le tipologie Rosso e Rosato; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Nella designazione dei Vini DOC XXX può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.

4. Produttori di Vino DOC Castelli Romani

Con l’utilizzo della DOC Castelli Romani i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Castelli Romani

Primi piatti a base di pesce, risotti con verdure, arrosti di carni rosse alla griglia, pollo e coniglio alla cacciatora.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Castelli Romani

La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dei “Castelli romani”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Castelli romani”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Castelli romani”.

In particolare la presenza della viticoltura nella zona dei “Castelli romani” è attestata fin dall’epoca romana, in molte opere dei georgici latini. Con la caduta dell'impero romano e le invasioni barbariche, la viticoltura di queste terre, nonostante i danni subiti, sopravvive e non perde la sua continuità con il passato.

Superati i secoli bui, la viticoltura nei Colli albani si diffuse nuovamente, razionalizzandosi, fino a diventare la coltura principale del territorio castellano, grazie anche alla grande richiesta di vino di Roma, sede della corte papale e teatro di un forte aumento della popolazione: tutto ciò è testimoniato dai numerosi documenti, inerenti i terreni vitati, custoditi negli archivi monastici o gli statuti delle città ricadenti nell’area delimitata che dedicano numerosi capitoli alla conduzione delle vigne e alla produzione ed al commercio del vino. Gabelle, proibizioni, bandi ed editti proliferarono intorno al vino, come dimostrano i regesti e i numerosi libri della gabella del vino conservati nell’Archivio di Stato di Roma a partire dal 1422.

In tal modo il potere papale disciplinava la produzione nei vigneti di Roma e dei Castelli Romani: proprio sotto il pontificato di Paolo III il mercato romano fu invaso dai vini dei Castelli, sia perché il vino romanesco non era sufficiente per il consumo della città, sia perché papi e cardinali amavano avere sulle mense vini diversi e di qualità.

La diversificazione tra vino romanesco (quello prodotto entro sette miglia dal Campidoglio) e vino dei Castelli è attestato fino al XIX secolo. Nel 1831 una Notificazione del Tesoriere Generale dello Sato Pontificio, proibisce l’importazione di vino ordinario e di acquavite in fusti in quanto “avendo particolarmente a cuore la utile industria delle vigne e prendendo uno speciale interesse a vantaggio dei Proprietari delle medesime, gran parte de’quali, in ispecie in Roma, e nei vicini Castelli trovansi in possesso di copiose quantità di tuttora invendute di Vini, e di Acquavite”.

Il Mancini che nella monografia Il Lazio viticolo e vinicolo (1888), afferma che nei Castelli Romani “in tutti questi comuni la vigna costituisce la coltivazione predominante, quella sulla quale vivono almeno i due terzi della popolazione”. Il giornalista tedesco Barth, nel suo lavoro Osteria: Guida spirituale alle osterie italiane (1909), scrive dei Castelli Romani “Qui è il campo del Dio coronato dai pampini: i pali delle viti, come le innumerevoli piramidi di fucili di un esercito, e come una apocalittica fortezza, circondano e difendono i luoghi della grazia e l’odor del vino e il sole si spandono poeticamente su tutta questa terra”.

La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori, hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Castelli Romani”.

Il Vino DOC Castelli Romani ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 4 novembre 1996.

BIANCO CAPENA DOC

Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 19.05.1975, G.U. 292 del 05.11.1975

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Bianco Capena D.O.C.

La denominazione di origine controllata «Bianco Capena» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco
  2. Bianco Superiore

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Bianco Capena

 

  • Bianco Capena (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • =< 55% Vitigni Malvasia di Candia, del Lazio e Toscana, da soli o congiuntamente;
  • => 25% Vitigni Trebbiano Giallo e Toscano, da soli o congiuntamente;
  • =< 20% Vitigni Bellone e Bombino Bianco, da soli o congiuntamente.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico 
  • Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore leggermente aromatico, fine, caratteristico e sapore asciutto o leggermente abboccato, caratteristico e gradevole.

  • Bianco Capena Superiore (Vino Bianco Superiore)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • =< 55% Vitigni Malvasia di Candia, del Lazio e Toscana, da soli o congiuntamente;
  • => 25% Vitigni Trebbiano Giallo e Toscano, da soli o congiuntamente;
  • =< 20% Vitigni Bellone e Bombino Bianco, da soli o congiuntamente.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico 
  • Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore leggermente aromatico, fine, caratteristico e sapore asciutto o leggermente abboccato, caratteristico e gradevole.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Bianco Capena

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Bianco Capena si estende sui rilievi collinari posti tra la valle del fiume Tevere ed il complesso del Vulcano Sabatino, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Bianco Capena è localizzata in:

  • provincia di Roma e comprende il territorio del comune di Capena e, in parte, il territorio dei comuni di Fiano Romano, Morlupo e Castelnuovo di Porto.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Bianco Capena

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Bianco Capena prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Bianco Capena non dovrà essere superiore al 70%; oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Bianco Capena è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Bianco Capena

Con l’utilizzo della DOC Bianco Capena i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Bianco Capena

Antipasti di pesci salsati, primi piatti a base di crostacei e verdure, pesci al forno


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Bianco Capena

La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antica “Capena”, dagli Etruschi passando per i Romani, al medioevo, fino ai giorni nostri ed attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Bianco Capena”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Bianco Capena”.

In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Bianco Capena” è attestata fin dall’epoca degli Etruschi, in molti reperti dei georgici latini. Gli Statuti di Castelnuovo, emanati nel 1548, regolamentavano l’ordinamento della Comunità su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale. Diversi Capitoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura.

La coltura della vite passò indenne attraverso i secoli bui, tanto che nel 1703 il Piazza in La Gerarchia cardinalizia, riporta per Castelnuovo “l'amenità del sito, in un colle assai eminente al Territorio, che gli soggiace d'intorno; la fertilità del terreno di vino, ...”; nel 1857 il Palmieri nella Topografia statistica dello stato pontificio, riporta “l’olio di Fiano è squisito, e così il vino..”, Leprignano (l’odierna Capena) “ha un territorio feracissimo di grano, olio, vino eccellente..”, “Morlupo fornisce asssai grano, ed un esquisito e dolce vino, per la situazione delle vigne bellissime su tutte colline esposte al sole.”

Negli Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola (1883), a conferma dell’importanza che la viticoltura ha nella zona delimitata, si riporta, ..a Leprignano la vigna nel colle vale 7000 lire l’ettaro contro le 70 di Farnese e nel piano 8000 come a Marino.

La storia recente, a causa della chiusura della Cantina sociale Feronia, è caratterizzata da una situazione di stasi della denominazione, che nonostante l’impianto di nuovi vigneti e la nascita di nuove aziende non riesce ancora ha riconquistare appieno la notorietà passata.

Il Vino DOC Bianco Capena ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 19 maggio 1975.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

Assovini

Assovini.it è il sito del Vino e delle Cantine ideato nel 1986 e realizzato da un team di Sommelier con la collaborazione di Enologi e Produttori per diffondere i migliori Vini italiani nel mondo.

  • Referente: Salvo Spedale - Sommelier AIS
  • Telefono: +39 389-2856685
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