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La Strada del Vino Monferrato Astigiano si snoda lungo il cuore collinare del Piemonte; qui gli orizzonti sono segnati da profili di antiche pievi, castelli, campanili, suggestivi pendii.

Percorrerla vi permetterà di scoprire un inestimabile patrimonio artistico, culturale, paesaggistico e, naturalmente, enogastronomico. Il contesto perfetto, quindi, per andare alla scoperta di aziende vitivinicole, enoteche, prodotti tipici e botteghe artigiane di alta qualità, soggiornando in suggestivi agriturismi, relais, bed and breakfast…

Un territorio facilmente raggiungibile dai più importanti assi stradali e ferroviari della Regione Piemonte; dista infatti meno di un'ora da Torino e poco più da Milano e Genova.

Le colline attraversate dalla Strada del Vino Monferrato Astigiano ospitano un patrimonio artistico eccezionale, anche se a tutt’oggi poco conosciuto, rappresentato da numerose chiese romaniche, di solito campestri, risalenti al periodo compreso tra il XI ed il XIII secolo. Si tratta di chiese tuttora bellissime, spesso minuscole e costruite a fasce alterne di cotto e arenaria, caratterizzate da resti di decorazioni talvolta bizzarre, con finestre a bifora, bassorilievi, capitelli. Tra queste spiccano l’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano, il più famoso monumento romanico del Piemonte, San Secondo di Cortazzone, San Nazario e Celso di Montechiaro, San Lorenzo di Montiglio e San Lorenzo di Tigliole.

Nei secoli compresi tra il Medioevo e l'età moderna, la fertilità delle terre e la favorevole posizione al centro delle vie di comunicazione tra il Mar Ligure e la Pianura Padana, fecero del Monferrato una regione contesa e divisa, portando alla costruzione di innumerevoli castelli.

Tra Ottocento e primi del Novecento, molti vennero restaurati o ricostruiti in stile medievale, secondo una moda tipica del tempo; nella mappa vengono indicati, tra i principali, quelli ancora in buone condizioni. Quasi tutti sono di proprietà privata per cui la visita si deve spesso limitare alle visite esterne. Tra questi si segnalano il castello di Cortanze, ora albergo e centro congressi, e quelli di Montemagno, Piea, Moncucco, Montiglio e San Martino Alfieri.

Tra le eccellenze del territorio si contano anche numerose chiese barocche: la Parrocchiale di Piovà Massaia è la più importante, ma è possibile ammirarne di imponenti e bellissime nei numerosi borghi “con castello assente”, centri sviluppatisi intorno a un castello, poi distrutto e non più ricostruito.

Il sentiero della Malvasia.

Questo sentiero unisce Castelnuovo don Bosco all’abbazia di Vezzolano di Albugnano.

Una visita alla Chiesa Romanica di Sant’Eusebio (1280) è d’obbligo prima della partenza.

Il primo tratto di strada, recentemente ripristinato a causa di fenomeni erosivi, lascia rapidamente spazio ad un magnifico panorama di vigneti e scavalca la cresta della collina di Cornareto, immersa tra le vigne, dove è possibile ammirare un panorama a 360°.

La strada in cresta prosegue e permette di incrociare, lungo il cammino, uno straordinario esemplare di biancospino di età secolare.

Il percorso, che continua poco sotto la cresta, permette di compiere un ampio arco con cui il percorso termina, lungo un’ampia strada agricola fiancheggiata dai vigneti e frutteti, sul sagrato della chiesa di Vezzolano.

Le strade del vino in Canavese coprono gran parte del territorio. I tre ingressi principali sono rappresentati dai caselli autostradali di Quincinetto da nord (A5 Torino-Aosta), Santhià da est (A4 Milano-Torino) e Chivasso centro da sud (A4 Milano-Torino).

Gli itinerari proposti sono 3, collegati fra loro, e ognuno può essere scelto come punto di partenza.

Il primo itinerario percorre la collina morenica della Serra d'Ivrea, dal lago di Viverone fino all'imbocco della Valle d'Aosta, a Carema, lungo l'antica Via Francigena. Si snoda poi sulla destra orografica del fiume Dora Baltea: da Quincinetto, in una valle stretta e poco soleggiata, si passa al panorama ampio e luminoso della pianura, verso le colline coperte dai vigneti dell'alto Canavese.

Il secondo itinerario è immerso nei vigneti dell'Erbaluce: tocca alcune località famose per i castelli (Torre Canavese, Agliè e San Giorgio Canavese), numerose cantine e aziende agricole intorno a Caluso, giunge al parco naturale del lago di Candia, risale la collina fino al castello di Masino, dove riposano le spoglie di re Arduino, per poi scendere ad Azeglio e proseguire sino a Piverone.

Il terzo itinerario conduce alla scoperta dei luoghi che sono stati testimoni delle vicende di re Arduino (Cuorgnè, Pont Canavese e Sparone), all'imbocco della Valle Orco verso il Parco Nazionale del Gran Paradiso, e si chiude toccando luoghi religiosi come il Santuario di Belmonte e l'Abbazia di Fruttuaria, dove re Arduino si ritirò a vita monastica.

Le strade del vino in Canavese sono state pensate per essere percorse in automobile; tuttavia gli itinerari seguono strade minori e panoramiche che ben si prestano anche al cicloturismo.

L'autunno, periodo di vendemmia, è certamente uno dei momenti più suggestivi per trascorrere qualche giorno in questi luoghi. Ma anche l'inverno offre paesaggi emozionanti e gusti intensi di una gastronomia legata alla tradizione contadina, oltre alla possibilità di seguire la particolare lavorazione delle uve per il vino passito.

In primavera e in estate, infine, è possibile abbinare al percorso enologico passeggiate a piedi, in bicicletta e anche a cavallo, in un ambiente naturale molto vario che passa dalla pianura alle vallate alpine attraverso colline e laghi morenici.

L’itinerario proposto si articola in percorsi che interessano la zona costiera e l’alto Molise, attraversando i territori dedicati alla coltivazione della vite e alla produzione vinicola, e visitando luoghi e monumenti di grande significato storico e artistico. La legge istitutiva, tuttavia, non è ancora stata emanata, e, conseguentemente, gli itinerari non ancora determinati. Si possono, comunque, individuare le direttrici principali, che guidano alla scoperta della ancor giovane ma già autorevole produzione dei vini del Molise.


La zona costiera

La bassa valle del Biferno sfocia nell’Adriatico a pochi chilometri a sud di Termoli e sovrappone al valore enologico dei suoi 380 ettari di vigneti, una forte valenza turistica. L’itinerario della Strada è un breve circuito che ha come punto di partenza e di arrivo la cittadina di Termoli, l’unico porto del Molise.

Il percorso consente di inoltrarsi in un territorio che ha saputo sviluppare il settore in modo importante e significativo, ed è diventato una realtà confrontabile con le altre regioni vinicole emergenti in Italia. Prende avvio dal borgo marino che vede le basse case di pescatori strette fra vicoli e stradine, e raccolte attorno al castello quattrocentesco inserito nelle fortificazioni erette da Federico II di Svevia a metà del Duecento.

Poco a nord, svetta una Torre Saracena, un presidio sul mare per l’avvistamento dei frequenti pericoli che hanno a lungo minacciato le coste italiane. Verso sud, invece, a breve distanza, il Lido di Campomarino può vantare pluriennali “Bandiere Blu”, meritate dall’ambiente ancora integro e dall’accoglienza riservata ai turisti, sempre più numerosi. La duecentesca chiesa di santa Maria a Mare conserva nella cripta elementi romani di spoglio e un affresco quattrocentesco. Il nome la indica sorta sulla costa, dalla quale l’hanno allontanata depositi di sabbie. Tra il paese, che si affaccia sul mare da una splendida terrazza, e Nuova Cliternia, altra tappa dell’itinerario, i vigneti si distendono sui leggeri pendii, a seguire le ultime ondulazioni dei morbidi rilievi.

La strada sale a San Martino in Pensilis e sembra aprirsi un varco fra i vigneti fitti e folti che la accompagnano durante tutto il percorso. A un tratto incrocia l’ampia radura verde del tratturo L’Aquila-Foggia. Centro di importanti tradizioni culturali, la cittadina è famosa anche per una preparazione particolare della carne di maiale, la pampanella, che veniva spolverizzata di peperoncino e conservata e donata in grandi foglie di vite.

La Strada scende verso Portocannone, e risale poi a Guglionesi, dopo essere passata sulla sponda sinistra del Biferno, per attraversare altri pendii e altri declivi collinari coperti di ulivi e di viti per i vini delle Doc Biferno e Molise.


L’alto Molise

I distretti vinicoli della provincia di Isernia, data la loro discontinuità territoriale, vengono raggiunti e attraversati da due distinti percorsi, che procedono dal capoluogo. L’antica città dei Pentri si distende su uno sperone di travertino circondato dai torrenti Sordo e Càrpino, affluenti del Volturno.

I terreni alluvionali che accompagnano i corsi d’acqua alimentano le vigne delle Doc Pentro di Isernia e Molise che contraddistinguono tutto il territorio. Verso Pescolanciano, antico borgo medioevale che mostra, poco lontano, uno spettacolare salto d’acqua del Trigno, la Strada si inerpica, per salire verso i centri vinicoli di Castelverrino, Agnone e, su due versanti opposti, Belmonte del Sannio e Poggio Sannita.

Qui la viticoltura diventa davvero eroica, e, ad altitudini attorno agli 800 metri, deve scoprire e sfruttare i versanti più soleggiati, le conche più riparate.

Nel percorso più occidentale, la Strada scende stretta fra il corso incassato del Volturno e ripidi pendii scuri di foreste, che evocano antiche imboscate tese dai mobili Sanniti agli spaesati Romani.

Avviluppato a un masso che sale dal greto del fiume, sorge Colli al Volturno, sul quale i monaci della vicina abbazia di S.Vincenzo avevano eretto un baluardo a protezione dei propri possedimenti.

Più a valle, Montaquila, alta su un colle panoramico, è circondata dai vigneti, e prepara allo sbocco nell’ampia piana di Venafro, dove il Volturno rallenta e alimenta le ricche vigne che coprono vaste estensioni. Già luogo di villeggiatura per i Romani, come ricorda Orazio, la cittadina conserva, con il castello e la Cattedrale romanico-gotica, ricche testimonianze archeologiche del suo passato segnato dalla civiltà sannitica e da quella romana.

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